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Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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Ross
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Iscritto il: lun dic 11, 2006 9:43 pm
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Mi inserisco in questa interessante discussione da appassionato di pellicola e Leica M. E' una precisazione doverosa perchè ritengo che ogni fotografo alla fine debba trovare il suo mezzo espressivo ideale ed io l'ho trovato appunto nella pellicola in bianco e nero e nella Leica. Attenzione, non sto facendo un'apologia del mezzo in sè, nè sto dicendo che sia meglio; dico soltanto che per me rappresenta il tramite ideale per rendere vero un mio percorso mentale, ma, ripeto, mio. Per un altro, il mezzo ideale può essere una reflex, digitale o a pellicola, una compatta, un telefono, un banco ottico. Non è una questione di budget o di classe sociale; la fotografia è quanto di più popolare esista e proprio per questo mette tutti sullo stesso piano di partenza. Chi riesce a fare fotografia va oltre quelli che si dibattono sul come e perchè. Chi si ferma al mezzo e ne fa un simbolo -lo dico senza alcun giudizio negativo- lo fa per un suo limite oggettivo. La fotografia è bella perchè opera autonomamente una selezione su coloro che le si avvicinano. C'è chi fa fotografia e chi fa fotografie. Penso che si faccia fotografia nel momento in cui ti dimentichi del mezzo che stai usando e ti concentri sull'idea da realizzare. Quello che c'è prima, la scelta del mezzo per l'appunto (o farne un feticcio), non è fotografia, quello che c'è dopo, l'elaborazione su computer o in CO, non è fotografia ma scelta tecnica. Fotografia è espressione personale della realtà, filtrata attraverso il proprio vissuto. Puoi fare fotografia in ogni modo, con pellicola o digitale, puoi pensare di stampare o di condividere su web, puoi tenere tutto in memoria o su provino a contatto, però fare fotografia significa cercare dentro e fuori di sè, significa usare la testa e il cuore (per dirla come HCB), significa dare una parte di sè al vero, in modo che il vero possa parlare a tutti.
CERCA
TROVA

http://www.flickr.com/photos/magnusfrank/
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marco palomar
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chiaro che ognuno scelga come meglio crede con cosa fotografare, ma anche senza dare alcun giudizio di merito non si può dire che la foto col telefonino e quella col banco ottico siano la stessa foto, perchè tanto quello che conta è l'immagine o l'emozione o il messaggio o altri esoterismi.
ma guarda un po'
logu
Marco, non sono la STESSA foto ma potrebbero essere, ripeto "potrebbero" essere entrambe un documento Fotografico, stare sotto il grande ombrello della Fotografia. Dipende da chi, come e quando sono state fatte.

La prima foto fatta dopo l'attentato nella metropolitana di Londra, uscita su tutti i giornali pur essendo di pessima qualità e scattata con un telefonino non è forse nella storia del fotogiornalismo?

Capa diceva "se la foto non è abbastanza significativa vuol dire che non eri abbastanza vicino", mi pare.. più o meno.
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Luca Ghedini
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NatRiscica ha scritto:Calma ragazzi, si sta solo discutendo, ognuno con le proprie idee e motivazioni.

Dovremmo essere tutti ampiamente in grado di non prenderci troppo sul serio, giusto?

Take it easy!

Nat
D'altronde, caro geometra, c'è qualcuno che se non si prende sul serio da solo.....

:D :D
Lu©a Ghedini
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Luca Ghedini
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Fede ha scritto:
invece di farle le foto, raccontiamole soltanto
non ti chiedo di cominciare tu perchè avresti poco da dire

Fede
E questo è sicuramente un segno di successo delle mie fotografie.

:D :D :D :D
Lu©a Ghedini
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Giuseppe Mosconi
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marco palomar ha scritto:vabbè siamo o non siamo il paese di Benedetto Croce?
Vedo che la tendenza idealistica a sottovalutare l'importanza dei mezzi materiali è diffusa...
senza attrito non si cammina, sapevate?
Mi domando quanti milioni di fotgrammi di TRIX siano stati scattati e stampati! tutti con la stessa grana !!! al limite con sottili differenze tra lotto e lotto !!!

