Foto slegate tra loro: come guarire?

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ale
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Ciao a tutti. In questo periodo non riesco a fotografare come vorrei, cioè attenendomi a una regola e facendo solo quel che serve per sviluppare il tema che ho in mente. Forse perchè le idee che ho non sono abbastanza interessanti o forti. Comunque scatto lo stesso, mi sforzo, anche se non trovo significativo quel che faccio e mi risulta che le mie foto siano più che altro decorative.
Mi piacerebbe parlarne con voi, per avere consigli su come sbloccarmi in base alle vostre esperienze.
Nel frattempo, tanto per non essere sterile, ne butto lì una:
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carlo riggi
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Non è sempre necessario fotografare a tema.
“Tema” è una parola che non amo. Il più delle volte indica un vincolo asfissiante e anticreativo, presuppone l’idea di che possa esserci un “in tema” e un “fuori tema”, retaggio di una inveterata formazione scolastica e concorsistica, mentre io credo che esistano in realtà solo “espansioni del tema”.
Non dico che non possa esserci un filo conduttore o una ispirazione unificante all’interno di una serie di foto, ma preferisco immaginarlo come un “luogo”, una condizione dello spirito nel quale immergersi e respirare a lungo per lasciarsi impregnare di sensazioni che poi andranno a informare la nostra produzione, facendo sì che essa espanda, appunto, la suggestione di partenza, e non tenti solo di restarvi dentro con scolastica, e sterile, diligenza.
In questo senso, allora, tema (o luogo) può anche essere semplicemente il desiderio di guardare senza condizioni, senza sovrastrutture, lasciandosi sedurre dalla luce, dalle linee, dalle forme, dalle emozioni brade che ci attraversano prive di un iniziale perché.
Le foto, a posteriori, possono poi associarsi tra di loro in virtù di fili sottili che non avevamo previsto in partenza, o solo per catalogazione cronologica, come cadenza della memoria. O a volte possono farsi tema, e luogo, e romanzo nella loro unicità, lì dove la forza espressiva della narrazione si impone, aprendosi e chiudendosi all’interno di una singola immagine. E’ il caso di questa tua, un racconto completo in una foto che a me pare realizzata magnificamente anche sotto il profilo tecnico.

Ciao
Carlo
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Roberto
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=D> =D> Questa la stampo e la incornicio... Io non ho mai fotografato per temi, o meglio le pochissime volte che ho provato mi sono sentito ingessato, ma ho sempre vissuto questa sensazione con enormi sensi di colpa e reputandomi completamente inadatto alla vera fotografia (che poi è probabilmente vero, ma per altri centomila motivi... :( ). Anche perchè il consiglio di uscire di casa con un'idea, un tema da sviluppare ha illustri sostenitori, anche tra i professionisti, che raccomandano caldamente ai fotoamatori di programmare le uscite, altrimenti è tutta una perdita di tempo, ecc....
A me piace invece lasciarmi sedurre dalla luce, come dici tu, a volte non scatto niente, altre volte interi rullini, ma trovo che i temi, le associazioni, i fili conduttori emergano dopo, davanti ai provini, anche a distanza di tempo. Certo esistono dei macro temi, dei progetti a lunga scadenza che ho in mente, ma non esco mai dicendo "oggi fotografo paesaggi, domani faccio street) e così via.
Fa piacere leggere, ed in maniera così eloquente, che questo modo di agire in fondo non è poi così sbagliato.
Ciao
Roberto
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marco palomar
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Iscritto il: mar dic 16, 2008 12:47 pm
Proprio perché non sono capace di fotografare a tema, o meglio non sono portato, o meglio mi annoia terribilmente come gli esercizi di solfeggio, credo che farlo sia sempre preferibile.
Perché il fatto di procedere costantemente in una direzione, qualunque essa sia, permette di andare avanti, di crescere, di valutare i miglioramenti, di affinare l'occhio e di temperare il cuore, di capire cosa funziona e cosa no, cosa è importante e cosa non lo è, su cosa migliorare e cosa lasciar perdere, di farsi una propria opinione sul "tema" non necessariamente uguale al pregiudizio iniziale. E l'opinione sul soggetto in fotografia è tutto.
Se scatto dieci foto a dieci soggetti diversi probabilmente avrò 9 foto mediocri e una foto "sculata", venuta per fortuna.
Se scatto dieci foto a dieci soggetti simili è probabile che l'undicesima sarà migliore delle precedenti 10, e non per un caso.
Forse questo non vale per quelli bravi e natimparati, ma in assenza di un "ispirometro" per capire se rientriamo nella categoria consiglio vivamente applicazione e fatica.
ma guarda un po'
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massimostefani
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Iscritto il: gio dic 28, 2006 7:28 pm
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Personalmente ho praticamente sempre fotografato, e lo sanno ormai tutti, non tanto seguendo un tema, sull'utilità del quale si è già espresso egregiamente Palomar, ma seguendo quelle che mi piace definire come " vibrazioni "
Qualcuno ricorderà ( i meno giovani) le good vibrations dei leggendari Beach Boys, ecco questa è a mio avviso la strada giusta : ascoltarsi e ascoltare. Quando di fronte ad un soggetto il battito del cuore aumenta il ritmo, quando la tensione percettiva inizia a far vibrare le sue corde, quando si "sente" che l'immagine c'è ( se saremo ovviamente capaci di enucleare in quello scatto...ecc...ecc...) allora, come dice Marco, occorre applicarsi e seguire, a lungo se necessario , la traccia che quel momento ha lasciato dentro di noi. I risultati non tarderanno ad arrivare. E non credo che questo accada in tutte le situazioni fotografiche. Mi sento poi di aggiungere che il "tema" se cosi vogliamo chiamarlo risulta noioso ed asfissiane "solo" se imposto (come capitava a scuola) non certo se nasce da una libera scelta. O mi sbaglio :grin:

