Avevo promesso a Fabrizio delle foto fatte ai Plasticost per la copertina di un LP (poi non sono state scelte le mie), eccole sono di Aprile 1987 ed aggiungo anche qualcosa per chi non li conosce.
Plasticost fanno parte della prima ondata di gruppi rock sorta alla fine degli anni settanta sulla scia del post punk anglosassone. Provenienti dalla provincia di Vicenza, tutti autodidatti, cominciarono a farsi notare dopo la pubblicazione del loro primo album, un mini lp intitolato semplicemente "Plasticost" nel quale si evidenziarono subito le forti influenze provenienti dai movimenti artistici dei primi del novecento. Musicarono "Canzone dada" di Tristan Tzara che diventò il loro pezzo forte soprattutto come brano di chiusura dei loro concerti, ricchi di sorprese e situazioni surreali. Con il tempo diventarono una vera e propria cult band italiana molto seguita dal vivo per il carattere oltraggioso, sarcastico e a volte grottesco sempre intriso di un humour sottile. Non furono frequenti le produzioni discografiche di questo inusuale gruppo, infatti si attese per tre anni l'uscita di "Evviva Evviva", disco che sorprese gli affezionati del suono inquieto del primo album. Il mini-lp conteneva infatti quattro canzonette molto orecchiabili, i testi rimanevano però oltraggiosi e la copertina li raffigurava vestiti da barboni. Espressero un nuovo live-act potente e coinvolgente con il quale percorsero tutta l'Italia underground dell'epoca. Le traversie dovute a continui cambi della formazione interruppero le uscite discografiche fino al 1990 quando finalmente venne prodotto il primo Lp della band, "Pesce Naso" nel quale ironicamente, dopo essere stati dei barboni vennero fotografati in copertina senza vestiti. "Pesce Naso" riesce a svelare l'enigma delle mutazioni artistiche del gruppo, che, anche nei lunghi periodi di assenza, produceva in gran quantità con altri pseudonimi e per ambienti ancor più alternativi tra i quali spicca "John Gavanti" film ispirato da un disco di Mark Cunningham e Sumner Crane già fondatori del gruppo No New York dei Mars. Il terzo disco fa emergere lo stile surreale ed allo stesso tempo molto orecchiabile di un sound di una band che qualcuno osò definire come "troppo avanti per i tempi". Nel 1992 ritornarono in studio per registrare quello che viene chiamato oggi "The Black Album" ovvero un disco registrato e mai pubblicato. Il gruppo chiuse definitivamente in quel periodo le esibizioni dal vivo ma non si sciolse mai. Parteciparono alla compilation "Union", una raccolta di gruppi rock che interpretavano a loro modo note canzoni italiane. I Plasticost riadattarono "Aida" di Rino Gaetano prima che venisse rivisitata da decine di cantautori. L' interpretazione che ne danno è unica, stravolta e "disgraziata", priva di speranze e anche oggi attuale. Il gruppo scomparve per riapparire completamente trasformato nel 1998 con il disco "Cerone 2000 - canzoni in fuga verso il nuovo millennio" album oscuro, che riecheggia alla musica più inquietante degli anni '80, le cui tematiche ripercorrono visioni, ambienti surreali e si segnalano le prime avvisaglie di una forte influenza delle reti di comunicazione. Un album esistenzialista e sofferto, poi ancora il silenzio. Oggi i Plasticost vivono in rete assieme a Tomatokubiko evidenziato come "il figlio di Plasticost". Sergio "Fox" Volpato, fondatore della band, intese creare una trilogia iniziata con "Cerone 2000" e seguita da "Medio Evo 2000" pubblicato solo in rete e scaricabile gratuitamente. "Medio Evo 2000" interpreta tutta l'oscurità che pervade il nuovo millennio. Utilizzando la tecnologia questo universo artistico chiamato Plasticost si sta ricostruendo, in parte con le esperienze di Tomatokubiko ed il progetto delle 7 opere mutanti, la prima intitolata "degli oltre 100 calchi", composta da 12 brani per voce trattata al computer è scaricabile anch'essa gratuitamente e commissionata per un'installazione di calchi di visi umani dall'artista Stefano Bertoncello. E' in rete anche la seconda opera intitolata "Del detto - Bisogna vangare" anch'essa commissionata per un'esposizione di Bertoncello. Nel frattempo Plasticost sta lavorando alla terza parte della trilogia sul nuovo millennio.
http://www.plasticost.it/plasticosthome.htm
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[foto]Plasticost
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Grazie Sergio per l'exursus molto interessante.
Buone anche le foto, le mie preferite sono la prima e l'ultima. questa in particolare la trovo particolarmente efficace.
Ciao
luca
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Grazie Luca, concordo sull'ultima anch'io, effettivamente e l' unica su circa 40 scatti che ho fatto che esce un attimo dal prospetto copertina dove si doveva vedere tutti e tutto, poi se vai a vedere la copertina scelta che e di un mio amico fotoamatore come me, noterai che e stata fatta nella stessa sezione di ripresa.
sergio
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Concordo, soprattutto l'ultima è molto bella e assolutamente adatta come copertina per l'album.
Cristian
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Grazie Sergio per questo delizioso amarcord. La tua ultima foto, in effetti, non avrebbe affatto sfigurato sulla copertina del disco.
Ciao
fabrizio
fabrizio
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molto forte e ficcante la prima, per me: forse meno discografica, ma mi smuove Strand, anche se le citazioni stanno passando di moda...
Raffaele
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Grazie ancora, se ben ricordo era facile realizzare immagini di impatto con soggetti del genere e credo sarebbe produttivo anche oggi dopo venti anni, sono tuttora personaggi dalle mille sfaccettature.
sergio
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