Secondo me, dare un titolo a un'immagine limita soltanto le infinite interpretazioni che gli so possono dare.
Se guardo una foto e vedo il relativo titolo, i miei pensieri e la mia capacità di interprettazione si bloccano in quanto smettono di cercare altre idee in quell'immagine.
Manca il cosa, come e perché quel fotografo ha voluto esprimere con quell'immagine......anche perché non tutti i fruitori della foto vedono la stessa cosa.
Dare il titolo di una foto e così importante
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sergio
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- mauro ruscelli
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Non e' importante di per se ma puo' entrare nel meccanismo di comunicazione dell'opera. Sotto il capello fotografia rientrano tantissime cose, e questo causa sempre qualche ambiguita', una fototessera non richiede titolo, una foto delle vacanze o una foto street molto spesso non lo richiedono. Una foto che pero' cerca di uscire o semplicemente di forzare i meccanismi fotografici puo' averne bisogno, pensiamo a foto astratte o opere concettuali.
Il fatto e' che la foto intesa comunemente intesa e' iconica, ovvero non ha bisogno interpretazioni perche' mostra il soggetto e il suo senso tramite sengni che per cultura sono fruibili senza spiegazioni da chi la legge. MA la foto puo' non essere solo questo, l'autore puo' voler rappresentare un concetto o semplicemente fare dell'ironia abbinando un titolo che da un senso od una interpretazione a cio' che si vede.
Io per le foto che faccio non do' generalmente titolo e quando lo devo dare per presentarla ad esempio su un forum lo sbaglio, mettendo la prima cosa che viene e capite a volte che il fruitore viene fuorviato e ci perde l'immagine stessa. Secondo me' e' un bignami importante nei lavori piu' articolati, un titolo e qualche riga di spiegazione in portfolii o raccolte e' importante.
Il fatto e' che la foto intesa comunemente intesa e' iconica, ovvero non ha bisogno interpretazioni perche' mostra il soggetto e il suo senso tramite sengni che per cultura sono fruibili senza spiegazioni da chi la legge. MA la foto puo' non essere solo questo, l'autore puo' voler rappresentare un concetto o semplicemente fare dell'ironia abbinando un titolo che da un senso od una interpretazione a cio' che si vede.
Io per le foto che faccio non do' generalmente titolo e quando lo devo dare per presentarla ad esempio su un forum lo sbaglio, mettendo la prima cosa che viene e capite a volte che il fruitore viene fuorviato e ci perde l'immagine stessa. Secondo me' e' un bignami importante nei lavori piu' articolati, un titolo e qualche riga di spiegazione in portfolii o raccolte e' importante.
Mauro
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Il problema nasce dal fatto che troppo spesso i titoli vengono dati alle foto per compensare una carenza narrativa della stessa (alcuni sono veramente pretenziosi), con un risultato ancora peggiore perchè il titolo aumenta le aspettative e di conseguenza maggiore sarà la delusione. I titoli vanno bene quando sono didascalici.
Spesso a dare i titoli sono i cosidetti niubbi (traduzionaccia di newbie, novizio) alle prime armi.
Mi è capitato solo una volta di dare dei titoli, con scarso risultato prima di tutto per me stesso, ma alla fine mi sono reso conto che era un divertissement
Spesso a dare i titoli sono i cosidetti niubbi (traduzionaccia di newbie, novizio) alle prime armi.
Mi è capitato solo una volta di dare dei titoli, con scarso risultato prima di tutto per me stesso, ma alla fine mi sono reso conto che era un divertissement

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- fabrizio canella
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Più che importante mi pare difficile. E' importante nell'ottica della "vendita" di un prodotto, un titolo azzeccato fa vendere più libri o spinge la gente ad andare a vedere un film, e non so se, in questo senso, è utile alle foto che, ad esempio, vengono pubblicate sul web.
Non ho un'idea ben precisa al proposito, una foto può parlare anche attraverso il titolo o può anche farne a meno. Certo trovare un titolo "giusto" è molto, molto difficile. Foto "giusta" e titolo "giusto" ancora più difficile. Se ne fai a meno ti togli un pensiero ma a volte la tentazione di "aggiungere" è fortissima.
Less is more enunciava qualcuno...
Non ho un'idea ben precisa al proposito, una foto può parlare anche attraverso il titolo o può anche farne a meno. Certo trovare un titolo "giusto" è molto, molto difficile. Foto "giusta" e titolo "giusto" ancora più difficile. Se ne fai a meno ti togli un pensiero ma a volte la tentazione di "aggiungere" è fortissima.
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Ciao
fabrizio
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- ulyssesitaca
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condivido, personalmente, quanto detto da Mauro e Stefano.
Il titolo e' un arma a doppio taglio, che va gestita con accuratezza:
-un modo per attrarre attenzione alla fotografia (operazione di marketing concettuale)
-un modo per incanalare la visione del fruitore verso una maggiore univocita' di lettura, o anche semplicemente una dichiarazione di intenti e contenuti (esiste da sempre anche in letteratura e poesia: chi comincerebbe a leggere un libro senza titolo ?)
