Irving Penn muore a 92 anni

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Vittorio
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mauro ruscelli ha scritto:Come fu fatta?
In parte hanno gia' risposto,pero' la sola parte tecnica mi sembra riduttiva di fronte a questa foto che per me e' un capolavoro.
Qui torniamo a discutere di come fotografare le persone con un telo,o sfondo,la differenza tra ritratto e fototessera,di come far uscire l'anima,ilcarattere ,la personaslita' di un'indviduo,condividendone solo frazioni di secondo.

Il solo ricordo della stampa originale mi fa'radrizzare i peli le stampe al platino sono molto blle ,ma tendono al grigio metallico,e se non si e' piu' che bravi nel procedimento' piu' facile ottenere piattezza tonale che ricchezza.

Ora Irving in questa foto voleva rappresentare un motociclista,non un motocilista comune,ma un Hell Angels,esprimere a parole cio' che si prova davnti alla stampa orignale e' difficile,pero'provate con uno sforzo ad immagiare i toni del volto uguali a quelli del serbaoio,la stessa luce,la stessa sensazione di metallo di "faccia di bronzo" per esprimere il concetto antico di centauro ,uomo/cavallo assimilabile oggi almoderno motociclista in simbiosi col suo mezzo.
E' questo che fa' grande un'autore,piegare la tecnica ai propi voleri,non subirla,non ridurla a mero esercizio pirotecnico.
per quanto riguarda tecnicamente il puro esercizio l'ha spiegato bene Agrisi,per aver la massima estensione tonale ha montato a registro in successione di passaggi 3 negativi esposti per le varie luci (una specie di HDR gia' nel 67) riuscendo cosi' oltre ad avere toni intermedi metalizzati bianchi decisi e neri profiondi,con tutte le problematiche che tle tecnica comporta (fuori registro,carta che si estende/ritrae)

ciao

Vittorio
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mauro ruscelli
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Ma di che dimensioni di stampa parliamo? io ho visto sempre solo delle riproduzioni...

Ed i negativi erano ottenuti tramite grande formato o con altre tecniche?

Avrei anche altre domande, ma non vorrei esagerare, tipo. "pochi giorni fa abbiamo parlato di Avedon, l'altro grande ritrattista, su quali dettagli mi consigliate di porgere attenzione per capire meglio le differenze tra i due fotografi che in modo cosi' diverso riescono entrambi a tirare fuori la persona con la P maiuscola?"
Ultima modifica di mauro ruscelli il gio ott 08, 2009 8:15 pm, modificato 1 volta in totale.
Mauro

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charlie29
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domanda molto interessante e a cui io pure vorrei avere risposta!
..tutto muore,è la regola,..ma tutto ciò che muore un giorno tornerà...."
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zamario
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provo a dire la mia, cercando di ordinare le sensazioni che mi trasmettono le fotografie di questi due grandi che amo incredibilmente, piu' che profonde analisi stilistiche o nozioni biografiche.
Penso che quando si arrivi a questi livelli parlare di tecnica sia riduttivo.
Una volta che la tecnica e' perfettamente dominata, al di la della scelta stilistica, quello che fa la differenza e' la persona.
Non sono un biografo di nessuno dei due, ma la sensazione e' che il loro approccio fosse diverso, molto diverso.
Cinico, spietato, sfrontato e anticonformista Avedon (si dice il primo a fare foto di moda per strada), piu' empatico e tradizionalista Penn (che ha praticamente sempre lavorato in studio, arrivando a creare anche lo studio portatile per i suoi ritratti in viaggio).

L'impressione che traggo dai ritratti e' che ad Avedon interessasse poco o nulla della persona che ritraeva, la cosa importante era che venisse fuori qualcosa di spettacolare, forte, "vero". Per questo, si dice, spesso faceva preparare la scena dall'assistente, arrivare il soggetto che si metteva sulla crocetta di scotch per terra e lo lasciava li' ad aspettare. Poi si presentava, senza parlare, e scattava nel momento in cui vedeva l'espressione che trovava piu' interessante. E' anche vero che si vedono scene di "in the american west" in cui suggerisce platealmente alle persone la posa da prendere.
In Penn invece l'interesse per il soggetto mi sembra maggiore, piu' genuino, anche se comunque finalizzato al risultato: una bella foto.
Trovo interessante anche le scelte tecniche: molti dei ritratti di Avedon sono semplicissimi, fondo bianco, luce piatta in modo che il soggetto venga sparato fuori, creando un sostrato "imparziale" in modo che il soggetto, letteralmente sparato fuori, sembri ancora piu' vero
Penn invece cura molto di piu' la luce e la scena, realizzando un supporto per il soggetto, quasi una rete di salvataggio in caso non fosse abbastanza forte.
In realta' i suoi ritratti, che alla fine risultano meno spettacolari di quelli di Avedon proprio perche' piu' conditi, per me raccontano di piu' del soggetto, o almeno di quello che ne pensava Penn.
E' davvero interessante come due caratteri diversi abbiano fatto scelte in qualche modo complementari arrivando comunque a risultati di livello irraggiungibile.
Per semplificare: uno faceva scena per tirare fuori quello che riteneva vero (probabilmente perche' era piu' classico e piu' abituato a vedere in quel modo), l'altro semplificava le cose per far scena. (bum...)

