Volevo solo essere più chiaro in proposito: non è che è per forza necessario mettersi sempre a 70 centimetri dal proprio soggetto, non penso nemmeno all'aforisma di Bob Capa, che con un intento forse un po' macho viveva all'interno delle sue scene (be', c'è anche morto).
Penso all'equilibrio del soggetto centrale dell'immagine all'interno di tutta la scena ed al bilanciamento con tutti gli altri elementi.
Quindi non una distanza ravvicinata, quanto la distanza giusta.
Sulla distanza dal soggetto
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(siccome lavoriamo su un traguardo) La distanza è composizione. La composizione è anche distanza. Non esiste La Distanza.
Stiamo dicendo la stessa cosa?mario zacchi ha scritto:(siccome lavoriamo su un traguardo) La distanza è composizione. La composizione è anche distanza. Non esiste La Distanza.
Forse Robert Capa... io personalmente tutte ste robe non le penso...equilibri, bilanciamento con altri elementi...poi saluto il mio soggetto che è gia sparito...Luca non sempre hai da poter pensare..io preferisco cogliere il momento che cogliere la composizione ottimale... poi se vi sonoi entrambi meglio ancora lo scatto risulta piu vincente..ma quando scatti per strada non sempre hai il tempo di poter valutare la composizione dell'immagine..nello scatto che ho fatto alla donna con borse, ho letto del disturbo della portone bianco che sarebbe stato meglio non inquadrare, perchè sbilancia..perchè ecc ecc..mi viene da ridere...è stsata una questione di secondo..le borse e il volto a filo luce...questa per mè è l'essenza dello scatto non i controcazzi inutili " il portone, la macchia bianca, "..se sapeste come l'ho scattata... i grandi fotografi di strada mica si facevano tutti sti castelli Bruce Gilden, Gary Winogrand e altri..magari sbaglio ma io la penso cosi'..Luca nulla di personale..Luca A Remotti ha scritto:Volevo solo essere più chiaro in proposito: non è che è per forza necessario mettersi sempre a 70 centimetri dal proprio soggetto, non penso nemmeno all'aforisma di Bob Capa, che con un intento forse un po' macho viveva all'interno delle sue scene (be', c'è anche morto).
Penso all'equilibrio del soggetto centrale dell'immagine all'interno di tutta la scena ed al bilanciamento con tutti gli altri elementi.
Quindi non una distanza ravvicinata, quanto la distanza giusta.
perdonatemi lo sfogo...
Forse non sono riuscito a spiegarmi bene. Volevo prendere le distanze dal mito del vicinissimo a tutti i costi.Ezio66 ha scritto:Forse Robert Capa... io personalmente tutte 'ste robe non le penso...equilibri, bilanciamento con altri elementi...poi saluto il mio soggetto che è già sparito...Luca non sempre hai da poter pensare..io preferisco cogliere il momento che cogliere la composizione ottimale... poi se vi sono entrambi meglio ancora lo scatto risulta più vincente..ma quando scatti per strada non sempre hai il tempo di poter valutare la composizione dell'immagine..nello scatto che ho fatto alla donna con borse, ho letto del disturbo della portone bianco che sarebbe stato meglio non inquadrare, perché sbilancia..perché ecc ecc..mi viene da ridere...è stata una questione di secondo..le borse e il volto a filo luce...questa per me è l'essenza dello scatto non i controcazzi inutili " il portone, la macchia bianca, "..se sapeste come l'ho scattata... i grandi fotografi di strada mica si facevano tutti sti castelli Bruce Gilden, Gary Winogrand e altri..magari sbaglio ma io la penso cosi'..Luca nulla di personale..
perdonatemi lo sfogo...
Ad ogni modo la street è difficile, ma si possono sviluppare approcci per reagire velocemente. Io spesso uso un 28 mm e guardando le mie fotografie ho notato che spesso sono troppo lontano, quindi ho preso l'abitudine di fare uno o due passi avanti comunque, quando ho visto una scena.
Quando uso il 50 posso riempire il mirino da parecchio lontano, parlo di 7-8 metri, che sono molti, quando con il 28 inquadri da 2 metri. A causa di una minore profondità di campo comunque il 50 per la street è più difficile da usare, meglio un 35.
Qui non ci sono castelli in aria, solo tecnica. Guarda che né Capa, né Winogrand, né Gilden scattavano o scattano a caso. Winogrand usava sempre il mirino, anche per una frazione di secondo e le sue composizioni sono volute e precise.
E se non lo sono, si scartano. C'è una cosa abbastanza importante: le condizioni di ripresa difficili non c'entrano minimamente con la qualità di una fotografia. Uno può avere anche rischiato l'osso del collo, ma se una fotografia è sbagliata resta sbagliata. Vedi per esempio la mia dell'artista di strada davanti all'Ara Pacis con il fuoco sbagliato e la persona impallata dietro. Mi è dispiaciuto perché la rappresentazione è carina, ma non c'è niente da fare: due errori e la fotografia (non il negativo, quello non lo butto mai) va nel cestino.
Puoi aver fatto tutta la fatica di questo mondo, ma ciò che è sbagliato resta sbagliato.
Niente di personale.
Quel portone puoi sempre tagliarlo via. E guarda che spostare l'inquadratura in modo da escluderlo dalla composizione iniziale non richiede più di una frazione di secondo. Oppure potevi fare un passo avanti. E' solo questione di allenamento.
E non ti preoccupare, lo sfogo ci sta assolutamente.

Ultima modifica di cliqueur il dom mag 22, 2016 9:26 am, modificato 3 volte in totale.
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E' che alla fine un terzo (spettatore) la foto la guarda tutta. Se nel tutto qualcosa sarebbe potuto riuscire meglio tant' è, senza nulla togliere allo spunto che può essere meritevole. Sul fatto che il tempo per decidere, incerti casi, sia poco, direi che anche per vincere i cento metri è lo stesso, eppure c' è chi riesce a farlo (e se la giocano tutti sul filo dei centesimi ...). E' la differenza tra i grandi, i mezzi grandi, i medi, ecc. Comunque penso che ci siano anche tante foto scartate in ogni grande carriera. Così come ci sono tanti quadri buttati, rifatti, ecc. ecc. La qualità è prodotto (atto di produrre), ma anche selezione, quindi autocritica.
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Circa il vicinismo, Luca, mi sa che la questione si è banalizzata nelle reiterazioni da circolo fotografico e poi da circolo-web fotografico. Intendo quel bagaglio di regolette base tanto care a chi fa foto correttissime e altrettanto dimenticabili. Dire che la foto alle borse sarebbe stata meglio presa da più vicino vuol dire non aver capito qual' è il senso dello scatto è l' importanza del campo. Visto che ci sono dico anche perché il finestrone rovina la foto: è bianco. A chi hai scattato la foto? Alla fine, ad un volto ed alle borse che emergono dall' oscurità. Un' altro punto di bianco esagerato, anzi: più bianco di quanto non lo sia il tuo centro della foto, ci sta come i cavoli a merenda (purtroppo). Purtroppo perché è un bello spunto, coerentemente bianconero, e perché il taglio (eventuale) per togliere il finestrone riduce il campo della foto, il suo lungo respiro entro cui godersi la scena. Non si poteva far altro? Ok, ma uno la foto la guarda tutta.