più di una volta mi sono imbattuto su letture del turismo cosiddetto fotografico,
e ci sono finito ingenuamente anche io qualche tempo fà,
proprio all'interno di questo FANTASMAGORICO forum...
a mia insaputa e ingenuità,fotografando una rom durante l'elemosina...
dove il confine del reportage "SOCIALE" resta tale?
e dove comincia lo sfruttamento delle immagini?
Sono convinto che il fare reportage sociale e sfruttare le immagini di un soggetto sono due cose ben distinte
Spesso mi capita di osservare situazioni interessanti, in quel preciso momento vorrei avere con me la fotocamera per immortalare il fatto, ma non è così... e quindi lascio a l'immaginazione la scena impressa nella mia mente
Altre volte sono più fortunato e se vedo qualcosa che mi stuzzica scatto e cerco di rubare la foto
E' molto instintivo, perche scattar foto è semplice, basta inquadrare calcolare la luce il tempo e il gioco è fatto... semplice no...
Ma non è così grazie a Dio, oltre a questi ragionamenti bisogna sopratutto
saper cosa fotografare, il reporter è uno dei mestieri della fotografia dove la sensibilità e di vitale importanza, immaginiamoci un Cartier Bresson e le sue immagini, sembra quasi che non sia mai arrivato li per caso ma che viva con loro, questa capacità può averla chiunque, la cosa importante da fare è avere le idee chiare
Per quanto riguarda lo sfruttamento delle immagini è tutt'altra storia
Ci vuole buon senso e tanta moralità che pochi fotografi hanno, molti reporter specie quelli alla ricerca dell'ultimo scoop invadono la privacy e rientrano in quella classe da cui deriva il nome Paparazzo
Triste e privo di coscienza, insensibile e pronto ad immortalare il malcapitato ed è proprio quì che si sfutta l'immagine
Concludo con il dire che chiunque può scattare delle bellissime immagini
la cosa importante da fare e che in quello che facciamo ci mettiamo amore e passione in mado tale da trasmettere emozioni
Una bella foto è frutto di ricerca e grande sensibilità...
io se si continua a tirar fuori bresson mi viene il voltastomaco!!
tra reporter e paparazzo credo che ci sia un pò di distanza!
non è rubare(oppure mcullin diceva che in un certo senso è così))credo sia rendere la dignità delle persone!!
certe foto son semplici da fare...lo diceva anche mauro e cesare...gli dai 2 monete e fai ciò che vuoi!!ma ripeto che il fatto non è la verità della foto...ma la dignità!altro discorso è viverciu a contatto..instaurare un qualcosa....anche senza macchina...e poi scattare!!se poi n testa non c'è nemmeno una storia o un progetto(la denuncia?)...che senso hanno queste foto?dopop tutto quello che siamo poi abituati,risachiano di essere noiose come bel tramonto!
cos'è che ci attrae in queste foto?
certe situazioni son molto più interessanti.....mi vengono in mewnte foto non solo famose,ma tante fatte da gente qui dentro....
poi è la mia idea,stupida e banalissima!
chiedo scusa per come mi son espresso,ma non sono un grande oratore!
Sei giovane Carlo e giustamente pieno di ideali. In realta' i grandi concetti, come "dignita'" oggi lasciano spesso il tempo che trovano. La dignita' e' un prodotto che il fotografo bravo mette e toglie nella foto, e' come il bilanciamento del bianco, lo vuoi allora te la faccio vedere, altrimenti la tolgo.
La foto non e' la verita' e quindi per il bravo fotografo e' facile farti vedere la dignita' esattamente come e' facile fare una buona foto.
Se ci rendessimo conto che le foto rappresentano piu' noi stessi che gli altri forse smetteremmo di porci troppe domande sulla dignita'.
Un'altra parola e' a mio avviso piu' importante ed e' l'onesta, anche e soprattutto verso noi stessi in quello che facciamo.
mauro ruscelli ha scritto:Sei giovane Carlo e giustamente pieno di ideali. In realta' i grandi concetti, come "dignita'" oggi lasciano spesso il tempo che trovano. La dignita' e' un prodotto che il fotografo bravo mette e toglie nella foto, e' come il bilanciamento del bianco, lo vuoi allora te la faccio vedere, altrimenti la tolgo.