Marco dì che ti piace la grana o la pellicola ma non che sia cosi importante da far parte della fotografia stessa. Alcune foto ci guadagnano dalla presenza della grana altre proprio no. Il mezzo non è mai il fine, e spesso si è costretti a piegare il mezzo al fine per ottenere il risultato desiderato. ADAMS insegna e forse se Capa avesse avuto qualsiasi altra cosa al posto della pellicola avrebbe usato quello.
"Vorrei vedere in esse l'urgenza dello scatto, la necessità fisiologica dell'esserci, la frenesia nel respirare l'attimo, la furia di voler partecipare all'anelito di vita del pianeta."

http://www.flickr.com/photos/gimo/
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mauro ruscelli
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Ross ha scritto:Mi inserisco in questa interessante discussione da appassionato di pellicola e Leica M. E' una precisazione doverosa perchè ritengo che ogni fotografo alla fine debba trovare il suo mezzo espressivo ideale ed io l'ho trovato appunto nella pellicola in bianco e nero e nella Leica. Attenzione, non sto facendo un'apologia del mezzo in sè, nè sto dicendo che sia meglio; dico soltanto che per me rappresenta il tramite ideale per rendere vero un mio percorso mentale, ma, ripeto, mio. Per un altro, il mezzo ideale può essere una reflex, digitale o a pellicola, una compatta, un telefono, un banco ottico. Non è una questione di budget o di classe sociale; la fotografia è quanto di più popolare esista e proprio per questo mette tutti sullo stesso piano di partenza. Chi riesce a fare fotografia va oltre quelli che si dibattono sul come e perchè. Chi si ferma al mezzo e ne fa un simbolo -lo dico senza alcun giudizio negativo- lo fa per un suo limite oggettivo. La fotografia è bella perchè opera autonomamente una selezione su coloro che le si avvicinano. C'è chi fa fotografia e chi fa fotografie. Penso che si faccia fotografia nel momento in cui ti dimentichi del mezzo che stai usando e ti concentri sull'idea da realizzare. Quello che c'è prima, la scelta del mezzo per l'appunto (o farne un feticcio), non è fotografia, quello che c'è dopo, l'elaborazione su computer o in CO, non è fotografia ma scelta tecnica. Fotografia è espressione personale della realtà, filtrata attraverso il proprio vissuto. Puoi fare fotografia in ogni modo, con pellicola o digitale, puoi pensare di stampare o di condividere su web, puoi tenere tutto in memoria o su provino a contatto, però fare fotografia significa cercare dentro e fuori di sè, significa usare la testa e il cuore (per dirla come HCB), significa dare una parte di sè al vero, in modo che il vero possa parlare a tutti.
intervento molto bello

@FEDE
Mi sembri particolarmente aggressivo nei confronti di Luca, ti prego vivamente di calmarti ed abbassare i toni

@Vittorio
Stai scherzando vero?
Mauro

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mauro ruscelli
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Ragionando con McLuhan
wikipedia ha scritto:Some media, like the movies, enhance one single sense, in this case vision, in such a manner that a person does not need to exert much effort in filling in the details of a movie image. McLuhan contrasted this with TV, which he claimed requires more effort on the part of viewer to determine meaning, and comics, which due to their minimal presentation of visual detail require a high degree of effort to fill in details that the cartoonist may have intended to portray. A movie is thus said by McLuhan to be "hot" (intensifying one single sense) and "high definition" (demanding a viewer's attention), and a comic book to be "cool" and "low definition" (requiring much more conscious participation by the reader to extract value). This concentration on the medium and how it conveys information — rather than on the specific content of the information — is the focal point of "the medium is the message."
Potremmo distinguere che la fotografia digitale e' un mezzo "caldo" mentre la fotografia analogica (ma quella sporca rovinata tipo holga, non certo quella a banco ottico) e' un mezzo "freddo".
Ma altre distinzioni sinceramente non me ne vengono.
Mauro

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marco palomar
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Giuseppe Mosconi ha scritto:
marco palomar ha scritto:vabbè siamo o non siamo il paese di Benedetto Croce?
Vedo che la tendenza idealistica a sottovalutare l'importanza dei mezzi materiali è diffusa...
senza attrito non si cammina, sapevate?
Mi domando quanti milioni di fotgrammi di TRIX siano stati scattati e stampati! tutti con la stessa grana !!! al limite con sottili differenze tra lotto e lotto !!!

