Ho cambiato il mio modo di fotografare. Piccole, e si spera poi più ampie, storie.
Non ho modelli estetici da proporre, né idee per "linee editoriali". Difficilmente commenterò, non mi ritengo più in grado di farlo e non ho modelli di riferimento che io possa applicare.
Ciao Luca,
innanzitutto mi complimento per la tua miniserie nella quale ho apprezzato fra l'altro il bianco e nero e l'uso sapiente della profondità di campo. Mi piacerebbe saperne di più sui dettagli tecnici di questi scatti. So bene che alcuni li considerano irrilevanti e, magari, quando si tratta delle fotografie dei grandi maestri, hanno anche ragione. Ma per i dilettanti come me essi possono avere un certo interesse.
credo che tu sia un amante della fotografia, come me del resto, certamente non un dilettante.
Sui dettagli tecnici di questa serie:
- credo Kodak TMax400. Il B/N mi piace solo da pellicola, probabilmente perché non sono capace a fare conversioni da digitale.
- non ritagliate.
- riguardo la lunghezza focale sono incerto: o un 35mm o un 50mm a tutta apertura f/2 nel primo caso, f/1.4 nel secondo.
È nata così, d'istinto, mi capita spesso di riprendere diverse inquadrature da posizioni simili. E poi mi sono ispirato a Daniel Meadows, che suggerisce di mettere insieme una piccola storia con 3-4 fotografie, cercando di creare una sequenza di impatto sulla pagina. Che poi aggiunge "if you can't do an essay in twelve photos you will not be able to do it".
Bentornato anche a te,Luca. Ottime le foto,mi chiedevo solo se le ultime due,invertite,possano creare un filo narrativo più lineare e piacevole. Scusami.
PS: ci ho pensato. In realtà la scena finale è quella dei due che raggiungono il locale. Il bicchiere vuoto è solo un intermezzo. Meglio la versione iniziale.
Ciò che mi interpella è la creazione dell’impianto della storia, la scelta del tema di fondo. In questo caso le ultime due fotografie stanno in piedi autonomamente. Due “pali” all’inizio forse sono troppi.