Il Colosseo ed il disastro della metro C - Roma

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

cliqueur
Messaggi: 2101
Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
Contatta:
.
Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Ciao,
L.
Andrea
Messaggi: 629
Iscritto il: dom nov 10, 2013 10:09 am
... sono fotografie che non mi raccontano il disastro della metro C , ma la presenza di grossi (eterni ?) cantieri come in tutte le città.
Le inquadrature non sono particolarmente stuzzicanti.
L'unica che induce al racconto è quella delle ombre sfuggenti, dove la fretta sottintesa, sembra si sottolineare il disagio del trasporto e la voglia di sfuggire all'ambiente disastrato.
La penultima forse, con un pò d'ironia, rappresenta forse l'inizio dei lavori ?
Avatar utente
carlo riggi
Messaggi: 7025
Iscritto il: gio giu 25, 2009 10:38 pm
Località: Milazzo
Contatta:
Racconto? Reportage?
In ogni caso, mi pare che senza testo la narrazione non si tenga.
Mi piace molto la terza, che funziona anche da sola.
Ciao
Carlo
cliqueur
Messaggi: 2101
Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
Contatta:
Andrea ha scritto:... sono fotografie che non mi raccontano il disastro della metro C , ma la presenza di grossi (eterni ?) cantieri come in tutte le città.
Le inquadrature non sono particolarmente stuzzicanti.
L'unica che induce al racconto è quella delle ombre sfuggenti, dove la fretta sottintesa, sembra si sottolineare il disagio del trasporto e la voglia di sfuggire all'ambiente disastrato.
La penultima forse, con un po' d'ironia, rappresenta forse l'inizio dei lavori ?
Grazie Andrea. In effetti forse ci vuole un po' di informazione di fondo, perché è un'opera che doveva attraversare tutto il centro storico di Roma e che, oltre ad essere costata un multiplo dei fondi previsti, sembra tecnicamente impossibile da realizzare, oltre al fatto che non ci sono più finanziamenti.
La penultima ha una doppia valenza: da una parte dice che i romani antichi quando facevano le cose le facevano bene e le portavano a termine. Dall'altra rappresenta plasticamente uno dei motivi per i quali la cosa non si può fare.
Un'altro problema è che una delle aree archeologicamente più rilevanti di Roma è un cantiere orribile e, oltretutto, per motivi di stabilità, hanno dovuto puntellare tutto.
Ciao,
Luca
ExContax
Messaggi: 922
Iscritto il: lun ott 25, 2010 6:54 pm
In effetti leggere il racconto aiuta a contestualizzare meglio queste fotografie, un salutone

Inviato dal mio SM-G900F utilizzando Tapatalk
Avatar utente
Stefano Tambalo
Messaggi: 2076
Iscritto il: mer mag 13, 2009 4:26 pm
Località: Verona
Contatta:
prima e terza hanno un buon impatto; tutte insieme non saprei, mi sembrano mosse più da curiosità che da volontà di documentazione/racconto/testimonianza ecc. ecc..
Avatar utente
marco palomar
Messaggi: 2703
Iscritto il: mar dic 16, 2008 12:47 pm
Constato che la percezione di Roma è cambiata. Ma non ne è migliorata la profondità.
ma guarda un po'
cliqueur
Messaggi: 2101
Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
Contatta:
:shock:
Cosa vorresti dire? Nella metafora, fuori dalla metafora, la percezione di chi?
Ciao,
L.
Avatar utente
Vittorio
Messaggi: 3434
Iscritto il: sab gen 06, 2007 11:41 am
Località: castelsangiovanni(pc)
Povera italia. :|
cliqueur
Messaggi: 2101
Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
Contatta:
Grazie Vittorio.
Forse qualcosa sono riuscito a far passare ...
cliqueur
Messaggi: 2101
Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
Contatta:
carlo riggi ha scritto:Racconto? Reportage?
In ogni caso, mi pare che senza testo la narrazione non si tenga.
Mi piace molto la terza, che funziona anche da sola.
Allora, è stato un workshop/masterclass ricevuto in regalo per il mio compleanno. Mi interessava esplorare il genere del racconto e mi è piovuta dal cielo questa cosa.
Non mi era mai capitato di partecipare ad un corso di formazione sulla fotografia e già la preparazione del portfolio di presentazione non è stata semplice, visto anche l'arretrato di stampa e prova che ho ed ho presentato l'unica "storia" che ritenevo fosse tale, anche se molto datata e tecnicamente molto scadente.
Tant'é.

