Ho l' impressione che i due interventi precedenti sintetizzino sostanzialmente la carenza di questa foto. Siccome si tratta di una situazione che, più o meno, tutti abbiamo viasto almeno una volta, per quel che mi riguarda sono portato a credere che ti abbia colpito la profondità della scena sostenuta dal gradiente di luce e l' atmosfera surreale che si coglie restando nell' ombra e guardando verso la luce nel sottobosco, in particolare quando nessuno passa di lì, quindi quando tutto è vuoto e silenzio. Il problema è rendere questo effetto; operazione piuttosto ambiziosa. Ambiziosa perché hai un "non soggetto" da rendere (da un punto di vista fisico: il vuoto, il silenzio sono più complicati di un oggetto perché vanno resi per differenza). Ed ambiziosa perché se togli il colore devi poi sostituirlo con una scala di grigi convincente e con una rappresentazione del chiaro scuro davvero mozzafiato. Il grande A.A. diceva che (lo riporto per come l' ho capito io) ripredere il verde è pericolosamente difficile, perché si rischia di ottenere un' amalgama, una proiezione di grigi senza direzione, senza un verso chiaro e narrativo. Che in definitiva è un po' quello che accade alla tua foto.
Grazie a tutti, credo che il commento di Mario rispecchi pienamente quanto da me cercato di esprimere in questa foto.
In realtà ne ho scattate una piccola serie con la M3 e Tmax 100 ed in tutte, la difficoltà di far trasparire quanto da me visualizzato, una luce particolare e la completa assenza di movimento pur trattandosi di un parco cittadino, è evidente...Sicuramente il colore avrebbe reso piu' accattivante l'immagine, (ne ho scattate diverse con la x100 che avevo con me come backup) ma insistero' sulla prima strada. Allego un'altra immagine, uno snapshot, scattata negli stessi momenti di mia moglie....e della sua ombra....
Assolutamente fuori contesto: il viso di tua moglie è il viso di chi vede il marito cacciare di nuovo le macchine fotografiche e puntargliele contro per l'ennesima volta, ed il sorriso sbeccato lascia trasparire il fatto che la divertita adulazione ha ormai da tempo abbandonato i lidi lasciando a terra solo la necessaria pazienza, magari un po' annoiata, forse rassegnata, ma in fondo serena.
Mogli dei fotografi, amatoriali e non. Sante donne.
Sulla seconda mi limito ad un commento tecnico, se così si può dire: portala al formato quadrato, agendo perlopiù da sinistra. Non potrai cambiare la valenza degli sguardi e neppure l' eccesso di sfocato (almeno così appare a me in questo monitor un po' scasso ...); tanto meno potrai rimediare all' interposizione dell' albero tra i due sogetti. Ma certamente ridarai forza alla lettura, riportando al centro dello sguardo dell' osservatore l' elemento chiave ed eviterai che il suo subordinato si perda in un contesto troppo abbondante, poco significativo rispetto a quel che vuoi dire con questa foto e, soprattutto, tale da non offrire una sottolineatura che ci inviti, che ci aiuti a coglierlo come qualcosa di importante e non, piuttosto, come un evento un po' casuale, quale appare ora.
mario zacchi ha scritto:... portala al formato quadrato...
Pratica orrenda und pessima abitudine alla quale ci siamo ormai troppo abituati la trasformazione dei formati... prima si scatta e poi si pensa dunque?
elisemkII... certo che qua ci sei andato giù di fantasia non poco eh
Ciao
E' vero: è una paratica inopportuna se si vuole conservare e pesare ciò che si è visto e come lo si è visto (che sarebbe l' ovvio).
Ma talvolta, come qui, penso io, è istruttivo, più che utile a recuperare. E meglio se come pratica è privata.