Segnalo questo articolo, mi sembra interessante:
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-c ... -52942610/
Se persino la fotografia più bella è ritoccata.
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- carlo riggi
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L'avevo letto stamattina sul cartaceo. L'ho trovato anch'io interessante perché, per una volta, non pone al centro una discutibile (e inutile in questo annoso dibattito) questione etica, ma evidenzia una criticità di tipo preminentemente estetico, che condivido appieno.Roberto ha scritto:Segnalo questo articolo, mi sembra interessante:
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-c ... -52942610/
Poi, anche il fatto estetico finisce sempre con l'avere una ricaduta di tipo etico, ma passando per altre vie.
Ultima modifica di carlo riggi il mar feb 19, 2013 1:40 pm, modificato 1 volta in totale.
Ciao
Carlo
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- massimostefani
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Mi godo la bellezza di stare in camera oscura ( come ho fatto per tutta la mattinata ) ed attendo il risvegio delle menti più acute che, come si legge da più parti, stanno iniziando a riconsiderare un "passo indietro" che poi indietro non è. Diamo tempo al tempo...non c'è frettaVictor ha scritto:![]()
Niente di particolarmente sorprendente...per me, ovviamente.
Un passo estrapolato dal testo che rispecchia fedelemente il mio pensiero sul digitale:
Masturzo scrive...
ciao"il problema è che ora lo fanno tutti, con gli stessi strumenti, lo stesso stile, e il risultato è che, Gaza o Siria o Haiti, le foto sono ormai tutte uguali. Peggio ancora, rendono uguale quel che raccontano. Io sono tentato di tornare indietro di vent'anni, al bianco e nero e alla camera oscura... ".



MS
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
R.Avedon
- marco palomar
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segnalo sullo stesso numero odierno di repubblica la dichiarazione di Tornatore che dice di aver dovuto rinunciare alla tanto amata pellicola: sintetizzando, il digitale ha una resa migliore, costa di meno e non richiede quegli stampatori esperti che erano necessari per la pellicola e che oggi sono in pensione, senza aver formato nuove leve.
Comunque io invece non sono d'accordo con Carlo sulla irrilevanza etica del fotoritocco: primo, perché come giustamente afferma Victor c'è una bella differenza di potenza e quindi sostanziale rispetto a quello che si può fare in camera chiara; secondo, perché si continua a sottovalutare il fatto che se la fotografia si riduce a immagine o a illustrazione (si pensi alle splendide copertine di Mollino della domenica del corriere) è molto più disponibile a veicolare contenuti ideologici e parziali, con modalità e finalità analoghe a quelle di pubblicità e propaganda.
Comunque io invece non sono d'accordo con Carlo sulla irrilevanza etica del fotoritocco: primo, perché come giustamente afferma Victor c'è una bella differenza di potenza e quindi sostanziale rispetto a quello che si può fare in camera chiara; secondo, perché si continua a sottovalutare il fatto che se la fotografia si riduce a immagine o a illustrazione (si pensi alle splendide copertine di Mollino della domenica del corriere) è molto più disponibile a veicolare contenuti ideologici e parziali, con modalità e finalità analoghe a quelle di pubblicità e propaganda.
ma guarda un po'
- carlo riggi
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Il digitale non è più antietico rispetto all'analogico di quanto lo sia il trattore rispetto all'aratro.marco palomar ha scritto: Comunque io invece non sono d'accordo con Carlo sulla irrilevanza etica del fotoritocco: primo, perché come giustamente afferma Victor c'è una bella differenza di potenza e quindi sostanziale rispetto a quello che si può fare in camera chiara; secondo, perché si continua a sottovalutare il fatto che se la fotografia si riduce a immagine o a illustrazione (si pensi alle splendide copertine di Mollino della domenica del corriere) è molto più disponibile a veicolare contenuti ideologici e parziali, con modalità e finalità analoghe a quelle di pubblicità e propaganda.
L'estetica, quella sì bisogna stare attenti a non tradire o massificare. Ma c'entra poco la disponibilità di strumenti di manipolazione. Piuttosto l'uso che se ne fa. Kertesz manipolava le sue modelle più di quanto abbia visto fare a nessun digitalista.
Ciao
Carlo
Carlo
carlo riggi ha scritto:.....
Il digitale non è più antietico rispetto all'analogico di quanto lo sia il trattore rispetto all'aratro.
L'estetica, quella sì bisogna stare attenti a non tradire o massificare. Ma c'entra poco la disponibilità di strumenti di manipolazione. Piuttosto l'uso che se ne fa. Kertesz manipolava le sue modelle più di quanto abbia visto fare a nessun digitalista.



Michele
un pensiero diventa parola, una parola diventa azione, un azione diventa abitudine, un abitudine diventa carattere, eh beh, il carattere diventa destino; perciò scegliamo noi la strada da prendere.
un pensiero diventa parola, una parola diventa azione, un azione diventa abitudine, un abitudine diventa carattere, eh beh, il carattere diventa destino; perciò scegliamo noi la strada da prendere.
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...come rovinare una discussione che poteva essere interessante...
C.

