Questioni di nudo
Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi
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- Messaggi: 1539
- Iscritto il: gio mar 15, 2007 4:17 pm
- Località: Pianoro
Questa è sontuosa e vertiginosa!!

Mario Andreoli
- NatRiscica
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- Iscritto il: lun dic 11, 2006 10:52 am
Straquoto!Supermario ha scritto:Questa è sontuosa e vertiginosa!!
Nat
AAB Member
- fabrizio canella
- Messaggi: 871
- Iscritto il: lun dic 11, 2006 12:05 pm
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Mario, smetti di postare su flickr e metti le tue foto solo sul forum!
A parte gli scherzi ribadisco che le tue foto sono una delle cose più belle capitate al forum negli ultimi tempi. Bravo!
A parte gli scherzi ribadisco che le tue foto sono una delle cose più belle capitate al forum negli ultimi tempi. Bravo!
Ciao
fabrizio
fabrizio
A me i nudi palesemente digitalizzati, oramai nella totale inflazione, mi procurano insofferenza e noia.
Mi piace invece molto, il particolare del "nudo" di Luca, laddove, l'inarcamento del dorso della mano della modella, lascia percepire grande tensione, ansia ed anche una leggera forma di imbarazzo, dovute, forse, alla scarsa propensione del mettersi a nudo.
Ecco, una semplice mano e quanto mi racconta.
Bruno B.
Mi piace invece molto, il particolare del "nudo" di Luca, laddove, l'inarcamento del dorso della mano della modella, lascia percepire grande tensione, ansia ed anche una leggera forma di imbarazzo, dovute, forse, alla scarsa propensione del mettersi a nudo.
Ecco, una semplice mano e quanto mi racconta.
Bruno B.
- marco palomar
- Messaggi: 2703
- Iscritto il: mar dic 16, 2008 12:47 pm
deliziosa la foto di zamario.
Qui tutti postano belle foto, mi vien voglia di riprendere le macchine in mano!!!
Qui tutti postano belle foto, mi vien voglia di riprendere le macchine in mano!!!
ma guarda un po'
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- Messaggi: 1539
- Iscritto il: gio mar 15, 2007 4:17 pm
- Località: Pianoro
Qui tutti postano belle foto, mi vien voglia di riprendere le macchine in mano!!!
Marco è quello che mi capita: frequentando questo forum mi viene da prendere la fotocamera e fare quello che non avrei mai immaginato!
...o piuttosto non avrei mai osato!
I grandi fotografi affermati mi influenzano teoricamente ma, giudicandoli lontani e inarrivabili con soggetti per me improbabili, non mi stimolano al cimento, anzi mi demoralizzano, invece i fotografi della porta accanto per me sono un vero incitamento.
Non solo ma proprio i fotografi più diversi fra noi, come sensibilità e carattere, sono quelli che mi stimolano ad un confronto con me stesso e ad una maggiore libertà nel districarmi dai lacciuoli dei codici estetici personali che le ossessioni e le insicurezze mi hanno creato.
Questo non vuol dire che il mio gusto personale venga modificato, ma influenzato sì!
Marco è quello che mi capita: frequentando questo forum mi viene da prendere la fotocamera e fare quello che non avrei mai immaginato!
...o piuttosto non avrei mai osato!
I grandi fotografi affermati mi influenzano teoricamente ma, giudicandoli lontani e inarrivabili con soggetti per me improbabili, non mi stimolano al cimento, anzi mi demoralizzano, invece i fotografi della porta accanto per me sono un vero incitamento.
Non solo ma proprio i fotografi più diversi fra noi, come sensibilità e carattere, sono quelli che mi stimolano ad un confronto con me stesso e ad una maggiore libertà nel districarmi dai lacciuoli dei codici estetici personali che le ossessioni e le insicurezze mi hanno creato.
Questo non vuol dire che il mio gusto personale venga modificato, ma influenzato sì!
