A proposito di Weston...

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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cristian vidmar
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...Ansel Adams disse:

Edward Weston, contrariamente a tanti che oggi praticano la fotografia, non parlava mai del suo lavoro. Il suo lavoro rappresentava per lui - come per la maggior parte di noi - un'affermazione completa dell'uomo e della sua arte. Edward non ha mai sofferto di alcuna insicurezza per quanto riguardava il proprio lavoro; non aveva bisogno del sostegno dato dalla "spiegazione", dalla giustificazione o dall'interpretazione. Lo divertivano molto le cose venivano dette e scritte su di lui, ma era nondimeno tollerante riguardo alla necessità di alcune persone di inseguire la verità attraverso complessi arrovellamenti e tour de force intellettuali. Una cosa che ripeteva spesso era "Be', se per lui significa questo, per me va bene".

Mi piacerebbe sentire cosa ne pensate, in relazione al significato della fotografia come pura e insindacabile emanazione del sentire del fotografo od alla tentazione, talvolta inconscia, di farla diventare esecuzione di un compito in qualche modo codificato in virtù di certe aspettative esterne.

Insomma, più psicologicamente che praticamente, vi sentite "liberi"? Io, in tutta onestà, mica tanto.

Buonanotte a tutti.
Cristian
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gianniansaldi
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Be'
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massimostefani
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A MIO avviso bisogna operare una distinzione di fondo tra coloro che "giocano" con la fotografia e coloro che "lavorano" con la Fotografia.
Noi giochiamo con la fotografia...giochiamo al Grande Reporter...giochiamo al Grande Poeta dell'Immagine...giochiamo al Cavaliere senza Macchia che si getta nella mischia del.....mercato rionale (potrei essere io...) magari esotico ed orientale...e dopo aver "condiviso" tre scatti con un chiunque,se ne torna a casa con 4000 euro di fotocamera ed ottiche in borsa...lasciando il "chiunque" esattamente come prima...per poi raccontare al resto dei giocatori "la grande avventura"..magari dal salotto di casa!
Per queste ragioni "dovremmo" essere NOI i più liberi dai condizionamenti e dalle turbe mentali...dovremmo essere NOI i vessilliferi della libera emanazione! Cosi non è invece....e cosi non è proprio x chè è un gioco
ed ha la necessità assoluta di trovare altri giocatori,più o meno attrezzati,con i quali mantenere in vita il "divertissement" che non può vivere se non di un ampio consenso...perciò spesso si fornisce al pubblico ciò che il pubblico si aspetta di vedere!
Poi ci sono gli altri...quelli che "lavorano" con la Fotografia...quelli che rischiano la pelle x davvero e non nelle chiacchiere da bar...quelli che hanno avuto intuizioni assolutamente geniali....quelli dotati di una capacità di VEDERE talmente alta che ancor oggi stupisce....quelli dotati di una caratura morale al disopra dell'umano....quelli che riescono ad esprimere con una immagine la forza dell'esistere..il dramma dell'esistere...e la gioia dell'esistere...a 360°.....Sono quelli scrivono la Storia della Fotografia,giorno dopo giorno,sono quelli che non hanno bisogno (come Weston) di puntelli a destra ed a manca...perchè il loro lavoro si regge da sè...perchè il loro lavoro è!!!!

massimostefani
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
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ulyssesitaca
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caro Cristian, e' un campo minatissimo e, come se non bastasse con i cecchini appostati.

Cominciamo dal fondo, come piace a me sul lavoro.
No, non mi sento libero, e non mi sembra nemmeno logico pretenderlo.
Anche perche' un codice espressivo, per il fatto stesso di essere codice, e' un vincolo di comprensibilita' in se' stesso.
A parte tutti noi, che come dice lo Stefani in uno dei suoi momenti cinici "facciamo i giochini", tutta l'arte e la storia dell'arte e' zeppa di mercenari, gente che PUR FACENDO ARTE la fa con un occhio (a volte molto attento) al portafoglio.
E non c'e' di che biasimarli: tutti abbiamo figli e necessita' di sopravvivenza, e un fotografo artista ucciso dalla fame lascia una traccia di se solo sul pavimento, quando si decompone.
Per restare nella storia della fotografia, pochissimi sono i purissimi, incorruttibili e incorrotti che non hanno fatto mercato di se', resistendo alla pressione di questo mondo (nel quale comunque sono inseriti, e dal quale sarebbe loro diritto "togliersi" in ogni momento se non gli aggrada: Hemingway l'ha fatto, con una doppietta).
Con Weston, vengono in mente W.E. Smith (che per restare puro nel "dare voce a chi non ce l'ha" ha affamato e fatto vivere di stenti tre mogli e relativi figli, se non sbaglio i numeri), Diane Arbus (la piu' onesta di tutti, forse) e pochissimi altri.
Gli altri, a parte i Salgado, oculati amministratori dell'industria rappresentata dal loro dito indice, restano persone LOGICAMENTE attente alla propria sopravvivenza e a quella dei propri figli, compreso il santissimo Koudelka, che "vende" pochissimo per tenere alto il prezzo lasciando intendere chiaramente "le mie stampe sono il futuro delle mie figlie" (e non l'ho letto su una rivista) e accetta lavoro su commissione quali fotografare Roma in tre giorni, e il mio mito Mc Cullin che adesso, dopo una vita di stenti, pensa logicamente alla pensione e fa degli still life in giardino che vende carissimi in galleria.

