libro Contarex: che emozione la prima bozza su carta

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Elmar Lang
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Oh, naturalmente!

Quegli articoli me li sono letti e riletti: sono una sorta di livre de chevet digitale, per l'appassionato -o tendente al fanatico- delle telemetro Zeiss.

L'unica "summa" disponibile in cartaceo, sono i due volumi di Kuc "Auf den Spuren der Contax"... sarebbe bello arrivasse prima o poi qualcosa che superasse la fatica del collega tedesco, ed in lingua italiana!

A presto,

E.L.
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PIERPAOLO
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circa dieci anni fa presentai la bozza del libro Contax a Reflex, ma fu giudicato un libro per pochi e non se ne fece niente, poi Marco Cavina, generosamente, mi concesse lo spazio sul suo sito web ed iniziai a pubblicare i vari capitoli del libro con un apparato iconografico molto piu' ampio di quanto si potesse fare sul libro previsto
Considerando che mancano ancora diversi capitoli ne verra' fuori una trattazione molto completa e non so, francamente, a quanti appassionati possa veramente interessare.

Pierpaolo
Elmar Lang
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Giustamente, una casa editrice anche se specializzata nel settore, deve per forza valutare un progetto editoriale in funzione delle vendite. Sicuramente, un'opera sulla Contax a telemetro troverebbe un robusto nucleo di appassionati, ma forse meno di quanti giustificherebbero i costi di un'edizione.

Lo "Auf den Spuren der Contax" è stato un buon successo editoriale, anche verso un pubblico con poca dimestichezza col tedesco (tanti, 'guardano le figure' e basta); però buona parte del successo è stato -manco a dirlo- in Germania dove la Contax, o la Zeiss tout-court, restano un monumento alla tecnologia tedesca.

Un testo in Italiano avrebbe purtroppo un successo limitato, per quanto completo e documentatissimo esso possa essere. E lo dico da profondo appassionato del 'sistema' Contax a telemetro. Ovvio che farei i salti di gioia a poter completare il mio corredo con un bel volumone da sfogliare nelle giornate di pioggia, quando la fotocamera riposa nella sua valigetta Omnica, ma bisogna fare i conti con la realtà, specie di questi tempi.

E' per questo che trovo interessantissimo lo sforzo editoriale di NewOldCamera nel voler dare alle stampe questo studio così importante, dedicato ad una pietra miliare della strumentazione fotografica quale è la Contarex.

E chissà che quest'opera -magari- non risvegli ancor di più l'interesse per i telemetri di Dresda, Jena e Stoccarda.

Gli appassionati Zeiss sono gente molto paziente...

A presto,

E.L.
Renmazuoh
Io sono abbastanza fiducioso che un trattato simile possa venire alla luce.Considerazioni giuste a livello editoriale ma,intanto..cominciamo a spandere la voce sul web e a contarci:magari scopriremo che siamo ben piu' di io e E.L.=2 a sbavare dal desiderio di avere quest'opera a disposizione..Qualcuno dagli spalti direbbe: one more Jimmy...you can do it =D>
Elmar Lang
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Bene benissimo: 2 copie del libro Contax già vendute!

2 appassionati sono due appassionati; 20 appassionati, sono venti appassionati; 200 appassionati, sono una "forza storica"!

Staremo a vedere quanti utenti/collezionisti/fanatici dei telemetri Contax usciranno out of the closet...
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PIERPAOLO
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purtroppo non dovete convincere il sottoscritto ma Giulio Forti direttore della Reflex Editrice, e non è un tipo facile....alla commozione, invece a Watanabe ho fatto altre proposte ma purtroppo ha accettato solo quelle inerenti al mondo Leica. La verità è che queste pubblicazioni andavano fatte negli anni Novanta (il mio Zeiss con Cecchi è del 1997) e forse anche prima. Considerando che occorrono come minimo due anni se tutto va bene a pubblicare questo genere di libri, probabilmente occorreva muoversi prima, quando il collezionismo tirava, ma, ad esempio, Progresso Fotografico, con cui collaboravo per Classic camera, non ha mai voluto intraprendere iniziative in tal senso. Pertanto è veramente già tanto essere riusciti a pubblicare questi libri. Ricordo infine che lo Zeiss, andato esaurito, ha fatto 5000 copie, 8000 il Nikon, i due Leica rossi oltre i 10.000 esemplari. 1ooo copie non bastano: in Germania ho trovato pubblicazioni anche di soli 500 esemplari (ad esempio sulla Contax S), ma in Italia questi sono i numeri minimi. A meno di non pubblicare in proprio, come ha fatto l'amico Antonetto per il bellissimo libro sulla Rectaflex, ma...rimettendoci.

Pierpaolo
Renmazuoh
Come al solito il dio denaro fa da collo di bottiglia anche e soprattutto per gli editori,c'era da aspettarselo...
dai E.L. dobbiamo fare quota 5000 per passare al 2^ turno...
Se come dice PierPaolo 20 anni fa era il momento propizio,e non ho assolutamente motivi o elementi per dubitarne,e' anche vero che 20 anni dopo il grande Jimbo e' arrivato non al 2^ turno ma in semifinale a Flushing Meadows U.S Open :grin:
Noi CX o CREX non temiamo gli anni o le mode....
Elmar Lang
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Die Contax, überdauert Jahrhunderte!

...ma forse gli appassionati della Contax a telemetro soffrono di un briciolo di fanatismo...

Però è anche vero che la Contax-II/III e la "Ausgereifte" Contax-IIa/IIIa sono fotocamere senza tempo (e voi Leichisti, non catturate l'occasione per facili battute sull'affidabilità dell'otturatore a saracinesca!).