La foto non e' la verita' e quindi per il bravo fotografo e' facile farti vedere la dignita' esattamente come e' facile fare una buona foto.
Se ci rendessimo conto che le foto rappresentano piu' noi stessi che gli altri forse smetteremmo di porci troppe domande sulla dignita'.
Un'altra parola e' a mio avviso piu' importante ed e' l'onesta, anche e soprattutto verso noi stessi in quello che facciamo.
Anche secondo me e' tutto qui.
Basta avere la sana onesta' di ammettere che lo facciamo per noi stessi.
W.E. Smith, nella sua (meravigliosa) tensione a dar voce a chi non ce l'ha ha travolto tre famiglie (le proprie) facendole vivere al limite della poverta' estrema.
Nachtwey da oltre 20 anni fa fotografie che non spostano di un micron gli equilibri del pianeta. O non vuol capire, o lo fa per se stesso.
Difficile, difficile....
il concetto della foto come un rflesso di noi stessi(ma qui mi chiedo...di come saremmo o di come siamo o di come eravamo.....o sono ombre sulla caverna di socrate?)lo condivido...e allora....dov'è il fotografo in quelle foto?come si manifesta?dove si manifesta?
non le disprezzo assolutamente e mi ripeto,credo che specialmente certe foto debbano agire in serie e in un lavoro più ampio di tempo e di materiale....così una due tre...non mi turbano nemmeno!!
la denuncia non la vedo in queste foto....la denuncia è in altri lavori....mi viene in mente mcullin in biafra....m'ha preso l'angoscia vedere le immagini....il bambino albino poi.....mi prende l'ansia!!
e poi son sempre giovane???
ho compiuto da poco 27 anni.....quando cresco?
Comunque non puoi pensare di capirmi o di sapere tutto di me, da una frase o da 5 minuti assieme, cosi' una foto dice poco di una persona, ma anche 3 o 4. A dire il vero anche 20 o 30.
A me le piccole serie dicono poco, e' la somma delle immagini inserite nel tempo da tutti voi che mi suggeriscono qualche cosa di come siete.
Se mi vuoi conoscere dovresti vedere tutte le foto che faccio da anni alla mia famiglia, spesso banali, ma sono la mia vita.
Una singola foto, se NON conosci la persona che c'e' dietro, non puoi che giudicarla esteticamente.
mauro ruscelli ha scritto:Sei giovane Carlo e giustamente pieno di ideali. In realta' i grandi concetti, come "dignita'" oggi lasciano spesso il tempo che trovano. La dignita' e' un prodotto che il fotografo bravo mette e toglie nella foto, e' come il bilanciamento del bianco, lo vuoi allora te la faccio vedere, altrimenti la tolgo.
La foto non e' la verita' e quindi per il bravo fotografo e' facile farti vedere la dignita' esattamente come e' facile fare una buona foto.
Se ci rendessimo conto che le foto rappresentano piu' noi stessi che gli altri forse smetteremmo di porci troppe domande sulla dignita'.
Un'altra parola e' a mio avviso piu' importante ed e' l'onesta, anche e soprattutto verso noi stessi in quello che facciamo.
Quoto Mauro e aggiungo che fotografare una persona è sempre sfruttarla in qualche modo.
In passato ho scritto che la fotografia è un’arte che ruba l’anima ma solo un pezzettino, io ci credo veramente, quando si ha a che fare con l’energia, con le emanazioni fisiche delle persone noi non facciamo altro che speculare e approfittare in qualche modo della persona ritratta, magari siamo animati dai migliori intenti ma lo sfruttamento c’è tutto.
Io sono onesto anche se talvolta vorrei essere più crudele, un po’ come quello che considero il più grande ritrattista di tutti i tempi: Richard Avedon.
Anche se è metà fuori tema, mi viene questo dubbio e lo condivido.
Quel fotografo, relativamente famoso, che fotografa(va) ragazzine belloccie nude figlie di nudisti.. naturalmente tutte nude e spesso minorenni, cosa stava facendo? Arte, Reportage, sfruttando il fatto che il "soggetto" avrebbe funzionato mooolto?
E' tanto che me lo chiedo.
Non ricordo il nome del fotografo scusate.. ora lo cerco.
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