Sul reportage (raccontare storie con le fotografie)

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

cliqueur
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Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
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Discussione interessante: mi porto via, anche da altri thread:
  • - La definizione di reportage, che secondo me ha lo scopo di presentare una situazione, un palcoscenico e le azioni degli attori che vi esistono ed agiscono ad osservatori che non hanno la possibilità di fare la stessa esperienza di persona o che saranno magari invogliate a farla in proprio, seppure in altre condizioni.
    - La definizione di racconto, forse più simile al reportage, e che forse sposta l'accento più su un protagonista, le sue attività nel contesto (palcoscenico) più che presentare il palcoscenico stesso. Concordo sul fatto che il racconto possa avere una componente emozionale più spinta.
    - La definizione di serie, nella quale i collegamenti tra le immagini e ciò che riprendono sono più flebili, non necessariamente legati alle attività del o dei protagonisti, ma che possono essere anche solo elementi visuali ovvero fattori visuali comuni
Le domande:
  • - chi (who)
    - cosa (what)
    - dove (where)
    - quando (when)
    - perché (why)
Chi e cosa sono sovrapponibili, a meno che per "cosa?" non intendiamo la rappresentazione di una attività, dove è il palcoscenico, quando il tempo o l'estensione temporale. Il perché in realtà lo vedo integrato nelle domande precedenti, una combinazione volta alla comunicazione visiva.

A monte di tutto è necessario "procurarsi la licenza" di rappresentare per immagini tutto questo, convincendo gli attori della necessità ed utilità. Penso che sia l'occupazione principale di molti fotografi.
cliqueur
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Come sapete mi è piovuto dal cielo questo workshop con Jérôme Sessini.
Molto sinceramente mi sono detto, ma io che ci sto a fare qui?
La sensazione di mancanza di tempo nella mia vita per costruire la massa di immagini "giuste" per poi poter scegliere quelle che costituiscono la storia che voglio presentare è stata fortissima. Immagini coerenti, con ritmo, ben composte. Non una ogni tanto, ma 30 o 40 tutte riuscite.
Ed ancor più forte è stata la sensazione della mia mancanza di talento.

Ho visto un fotografo che non solo sa fare "belle" fotografie, anche di momenti terribili e sconvolgenti, ma che fa il giornalista, che sa rapportarsi al suo ambiente, alle persone, che sa muoversi, che ottiene il risultato che vuole.

Ma forse non tutto è perduto, e forse posso ancora crescere.

Vedremo.
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