Marco dì che ti piace la grana o la pellicola ma non che sia cosi importante da far parte della fotografia stessa. Alcune foto ci guadagnano dalla presenza della grana altre proprio no. Il mezzo non è mai il fine, e spesso si è costretti a piegare il mezzo al fine per ottenere il risultato desiderato. ADAMS insegna e forse se Capa avesse avuto qualsiasi altra cosa al posto della pellicola avrebbe usato quello.
Il mezzo non è il fine, ma per arrivare al fine si passa per il mezzo. Cocciante per un amico in più andrebbe a piedi a Bologna, ma poteva anche prendere l'automobile o il treno: tanto è uguale, anzi faceva prima...
ma guarda un po'
Alberto Bregani
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marco palomar ha scritto:Cocciante per un amico in più andrebbe a piedi a Bologna, ma poteva anche prendere l'automobile o il treno: tanto è uguale, anzi faceva prima...
"tut tut"
direbbe Paperon de Paperoni
picchiettando il suo bastone sulla testa di Paperino

In questo caso "l'andare a piedi" sottolinea il sacrificio che sarebbe disposto a sopportare "il cantore" e la relativa fatica pur di avere un amico in piu, cosa rara di questi tempi.

Altri mezzi sarebbero troppo comodi e non attinenti al significato che vuole dare l'Autore

Sono certo ne converrai
;)
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carlo riggi
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mauro ruscelli ha scritto:
intervento molto bello


@Vittorio
Stai scherzando vero?
Mi unisco all'apprezzamento per l'intervento di Ross e alla scrollata a Vittorio, il cui contributo qui è fondamentale.

Per me va benissimo spostarci sui risultati e sui contesti di fruizione, dopo essermi tanto dedicato a dissezionare le modalità creative della fotografia digitale (ci sarà stato un analogo sforzo da parte degli attuali puristi dell'analogico?..).
Ma dovremmo tutti rinunciare a un certo spirito ultras: se la stessa foto viene giudicata valida o nulla secondo che sia stata scattata in analogico o in digitale; se si procede per processi alle intenzioni; se si dà per scontato che un'immagine a monitor non possa in nessun caso essere parificata ad una a monitor..., con questi presupposti come discutiamo?
A meno che, per "parificata", non intendiamo uguale. Certo che la loro fruizione non è uguale, ma con uguale dignità questo sì! E qui ci torna prezioso il contributo di Stephen Shore (Mauro, puoi darci qualche riferimento più preciso su questo autore?).

Prendiamo questa foto, tratta dal reportage sulle New Town

pensate che il messaggio di questa immagine, il senso di desolazione e di vuoto che essa trasmette, cambierebbe in qualcosa se essa fosse presentata, anziché a monitor, su libro, su stampa o altrove?

Immagine

Io credo di no, ma ben diverso sarebbe per la presentazione di una foto fine art.
La verità è che la fotografia è tante cose diverse, e che ci si arroghi il diritto di considerare tale solo la propria e di relegare riduttivamente al rango di immagine tutto il resto, questo non lo trovo accettabile.

Ciao
Carlo
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Vittorio
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Iscritto il: sab gen 06, 2007 11:41 am
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NatRiscica ha scritto:Calma ragazzi, si sta solo discutendo, ognuno con le proprie idee e motivazioni.

Dovremmo essere tutti ampiamente in grado di non prenderci troppo sul serio, giusto?

Take it easy!

