Una facile domanda difficile.

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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ulyssesitaca
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Iscritto il: lun dic 11, 2006 11:35 am
Località: BOLOGNA
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Fotografo solamente per me stesso, perche' quando lo faccio sento che sto partecipando del respiro del pianeta.
Raffaele
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solimano
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Iscritto il: mar dic 12, 2006 9:26 am
Località: Prato
Fotografo perchè mi sembra che nella mia borsa oltre ad un taccuino, un libro, un lettore mp3 e alle sigarette ci stia bene anche una macchina fotografica.

Ciao :)
Wirus77
Messaggi: 744
Iscritto il: lun dic 11, 2006 8:13 pm
.....rispondo senza leggere le risposte altrui, come sempre!!!
Fotografo perchè vorrei sempre portare a casa qualcosa di quello che vedo e su cui ragiono, da lì l'idea di portare a casa ricordi che non fossero solo tali, ma un pochino più ragionati...vabbè non vi pare ma provo a ragionarci, da lì l'approccio alla tecnica, da lì l'approccio ai diversi modi di sentire la fotografia, dal colore al B\N e dal B\N di nuovo al colore, da lì in poi......beh ve lo diro da quì in avanti!! tutto quì....ora vado a leggere i vostri!!
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mauro ruscelli
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Iscritto il: dom dic 10, 2006 4:05 pm
Località: Ferrara
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Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d'ospedale.
A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un'ora
ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo.
Il suo letto era vicino all'unica finestra della stanza. L'altro uomo
doveva restare sempre sdraiato.
Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore.
Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del
loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
Ogni pomeriggio l'uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva
sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le
cose che poteva vedere fuori dalla finestra.
L'uomo nell'altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle
quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i
colori del mondo esterno.
La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto.
Le anatre e i cigni giocavano nell'acqua mentre i bambini facevano
navigare le loro barche giocattolo.
Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e
c'era una bella vista della città in lontananza.

Mentre l'uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi
dettagli, l'uomo dall'altra parte della stanza chiudeva gli occhi e
immaginava la scena.
In un caldo pomeriggio l'uomo della finestra descrisse una parata che
stava passando.
Sebbene l'altro uomo non potesse sentire la banda, poteva vederla. Con gli
occhi della sua mente così come l'uomo dalla finestra gliela descriveva.
Passarono i giorni e le settimane.

Un mattino l'infermiera del turno di giorno portò loro l'acqua per il
bagno e trovò il corpo senza vita dell'uomo vicino alla finestra, morto
pacificamente nel sonno.
L'infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via
il corpo. Non appena gli sembrò appropriato, l'altro uomo chiese se poteva
spostarsi nel letto vicino alla finestra. L'infermiera fu felice di fare
il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo.
Lentamente, dolorosamente, l'uomo si sollevò su un gomito per vedere per
la prima volta il mondo esterno.
Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicina
al letto.
Essa si affacciava su un muro bianco. L'uomo chiese all'infermiera che
cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle cose così
meravigliose al di fuori da quella finestra.

L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il
muro "Forse, voleva farle coraggio." disse. Vi è una tremenda felicità nel
rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione. Un
dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata.


Ricevuta stamattina
Mauro

Instagram: @mauroruscelli
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micfg20
Messaggi: 16
Iscritto il: mar dic 12, 2006 2:10 pm
Località: Salerno
buongiorno a tutto il forum

... a differenza di Wirus77 rispondo dopo aver letto tutte le risposte altrui
e trovo molti punti di contatto in particolare quoto Mauro anche perchè
ho ricominciato allo stesso modo e nello stesso periodo, ma facendo tanto di meno.

comunque fotografo perchè
... oggi giovedì è giornata lunghissima in ufficio e tra 10 minuti la mia pausa pranzo sarà con M6 e 35mm f2
ci sono gli addobi natalizi dell'arredo urbano
costituite dalle illuminazioni delle Olimpiadi di Torino che il Comune piemontese ha per l'occasione prestato al Comune di Salerno
magari riesco a cogliere una bella immagine.

saluti
michele
Marco Barretta
Messaggi: 357
Iscritto il: lun dic 11, 2006 2:36 pm
Mauro, dal tuo racconto si deduce che la portata di alcune percezioni, e spesso anche della vena artistica o creativa, si acuisce nei momenti di dolore.
Io ho sempre avuto paura ad accostarmi a questi argomenti, forse perchè sono troppo giovane per potermelo permettere.
Comunque mi piace ascoltarvi.
C'è stato più di un'artista comunque che ha espresso un punto di vista simile a questo.
Forse più avanti riporterò dei passi.
Ciao!
_De
Marco posso chiederti quanti anni hai? Spero di non essere indiscreta. E' che ho letto un paio di volte accenni alla tua giovane età e mi è rimasta la curiosità.