C.
"Ho impiegato gli anni di accademia per imparare a disegnare come Raffaello,ma non mi basta una vita per imparare a disegnare come un bambino"
(Picasso)
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Infatti, una cosa è la ricerca personale che porta ad uno stile che ti distingue, altra è un'uso massificato degli stessi strumenti.elerum ha scritto:carlo riggi ha scritto:.....
Il digitale non è più antietico rispetto all'analogico di quanto lo sia il trattore rispetto all'aratro.
L'estetica, quella sì bisogna stare attenti a non tradire o massificare. Ma c'entra poco la disponibilità di strumenti di manipolazione. Piuttosto l'uso che se ne fa. Kertesz manipolava le sue modelle più di quanto abbia visto fare a nessun digitalista.![]()
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Condivido e Quotocarlo riggi ha scritto:Il digitale non è più antietico rispetto all'analogico di quanto lo sia il trattore rispetto all'aratro.marco palomar ha scritto: Comunque io invece non sono d'accordo con Carlo sulla irrilevanza etica del fotoritocco: primo, perché come giustamente afferma Victor c'è una bella differenza di potenza e quindi sostanziale rispetto a quello che si può fare in camera chiara; secondo, perché si continua a sottovalutare il fatto che se la fotografia si riduce a immagine o a illustrazione (si pensi alle splendide copertine di Mollino della domenica del corriere) è molto più disponibile a veicolare contenuti ideologici e parziali, con modalità e finalità analoghe a quelle di pubblicità e propaganda.
L'estetica, quella sì bisogna stare attenti a non tradire o massificare. Ma c'entra poco la disponibilità di strumenti di manipolazione. Piuttosto l'uso che se ne fa. Kertesz manipolava le sue modelle più di quanto abbia visto fare a nessun digitalista.