Signori, tutti noi abbiamo avvallato (compreso chi c'era nel dopoguerra e nel '68...) QUESTO mondo qui (nel quale io nuoto a disagio, ma tant'e') e QUESTO mondo qui funziona cosi:
tutti cantano la liberta' e tutti cantano come vuole la liberta', nessuno escluso. Compreso il mio padre spirituale Giorgio Gaber che, ormai malatissimo, dopo aver sputato sulla televisione per decenni, ha pensato bene di fare un videoclip (destra-sinistra) che non aveva secondo me altro scopo apparente (vista il pochissimo spessore dell'operazione) che fare cash (sacrosanto).
Poi, chi ha coraggio (Arbus, Hemingway) puo' decidere diversamente.

La realta', gente, e' che le cose "alte" non sono dell'uomo.
Chiedete a Capa, quando lo rivedrete, PERCHE" faceva il fotografo...

Io credo che dovremmo cercare di prendere il meglio che ognuno ha da dare, da Michelangelo a Nat Riscica, senza dover per forza chiederci chi e' puro, chi non lo e', chi e' serio, chi no.
Michelangelo dipingeva per lavoro.
Ultima modifica di ulyssesitaca il mar mar 13, 2007 11:55 am, modificato 2 volte in totale.
Raffaele
Marco Barretta
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Avevo capito che il quesito di Cristian fosse focalizzato su un aspetto diverso, difficile da comprendere in maniera istintiva, ma molto più affasciante,ovviamente a mio parere.
Credevo che desiderasse sapere se all'interno della fotografia creativamente intesa, e indipendentemente dal tipo di sbocco da destinare alle foto, l'autore si sentisse realmente libero nelle proprie esternazioni.
In questo caso secondo me sarebbe difficilissimo rispondere, perchè potrebbe sfuggire la piena consapevolezza di quelle scelte.
Tuttavia, dopo che Raffaele ha scritto di chiedere a Capa, quando lo rivedremo, perchè faceva il fotografo, sento il bisogno di cercare una faccina che con le mani si tocchi le palle.
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cristian vidmar
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Marco Barretta ha scritto:Avevo capito che il quesito di Cristian fosse focalizzato su un aspetto diverso, difficile da comprendere in maniera istintiva, ma molto più affasciante,ovviamente a mio parere.
Credevo che desiderasse sapere se all'interno della fotografia creativamente intesa, e indipendentemente dal tipo di sbocco da destinare alle foto, l'autore si sentisse realmente libero nelle proprie esternazioni.
Lungi da me il voler criticare o fare classifiche tra chi è puro e chi no (e chi ha il diritto di giudicare?).

Come Marco ha rilevato, il mio quesito era più rivolto al lato puramente creativo e, in questo senso, più ai fotoamatori che ai professionisti, perché questi hanno comunque a che fare con il mercato, almeno finché non arrivano a livelli di celebrità - e patrimonio - tali da permettersi il lusso di essere "puri" (o finché non decidono di affamare la famiglia).

Il fotoamatore, l'appassionato, l'artista non professionista ha una scelta, come ce l'ha - scusatemi, torno sempre lì perché ci sono passato - il musicista non professionista: puntare al consenso, allo stupore, all'appagare quello che una sua rete sociale (amici, parenti, compagni di forum) si aspetta per dire "bravo". Oppure può creare in libertà, fregandosene del consenso o per lo meno limitandolo a chi, per sintonia o estrazione culturale, condivide lo stesso sentire.