Nat
ecco qui c'e' un refuso di fondo ,la fotografia come cazzeggio,la fotografia come parte integrante della vita.
la mia appartiene al secondo livello,quindi la questione e' seria,se poi vogliamo cazzeggiare,bene sono il primo,ma se si discute di fotografia ,non ammetto frasi scritte senza una logica considerazione da parte di chi le ha postate.

si inizia col giochino irritante di Carlo Riggi,definire a monitor quale sia il digitale e l'analogico,e gia' li non capisco il perche' di una proposta del genere.

si continua poi col disquisire della fotografia tramite web come forma moderna di "sorseggio fotografico" quando invece le piu' grosse delusioni le ho avute proprio da sedicenti fotografi bianconeristi che millantavano mirabolanti sviluppi e stampe eseguite alla regola d'arte,salvo poi presentarsi alla prima occasione con stampe oggettivamente da cestino,dove i toni a monitor opportunamente caricati a dovere sulla carta non ne rimaneva che un pallido ricordo,e scusate per me questa e' ,e rimane immagine,rendetevi conto che un monitor oltretutto retroilluminato non ha paragoni sulla carta,ergo e' facile fare i fenomeni sul web,un po' meno nella vita reale,ma si sa',sudore,studio e fatica,costringerebbe l'80% dei qui presenti a gettare la macchina nell'otica (per loro stessa ammissione)

c'e' poi (per me) la bislacca teoria del tempo latente che separa il digitale dall'analogico scritta dal Riggi,e secondo me tocca solo una parte dei fruitori digitali,quelli dell'ultima ora,quelli che appunto vivono di monitor,l'idea della foto e' prima nella testa che sul sensore,e' un connubio fatto di sensibilita artistica,cultura,idee da sviluppare,se lo sguardo al monitor ti facilita la comprensione dell'esecuzione,non vedo perche' non sfruttare una peculiarita' tecnica propria del digitale per poter migliorare uno scatto,il nastro sul monitor sa' solo di pellicolaro pentito,personalmente anche quando uso la reflex digitale ,il numero di scatti non cambia,piu' di un'occasione non ho scattato,non sono un compulsivo da scatto e non sento l'esigenza di dover scattare per forza,
se uso il banco ottico con i flash elettronici santifico la mia reflex digitale che immedatamente e sul posto tramite il suo monitor mi dice dove cadra' la luce dei flash e mi permette di spostare fino al raggiungimento dell'obbiettivo proposto le torce(una volta ad esempio si usavano le polaroid).

La differenza non e' nel tempo la differenza sta' nel progetto fotografico a monte,lo dico e lo ripeto non e' possibile parificare i 2 sistemi perche' offrono 2 risultati differenti,e mi sembra spesso leggendo tra le righe che chi non ha manualita' in tal senso soffrire una sorta d'inferiorita' intellettuale nei confronti dei pellicolari analogici,cosa ad esempio da me mai sostenuta,Rubbi,Ruscelli,Ovidio cito questi autori ma potrei continuare anche con altri sono dei fruitori ibridi,eppure tante delle foto da loro postate sono state da me elogiate,credo che siamo tutti d'accordo che il messaggio in fotografia ,sopratutto in quella dove c'e' movimento,surclassi di gran lunga il mezzo,ma se uno predilige una fotografia "contemplativa" o progettuale,come il sottoscritto e cerchi di dar forma nel modo piu' consono possibile al messaggio curandone la forma,spesso in relazione oltretutto alla stampa finale,allora il mezzo,il medium conta ed il suo peso cresce .

rush scrive:
Chi e' troppo legato ala stampa finale unica ed irripetibile non e' fotografo
fede scrive:
e pensare che c'è chi sostiene che "fotografia" è il foglio che appendiamo alla parete
mi domando a questo punto quale contributo possa dare il sottoscritto a Photobit,visto che non do' nessun valore ad un'immagine vista a monitor,se non quello emozionale,con tutte le riserve del caso e che comunque mi fa' "immaginare" una stampa su carta di cio' che si e' proposto,e che in qualsiasi caso per me la fotogradfia e' qualcosa di tangibile,non e' possibile valutare il mondo fotografico in 600x800 px,una foto nasce per essere stampata 20 x 30,un'altra 100x120,mi sta' bene un prewiew a monitor,ma dopo il sorseggio vorrei il resto,invece per molti finisce li,oltretutto saziati...