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- marco palomar
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bah, se voi pensate che una fionda o un fucile, un aratro o un trattore si equivalgano, e che sia una trita provocazione far notare che le manipolazioni possibili in analogico erano migliaia di volte meno potenti di quelle disponibili oggi in digitale... cosa dire? Alzo le mani.
Non sto dicendo che tutti i "digitalisti" siano taroccatori o imbellettatori; dico solo che nella fotografia digitale queste pratiche sono possibili e spesso di prassi.
Non sto dicendo che tutti i "digitalisti" siano taroccatori o imbellettatori; dico solo che nella fotografia digitale queste pratiche sono possibili e spesso di prassi.
ma guarda un po'
- carlo riggi
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marco palomar ha scritto:queste pratiche sono possibili e spesso di prassi.
Marco, io dico che è la "prassi" il problema.
Ed è un problema prevalentemente estetico, che diventa etico nel momento in cui la massificazione, oltre a riguardare la forma, anestetizza i contenuti.
Ho fatto l'esempio delle distorsioni di Kertész, ma ci furono le mode delle foto flou alla Hamilton, dei colori ipersaturi di Fontana e Roiter, di quelli tenui di Ghirri, e poi le solarizzazioni, gli effetti cross screen... Tutte stereotipie legate ai loro tempi, che videro geniali capofila e masse di pedissequi emulatori. Oggi c'è l'HDR.
Se tu mi dici che il digitale funge da induttore ancor più rapido di stereotipie, io posso essere d'accordo con te nel paventare questo rischio. Quel che non posso condividere è attribuire al digitale una valenza antietica di per sé.
Ciao
Carlo
Carlo
- marco palomar
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- Iscritto il: mar dic 16, 2008 12:47 pm
no, il digitale anti-etico è lontano dai miei pensieri, oltre che essere una sciocchezza... che lo possa essere la manipolazione "oltre un certo livello" è una affermazione più problematica e probabilmente meno lontana dalla realtà.carlo riggi ha scritto:marco palomar ha scritto:queste pratiche sono possibili e spesso di prassi.
Marco, io dico che è la "prassi" il problema.
Ed è un problema prevalentemente estetico, che diventa etico nel momento in cui la massificazione, oltre a riguardare la forma, anestetizza i contenuti.
Ho fatto l'esempio delle distorsioni di Kertész, ma ci furono le mode delle foto flou alla Hamilton, dei colori ipersaturi di Fontana e Roiter, di quelli tenui di Ghirri, e poi le solarizzazioni, gli effetti cross screen... Tutte stereotipie legate ai loro tempi, che videro geniali capofila e masse di pedissequi emulatori. Oggi c'è l'HDR.
Se tu mi dici che il digitale funge da induttore ancor più rapido di stereotipie, io posso essere d'accordo con te nel paventare questo rischio. Quel che non posso condividere è attribuire al digitale una valenza antietica di per sé.
ma guarda un po'
La "facilità" dello strumento ha una influenza diretta e determinante sulla "morale".
Sparare con un fucile non è proprio come affondare una lama nella carne ("Il mestiere delle armi" di Olmi descrive benissimo l'influenza della nuova tecnologia sui campi di battaglia).
Ottenere una cosa "facilmente" non è come essersela "sudata", e l'abuso, frutto della facilità, è cosa ben diversa dall'uso.
Dovrebbe essere di consolazione sapere che, già nella seconda metà del 1800, questi discorsi erano all'ordine del giorno (ne parla anche l'eccellente libro "Quando ero fotografo" di Nadar).
L'abbandono del collodio a favore delle lastre pronte in gelatina - facili e più veloci - ha reso la fotografia una cosa "facile" (approdo per molti "artisti" falliti), e questo, se da un lato ha contribuito a farla diffondere, non è sicuramente stato d'aiuto per "nobilitarla".
Certo, sono poche le cose di per se stesse negative (il digitale non è, naturalmente, tra queste), ed è vero che è sempre l'uso che se ne fa ad esserlo (potenzialmente), ma è altrettanto vero che, mettere un bambino in un negozio di caramelle e girarsi dall'altra parte, non è una genialata.
Anche Sacharov si è pentito dei suoi studi su "La" bomba.
Il digitale non è "cattivo", ma che la sua facilità invogli all'abuso è certo.
Io, in ogni caso, non ritengo anti-etico nemmeno l'abuso del digitale, ma ritengo alquanto irresponsabile averlo propagandato come se fosse "fotografia".
Cosa io pensi, poi, del perdurare di questo "errore storico", è intuibile.
Ricordo quando, una decina di anni fa, con alcuni amici di un fotoclub, si dibatteva se fosse o meno il caso di partecipare a qualche concorso aperto a tutti (digitalisti e pellicolari). Gli anni sono passati ed il problema etico è rimasto, anche se è stato superato, diciamo così, dal diffondersi della nuova tecnologia a discapito della "vecchia".
Avendo tutti gli stessi mezzi.... i "fotografi" non corrono più il rischio di rimetterci.
A rimetterci c'è rimasta solo La Fotografia.
Marcello
Sparare con un fucile non è proprio come affondare una lama nella carne ("Il mestiere delle armi" di Olmi descrive benissimo l'influenza della nuova tecnologia sui campi di battaglia).
Ottenere una cosa "facilmente" non è come essersela "sudata", e l'abuso, frutto della facilità, è cosa ben diversa dall'uso.
Dovrebbe essere di consolazione sapere che, già nella seconda metà del 1800, questi discorsi erano all'ordine del giorno (ne parla anche l'eccellente libro "Quando ero fotografo" di Nadar).
L'abbandono del collodio a favore delle lastre pronte in gelatina - facili e più veloci - ha reso la fotografia una cosa "facile" (approdo per molti "artisti" falliti), e questo, se da un lato ha contribuito a farla diffondere, non è sicuramente stato d'aiuto per "nobilitarla".
Certo, sono poche le cose di per se stesse negative (il digitale non è, naturalmente, tra queste), ed è vero che è sempre l'uso che se ne fa ad esserlo (potenzialmente), ma è altrettanto vero che, mettere un bambino in un negozio di caramelle e girarsi dall'altra parte, non è una genialata.
Anche Sacharov si è pentito dei suoi studi su "La" bomba.
Il digitale non è "cattivo", ma che la sua facilità invogli all'abuso è certo.
Io, in ogni caso, non ritengo anti-etico nemmeno l'abuso del digitale, ma ritengo alquanto irresponsabile averlo propagandato come se fosse "fotografia".
Cosa io pensi, poi, del perdurare di questo "errore storico", è intuibile.
Ricordo quando, una decina di anni fa, con alcuni amici di un fotoclub, si dibatteva se fosse o meno il caso di partecipare a qualche concorso aperto a tutti (digitalisti e pellicolari). Gli anni sono passati ed il problema etico è rimasto, anche se è stato superato, diciamo così, dal diffondersi della nuova tecnologia a discapito della "vecchia".
Avendo tutti gli stessi mezzi.... i "fotografi" non corrono più il rischio di rimetterci.
A rimetterci c'è rimasta solo La Fotografia.
Marcello
- luca rubbi
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marco palomar ha scritto:segnalo sullo stesso numero odierno di repubblica la dichiarazione di Tornatore che dice di aver dovuto rinunciare alla tanto amata pellicola: sintetizzando, il digitale ha una resa migliore, costa di meno e non richiede quegli stampatori esperti che erano necessari per la pellicola e che oggi sono in pensione, senza aver formato nuove leve.
Comunque io invece non sono d'accordo con Carlo sulla irrilevanza etica del fotoritocco: primo, perché come giustamente afferma Victor c'è una bella differenza di potenza e quindi sostanziale rispetto a quello che si può fare in camera chiara; secondo, perché si continua a sottovalutare il fatto che se la fotografia si riduce a immagine o a illustrazione (si pensi alle splendide copertine di Mollino della domenica del corriere) è molto più disponibile a veicolare contenuti ideologici e parziali, con modalità e finalità analoghe a quelle di pubblicità e propaganda.



Ciao
Luca
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L'avevo già letto, ma trovo molto più interessante questo:
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Ciao
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