[racconto :-) ] Budapest

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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Vittorio
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Iscritto il: sab gen 06, 2007 11:41 am
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Luca A Remotti ha scritto:
massimostefani ha scritto:Non basta essere in giro , seppur muniti di esperienza per essere Achermann, D'agata o Petersen, non basta, non basta il cell ( o quello che è ) non bastano i cessi, non bastano i corner dove le ingiurie del tempo la fanno da padrone.

Non basta, senza offesa. Almeno oggi, dopo milioni di immagini, per " raccontare " occorre altro, cosa della quale io NON sono capace, ma colgo ( in special modo dopo aver visto 3 volte l'intera rassegna FOTOINDUSTRIA a Bologna ) incapacità diffusa, amalgamata ad un dato di superficialità che non trova giustificazione se non nelle " mode " correnti .

Parere personale.....che vale per quello che è

MS
Scusa Massimo, e scusate tutti. Sarà che capisco poco, ma cosa vuol dire?
Mi mettono in difficoltà queste definizioni "per negazione": secondo me non si può definire qualcosa per quello che non è. Qualunque elemento o concetto (una foto, una serie) è definito per quello che è, non per l'infinito insieme di cose che non è.
La Fotografia non e' matematica,ma un linguaggio,arrivare ad esprimersi per mezzo di immagini,oltre alla tecnica appropriata ci vuole un "sentimento" che non tutti posseggono,(oltre al tempo...)
Noi comuni appassionati gia' solo il fattore tempo ci penalizza in maniera quasi totale,poi per poter raccontare bisogna prima conoscere,per conoscere ci vuole passione,capacita' d'ascolto,intuito,intelligenza visiva,psicologia (!) e TEMPO.
C'e' poi il fattore professionale che impone di non "appassionarsi" alle storie, ma raccontare con massima imparzialita'
ed onestà culturale(direi cosa quasi impossibile),il taglio personale che ognuno di noi da al proprio report,alla fine non dev'essere piu' importante del messaggio intrinseco, anzi dovrebbe contribuire a raffozzarlo.
scusa la fretta e magari la non chiarezza del mio pensiero.
Andrea
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... caro Vittorio, hai sintetizzato il succo dell'esigenza del fruitore ed in primis, del primo fruitore dell'immagine ...
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noctorius
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Sì, Vittorio scrive bene ma...

con il digitale anche un incompetente è in grado di realizzare un buon reportage...scatta che ti arriva! 5.000scatti in una sola giornata e tiri fuori 25/30 scatti decorosi. Questo non è fare Fotografia!

La Fotografia nasce dalla Pellicola! non rompeteci i maroni con il digitale che peraltro imperversa drammaticamente sul WEB...dove, ogni giorno, vengono riversate almeno 100 milioni di ignobili immagini elettroniche... :lol: e voi di questa pletora, ne fate parte...hi hi hi!!!

Io, invece, con le mie Pellicole, mi ritrovo su un livello molto più elevato - per voi digitalisti....irragiungibile!

e così come si cantava...irragiungibileeeeeeeee Algidaaaaaaaaaaaaaaaaaa - già algida come l'immagine digitale.

ossechkquiosamente vi saluto :)
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Condor
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Alcune fotografie sono molto gradevoli, penso ad esempio 2 4 9 16, altre più scontate come la 10 e la 13, altre ancora di cui non vedo il significato come la 6 7 8 12 (ma la 14 mi piace moltissimo).

Se l'obiettivo era un racconto, forse devi lavorarci su e scremare, ma prese singolarmente alcune funzionano bene. A mio avviso se dimezzi il numero delle foto ottieni un risultato finale decisamente migliore.

Ciao
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massimostefani
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Luca A Remotti ha scritto:
massimostefani ha scritto:Non basta essere in giro , seppur muniti di esperienza per essere Achermann, D'agata o Petersen, non basta, non basta il cell ( o quello che è ) non bastano i cessi, non bastano i corner dove le ingiurie del tempo la fanno da padrone.

Non basta, senza offesa. Almeno oggi, dopo milioni di immagini, per " raccontare " occorre altro, cosa della quale io NON sono capace, ma colgo ( in special modo dopo aver visto 3 volte l'intera rassegna FOTOINDUSTRIA a Bologna ) incapacità diffusa, amalgamata ad un dato di superficialità che non trova giustificazione se non nelle " mode " correnti .

