Robert Frank

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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mauro ruscelli
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Mi e' arrivato il libro che avevo ordinato, la monografia "moving out" e poi Massimo mi ha prestato sia "the americans" che "le linee della mia mano".

Il riassunto e' che moving out non mi e' piaciuto molto, e vedendo poi gli altri due libri capisco il perche'. L'opera di Frank e' molto variegata ma non si possono assemblare delle immagini per renderne l'idea dell'autore. Tante immagini presenti nella monografia sono immagini presenti in "le linee della mia mano", ma se il secondo si LEGGE come un libro, tutto ha un filo ed un senso, nella monografia le immagini mancanti creano interruzioni nel discorso e si resta perplessi, non capendo, almeno nel mio caso, assolutamente nulla.

The americans invece mi ha colpito meno, forse mi aspettavo di piu' o forse dopo tante imitazioni i contenuti si sono ormai stemperati rispetto all'effetto dirompente che poteva avere nell'america di allora. Lo vedo molto come la chiosa finale ad un periodo inaugurato dalle ricerche dell'FSA. Anche se ad anni di distanza per me e' la parola fine di quel lavoro.

per quello che ho visto fino ad ora il libro DA AVERE e'
Immagine

Vorrei sapere da chi conosce l'autore se le mie considerazioni sono condivisibili e se ci sono altri suggerimenti o spunti.

ciao
Mauro

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andreamiglio
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Credo che Tha Americans sia una specie di Bibbia dalla quale hanno attinto in tanti e come tale è fonte di ispirazione talmente bistrattata che la verità delle immagini di Frank risultano deja-vù, o peggio, copie delle copie. Gli altri volumi li conosco solo per averli sfogliati e non mi paiono un granchè e forse sono anche disorganici, io rimango fedele a The Americans che, se pur clonato è il testamento di una generazione e di un modo di fare fotografia che riempie glio occhi.
Andrea


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luca rubbi
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mauro ruscelli ha scritto:Mi e' arrivato il libro che avevo ordinato, la monografia "moving out" e poi Massimo mi ha prestato sia "the americans" che "le linee della mia mano".

Il riassunto e' che moving out non mi e' piaciuto molto, e vedendo poi gli altri due libri capisco il perche'. L'opera di Frank e' molto variegata ma non si possono assemblare delle immagini per renderne l'idea dell'autore. Tante immagini presenti nella monografia sono immagini presenti in "le linee della mia mano", ma se il secondo si LEGGE come un libro, tutto ha un filo ed un senso, nella monografia le immagini mancanti creano interruzioni nel discorso e si resta perplessi, non capendo, almeno nel mio caso, assolutamente nulla.

The americans invece mi ha colpito meno, forse mi aspettavo di piu' o forse dopo tante imitazioni i contenuti si sono ormai stemperati rispetto all'effetto dirompente che poteva avere nell'america di allora. Lo vedo molto come la chiosa finale ad un periodo inaugurato dalle ricerche dell'FSA. Anche se ad anni di distanza per me e' la parola fine di quel lavoro.

per quello che ho visto fino ad ora il libro DA AVERE e'
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Vorrei sapere da chi conosce l'autore se le mie considerazioni sono condivisibili e se ci sono altri suggerimenti o spunti.

ciao
The Americans è il più significativo libro di un autore fotografico degli ultimi 50 anni, definirlo "la chiosa finale ad un periodo inaugurato dalle ricerche dell'FSA", mi sembra estremamente limitante, perchè la visione di Frank sarà anche partita da quella modalità ma poi ha fatto un salto oserei dire strutturale.
In particolare vorrei ricordare che la FSA era commissionata dal governo, al contrario Frank non riuscì in alcun modo a pubblicare negli USA il libro che pure era il risultato di una borsa di studio della Fondazione Guggenheim di New York e dovette farlo in Francia.
Imitatissimo ha messo in crisi due generazioni di fotografi, e si è dato al cinema underground, tornando a coltivare la fotografia come sempre con opere straordinariamente innovative, in quei polaroid graffiati che amo tanto.
The lines of my hand uscì nella prima edizione nel 1971, quella successiva pubblicata nel 1989 e che io ho comprato subito è il libro da avere e che dà il senso della straordinaria grandezza di questo autore e delle sue modalità espressive che sono rivoluzionarie.