C'e' un punto che, per come li sento io, li accomuna e li rende superiori a chiunque altro: un senso dell'eleganza assolutamente ineguagliato.

Avedon
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Penn
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P.S. non ho notizie a riguardo, ma dubito che Penn abbia mai usato qualcosa meno del grande formato
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Stefano Tambalo
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zamario ha scritto: C'e' un punto che, per come li sento io, li accomuna e li rende superiori a chiunque altro: un senso dell'eleganza assolutamente ineguagliato.
Già, esagerati.
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luca rubbi
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Gran bell'intervento Mario!
zamario ha scritto: C'e' un punto che, per come li sento io, li accomuna e li rende superiori a chiunque altro: un senso dell'eleganza assolutamente ineguagliato.

Per me soltanto un altro fotografo è a questo livello nell'eleganza, il grande Horst P. Horst.

Ciao
Luca

p.s. volevo postare qualche suo scatto ma devo aver esaurito il mio spazio e non mi consente più di utilizzare Add an Attachment...
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agrisi
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Penn ha usato diverse macchine per fare le foto, più che altro per le persone la rollei, Avedon ci sono le foto di dove si metteva in mezzo ai cortili col 20x25, si vede anche guardando le foto stampate.

buongiorno
ALESSANDRO
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mauro ruscelli
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ma quindi come ingrandiva il negativo Penn?
Mauro

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Su un positivo, poi tre o quattro negativi, poi li metteva a registro, però erano non giusti giusti così viene la guancia di quello col sigaro e le labbra grandi che quell'effetto non viene in un altro modo e si vede quando si fanno i passaggi sulle fotomeccaniche e poi si guardano i negativi insieme davanti alla finestra. Viene quel grigio che sembra scolpito e sembra fatto col banco ma è un 24x36.

buongiorno
ALESSANDRO
agrisi
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Come la faccia di questo
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invece questo è un altro discorso
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buongiorno
ALESSANDRO
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zamario
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Per me soltanto un altro fotografo è a questo livello nell'eleganza, il grande Horst P. Horst.
Vero, anche se la mia impressione (comunque lo conosco molto meno) e' che lui sia molto piu' freddo. Il soggetto e' un attrezzo di scena e basta, lo trovo quindi piu' costruito.

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luca rubbi
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Diciamo di si, è sicuramente un autore più classicista.
Avedon e Penn hanno una dimensione più eversiva, sono insomma artisti rivoluzionari.

Ciao
Luca
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allora negli anni 70 non sembravano dei rivoluzionari, sembrava che erano i classici però belli, horst era uno fissato coi grigi.
buongiorno ALESSANDRO
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luca rubbi
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E' il destino dei rivoluzionari, diventare dei classici, guarda Robert Frank...

Il classicismo invece è un'altra cosa, è una pulsione ad una tipologia di immagine che si conforma ad un modello preciso.

Ciao
Luca
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Vittorio
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agrisi ha scritto:Su un positivo, poi tre o quattro negativi, poi li metteva a registro, però erano non giusti giusti così viene la guancia di quello col sigaro e le labbra grandi che quell'effetto non viene in un altro modo e si vede quando si fanno i passaggi sulle fotomeccaniche e poi si guardano i negativi insieme davanti alla finestra. Viene quel grigio che sembra scolpito e sembra fatto col banco ma è un 24x36.

buongiorno
ALESSANDRO
Tutti qwuesti passaggi hanno un senso se uno conosce Penn anche al di fuori del percorso fotografico,difatti per un'anno ha fatto il pittore,ed aveva anche conoscenze di scultura,oltre a capacita' grafiche notevoli.
Per farla breve il suo manufatto finale assomiglia piu' ad un quadro,matericamente parlando senza mai pero'lasciare le tecniche fotografiche.
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