Il "piano unico"

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

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R.dox
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carlo riggi ha scritto: Un po' di fastidio me lo dà ogni volta sentire che le foto sono belle, sì, "ma peccato per questo e peccato per quello"...
Soprattutto, mi dispiacerebbe scoprire che il mio occhio si è completamente corrotto, tanto da non discriminare più determinate qualità.
A giudicare dalle reazioni alle foto di questo thread, l'esito non è così univoco: alcuni amici, come me, riescono a toccare la statua della mia prima foto, altri la vedono di una piattezza assoluta.
Per questo mi viene il sospetto che, al di là di tutti gli altri parametri, compreso il contrasto (d'accordo con te e con Stefano), e persino lo "spessore" della pellicola (non per niente ho citato la mitica Kodachrome), agisca non poco anche un latente pregiudizio.
Quello che non capisco del tuo ragionamento è perché, visto che consideri la visione a monitor come la ghigliottina della plasticità, i tuoi rilievi di piattezza si abbattono solo sui file nativi digitali.
Quello su cui non concordo per nulla, invece, è la tua pessima considerazione della stampa digitale. Non so che esperienze tu abbia, per me - tra gli altri - fa fede Mimmo Jodice e la sua retrospettiva al Palazzo delle esposizioni di Roma (la cito spesso, faccio come i vecchi che parlano della guerra...), dove splendide stampe digitali si accostavano senza arrossire a splendide stampe analogiche.
D'ora in poi solamente il commento all'immagine e la dicitura "nessun commento tecnico" acronimato NCT... :D
La statua non ha una piattezza assoluta nè si può definirla assolutamente plastica... i Maestri insegnano che esiste sempre la "via di mezzo".
Ti ri-assicuro Carlo in me non c'è nessun "latente pregiudizio", semplicemente soffro (si fa per dire) a vedere bellissime foto, che potrebbero trovar posto nelle memoria, scivolare nel nulla sotto ad un gusto insipido.
Io veramente ho scritto che la visione a monitor addirittura aiuta... se una foto analogica è plastica (non tutte lo sono per il semplice fatto di essere analogiche, sia chiaro eh..) resta plastica anche a monitor, sotto ne posto un esempio e ti prego di farmi sapere come la giudichi tu.
Per quanto riguarda la stampa digitale, per quelle che ho avuto modo di vedere io , sinceramente mortificanti... probabilmente non ho mai visto quelle giuste, può essere.
Come ben sai Jodice lo amo, per me meglio di tanti altri osannati. Non ho visto le sue stampe dgt, ma se ti riferisci al libro "Roma" scattato in dgt... sinceramente... per carità di patria e per non rovinare l'amicizia, non voglio nemmeno aggettivare.
Ripeto sempre disposto a ricredermi non appena vedrò un lavoro numerico con le stesse caratteristiche di uno analogico.

Ciao
Riccardo
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Manuel Alvarez Bravo
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carlo riggi
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R.dox ha scritto:D'ora in poi solamente il commento all'immagine e la dicitura "nessun commento tecnico" acronimato NCT... :D
No, ci mancherebbe, il CT fa parte del pacchetto. :)
Solo, mi piacerebbe sapere che la valutazione tecnica è espressa di volta in volta e non è a priori, legata solo allo strumento.


La statua non ha una piattezza assoluta nè si può definirla assolutamente plastica... i Maestri insegnano che esiste sempre la "via di mezzo".

Non sempre la migliore, ma esiste.


Ti ri-assicuro Carlo in me non c'è nessun "latente pregiudizio", semplicemente soffro (si fa per dire) a vedere bellissime foto, che potrebbero trovar posto nelle memoria, scivolare nel nulla sotto ad un gusto insipido.

E io ti credo. Però, non è che sempre siamo consapevoli dei nostri pregiudizi, tanto più se latenti...



Io veramente ho scritto che la visione a monitor addirittura aiuta...

Pardon! Avevo letto male.



se una foto analogica è plastica (non tutte lo sono per il semplice fatto di essere analogiche, sia chiaro eh..) resta plastica anche a monitor, sotto ne posto un esempio e ti prego di farmi sapere come la giudichi tu.

Verità? Per me la tua foto è talmente bella che non mi pongo minimamente il problema della tridimensionalità. Certi aspetti, probabilmente, emergono maggiormente in foto in cui prevale la texture e l'esplorazione della superficie.
Dovessi commentare la tua foto mi verrebbe da sottolineare tanti pregi, ma non quello della plasticita, tantomeno se, come chiedi, riferito a un soggetto posto a tale distanza.
Comunque, convengo con te, l'eccellenza tecnica contribuisce non poco alla "penetrazione" della foto.



Come ben sai Jodice lo amo, per me meglio di tanti altri osannati. Non ho visto le sue stampe dgt, ma se ti riferisci al libro "Roma" scattato in dgt... sinceramente... per carità di patria e per non rovinare l'amicizia, non voglio nemmeno aggettivare.

Gli scatti a cui mi riferisco erano analogici, facevano parte dei suoi classici.
Non conoscevo questo lavoro su Roma, ho sbirciato adesso su Google.
Forse ci sarebbe da fare un discorso più ampio, sui cambiamenti di gusto. Noi partiamo dall'idea che il digitale debba ricalcare gli stilemi classici, ma in effetti non sta scritto da nessuna parte. Le stesse stampe digitali di Jodice, erano bellissime, ma non potrei dire che fossero "identiche" alle altre analogiche.
Mi viene il dubbio che la mancanza di plasticità, tridimensionalità, matericità, siano in realtà la conseguenza di un "sapore" al quale fatichiamo ad abituarci (né lo ha prescritto il medico di doverlo fare). Ma ci sta che uno sperimentatore come Jodice affronti a viso aperto le nuove frontiere. Lo ha fatto, e con forza d'urto talvolta scandalosa, in tutta la sua carriera, con fotomontaggi, collage, tagli della carta, giochini di camera oscura, ecc. di fronte ai quali le attuali manipolazioni digitali impallidiscono.