MS
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
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carlo riggi
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Iscritto il: gio giu 25, 2009 10:38 pm
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massimostefani ha scritto:Mi sento poi di aggiungere che il "tema" se cosi vogliamo chiamarlo risulta noioso ed asfissiane "solo" se imposto (come capitava a scuola) non certo se nasce da una libera scelta. O mi sbaglio :grin:
Non ci contare, le imposizioni sono ancora più rigide quando autodeterminate. :)
Per il resto, mi pare che tu chiami "vibrazioni" quel che io chiamo "luogo", non ho dunque alcuna difficoltà a sottoscrivere il tuo pensiero.

Marco pone l'accento sulla costanza e sulla fatica. Credo che non vi sia approccio serio che prescinda dall'esercizio di queste virtù. Spogliarsi da vincoli soffocanti non vuol dire fotografare a casaccio, ma assecondare la propria ispirazione con una libertà creativa che, per condurre ad esiti significativi, deve presupporre una disciplina ancor più rigorosa, proprio perché priva di parametri precostituiti.

Ciao
Carlo
Manuel
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Iscritto il: gio ott 09, 2008 8:57 am
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se hai il blocco da pellicola bianca, c'è solo un modo per superarlo


IL NUDO



ma io non te l'ho detto! :shock: :grin:
trem
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Iscritto il: dom nov 08, 2009 7:14 pm
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lavorare per foto singole è un po' come mettersi lì e buttare l'amo e ogni tanto ti abbocca una foto,
se invece butti le reti da un pescherecchio prendi su tutto e poi scegli
lavorare per foto singole è fare dei begli aneddoti cogliere delle "rare istantanee" :D :D :D
non è fare dei racconti dove ci stanno i cambiamenti di toni, di inquadratura, di dimensione, di distanta (totale/particolare)
fare foto singole è come fare un 45 giri, fare una serie a tema è come fare un LP (oddio come son vecchio quanti di voi lo sanno cosè un 45 e un LP?)

personalmente lavoro sempre su reportage di molte foto, mai per foto singole, anche banalmente quando fotografo un interno è sempre per cercare di dare un racconto, di dare molte informazioni, si entra di qua e poi si va di là e questa stanza è così e l'esterno è cosà e il proprierario è questo.
in questo tipo di reportage dove non c'è mai una foto assoluta e particolarmente effettosa, la qualità è data dalla totalità del racconto.