Mario Andreoli
Questo topic era nato osservando che quasi mai i grandi fotografi si erano confrontati con il nudo se non per una ricerca stilistica. Lo sviluppo del topic ha in fondo avvalorato questa tesi. Solo quattro dei valentissimi fotografi attivi nel forum hanno tirato fuori qualche scatto. Fra questi, due dichiarano di aver utilzzato modelle e quindi, anche se lo negano, seguono un loro percorso di ricerca formale. Uno ha postato una sola fotografia molto casta. L'ultimo, che poi sarei io, dimostra chiaramente quanto i suoi scatti siano un affare privato.
Olympus OM2 50mm Agfa 100 A Marsiglia nell'estate del 1996.

Olympus OM2 50mm Agfa 100 A Marsiglia nell'estate del 1996.

Paolo Viviani
http://www.flickr.com/photos/86176478@N00/
http://www.flickr.com/photos/86176478@N00/
- luca rubbi
- Messaggi: 7685
- Iscritto il: lun dic 11, 2006 4:39 pm
- Località: Milano
- Contatta:
Paolo, non credo di cercare un percorso formale, in realtà come ho sostenuto spesso, a me interessa l'energia delle persone.
La forma si esprime attraverso la geometria, mentre l'energia è invisibile e questo per un linguaggio visivo che registra il visibile (almeno in teoria) è un paradosso che la rende piuttosto eccitante, fotografare l'energia è cercare l'essenza della persona attraverso la mistica della fotografia, le forme invece sono dei simulacri svuotati come manichini abbandonati su una spiaggia, amo pensare alle donne nude come a creature pulsanti di calore ed energia e la loro sola presenza mi rende migliore la vita e questo, cercando di contraddirti ancora una volta, è un'esperienza assolutamente personale.
Il discorso sul nudo è sempre, almeno per ciò che mi riguarda interessantissimo, spero che anche altri che magari non lo praticano possano fare delle considerazioni utili a tutti.
Ciao
Luca
La forma si esprime attraverso la geometria, mentre l'energia è invisibile e questo per un linguaggio visivo che registra il visibile (almeno in teoria) è un paradosso che la rende piuttosto eccitante, fotografare l'energia è cercare l'essenza della persona attraverso la mistica della fotografia, le forme invece sono dei simulacri svuotati come manichini abbandonati su una spiaggia, amo pensare alle donne nude come a creature pulsanti di calore ed energia e la loro sola presenza mi rende migliore la vita e questo, cercando di contraddirti ancora una volta, è un'esperienza assolutamente personale.
Il discorso sul nudo è sempre, almeno per ciò che mi riguarda interessantissimo, spero che anche altri che magari non lo praticano possano fare delle considerazioni utili a tutti.
Ciao
Luca
http://lucarubbi.blogspot.com/
http://lucarubbi.carbonmade.com/
http://lucarubbimuserotike.carbonmade.com/
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- marco palomar
- Messaggi: 2703
- Iscritto il: mar dic 16, 2008 12:47 pm
mi piace e condivido questo discorso sull'energia (valido anche per soggetti diversi dal nudo), anche perchè mi pare che con esso tu cerchi di spostare il discorso dalla forma autoreferenziale al soggetto e alla comunicazione.
ma guarda un po'
Luca, ho maneggiato senza dubbio in maniera troppo criptica il concetto di percorso formale, lasciando adito ad un'interpretazione riduttiva che giustamente respingi. E' evidente che nei tuoi nudi si percepisce una tensione che è invece assente - forse intenzionalmente - in quelli di Zamario. Sarebbe interessante capire che ruolo abbia nel generare questa tensione l'uso cosciente di alcuni "artifizi" (absit iniuria verbis) di carattere formale, ma, fondamentalmente, ha maggior peso il fatto che le tue modelle si rapportano al fotografo in maniera diversa da quanto facciano le modelle di Zamario. Malgrado ciò, resta il fatto che il loro essere nude non è giustificato da un coinvolgimento realmente amoroso. Insomma, per metterla giù in modo un po' brutale, una modella si spoglia non perché abbia desiderio di te, ma perché è pagata per farlo. E quando ha finito, si alza, si riveste e se ne va.
Nel caso di alcuni miei nudi - non tutti in verità - l'immagine porta invece testimonianza di una reale intimità che rende ineludibile la nudità.