E.L.
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PIERPAOLO
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ricordo in ogni caso che l'otturatore delle Contax dopoguerra è diverso (e con spazi più limitati) di quello anteguerra e più affidabile, inoltre il prototipo Contax IV del museo di Oberkochen presenta un'ulteriore modifica.

comunque anche l'otturatore delle Leica con innesto a vite non è rimasto uguale a quello progettato da Barnack, ma migliorato nel tempo, qui una disamina

http://www.leica-historica-italia.it/kappa.htm

Pierpaolo
Elmar Lang
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Certo... io volevo solo scherzare un po' attorno al "senza tempo" riferito alla Contax.

Vero: l'otturatore della Contax "anteguerra" può soffrire di inconvenienti. Però vorrei aggiungere che mio nonno acquistò una Contax-II nel 1937 e la usò per tutto l'arco della guerra mondiale, anche nelle condizioni proibitive della Russia. Riportò a casa la pelle (e la Contax), usandola molto intensamente fino alla sua scomparsa, nel 1978, quando ereditai la sua macchina, che uso ancora. Da quello che so, essa fu revisionata all'otturatore nei primi anni '50 ed all'inizio dei '70 fu solo pulita. Esteticamente è tutt'altro che da collezionismo, ma funziona ancora senza il minimo problema.

La Contax-IIa (IIIa) ha un otturatore effettivamente del tutto nuovo, pur mantenendo il principio della saracinesca a scorrimento verticale: devo dire che quest'ultimo, rispetto a quello anteguerra è molto più silenzioso e -nei tempi lenti- dal suono meno "ansimante". Solo, se la fotocamera viene usata poco, può verificarsi l'inconveniente della mancata apertura della tendina ai tempi di 1/500 ed 1/1250; inconveniente cui un buon riparatore sa ovviare senza particolari difficoltà.

Tornando al tema d'argomento editoriale della discussione, al di là delle purtroppo comprensibili ragioni di un editore, devo dire che il pubblico di appassionati (utenti e/o collezionisti) del sistema Contax a telemetro pre- e postbellico sta ultimamente crescendo: nettamente all'estero ed un po' più timidamente in Italia.

I moderni sistemi editoriali comunque, possono consentire tirature ridotte, ma di qualità, a costi decisamente accettabili, anche considerando un'edizione inferiore alle 1000 copie. Mi dispiace che l'ottimo Antonetto alla fine ci abbia rimesso, con il suo bel volume sulla Rectaflex: nel mio piccolo, mi sento con la coscienza a posto: già a suo tempo lo acquistai... così come -ça va sans dire- acquistai pure "Zeiss"...

A presto,

E.L.
Renmazuoh
a proposito di otturatore Contax..finalmente il fotoriparatore mi ha restituito la mia IIIa dopo 22 gg di sequestro e successive trattative di riscatto.Mi ha revisionato la sez controllo dei tempi lunghi e ora quel gioiellino targato 1956 è di nuovo "back in business" e domani la provo sulla via francigena :twisted: mi sembra giusto metterla sotto dopo ansia e voglie insoddisfatte per così tanto tempo
Elmar Lang
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Ed io non ho saputo resistere (temo che in me si agiti anche il collezionista...) ed ho acquistato una bella IIIa "tempi d'esposizione colorati" con Carl Zeiss Sonnar 50/1,5. Perfetta e con l'esposimetro che fornisce dati ancora correttissimi.

Mi sto divertendo un mondo con la Contarex "Ciclope": oltre ad essere un capolavoro ottico-meccanico, aiuta anche a mantenere tonici i bicipiti e le articolazioni dei polsi!

A presto,

E.L.
dedalus
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Posso uscire dal coro? Ho avuto la ciclope ed era una macchina arretrata e pressoche' inutilizzabile. Dai comandi contorti. A partire dalla selezione dei diaframmi. Gli obiettivi invece erano meravigliosi, o almeno li ricordo cosi'. Ma la macchina era una specie di mammuth di ferro. Il comune planar 50 2 aveva una resa pulita e allo stesso tempo corposa, decisamente piu' particolare di quello uscito a corredo cy..nitido ma freddino. Molto bellina, ma limitata, era invece la contaflex.
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PIERPAOLO
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Contarex e Contaflex erano macchine diverse: a tendina la prima ad otturatore centrale la seconda, da questo deriva anche il diverso parco ottiche, e naturalmente il prezzo che per la Contaflex era solo una frazione di quello elevatissimo per Contarex.
Ma la Contarex Ciclope è stata la prima reflex con esposimetro accoppiato e la Contaflex Super BC la prima reflex con esposizione automatica e TTL. Questo per la storia.
Sulle ottiche per Contarex credo sia stato detto tutto, ma nel ns libro qualcosa di nuovo si trova ancora....specie per le ottiche poco conosciute come il Planar 85/1,4, lo SPlanar o magari il 35/2. Anche il Mirotar 500 non scherza....

Pierpaolo
Elmar Lang
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Salve,

credo che esprimere giudizi "tranchant" sulla Contarex, possa sì essere giustificato, però è anche necessario calarsi nello spirito dell'epoca in cui quella fotocamera apparve sul mercato e le ragioni per cui fu realizzata.

Usarla, è un'operazione di filologia fotografica, basata sulla attenta lettura del suo manuale, su prove nell'impratichirsi nelle funzioni disponibili ed infine con la prova sul campo.

E' una fotocamera speciale ed unica: forse scomoda, ma all'epoca in cui uscì fu lo "stupor mundi" della fototecnica; le sue ottiche sono ancora dei termini di paragone. Sulla Contarex nelle sue varie versioni, la Zeiss Ikon ci morì, stritolata da una logica in cui i tecnici tedeschi commisero errori (di mercato) assai gravi.

Di quell'epoca, ci rimane il monumento, a modo suo assai piacevole da usare.

A presto,

E.L.
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