Prima di tutto, grazie per il passaggio e i riscontri a tutti...
marco palomar ha scritto:la una è bella, ma la 3, la 4, la 6 e la 7 sono una bella serie coerente di street
Sono anche in "fila" per questo... la 3 sopratutto, mi fa rimpiangere la penuria di luce riflessa nella mia città, avara di palazzi specchiati. Ci aggiungerei anche la 5 (non a caso erano in fila), che è uno scatto a cui sono affezionatissimo e che ho scoperto aver messo radici...
La seconda fatta due mesi dopo senza nessuna (almeno volontaria) idea di replicarlo. Giocando su questo genere sto incaponendomi con una nuova serie dove vorrei coerenza, ma mi trovo troppo spesso a vagare.
Marco Cavina ha scritto:Per completezza sono andato a sfogliarmi con calma il tuo portfolio online, dove il Giappone la fa da padrone per ovvi motivi, ed ho amato le tue foto perchè da un lato emerge che sei un fotografo di caratura superiore e dall'altro ho notato alleli condivisi col mio modo di concepire un'immagine gratificante: anche tu, come me, tendenzialmente rifuggi la convergenza delle linee verticali, mantenendole rigorosamente parallele, e prediligi immagini molto brillanti, sovente in low-key, con alte luci abbassate, dinamizzando molto la scena con focali corte.
Se un impianto d'immagine avesse vita, io questo lo sposerei!
M.
Prima di tutto ti ringrazio per i riconoscimenti che mi attribuisci, anche se i motivi di ovvietà della preponderanza giapponese sono evidentemente chiari per te ma non per me, dato che ci sono stato solo un mese quest'anno. Ma è sempre un'esperienza. Mi accorgo che a Salerno faccio i compiti a casa, magari con risultati spesso incostanti, per poi ritrovarmi in Giapponia con tutte le uova che si schiudono (senza, fra l'altro, avere il tempo di sviluppare quello che voglio). Poi torno a casa, tento di sviluppare, e ricomincia il ciclo. Mi è successo quest'anno e mi è successo la volta prima. E, in tutta sincerità, la mia passione ed incaponimento per la fotografia è nata quando la prima volta che ci sono andato, con compattina al fianco, sono tornato a casa con un "bottino di guerra" che non valeva un decimo della esperienza personale che avevo vissuto.
Quanto al
modus scattandi (?), sono felice che emerga perchè significa che c'è un approccio personale (per quanto condiviso) e una personalità di scatto. Credo che sia un approccio nato come istintivo, oggi deliberato e in corso costante di affinamento, ma che di tanto in tanto mi deprime, lo rinnego e mi lancio in esperimenti spesso poco apprezzabili. Inoltre temo sia un limite, sopratutto per strada, dove ii tempi reazione richiesti non possono concederti il lusso di comporre... ci provo pure a farla raw e hardcore, ma non mi riesce.
(per l'urbano credo che alla sottoesposizione devi sostituire la sovraesposizione, ma siamo lì )
BeeSSa ha scritto:La 3 la 4 e la 5 mi ricordano fontana in sorpresi nella luce americana adoro sia le composizioni che il trattamento del colore.
complimenti.
B.
Si, l'ho notato, sebbene non sia il progetto che più mi entusiasma di Fontana (muoio per le piscine).