Parere personale.....che vale per quello che è

MS
Scusa Massimo, e scusate tutti. Sarà che capisco poco, ma cosa vuol dire?
Mi mettono in difficoltà queste definizioni "per negazione": secondo me non si può definire qualcosa per quello che non è. Qualunque elemento o concetto (una foto, una serie) è definito per quello che è, non per l'infinito insieme di cose che non è.
Luca ...vuol dire esattamente quello che ho detto. Il raccontare è una operazione complessa ed articolata, che richiede tempo, conoscenza ed approfondimento, a maggior ragione quando la si tenta per immagini.
Il Tamb ( che ho avuto il piacere, assieme ad altri ,nel tempo ) di conoscere di persona sa che quando mi esprimo non lo faccio nè per "negare" alcunchè...tanto meno per "deprezzare " il lavoro altrui. Occorre ricordare che nel momento in cui si espongono le proprie immagini se ne perde la " paternità " ...esse vengono adottate dal fruitore che le metabolizza, ed in seguito le accetta o le rifiuta, oppure articola un diverso ordito narrativo rispetto all'intenzione originale espressa dall'autore. Se può interessarti, ma di certo già conosci l'autore ,riprendi in mano W.E.Smith ...il maestro assoluto del racconto fotografico, emulato e, a mio avviso tutt'ora insuperato.
Non è un racconto perchè non racconta nulla...si tratta di una serie di immagini, alcune ottime, altre meno, come capita a tutti ( a volte pure ai grandi ) magari fatte di fretta, alle quali si affida il compito , impossibile di raccontare Budapest ! Cosa si evince della Budapest attuale da queste immagini ?? Quale profilo saresti in grado di tracciare scorrendole ? Inoltre il riferimento, forse inesatto, relativo alle " mode correnti " mi è parso evidente in alcune immagini ( l'orinatoio ad esempio ) che hanno trovato ampio spazio, tra i fotoamatori, dopo l'avvento sulla scena degli Achermann e dei D'agata..e magari pure dei Moriyama, basta guardarsi attorno.
Magari il Tambalo nemmeno ci aveva pensato, ma tant'è !
Senza acrimonia alcuna...sono semplici considerazioni, in risposta ( di certo non esaustiva ) al tuo intervento

MS
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
cliqueur
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Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
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Ok.
Secondo me il problema è la distinzione tra "racconto" e "serie".
Questo non è un racconto, ma io vedo una serie su Budapest. Anzi, una serie che descrive una specifica esperienza a Budapest, anche con sottintesi e metafore. Ma non un racconto. E forse qui il buon Stefano ci ha un po' tratto in inganno.

Sono d'accordo con te, quindi.

Un racconto ha bisogno di uno o più protagonisti e di una "azione".

Dici una cosa che poi mi piace particolarmente, e che ogni tanto ripeto:
Occorre ricordare che nel momento in cui si espongono le proprie immagini se ne perde la " paternità " ...esse vengono adottate dal fruitore che le metabolizza, ed in seguito le accetta o le rifiuta, oppure articola un diverso ordito narrativo rispetto all'intenzione originale espressa dall'autore.
Ciao,
Luca
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Stefano Tambalo
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Iscritto il: mer mag 13, 2009 4:26 pm
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Grazie per i nuovi commenti e spunti.
L'insieme di foto in questione è stato denominato racconto perché è un gruppo di immagini che descrivono il mio fulmineo soggiorno a Budapest. Nessuna volontà di mostrare o descrivere la città (chi l'ha supposto è fuori strada): impensabile in due giorni anche solo pensare di volerlo fare.
E' il susseguirsi di ambienti, spazi, situazioni che ho vissuto - e che Luca ha giustamente interpretato - ed è stata intitolata Budapest perché lì ero; fossi stato a Berlino o in qualunque altro posto, il fine sarebbe rimasto lo stesso. Senza riaprire il discorso sulle definizioni, a parole o per immagini lo scopo era dire dove (io) sono stato, cosa (io) ho visto, cosa (io) ho fatto. Non mi viene un termine diverso da racconto.
Achermann e gli altri citati - salvo Moriyama - non li conosco e rimedierò, ma il dibattuto orinatoio ha la sua funzione, non sta lì per fare il figo :-)

Acrimonie manco per scherzo, discussioni volentieri!
S.
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