continuo a domandarmi oltretutto che senso abbia postare a questo punto le mie foto,dove passo mediamente 3 ore di camera oscura per produrre una stampa solo perche' quel grigio non era il grigio che volevo o quel particolare non ha l'accento di luce che avevo visto al momento dello scatto,per poi accorgermi che il fruitore finale con uno svogliato click di mouse e senza manco aver la piu' pallida idea di cosa sto' proponendo passa oltre magari annoiato....

intendiamoci non voglio essere polemico perche' nonvenga apprezzata la mia fotografia,se una foto e' buona,non c'e' monitor che tenga,ma solo perche' ho l'impressione abbastanza netta di usare un modus operandi non in sintonia dall'utenza media di Photobit,almeno da cio' che ho letto qui sopra , e a questo punto cio' che per me e' basilare passa invece in secondo piano se non addirittura scompare,quando invece A MONTE di tutto cio che ho prodotto c'e' una serie abbastanza lunga di considerazioni.

Ruscelli
Preferisco il buon vecchio libro quando qualche cosa mi piace, che ricordiamolo e' una copia non e' l'originale e dico sinceramente che sono pochissime le mostre dove ho percepito qualche cosa in piu' (una e' stata quella di Avedon), mentre sono la maggior parte quelle dove ho preferito il libro all'esposizione.
Rush,questa e' una coltellata al sottoscritto :-( ed io che ti ho dato una mia stampina avendo l'illusione poetica che il mio MANUFATTO ti facesse avvicinare di piu' all'idea progenitrice di cio' che a monitor ti era piaciuto....


se dopo tutto cio' che ho scritto non si e' capito che per me una stampa analogica e' un manufatto e' parte integrante del mio percorso fotografico,e' l'esatto opposto della ripresa e per la legge di compensazioine e' il suo giusto corollario,dopo che la luce e' entrata nel mio obbiettivo ed ha inciso la mia pellicola la libero tramite l'ingranditore e la fisso su carta,mi sembra un'atto dovuto....e' cio' che sento ed e' il MIO modo di vivere la fotografia.

non posso e non ci riesco a pensarlo diverso,non mi erigo in nessun modo ad un livello superiore,apprezzo molto chi fa' fotografia diversa dalla mia in tutti i sensi,ma non chiedetemi di parificare 2 modi diversi di fare fotografia (non parifico le macchine,le ottiche,le pellicole,figuriamoci i sistemi)

questo di getto e per mancanza di tempo,ma dopo stuferei,ma 2 righe di chiarezza credo che almeno Ruscelli come capo della baracca li meriti.

mi rimane la netta sensazione del pesce fuor d'acqua....


::m12
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NatRiscica
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Vittorio, il mio era un invito alla leggerezza non alla superficialità. Sono due cose estremamente differenti.
Non ho mai parlato di cazzeggio.
Galilelo Galilei, in tempi non sospetti ne era un accanito sostenitore.
Il non prendersi troppo sul serio è un ottimo esercizio per la vita.

Nat
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carlo riggi
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Vittorio ha scritto: Take it easy!

Nat
Vittorio, hai trovato le mie idee solo irritanti e bislacche.

Mi è andata bene, pensa se la buttavi giù pesante.

Ciao
Carlo
logu
Vittorio:
per poi accorgermi che il fruitore finale con uno svogliato click di mouse e senza manco aver la piu' pallida idea di cosa sto' proponendo passa oltre magari annoiato....
Il rischio c'è. Però basta aver costanza, conoscersi meglio e imparare a valutare le foto e le persone per quello che possono esprimere.

Da parte mia c'è "permeabilità". Mi sono letto Giacomelli e dopo ho guardato le tue foto, Vittorio, diversamente. Questo non vuol dire che mi siano piaciute tutte ma per lo meno le ho lette in un altro modo. Alla fine di questo processo: confronto-approfondimento-rilettura ne sono uscito arricchito di un tassello. Io penso che il forum serva a questo altrimenti nessuno qui si prenderebbe la briga di postare foto a 500x400px
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