Sia chiaro: non sto suggerendo che queste immagini siano ipso facto più valide fotograficamente. Anzi, tutto il succo del mio primo intervento stava nel suggerire che proprio questa intimità - quando è flagrante - confligge con il linguaggio fotografico, giustificando così la ritrosia di tanti grandi fotografi nei riguardi del nudo.
Nel caso di alcuni miei nudi - non tutti in verità - l'immagine porta invece testimonianza di una reale intimità che rende ineludibile la nudità.

Sia chiaro: non sto suggerendo che queste immagini siano ipso facto più valide fotograficamente. Anzi, tutto il succo del mio primo intervento stava nel suggerire che proprio questa intimità - quando è flagrante - confligge con il linguaggio fotografico, giustificando così la ritrosia di tanti grandi fotografi nei riguardi del nudo.
Paolo Viviani
http://www.flickr.com/photos/86176478@N00/
http://www.flickr.com/photos/86176478@N00/
Caro Paolo,
chiamato in causa provo a rispondere. Oltretutto il tuo post capita in un periodo di riflessioni personali sul tema, quindi approfitto molto volentieri di questo scambio di opinioni per arricchire il mio pensiero sul tema.
Una premessa fondamentale: per strano che possa sembrare nemmeno io cerco un percorso formale nel nudo. Al contrario cerco di registrare l'energia di un momento. Essendo (ancora) convinto che ogni foto sia un autoritratto ho cercato di affrontare un tema, comunque difficile, curioso di scoprire come mi ci rapportassi.
Il fatto che il risultato sembri un puro esercizio formale mi fa pensare di essere decisamente fuori strada (sensibilita' personali a parte, of course)
Detto questo, che spero sgombri il campo da qualsiasi dubbio di difesa delle mie immagini, non sono d'accordo con quanto dici.
Personalmente non vedo tensione di una foto e "formalismo" in contrasto. Penso alle foto di Mappelthorpe o di Sieff e non mi pare che la forma (se intendo il senso in cui la citi) sminuisca la tensione del messaggio.
Allo stesso modo nelle foto di Luca (a proposito di grandi ;-) o di D'Agata' non vedo una mancanza di "forma" ma scelte stilistiche precise, anche se diverse da quelle piu' classiche.
Sicuramente per ottenere risultati significativi e' fondamentale il rapporto con il soggetto, il coinvolgimento che si riesce ad avere in quel momento e quanto il fotografo riesce a lasciarsi trasportare dalla situazione.
Che poi tale situazione sia un momento di un rapporto duraturo o l'unico in cui si vede una data persona e', a mio parere, assolutamente secondario, sicuramente non determinante ai fini della forza dell'immagine che ne risultera'.
Ovviamente l'atteggiamento della persona fotografata e' importante ma, a mio parere, solo come stimolo per il fotografo, non come elemento in se.
Fotografando una persona cara si puo' essere colti da buonismo o influenzati dal quotidiano e non vedere quello che si vede in un'estranea. Comunque sia nessun rapporto causa-effetto a priori con la forza del risultato.
Una nota personale: le ragazze che fotografo non sono quasi mai professioniste, ma persone che hanno voglia di mettersi in gioco. E non ho praticamente mai avuto la sensazione di avere di fronte a me una svogliata che fosse li' (nei rari casi in cui ho lavorato con una professionista) solo per i soldi. Che poi questo deponga ulteriormente a mio sfavore, per quanto detto sopra, e' un punto diverso.
Da ultimo continuo a pensare che di grandi che si sono confrontati con il nudo non ce ne sono pochi.
Che non tutti l'abbiano fatto mi pare possa rientrare tranquillamente nelle inclinazioni di ognuno, e che tra quelli che l'hanno fatto non tutti si siano indirizzati verso un ambito familiare trovo che sia dettato piu' da un approccio generale alla fotografia (nudo o non nudo) che a un pudore personale, ancor meno dal fatto che tale ambito sia poco fotogenico o, come dici tu, confligga col linguaggio fotografico.