Poi c'è stato il compito: andate nei dintorni del Colosseo e scattare secondo un tema coerente. Il tutto in due mezze giornate. Mi sono detto, porca miseria, ma se per sviluppare un tema ci vogliono giorni e giorni, se non settimane. E poi quale tema.
Avevo solo deciso una cosa: non avrei scelto come soggetto principale le persone (ce n'erano tante).

Ho tirato un fiato, ho cominciato a guardarmi intorno, ho visto le palizzate gialle, i puntelli, i pannelli ed i poster, le cancellate e mi è venuta in mente la storia della metro C, che è cominciata nel 2006 e sembra andrà avanti fino al 2024, se andrà avanti.

Ho cominciato a scattare secondo il mio solito stile, senza attivare il visore, scegliendo certi elementi da includere nell'inquadratura. Mai fatta prima una cosa simile in breve tempo e con questi vincoli.
Quando mi sono stufato, verso la prima sera, ho guardato le foto sul visore e mi sono cadute le braccia.

Poi le ho scaricate ed a sera le ho fatte vedere al "Master" che mi ha detto quali fossero quelle che gli piacevano e che funzionavano. Mi ha anche dato un po' di indicazioni sulla ripresa, sui dettagli, sugli sfondi e sulle inquadrature.

Il giorno dopo ho cercato di inquadrare con maggiore consapevolezza.

Ne è nata una selezione di circa 30 fotografie che sono state presentate al Master ed alla classe.

Jerome Sessini le ha scelte ed ordinate. Argomentando l'ho convinto a preferire quella che piace a Carlo rispetto ad un'altra.

Non ho imparato a comporre un racconto fotografico, ma mi porto via
  • - come stare in mezzo alla gente
    - come inquadrare meglio
    - quale ottica scegliere (mi hanno dato un 35 ma le fotografie sono fatte quasi tutte con un 28)
    - come variare il ritmo con la composizione
    - che non è importante essere molto vicini, ma che bisogna essere vicini il giusto
    - come guardare le altre serie (Venezia di Simone, Amara e Bella di Sergio, il Maiorchino di Carlo, il panificio di Marco, la Cina di Mauro, etc).
E poi ho visto come fotografa un membro di Magnum Photography, come si rapporta all'ambiente ed alle persone che vi si muovono.
Ed è stato anche utile vedere i lavori degli altri, alcuni molto bravi, altri che si sono completamente incartati.
Ma almeno una volta bisogna rischiare, no?

Ciao,
Luca

PS: il fatto che senza racconto la serie non si tenga è vero, ma a questo servono le didascalie, no? Quando ho detto a Sessini che avrei voluto inserire un'altra immagine che testimoniava l'abbandono del cantiere ed avevo anche in mente quale, mi ha detto che forse non ce ne sarebbe stato bisogno.
Avatar utente
carlo riggi
Messaggi: 7025
Iscritto il: gio giu 25, 2009 10:38 pm
Località: Milazzo
Contatta:
Grazie di averci raccontato questa tua esperienza.
Ciao
Carlo
Avatar utente
simone toson
Messaggi: 2164
Iscritto il: lun mag 07, 2012 2:54 pm
Località: Verona
La terza si regge da sola in un altro contesto però. Nel senso che potrebbe essere una bella foto per il grafismo, il gioco delle luci e delle ombre, i colori, ma di sicuro non rappresenta il tema.
Forse Sessini te l'aveva scartata? Perché?

