ho bisogno di una consulenza o parere tecnico sulla reale fattibilità di una mia sperimentazione che ho in mente, in internet non ho trovato niente che potesse aiutarmi (ma io sono un navigatore imbranato) e perciò mi rivolgo al forum sperando in qualche indizio, consiglio o aiuto concreto, perchè no...........
io non ho mai posseduto una stampante inkjet e non ho mai stampato in camera oscura, a parte un paio di volte da un amico, quindi ho troppa poca esperienza per capire..........e per me la cosa si fa interessante

pensavo di comprarmi una stampante inkjet ed utilizzare come supporto la carta fotosensibile, utilizzare al posto degli inchiostri dello sviluppo (magari un rivelatore con diluizioni diverse per ogni cartuccia) caricato in cartuccie esaurite..........e poi il solito arresto e fissaggio, il tutto però alla luce del sole

ora......al di là dell' aspetto qualitativo che potrà essere più o meno deludente o magari più o meno dignitoso, secondo voi è possibile ?
ci sono un paio di aspetti che vorrei capire prima di decidermi se provare questo tipo di esperimento.......
_1 la densità di un rivelatore è paragonabile a quella degli inchiostri, oppure gli inchiostri sono più densi come liquido?
_2 l' inchiostro (o rivelatore) una volta uscito dalle testine incontra per caso qualche rullo o ruota gommata che aiuta a far espellere il foglio ?..........perchè penso che il supporto fotosensibile non sia troppo assorbente ed il rivelatore potrebbe formare delle micro goccioline che possono "correre" o sbavare facilmente
_3 se gli ostacoli precedenti sono forse arginabili in qualche maniera, quello che mi preoccupa di più è il tempo della stampa........ovvero mi troverei un lato del foglio con uno sviluppo che agisce per più tempo rispetto al lato opposto.............quanto ci mette un foglio ad uscire dalla stampante ? se lo sviluppo dovrebbe durare 10 o 15 min può incidere tanto ? magari usando un rivelatore più diluto si tampona il problema, chissà.........
so che esistono gli inchiostri ai pigmenti e sono a conoscenza dell' esistenza di ingranditori e bacinelle ma mi piace l' idea di poter sfruttare il supporto fotosensibile alla luce del sole con un controllo dell' immagine più ampio, meno casuale e ripetibile rispetto alla tecnica dei chimigrammi

chissà se esiste nel forum un "ingiegniere" capace di darmi una sperata illuminazione, magari non mi ci getterò mai in questa avventura ma sono curioso di capire se tecnicamente a livello empirico ciò è possibile..........
spero e vorrei invitare tutti a non accendere la sterile diatriba analogico vs digitale che penso non interessi più nessuno

otto.