Certo!
Non pensavo alle fotografie stile Luca Rubbi, ma sono convinto che Pinna veda anche quelle.
Sicuramente NG pubblica reportage naturalistici e di viaggi, ma anche lavori a sfondo sociale. Pinna poi fa riferimento ai campi Rom, che sicuramente non sono un tema centrale per NG, o ai rifugiati.
Pensavo più che altro alle due immagini che contrapponi, la modella con la vitiligine, nel filone della modella anoressica di Toscani, l'altra - la "migrant mother" - un lavoro in partenza strettamente di documentazione in cui la Lange ha sicuramente profuso la propria capacità di fotografa (sappiamo che ci sono altre 4-5 immagini, non poche considerando "l'attrezzo", credo 4"x5" con cui le ha fatte).
È morto Giovanni Gastel
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- mauro ruscelli
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Solo per dire che sinceramente amo Irving Penn, Avedon cosi come sarah Moon e la foto di studio, o in particolare il ritratto sono un tema centrale e secondo me non cosi distante dal reportage.
Poi ci sono lavori difficilmente definibili secondo queste definizioni, basti pensare ad American west di Avedon che e' un reportage, ma fatto solo di ritratti con fondo bianco.
Poi ci sono lavori difficilmente definibili secondo queste definizioni, basti pensare ad American west di Avedon che e' un reportage, ma fatto solo di ritratti con fondo bianco.
Mauro
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ho bisogno di un piccolo aiuto
Mauro, visto che ti piace Sarah Moon,volevo omaggiarti di un suo ritratto che le ho scattato nel (lontano?) luglio de 2013, ma non riesco a capire come si possono inserire foto presenti nel proprio hard disk.
ho visto che c'è una casella
ma penso sia solo per cose presenti in rete, o no?
Mauro, visto che ti piace Sarah Moon,volevo omaggiarti di un suo ritratto che le ho scattato nel (lontano?) luglio de 2013, ma non riesco a capire come si possono inserire foto presenti nel proprio hard disk.
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dove? io ricordo quando e' venuta al SiFEst a Savignano
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Arles, 6 luglio 2013 libreria Mèjanes, la cosa divertente è che dopo aver incontrato lei, esco con Marina e un gruppo di amici, ci sediamo al bar di fianco alla libreria e al tavolo dietro noi, si siede... Daido Moriyama! eccolo mentre fa una dedica a Marina. e non solo! ma poco prima di loro due, eravamo stati ad un rinfresco organizzato da BMW, con Lucien Clergue e ad un tavolo con Arno Minkkinnen, ad Arles è una cosa normale
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io ci sono andato negli ultimi anni ma senza incontri cosi entusiasmanti...
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...ecco perché ho smesso di andarci, dopo averlo frequentato quasi ininterrottamente dal 1980 al 2015.mauro ruscelli ha scritto: ↑ven mar 19, 2021 11:39 am io ci sono andato negli ultimi anni ma senza incontri cosi entusiasmanti...
per me i "rencontres" non valgono più il viaggio.
Interessante. Considerando l'aura di "Arles".
Usura da inflazione? Che pensate? Al di là dei "mostri sacri", non si vedono, e incontrano nuovi fotografi con lavori interessanti?
Usura da inflazione? Che pensate? Al di là dei "mostri sacri", non si vedono, e incontrano nuovi fotografi con lavori interessanti?
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ciao Luca
guarda, per me (sempre e soltanto parere personale, continuo a dirlo,dato che come si dice: "non ho la verità in tasca")
Arles dipende da sempre da chi è al timone dell'organizzazione; ha avuto edizioni davvero entusiasmanti, che coincidono con la prima quindicina/ventina d'anni, dalla fine dei "70 a circa fine secolo scorso, alla guida di Lucien Clergue, poi anche il periodo di Hebel non è stato malaccio, poi sono arrivati personaggi che con la fotografia avevano poco da spartire, e sono iniziate le edizioni zeppe di video "artistici/astratti", di installazioni basate sulla spettacolarità della presentazione piuttosto che sulla qualità dei lavori presentati, sulla dimensione di immagini insignificanti stampate enormi (minimo tre metri per due), e altre piacevolezze simili; insomma, troppo spesso in quei posti mi sentivo preso in giro e rimpiangevo di esserci.
da dire però che ho smesso di andarci nel 2015, soprattutto per motivi di salute precaria, quindi non posso escludere che tutto sia nuovamente cambiato, non lo so, per quanto posso ancora aggiungere, almeno nelle ultime quattro/cinque edizioni, ciò che diventava via via sempre più interessante è la manifestazione collaterale "Arles OFF" organizzata in diversi ambienti, con sovente ottimo materiale e, cosa non trascurabile, ingressi gratuiti
guarda, per me (sempre e soltanto parere personale, continuo a dirlo,dato che come si dice: "non ho la verità in tasca")
Arles dipende da sempre da chi è al timone dell'organizzazione; ha avuto edizioni davvero entusiasmanti, che coincidono con la prima quindicina/ventina d'anni, dalla fine dei "70 a circa fine secolo scorso, alla guida di Lucien Clergue, poi anche il periodo di Hebel non è stato malaccio, poi sono arrivati personaggi che con la fotografia avevano poco da spartire, e sono iniziate le edizioni zeppe di video "artistici/astratti", di installazioni basate sulla spettacolarità della presentazione piuttosto che sulla qualità dei lavori presentati, sulla dimensione di immagini insignificanti stampate enormi (minimo tre metri per due), e altre piacevolezze simili; insomma, troppo spesso in quei posti mi sentivo preso in giro e rimpiangevo di esserci.
da dire però che ho smesso di andarci nel 2015, soprattutto per motivi di salute precaria, quindi non posso escludere che tutto sia nuovamente cambiato, non lo so, per quanto posso ancora aggiungere, almeno nelle ultime quattro/cinque edizioni, ciò che diventava via via sempre più interessante è la manifestazione collaterale "Arles OFF" organizzata in diversi ambienti, con sovente ottimo materiale e, cosa non trascurabile, ingressi gratuiti