sull'attenzione che i progettisti dedicano al diaframma posso citare ad esempio il Leitz 200/4 per Visoflex, che, tra la prima versione, cromata e nera, e la seconda versione, tutta nera, ha cambiato ufficialmente la posizione del diaframma. Il perché mi è ignoto ma evidentemente i progettisti Leitz devono aver riscontrato qualcosa. Segno che anche alla posizione del diaframma dedicano un poco di attenzione....
Pierpaolo
anche nella serie Zeiss Contarex, obiettivi storicamente collegati ad una costuzione senza compromessi, nella "second wave" (quelli neri) furono utilizzati pedestri diaframmi a 6 lamelle sulla maggioranza degli esemplari, declassando le originali e meravigliose versioni più complesse...
In questo caso - come del resto in certi superluminosi reflex a diaframma automatico - la semplificazione è/era dovuta alla riduzione delle inerzie, per garantire una chiusura nei tempi effettivamente richiesti, anche dopo anni e con i lubrificanti "stanchi", nel caso di certi grandangolari, invece, la riduzione delle lamelle era dovuta alle dimensioni minuscole dell'iride, difficile da realizzare e calibrare con molti elementi (vedi il caso del S. Angulon 4/21).
Una prova dei problemi legati alla chiusura rapida sulle reflex, con i relativi problemi di attrito e/o interferenza fra le lamelle, è fornita indirettamente dalla constatazione che i diaframmi più complessi e ricchi di elementi si riscontrano negli obiettivi a telemetro, guardacaso con diaframma manuale stop-down.
Comunque un'apertura circolare non dipende solo dal numero degli elementi: recentemente si sono visti diaframmi con lamelle opportunamente incurvate che permettono un foro circolare anche con soli 7 elementi; soltamente questo avviene alle aperture maggiori, ma c'è una logica dietro questo: chiudendo di più la profondità di campo rende meno vistosi e fascinosi i punti luminosi dello sfondo, riducendo la centrica di confusione fino a farli tornare quasi il punto immagine teorico che in realtà sono, ed in questa circostanza l'esigenza di un foro circolare si riduce.
Riguardo agli Zeiss Hasselblad, il diaframma pentagonale è semplicemente "obbligato" dall'adozione degli otturatori centrali Deckel (prima) e Gauthier (dopo), dotati in partenza di questa struttura; è però curioso notare come lo Stiftung detenesse ampie quote azionarie in entrambe le aziende, ed avrebbe ben potuto imporre la sua volontà e richiedere una fornitura di otturatori con diaframma, che so, ottagonale...
Comunque, in senso generale, non credo che una o due lamelle in più influiscano in modo drastico sui costi finali: ritengo che si tratti sempre di una semplificazione diretta ad un lungo funzionamento trublefree anche dopo migliaia di rapidissime chiusure, grazie alla struttura più semplice che crea meno possibilità di interferenze fra le lamelle.
Marco
PS: Pieraolo: guarda che Caciocavallon MC 35mm f/2 Asph. non suonerebbe male... perchè non lo depositi a tuo nome? prima o poi qualche Brand suonerà alla porta per chiederti i diritti...
personalmente il Caciocavallon 35/2 Asf piace molto nella seconda versione, denominata P (per Pikant)
Pierpaolo
------
tanto per non rimanere solo in campo caseario mi viene pure in mente l'Elmar 50/2,8 versione recente, il cui diaframma è stato spostato tra la II e III lente, mentre nella versione anni cinquanta era tra la III e IV: mania dei tecnici Leica di spostare il posizionamento del diaframma o in effetti un tassello al miglioramento globale?
opto per la seconda
PIERPAOLO ha scritto:vorrei puntualizzare ulteriormente:
- il caso del Summicron 35/2 è abbastanza noto: si è partiti da una versione a 8 lenti per passare drasticamente a 6 ( e se non é risparmio questo...) per poi utilizzare componenti in resina. Quindi, in una progettazione dichiaratamente rivolta al risparmio anche il diaframma è stato coinvolto
...
-
...Pierpaolo
Un piccolo refuso:
Il I 35 R era a 9 lenti
L'elemento più importante è quanto segnalato da Marco:
"Comunque, in senso generale, non credo che una o due lamelle in più influiscano in modo drastico sui costi finali: ritengo che si tratti sempre di una semplificazione diretta ad un lungo funzionamento trublefree anche dopo migliaia di rapidissime chiusure, grazie alla struttura più semplice che crea meno possibilità di interferenze fra le lamelle".
Comunque ribadisco che sia Il Noctilux F1 I serie, Il Summilux 75 II serie, che il 90 svitabile, hanno un diaframma che a F/2.8-4 è tutto tranne che rotondo, e sono dei campioni di bokeh, sicchè qualche dubbio sulla indispensabilità del foro rotondo (che però consente un miglior controllo della precisione del diaframma, chiudendolo)
è lecito...