-un modo per puntellare una struttura instabile (chi ricorda certi titoli atroci in inglese nei concorsi FIAF ?).
Credo alla fine le cose cambino a seconda dell'autore, e in questo, cio' che Massimo Stefani sostiene da vent'anni, la contestualizzazione dell'autore, e' funzionale e fondamentale.
Spesso si sente il bisogno di dare il titolo ad una singola immagine, ma quasi sempre, in presenza di piu' immagini, si titola la serie o il libro intero.
Viene da pensare che il titolo sia funzionale alla contestualizzazione dell'autore quando manca lo spazio per contestualizzarlo con molte immagini, ma anche che "certe" immagini necessitino di un titolo. Si puo' pensare a "the lines of my hand" senza titoli ? Credo di no.
Resta, poi, come Sergio giustamente si arroga, il diritto di leggere diversamente qualsiasi messaggio o codice, compreso quello fotografico. Questo, a mio parere, e' esercizio fondamentale e inalienabile, che va coltivato e difeso, ma che' puo essere perpetrato indipendentemente dalla presenza del titolo da parte dell'autore.
Il titolo e' un arma a doppio taglio, che va gestita con accuratezza:
-un modo per attrarre attenzione alla fotografia (operazione di marketing concettuale)
-un modo per incanalare la visione del fruitore verso una maggiore univocita' di lettura, o anche semplicemente una dichiarazione di intenti e contenuti (esiste da sempre anche in letteratura e poesia: chi comincerebbe a leggere un libro senza titolo ?)
-un modo per puntellare una struttura instabile (chi ricorda certi titoli atroci in inglese nei concorsi FIAF ?).
Credo alla fine le cose cambino a seconda dell'autore, e in questo, cio' che Massimo Stefani sostiene da vent'anni, la contestualizzazione dell'autore, e' funzionale e fondamentale.
Spesso si sente il bisogno di dare il titolo ad una singola immagine, ma quasi sempre, in presenza di piu' immagini, si titola la serie o il libro intero.
Viene da pensare che il titolo sia funzionale alla contestualizzazione dell'autore quando manca lo spazio per contestualizzarlo con molte immagini, ma anche che "certe" immagini necessitino di un titolo. Si puo' pensare a "the lines of my hand" senza titoli ? Credo di no.
Resta, poi, come Sergio giustamente si arroga, il diritto di leggere diversamente qualsiasi messaggio o codice, compreso quello fotografico. Questo, a mio parere, e' esercizio fondamentale e inalienabile, che va coltivato e difeso, ma che' puo essere perpetrato indipendentemente dalla presenza del titolo da parte dell'autore.
Raffaele
Sergio si riferiva alla titolazione di una sola immagine, non di una serie dove invece credo che abbia un certo senso la titolazione. Personalmente quando titolo una serie cerco di condensare in poche parole il significato che tiro fuori dalle foto, ma, ed è inutile nasconderselo, c'è anche del MKT soprattutto quando le pubblichi sul web, visto che il titolo deve anche incuriosire chi viene a visitarti.
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- mauro ruscelli
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- Iscritto il: dom dic 10, 2006 4:05 pm
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Una foto che rappresenta un seno e parte del braccio alzata, puo' essere titolata, "tav. 33 - tumore al seno" oppure "Ecco Giunone che sorge" il titolo puo' cambiare drasticamente il senso e la lettura della foto, quasi che la fotografia NON sia linguaggio a 360°, ma capace solo di dare parte delle informazioni. Monca senza un corretto completamento descrittivo.
Terreno spinosissimo.
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Mauro
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- massimostefani
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Se è vero che " tutte le fotografie sono reali..nessuna è la verità "come dice Avedon,può essere accettabile il tentativo,attraverso una indicazione incontestabile come la parola scritta, di indirizzare verso la "nostra" verità colui che osserva le ns immagini.Stefano mi trova concorde sull'uso di un titolo per l'insieme del racconto fotografico che si leggerà come un libro...ma con le mille vie d'uscita per le ns capacità interpretative che Sergio,giustamente,rivendica.Ed è perfettamente vero che molti "caricano"
o meglio,tentano di caricare di significato,con un titolo,immagini...normali,uno scatto tra i tanti.....si sono sprecati nel tempo fiumi di : solitudini..abbandoni..resistenze...malinconie ecc...ecc...
massimostefani.
o meglio,tentano di caricare di significato,con un titolo,immagini...normali,uno scatto tra i tanti.....si sono sprecati nel tempo fiumi di : solitudini..abbandoni..resistenze...malinconie ecc...ecc...
massimostefani.
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
R.Avedon
- luca rubbi
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- Località: Milano
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Dare il titolo talvolta può essere un gioco, talvolta i titoli vengono come in automatico per chiamare una certa foto, in ogni caso io non gli do molta importanza, di solito guardo la foto...
Ciao
Luca
Ciao
Luca
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