Ciao
Luca
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_De
Di Frank possiedo solamente "The Americans" e lo trovo davvero notevole. Ha una forza ed un'ironia ancora così graffiante dopo anni di sterili imitazioni. Lo sfoglio spesso ultimamente e mi sembra -qui si va sul personale però- che le sue fotografie siano in grado di raccontare una storia diversa ogni volta che le osservi. Più le osservi e più ci scopri qualcosa che era sfuggito.
"Moving out" non ho mai avuto la possibilità di sfogliarlo, spero di poterlo fare a breve perché sono curiosa...
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massimostefani
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Concordo al 100& con Luca,anche perchè la valenza dei due lavori (FSA E THE AMERICAN ) è diametralmente opposta e quindi non assimilabile in alcun modo a livello di contenuti.Nel primo caso si trattava di sensibilizzare la pubblica opinione sulle disastrose condizioni di vita dei farmer stremati da crisi economica e siccità;nel secondo caso Frank,libero da committenze si muove,on the road( la prefazione di Kerouac non è casuale) e colgie il senso di alienazione che alberga nel quotidiano,nel dipanarsi di una vita di provincia (e sulla provincia americana si sono versati fiumi d'inchiostro..e km di pellicola) fatta di occupazioni poco gratificanti (la faccia della commessa del fast food o il lustrascarpe in un orinatoio..ecc..ecc..parlano da sè ) ben lontane dal mito americano del benessere e della felicita nel paese dove tutto è possibile.Ricorderete certamente che il libro di Frank,fu eletto a manifesto da coloro che fotograficamente,e non,si muovevano in antitesi alle teorie bressoniane "dell'attimo privilegiato" dove tutto si armonizza e dove la realtà sembra disvelare se stessa nella migliore delle forme possibili,edulcorando persino le immagini di morte.Frank ci racconta esattamente l'opposto...e fu per questo che non trovò porte aperte negli USA,che come si sa sono poco inclini all'autocritica,divenendo,assieme a Kerouac e Ginsberg una delle bandiere della Beat Generation....e quella bandiera sventola ancora.

massimostefani
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
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mauro ruscelli
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luca rubbi ha scritto: The lines of my hand uscì nella prima edizione nel 1971, quella successiva pubblicata nel 1989 e che io ho comprato subito è il libro da avere e che dà il senso della straordinaria grandezza di questo autore e delle sue modalità espressive che sono rivoluzionarie.

Ciao
Luca
Sicuramente questo secondo libro resta ad oggi ancora rivoluzionario.

Per The americans il fatto che non lo abbiano pubblicato in america resta un problema secondario, la ricerca era comunque finanziata e le immagini a mio avviso, ma come ho gia' detto e' un mio parere, non stonano affiancate ad immagini dell'FSA e possono chiudere il cerchio su una america che in realta' non e' mai uscita completamente dalla depressione, ma si e' solo dicotomizzata.
Mauro

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luca rubbi
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mauro ruscelli ha scritto:
luca rubbi ha scritto: The lines of my hand uscì nella prima edizione nel 1971, quella successiva pubblicata nel 1989 e che io ho comprato subito è il libro da avere e che dà il senso della straordinaria grandezza di questo autore e delle sue modalità espressive che sono rivoluzionarie.

Ciao
Luca
Sicuramente questo secondo libro resta ad oggi ancora rivoluzionario.

Per The americans il fatto che non lo abbiano pubblicato in america resta un problema secondario, la ricerca era comunque finanziata e le immagini a mio avviso, ma come ho gia' detto e' un mio parere, non stonano affiancate ad immagini dell'FSA e possono chiudere il cerchio su una america che in realta' non e' mai uscita completamente dalla depressione, ma si e' solo dicotomizzata.
Si, ma è il linguaggio che è diverso e innovativo, comunque in the lines, ci sono molte foto degli americani, come opera unica è sicuramente meglio perchè da un quadro più globale.
Sono passati tantissimi anni da The Americans, per molti è difficile capire la portata rivoluzionaria di quel libro, comunque Massimo ha fatto un bellissimo intervento sopra, da cui traspare un certo amore per il nostro amico svizzero.

:smile:

Ciao
Luca
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massimostefani
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Si Luca,
Hai colto nel segno,l'amore x Frank c'è ,come c'è per "Sulla Strada" di Kerouac,e per le liriche di Ginsberg,il mio,data l'età è un cuore beat!
Ma battute a parte, come hai ben evidenziato prima di me,la contestualizzazione dell'opera di ogni singolo autore diviene, di volta in volta,assolutamente prioritaria, altrimenti la portata dello stesso sfugge di mano come sabbia tra le dita (vedi la discussione su Ghirri)..poi può non piacere,non emozionare ecc..ecc..ma li entrano in gioco una serie di valutazioni personali che,in ogni caso,noi tutti rispettiamo.

massimostefani.
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
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Vittorio
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mi piace il ritratto di Frank fatto da Massimostefani,lo condivido in pieno.
oltre a the Americans ho anche Black,White and thinks,vorrei aggiungere qualcosa anch'io su suo profilo,i toni cupi che spesso usava,sembra che siano dettati dal suo inconscio messo a dura prova dalle gravi disgraze patite in gioventu'.
certo che per un'America del tempo solo autocelebrativa,un Frank,rappresentava una patata bollente,non amavano molto specchiarsi.... 8)
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ulyssesitaca
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questo post, e tutti i suoi interventi, a cui non vedo necessita' di aggiungere nulla, sono la carta d'identita', il manifesto, la ragione d'esistere e la canzone di questo forum.

Mi inchino, gente.
Raffaele
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luca rubbi
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Raffaele Bartoli ha scritto:questo post, e tutti i suoi interventi, a cui non vedo necessita' di aggiungere nulla, sono la carta d'identita', il manifesto, la ragione d'esistere e la canzone di questo forum.

Mi inchino, gente.
Belle parole Raffaele.
Io sono molto contento, per me è un autore di culto, scusate l'autore di culto.

Ciao
Luca
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