Chiudo con una foto di esempio augurandomi che possa lasciare piu' dubbi possibile sulla situazione in cui e' stata fatta
chiamato in causa provo a rispondere. Oltretutto il tuo post capita in un periodo di riflessioni personali sul tema, quindi approfitto molto volentieri di questo scambio di opinioni per arricchire il mio pensiero sul tema.
Una premessa fondamentale: per strano che possa sembrare nemmeno io cerco un percorso formale nel nudo. Al contrario cerco di registrare l'energia di un momento. Essendo (ancora) convinto che ogni foto sia un autoritratto ho cercato di affrontare un tema, comunque difficile, curioso di scoprire come mi ci rapportassi.
Il fatto che il risultato sembri un puro esercizio formale mi fa pensare di essere decisamente fuori strada (sensibilita' personali a parte, of course)
Detto questo, che spero sgombri il campo da qualsiasi dubbio di difesa delle mie immagini, non sono d'accordo con quanto dici.
Personalmente non vedo tensione di una foto e "formalismo" in contrasto. Penso alle foto di Mappelthorpe o di Sieff e non mi pare che la forma (se intendo il senso in cui la citi) sminuisca la tensione del messaggio.
Allo stesso modo nelle foto di Luca (a proposito di grandi ;-) o di D'Agata' non vedo una mancanza di "forma" ma scelte stilistiche precise, anche se diverse da quelle piu' classiche.
Sicuramente per ottenere risultati significativi e' fondamentale il rapporto con il soggetto, il coinvolgimento che si riesce ad avere in quel momento e quanto il fotografo riesce a lasciarsi trasportare dalla situazione.
Che poi tale situazione sia un momento di un rapporto duraturo o l'unico in cui si vede una data persona e', a mio parere, assolutamente secondario, sicuramente non determinante ai fini della forza dell'immagine che ne risultera'.
Ovviamente l'atteggiamento della persona fotografata e' importante ma, a mio parere, solo come stimolo per il fotografo, non come elemento in se.
Fotografando una persona cara si puo' essere colti da buonismo o influenzati dal quotidiano e non vedere quello che si vede in un'estranea. Comunque sia nessun rapporto causa-effetto a priori con la forza del risultato.
Una nota personale: le ragazze che fotografo non sono quasi mai professioniste, ma persone che hanno voglia di mettersi in gioco. E non ho praticamente mai avuto la sensazione di avere di fronte a me una svogliata che fosse li' (nei rari casi in cui ho lavorato con una professionista) solo per i soldi. Che poi questo deponga ulteriormente a mio sfavore, per quanto detto sopra, e' un punto diverso.
Da ultimo continuo a pensare che di grandi che si sono confrontati con il nudo non ce ne sono pochi.
Che non tutti l'abbiano fatto mi pare possa rientrare tranquillamente nelle inclinazioni di ognuno, e che tra quelli che l'hanno fatto non tutti si siano indirizzati verso un ambito familiare trovo che sia dettato piu' da un approccio generale alla fotografia (nudo o non nudo) che a un pudore personale, ancor meno dal fatto che tale ambito sia poco fotogenico o, come dici tu, confligga col linguaggio fotografico.
Chiudo con una foto di esempio augurandomi che possa lasciare piu' dubbi possibile sulla situazione in cui e' stata fatta
Ultima modifica di zamario il mar giu 02, 2009 11:42 am, modificato 1 volta in totale.
http://www.zamario.com - http://www.flickr.com/photos/zamario/
- luca rubbi
- Messaggi: 7685
- Iscritto il: lun dic 11, 2006 4:39 pm
- Località: Milano
- Contatta:
L'intimità annebbia la mente e induce all'errore, inteso come incapacità a rimanere lucidi e coscienti del reale valore di una fotografia, credo che per molti fotografi che vogliono (ahimè...) controllare tutto, sia una cosa impossibile da accettare.
Questo è il motivo per cui non affrontano il nudo che metterebbe a repentaglio tutte le loro “sicurezze”, al contrario a me non interessa, visto che io non sono sicuro di niente (almeno in fotografia), e quindi accetto il rischio, o forse so vedere al di là del personale ed astrarmi come uno qualunque che vede una fotografia per la prima volta.