La mia domanda era rivolta semplicemente a capire come si sentono coloro che leggono queste righe, per quanto - dice giustamente Marco - possa facilmente sfuggire alla propria consapevolezza. Questo non per negare il valore del dibattito e del confronto sulle fotografie, che è indispensabile alla crescita di chiunque (senza rapporti sociali neanche i Maestri sarebbero diventati quello che sono stati), ma forse solo per esternare una mia probabile difficoltà a "slegarmi" da certi contesti, a raggiungere uno stato di libertà che in musica avevo trovato e che in fotografia vedo ancora lontano.
Cristian
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mauro ruscelli
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La ricerca del consenso e' una trappola in cui e' facilissimo cadere.
E' chiaro che se condividiamo 10 immagini e tutti le cestinano come minimo ci chiediamo se abbiamo davanti i giusti interlocutori (se proprio non dubitiamo delle opere) e magari cerchiamo altri spazi fino a trovarci appagati.

Oppure teniamo cio' che facciamo solo per noi.

Se troviamo qualcuno a cui piacciono le nostre immagini e' facile e bello lasciarsi incantare e cominciare a scattare "anche" per il consenso. Credo sia umano.

Purtroppo non c'e' altra via, senza condivisione il rischio e' di non crescere e di non imparare nulla, e magari alla fine far appassire tutto percorrendo sempre gli stessi errori fino alla noia, condividendo il rischio e' di lasciare che il giudizio degli altri prenda il sopravvento. Bisogna essere un po' egoisti. Essere almeno un po' autoreferenziali e avere carattere. Il giusto per accettare le critiche e sopratutto i complimenti senza stravolgere la propria rotta.
Mauro

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Vittorio
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se vuoi crescere fotograficamente parlando,ma sopratutto libero,devi frequentare poco i forum,o cambiarli spesso.

i forum sono come i circoli fotografici,si forma una corrente,ci sono i 3 o 4 che tirano il gruppo ,e se rienti nei LORO gusti vieni considerato,altrimenti nisba.

se cerchi consensi,gia' parti col piede sbagliato....se credi davvero in qualcosa,fallo senza condizioni,sopratutto che puoi farlo in veste di fotoamatore.
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mauro ruscelli
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Vittorio ha scritto:se vuoi crescere fotograficamente parlando,ma sopratutto libero,devi frequentare poco i forum,o cambiarli spesso.

i forum sono come i circoli fotografici,si forma una corrente,ci sono i 3 o 4 che tirano il gruppo ,e se rienti nei LORO gusti vieni considerato,altrimenti nisba.

se cerchi consensi,gia' parti col piede sbagliato....se credi davvero in qualcosa,fallo senza condizioni,sopratutto che puoi farlo in veste di fotoamatore.
Non concordo in pieno, e' possibile anche trovare alcune persone di cui ci si fida e con cui si ha il piacere di "stare assieme". Non mi sento un artista e quindi non cerco una via ascetica alla fotografia con voto di castita'. Mi accontento di indossare come cilicio una m6. Magari faro' solo piccoli passi, ma accresco il numero di persone con cui posso avere il piacere di stare, anche nella vita reale.
Mauro

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Vittorio
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dipende cosa si cerca nella fotografia,che percorso si vuol fare,e che risultati si vuole accedere.

sulle pacche date per amicizia,i giudizi bonari o enfatizzati ho gia' dato,per me il discorso e' chiuso.
se poi uno e' contento di aver 4 amici che lo fanno sentire bene,allora va bene cosi'.
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mauro ruscelli
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Hai uno strano concetto di "persone di cui ti fidi": 4 amici che ti danno pacche sulle spalle.

Non e' proprio cio' che intendevo.
Mauro

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luca rubbi
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Liberi non si è mai completamente, tuttavia io mi sento libero e faccio quello che sono, di certo non quello che gli altri si aspettano, se poi si aspettano quello che farò bravi loro.

Credo che la qualità in fotografia sia trasversale, dilettanti o professionisti non danno di per sè una garanzia di qualità, la fotografia dell'ottocento è la fotografia dei grandi dilettanti, nel novecento ce ne sono stati tantissimi, Gibson non è un professionista ne lo è stato il grande Mapplethorpe, certo poi ne hanno fatto un lavoro, un lavoro di artisti.

Ciao
Luca

p.s e Frank prima era un reporter professionista, poi si dedica al cinema e si rimette a fotografare per puro godimento estetico, suo e nostro...
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