Per il resto quelle che più mi piacciono sono la prima e quella della gru gialla vista dal basso, le altre sono foto difficili da capire, vedo solo cantieri e gru che sono soggetti difficili da rappresentare fotograficamente, spesso e volentieri.
So anche che per vari motivi, in primis il tempo, in quei workshop è davvero dura e stressante portare acasa la pagnotta.
Certo Luca, che ti sei tirato su na bella rogna con quella scelta. Mica facile..
cliqueur
Messaggi: 2101
Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
Contatta:
simone toson ha scritto:La terza si regge da sola in un altro contesto però. Nel senso che potrebbe essere una bella foto per il grafismo, il gioco delle luci e delle ombre, i colori, ma di sicuro non rappresenta il tema.
Forse Sessini te l'aveva scartata? Perché?

Per il resto quelle che più mi piacciono sono la prima e quella della gru gialla vista dal basso, le altre sono foto difficili da capire, vedo solo cantieri e gru che sono soggetti difficili da rappresentare fotograficamente, spesso e volentieri.
So anche che per vari motivi, in primis il tempo, in quei workshop è davvero dura e stressante portare acasa la pagnotta.
Certo Luca, che ti sei tirato su na bella rogna con quella scelta. Mica facile..
Grazie Simone, mi fa piacere il tuo commento.
La fotografia che Sessini aveva inizialmente scelto è questa:

Immagine

che ha un suo perché.

Ora, dici del tema: certo era difficile, presupponeva un sacco di informazioni di fondo. Perché questo non è solo un cantiere fantasma. Ha ragione Carlo, se fosse - se fosse - una serie decente potrebbe accompagnare un articolo giornalistico.
Ma rientra - sempre copyright Carlo Riggi - nel doppio fondo delle mie fotografie.
E poi non avevo nessuna voglia di fotografare persone in giro su marciapiedi, è un genere che non mi attira più. Fanno sempre le stesse cose: camminano, telefonano, chiacchierano, guardano vetrine. E poi non volevo fare fotografie buone solo perché avevano un bel soggetto.
Se fotograferò persone in ambito urbano saranno persone che abitano questo ambito, che fanno qualcosa che attiene alla loro vita.

Certo, è stato difficile. Io a Roma non fotografo quasi più perché mi annoia visivamente. E quando ci hanno dato l'area non ero particolarmente felice. Ma in altri posti non sarebbe stato meglio, almeno qui non c'erano automobili.

Non ho cercato scappatoie facili: ho scelto la storia della casa famiglia, incompleta e vecchia (scattata dal 1982 al 1991) e corrispondentemente qualitativamente scadente, perché era l'ultima coerente con il tema del workshop. Sessini l'ha definita interessante, ma ridondante ed in alcuni case le immagini grigie (non so se per il proiettore).

Il tema che mi sono dato non era solo il cantiere, ma anche il giallo delle sue parti, nonché le persone che in esso si muovevano.

Io sono stato contento - certo non diventerò ossessionato dai workshop - ed ho portato via molte cose.

Anche l'atteggiamento di Sessini è interessante: un controllo feroce sulla composizione e sull'editing. Non fa vedere nulla del suo se non editato.

Certo, l'attrattiva di un tema è quella che è: se fotografi la guerra in Ucraina il disastro della Air Malaysia appena avvenuto questo ha tutto un altro impatto. E certo, pur essendo spaventosamente drammatiche, Sessini fa anche "belle" fotografie.
Grazie e ciao,
Luca
sergio lovisolo
Messaggi: 941
Iscritto il: gio dic 31, 2009 3:43 pm
Anch'io avrei scelto questa.
Mi sembra che, nell'insieme, il tuo lavoro abbia il pregio di suscitare, in chi lo osserva, una sensazione
di disordine , di mancanza di armonia che genera disagio.
Ma al tempo stesso, tale disordine è non solo nell'oggetto fotografato, ma anche nella forma delle immagini
stesse (mi rendo pienamente conto della difficoltà di rappresentare il disordine ..in modo ordinato)
Grazie di avercele presentate.
Ciao.
Sergio
Rispondi