Il giusto distacco è fondamentale, il troppo distacco lo trovo un atteggiamento da burocrati, credo che la passione legittimi un certo tipo di fotografia, in passato ho scritto:
Ogni situazione, ogni momento sono potenzialmente interessanti (ma la vita così dovrebbe essere), e tutto diventa come una riflessione fotografica che viaggia parallela al flusso della vita che corre.
Insomma come dico spesso, la fotografia è l’arte in diretta, il qui e ora.
Nessun ripensamento, l’unico è nella successiva scelta dei fotogrammi, quello che conta è esserci e documentare ma anche provocare e stimolare ciò che accade e che in qualche modo è destinato a svanire.
Ecco, provocare e stimolare, non basta l'esserci, talvolta il fotografo deve avere un ruolo più attivo, il che non significa imporre posture o atteggiamenti, ma piuttosto agire con sottigliezza psicologica verso un registro emotivo e figurativo che ci è più consono, indurre ad una modalità di contenuti più aderente alla nostra sensibilità, anche se la situazione o la persona, di primo acchito magari non sarebbero le più indicate.
Una volta Graziella mi disse, almeno nella sostanza:
OK Luca, va bene ma ricordati che tu non sei uno psicoterapeuta, devi essere più cattivo, in fondo sei solo un fotografo...
Questo perchè io tendevo ad esser troppo empatico perdendo di vista l'approccio più cattivo alla Avedon che tanto amo, sicuramente giusto un certo grado di empatia ma poi bisogna agire con determinazione ed efficacia, quello che poi tutti vedranno sono le fotografie, il rapporto con le persone riprese emergerà sono in parte come qualcosa che in fondo è giusto debba solo riecheggiare, altrimenti sarebbe facile cadere nel buonismo citato sopra da Mario...
NINFA ESTREMA (BELLASTREGA)

Nikon F4S - Noct-nikkor 58/1.2 AIS - TMAX400 esposta a 1600
Ciao
Luca
Questo è il motivo per cui non affrontano il nudo che metterebbe a repentaglio tutte le loro “sicurezze”, al contrario a me non interessa, visto che io non sono sicuro di niente (almeno in fotografia), e quindi accetto il rischio, o forse so vedere al di là del personale ed astrarmi come uno qualunque che vede una fotografia per la prima volta.
Il giusto distacco è fondamentale, il troppo distacco lo trovo un atteggiamento da burocrati, credo che la passione legittimi un certo tipo di fotografia, in passato ho scritto:
Ogni situazione, ogni momento sono potenzialmente interessanti (ma la vita così dovrebbe essere), e tutto diventa come una riflessione fotografica che viaggia parallela al flusso della vita che corre.
Insomma come dico spesso, la fotografia è l’arte in diretta, il qui e ora.
Nessun ripensamento, l’unico è nella successiva scelta dei fotogrammi, quello che conta è esserci e documentare ma anche provocare e stimolare ciò che accade e che in qualche modo è destinato a svanire.
Ecco, provocare e stimolare, non basta l'esserci, talvolta il fotografo deve avere un ruolo più attivo, il che non significa imporre posture o atteggiamenti, ma piuttosto agire con sottigliezza psicologica verso un registro emotivo e figurativo che ci è più consono, indurre ad una modalità di contenuti più aderente alla nostra sensibilità, anche se la situazione o la persona, di primo acchito magari non sarebbero le più indicate.
Una volta Graziella mi disse, almeno nella sostanza:
OK Luca, va bene ma ricordati che tu non sei uno psicoterapeuta, devi essere più cattivo, in fondo sei solo un fotografo...
Questo perchè io tendevo ad esser troppo empatico perdendo di vista l'approccio più cattivo alla Avedon che tanto amo, sicuramente giusto un certo grado di empatia ma poi bisogna agire con determinazione ed efficacia, quello che poi tutti vedranno sono le fotografie, il rapporto con le persone riprese emergerà sono in parte come qualcosa che in fondo è giusto debba solo riecheggiare, altrimenti sarebbe facile cadere nel buonismo citato sopra da Mario...
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Ciao
Luca
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applausi e standing ovation!
P.S. Graziella e' un mito!
P.S. Graziella e' un mito!
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