Ripeto sempre disposto a ricredermi non appena vedrò un lavoro numerico con le stesse caratteristiche di uno analogico.

Probabilmente non succederà mai, vedrai sempre qualcosa di diverso. Sarà da capire se, nonostante i mutati sapori, le immagini riusciranno ugualmente a provocarti forti emozioni. Quello conta.
Ciao
Carlo
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marco palomar
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Iscritto il: mar dic 16, 2008 12:47 pm
tenete conto che le stampe digitali inkjet -quelle delle mostre, per capirci- sono nei fatti più piatte di quelle analogiche, perché non c'è un'emulsione in qualche modo interna alla stampa stessa, ma un inchiostro spruzzato sulla superficie della carta. Questo per qualche strano motivo fa la differenza.
ma guarda un po'
mario zacchi
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Iscritto il: ven nov 05, 2010 6:12 pm
carlo riggi ha scritto:...o forse ha davvero ragione chi dice che il digitale sta traviando le nostre capacità di discernimento.
Sta solo incidendo sulla nostra sensibilità: cambiandola influisce sui nostri gusti che a loro volta cambiano.
Votantonio
Messaggi: 260
Iscritto il: gio ott 25, 2007 1:45 pm
Sono allibito.Decenni di pratiche fotografiche per arrivare a capire non solo che si è analfabeti,
ma pure che si è contenti di esserlo,e come buoni uomini qualunque si tira in ballo il gregge,
perchè solo nel mucchio ci si può nascondere...
Mah...
...quando si sostiene che a noi tutti piace friggere l'aria,
quando si spiega che il risultato di una foto è bidimensionale pur non essendolo la realtà...
quando si nega in pratica che la qualità intrinseca almeno formale di una immagine
è fatta fondamentalmente di questo....Beh...
mi sembra che manchino i fondamenti...
......
Il tono è polemico e nulla più,visto le banalità delle asserzioni citate.
Ti ringrazio di cuore per questa tua lezioncina, sai gli incompetenti, analfabeti come me che si nascondono nel gregge a volte hanno bisogno
di queste quattro pillole di saggezza da chi, evidentemente, ne può distribuire a piene mani (di saggezza e di competenza).
Comunque stai sereno, fortunatamente esistono persone come te che insegnano a noi, poveri buoni uomini,
i "fondamenti", sopratutto ammirando e facendo tesoro dei tuoi imperdibili scatti.
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marco palomar
Messaggi: 2703
Iscritto il: mar dic 16, 2008 12:47 pm
ma aripijateve!!! :D
ma guarda un po'
otto
in un futuro molto vicino ci saranno le foto in 3D che credo accontenterà tutti gli amanti di questa tridimensionalità, anche l' HDR dovrebbe piacere come tecnica a chi ama le immagini tridimensionali, io onestamente non saprei riconoscere una foto piatta da una tridimensionale, mi basta che ci sia della sana vignettatura e mancanza di grigi (solo bianchi e neri) per osservare una foto con attenzione ma so di certo che preferisco una bella foto piatta e contrastata ad una grigiotta e noiosa alla ansel adams...

otto.
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Gianluca.Monacelli
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Iscritto il: mar mag 01, 2007 3:24 pm
Località: ROMA
qui si vola alto... così alto che continua a girarmi la 'capa'... però....
beh qui si parla di 'bokeh..'

Bokeh
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Bokeh (pronunciato /bɒkɛ/ o talvolta /ˈboʊkə/[1]) è un termine del gergo fotografico derivato dal vocabolo giapponese "boke" (暈け o ボケ), che significa "sfocatura" oppure "confusione mentale"[2]. A partire dalla metà degli anni novanta, si è affiancato all'uso terminologico tradizionale di espressioni come contributo delle aree fuori fuoco o resa dello sfuocato.

Personalmente credo che la bi/tridimensionalità sia legata a fattori di diaframma, di caratteristiche intrinseche alla lente che si usa, alle prospettive dell'inquadratura e infine alla luce... Non credo che il sensore sia 'mancante ;) ' della capacità di registrazione di tale fenomeno.

Caro Ric. l'analogico forse permetteva di esasperare le capacità intrinseche del vetro solo perchè tutte le lenti venivano studiate sulla pellicola cercando di tirarne fuori il meglio. .....ma questa è una mia personale speculazione. #-o
Ciao a tutti, Gianluca
http://www.flickr.com/photos/21673430@N06/
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carlo riggi
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Interessante come sempre il tuo contributo.
Ma se il digitale non fa altro che allineare pixel su un piano rigido, com'è vero, mi spieghi come posso apprezzare la 3D a monitor da una scansione da pellicola? Forse che lo scanner distribuisca e sovrapponga alogenuri d'argento sul suo sensore?
Ciao
Carlo
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carlo riggi
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Quindi, se facessero uno scanner in grado di acquisire immagini a distanza avremmo delle foto finalmente tridimesionali...
Victor, tu non lo sai ancora, ma hai inventato la fotografia digitale!
Ciao
Carlo
mario zacchi
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Iscritto il: ven nov 05, 2010 6:12 pm
La pittura, quando ha voluto e ben prima dell' "invenzione" del boken, ha reso la plasticità. Perché?
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