Il mio umile contributo alla discussione (che, magari non in questo contesto, assume spesso i toni di una disputa Guelfi vs. Ghibellini):
esistono foto digitali "tridimensionali" (virgolettato, in quanto è pura illusione ottica o, se vogliamo, stilema linguistico, uso della luce, ecc.) e foto analogiche "piatte" come pure il contrario.
Il sensore non ha profondità (che poi è da vedere in quanto composto da sandwich di elementi...), la pellicola ce l'ha di pochi decimi di mm., comunque il piano resta unico.
Il resto è aria fritta o, meglio specificato, convenzioni che ci creiamo per estrapolare una "tridimensionalità", che non c'è e non ci può essere, da un corpo bidimensionale.
Poi possiamo discutere fino alla noia se un Summicron 35 I serie abbia più "tridimensionalità" (o l'illusione di essa) di uno Zeiss Biogon 35, ma si tratta di pura accademia su delle "convenzioni visive"; e comunque fa parte del "gioco" della fotografia e dei suoi annessi e connessi, anche tecnico-tecnicistici (diciamo che spesso a noi fotografi, o supposti tali, ci piace friggere l'aria...).
Puro buon senso.Aggiungo che farei molta fatica ad immaginare come una immagine ottenuta digitalizzando con uno scanner una immagine bidimensionale possa avere più tridimensionalità di una immagine ottenuta digitalizzando con una digicam una scena tridimensionale, a parità di ogni altra condizione, si intende.
Comunque stiamo al gioco:
quale è la più "tridimensionale"?


P.S. Una trentina, o forse più, di anni fa facevamo le stesse discussioni in merito al fatto se avesse più "tridimensionalità" il 6x6 piuttosto che il 35mm.
Buon week end.