diciamo che ci vuole una testa diversa per lavorare per foto singole o reportage completi e questo molto in funzione del "perché e per chi lo fai"

anche quando faccio delle foto mie, non immediatamente per fini commerciali e anche per esempio semplicemente solo formalmente composte, non mi limito mai a una singola foto
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Roberto
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Iscritto il: ven feb 20, 2009 2:46 pm
Località: Brescia
Io purtroppo lo so bene cosa sono 45 giri ed LP, mi ricordo che ad un certo punto era venuta la moda dei Q-disc, te li ricordi?
Adesso per lato B si intende qualcos'altro, ai nostri tempi era la canzone meno di successo del 45 giri, che poteva essere però bellissima.
Io non so se la distinzione tra foto singola e racconto sia la stessa che c'è tra tema o tema libero, adesso vado a rileggere tutti gli interventi perchè mi sono perso. #-o
Ciao
Roberto
trem
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Iscritto il: dom nov 08, 2009 7:14 pm
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ecco avevo letto male, hai scritto che la sai bene la differenza tra 45 e LP
allora continuiamo a usare come esempio questo degli LP:
i Beatles "Sergent Pepper's Lonely Hearts Club Band" o il rock progressivo italiano tipo gli LP delle Orme o della PFM o del (superpalloso insopportabile) De Andrè o uno che ricordo molto bene "Senza orario e senza bandiera" dei New Trolls.
Erano dei dischi a progetto delle storie complete, mi sembra un buon esempio per dirti come più essere un racconto.
Ora mi fanno venire il paragone con le foto che ha postato recentemente Otto, sono eterogenee ma stanno dentro per linguaggio e qualità formale a uno stesso racconto; c'è la stessa nota lo stesso accordo musicale. Sono come delle brevi poesie molto diverse ma con la stessa metrica e gli stessi toni che possono stare senza contraddirsi in un unico contenitore.
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Luca Ghedini
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Iscritto il: mer giu 24, 2009 6:21 pm
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trem ha scritto:ecco avevo letto male, hai scritto che la sai bene la differenza tra 45 e LP
allora continuiamo a usare come esempio questo degli LP:
i Beatles "Sergent Pepper's Lonely Hearts Club Band" o il rock progressivo italiano tipo gli LP delle Orme o della PFM o del (superpalloso insopportabile) De Andrè o uno che ricordo molto bene "Senza orario e senza bandiera" dei New Trolls.
Erano dei dischi a progetto delle storie complete, mi sembra un buon esempio per dirti come più essere un racconto.
Ora mi fanno venire il paragone con le foto che ha postato recentemente Otto, sono eterogenee ma stanno dentro per linguaggio e qualità formale a uno stesso racconto; c'è la stessa nota lo stesso accordo musicale. Sono come delle brevi poesie molto diverse ma con la stessa metrica e gli stessi toni che possono stare senza contraddirsi in un unico contenitore.

"Concept Album", tipo anche "Concerto Grosso"dei New Trolls...

P.S. un'altra parola men che deferente nei confronti di De André e vengo a picchiarti... :D :D :D
Lu©a Ghedini
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carlo riggi
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Luca Ghedini ha scritto:P.S. un'altra parola men che deferente nei confronti di De André e vengo a picchiarti... :D :D :D
Anch'io, e senza faccine.

Ciao
Carlo
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ulyssesitaca
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Località: BOLOGNA
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Anche io, e ho una certa pratica.
Raffaele
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luca rubbi
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Una volta che sono d'accordo con trem, ogni tanto linko anche qualcosa di suo su FB, ma che sia un pallosone cube non si sono proprio dubbi...

:twisted:

Luca
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_De
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Iscritto il: sab set 25, 2010 3:18 pm
Se leggo ancora una singola parola del genere su De André vengo a casa vostra e vi rigo la macchina.
Non quella a quattro ruote bensì la macchina fotografica che accarezzate alla sera prima di dormire.

E' una bella discussione, mi spiace di essere di così poche parole in questi giorni ma è stato piacevole leggervi.
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