Nominalisti e realisti
Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi
Nel suo ultimo libro, peraltro scarsamente interessante (Il viaggio di Veronica, UTET, 2020), Ferdinando Scianna, scegliendo come autore esemplare August Sander, prende una posizione netta su un'annosa diatriba sullo status del ritratto. Si tratta di decidere se, fotografando per esempio un pasticciere, Sander sta ritraendo "un pasticciere", come sosterrebbe un nominalista, o invece, grazie alla sua genialità, egli abbia ritratto "il pasticciere", abbia cioè colto il tipo universale di cui quel particolare pasticciere non è che una incarnazione occasionale, come sosterrebbe un realista per il quale solo i tipi universali posseggono esistenza. Avallata dallo stesso Sander, e poi ampiamente argomentata da Döblin nella sua introduzione alla prima raccolta di ritratti nel '29, la tesi realista è stata poi ripresa molte volte, persino da Ghirri in anni più recenti. Scianna invece prende decisamente le parti della tesi nominalista: "Considero August Sander uno dei più grandi ritrattisti della storia della fotografia [...] esattamente perché fa il contrario di quanto dice di fare [...] E' sufficiente vedere una sola volta molte delle sua indimenticabili fotografie per sapere che quel macellaio, quel barbiere, quel mendicante, quel contadino, quel pasticciere mai più nella nostra memoria potranno essere confusi con un altro [...]" (pag. 98). Anch'io ho sempre dato per scontata la tesi realista, ma l'obiezione di Scianna mi ha fatto sorgere il dubbio.
Paolo Viviani
http://www.flickr.com/photos/86176478@N00/
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- luca rubbi
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Conosco come fotografo August Sander fin dai primi anni '80, ha fatto tante cose ma la più nota resta quella dei ritratti del ventesimo secolo, una sorta di classificazione di tipologie sociali. Ora per me questo non è un pasticcere ma IL pasticcere, come credo pensasse lui.
Io ho sempre avuto questa convinzione.
Ciao
Luca
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Non so,per me rimane UN pasticciere. Almeno questa,che per me potrebbe tranquillamente rappresentare un altro mestiere. Senza didascalia non la associo nemmeno ad un pasticciere...Vedrò le altre della serie.
Maurizio Cassese.
- massimostefani
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Sono d'accordo Luca.luca rubbi ha scritto:Conosco come fotografo August Sander fin dai primi anni '80, ha fatto tante cose ma la più nota resta quella dei ritratti del ventesimo secolo, una sorta di classificazione di tipologie sociali. Ora per me questo non è un pasticcere ma IL pasticcere, come credo pensasse lui.
Io ho sempre avuto questa convinzione.
Ciao
Luca
Occorre anche non dimenticare il periodo nel quale le fotografie sono state scattate ed il perchè.
Sander, quando vuole, e lo si vede all'interno di Uomini del XX Secolo, è un ottimo ritrattista ( vedi l'industriale / l 'insegnante con la moglie ecc.. ) ma nella fattispecie non era questo lo scopo.
Sarebbe bellissimo assistere ad una catalogazione, alla Sander, dell' Uomo del Terzo Millennio !
M
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
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- Stefano Tambalo
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Anche Irving Penn, nel suo Small Trades degli anni '50, fece una operazione simile.
Penn però rimosse il contesto e slegò i personaggi dall'ambiente, in una catalogazione sistematica basata sui "tools of the trade", piuttosto che sulla divisione in categorie sociali. Si vede oltretutto uno stile fotografico ben diverso dall'impostazione "weimeriana" di Sander: i personaggi di Penn sono vivi, non sintetizzati in una collezione di caratteristiche identificative.
Sarebbe interessante sapere in che modo Scianna sia giunto ad una interpretazione diversa di questo lavoro. Lo scrive nel libro?
Penn però rimosse il contesto e slegò i personaggi dall'ambiente, in una catalogazione sistematica basata sui "tools of the trade", piuttosto che sulla divisione in categorie sociali. Si vede oltretutto uno stile fotografico ben diverso dall'impostazione "weimeriana" di Sander: i personaggi di Penn sono vivi, non sintetizzati in una collezione di caratteristiche identificative.
Sarebbe interessante sapere in che modo Scianna sia giunto ad una interpretazione diversa di questo lavoro. Lo scrive nel libro?
- massimostefani
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Per quanto concerne Penn , che amo moltissimo, occorre considerare il periodo ed i lavori ( vedi World in a small Room ) dove utilizzò lo stesso approccio.
Ed inoltre non è banale valutare quanto lo strumento possa condizionare il risultato, in termini di vivacità, ovvero Sander = Deadorf 20x25 / Penn = Rolleiflex .
Di Scianna, che ammiro, ho letto molto ed ho notato a volte uno spirito polemico e controcorrente, che emerge anche dalle interviste ( una delle quali accompagna la sua bellissima ed ultima mostra ) tipico del personaggio del personaggio.
M
Ed inoltre non è banale valutare quanto lo strumento possa condizionare il risultato, in termini di vivacità, ovvero Sander = Deadorf 20x25 / Penn = Rolleiflex .
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- Stefano Tambalo
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Vero, ma non penso che possa essere attribuito solo al mezzo, quanto ad un approccio più "oggettivo" di Sander e più "estetico" di Penn, in generale.massimostefani ha scritto: Ed inoltre non è banale valutare quanto lo strumento possa condizionare il risultato, in termini di vivacità, ovvero Sander = Deadorf 20x25 / Penn = Rolleiflex.
D'accordo, ma questa maggiore oggettività di Sander fa pendere la bilancia più per UN pasticciere o per IL pasticciere?Stefano Tambalo ha scritto:Vero, ma non penso che possa essere attribuito solo al mezzo, quanto ad un approccio più "oggettivo" di Sander e più "estetico" di Penn, in generale.massimostefani ha scritto: Ed inoltre non è banale valutare quanto lo strumento possa condizionare il risultato, in termini di vivacità, ovvero Sander = Deadorf 20x25 / Penn = Rolleiflex.
Paolo Viviani
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- Gianluca.Monacelli
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Concordo. Che sia un pasticcere lo dite Voi. Se lo avessi visto senza didascalia sdarebbe stato un uomo con un tegame che pasticciamaucas ha scritto:Non so,per me rimane UN pasticciere. Almeno questa,che per me potrebbe tranquillamente rappresentare un altro mestiere. Senza didascalia non la associo nemmeno ad un pasticciere...Vedrò le altre della serie.

Ciao a tutti, Gianluca
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- luca rubbi
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Ii il mezzo condiziona sempre il risultato, l'importante è che un autore rimanga tale e sia riconoscibile.massimostefani ha scritto:Per quanto concerne Penn , che amo moltissimo, occorre considerare il periodo ed i lavori ( vedi World in a small Room ) dove utilizzò lo stesso approccio.
Ed inoltre non è banale valutare quanto lo strumento possa condizionare il risultato, in termini di vivacità, ovvero Sander = Deadorf 20x25 / Penn = Rolleiflex .
Di Scianna, che ammiro, ho letto molto ed ho notato a volte uno spirito polemico e controcorrente, che emerge anche dalle interviste ( una delle quali accompagna la sua bellissima ed ultima mostra ) tipico del personaggio del personaggio.
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Ciao
Luca
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