---

Ho letto con grande interesse tutto ciò che avete scritto.
Spero che possa diventare un piccolo quaderno di appunti che si aggiorna con fotografie e parole...
Marco Barretta
Messaggi: 357
Iscritto il: lun dic 11, 2006 2:36 pm
Sono giovane solo in relazione all'argomento e alla mia natura (e anche fisicamente sono in condizioni A/B).
Comunque sono più grande di te, ma molto più piccolo di Mauro.
Però tu sei una donna e si sa che le donne intensificano tutto.
Ma non è una critica, ci mancherebbe.
Insomma sono a quota 30.
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luca rubbi
Messaggi: 7685
Iscritto il: lun dic 11, 2006 4:39 pm
Località: Milano
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Mauro, bellissimo e commovente racconto.

Ciao
Luca
http://lucarubbi.blogspot.com/
http://lucarubbi.carbonmade.com/
http://lucarubbimuserotike.carbonmade.com/
Wirus77
Messaggi: 744
Iscritto il: lun dic 11, 2006 8:13 pm
Sì, proprio un bel racconto Mauro, ci mediterò sopra!!! Penso che sia proprio tutto vero....
_De
Grazie Mauro per quelle parole. Con la macchina fotografica in mano siamo come l'uomo alla finestra.
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Nikita
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Iscritto il: mar dic 12, 2006 4:29 pm
Località: SURTSEY
Io fotografo per puro diletto.
Aristotele definì il diletto coltivato (scholè) una forma sublime di gioco, riservato ai soli esseri umani veramente liberi nel corpo e nell'anima.
Ed è così che io intendo la fotografia: un gioco, un bellissimo gioco, che mi gratifica molto, mi ha fatto e continua a farmi molta compagnia, e di cui sento il conforto soprattutto nei momenti in cui il morale è basso.
Un gioco in cui mi impegno con diletto, approfondimento e con tutta la dedizione che posso.
Non sono e ne mi sento un'artista, ne un maestro.
Al limite potrei definirmi un giocoliere. E i giochi sono di luce.
I giocattoli: le fotocamera, le ottiche … , rappresentano la componente feticistica del gioco. I giocattoli servono a catturare la luce e ad esprimersi con essa.
Quando fotografo, una cosa è certa: avverto un senso di libertà fisica ed espressiva.
Se lo scatto è buono avverto soddisfazione e benessere con produzione di endorfine (chiedere a Cesare T il perchè). Tutto qui.
Personalmente trovo entusiasmante fotografare la gente, nel loro mondo, forse perché non c’è niente di più bello che intrecciare per un attimo la tua vita con quella di un' altro (Hermann Hesse) e poi andar via ognuno per la propria strada, chissà dove, dove ogni foto che scatti ti arricchisce di quanto gli altri hanno saputo e voluto offrirti, e di quanto tu magari hai saputo offrire loro.
Forse alla fine della strada, nel rivedere le nostre foto, ci sentiremo come il vecchio pellerossa, che al primo viaggio in auto, dopo che la stessa aveva corso per tre ore, una volta arrivato a destinazione, si sedette per terra e stette seduto per tre ore, quando gli chiesero cosa stesse facendo lui rispose: “aspetto che la mia anima mi raggiunga”.
Questo è quello che mi spinge a fotografare.
Questo credo sia un pò l'essenza della fotografia.
Chiedo venia per le citazioni e per le riflessioni "a voce alta". Quest'ultime vanno prese con tutta la leggerezza che la circostanza richiede e senza mai prendersi sul serio.
Perché fotografo?
"La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa.
Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare.
A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare.
Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo."
A me piace pensare che la fotografia abbia questa natura, e questa forza irrazionale, ma forse sono solo un romantico passatista malinconico decadente..., per favore non fateci caso.
Vi abbraccio tutti.

Nicola
_De
Nicola sei in buona (forse) compagnia. Anch'io e Nat siamo dichiaratamente malinconici passatisti decadenti.

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A quindici anni ho letto per la prima volta il libro di Richard Bach e l'ho fatto un po' mio in un momento di ribellione difficile da gestire.
Ancora adesso il canto libero del gabbiano Jonathan Livingston ha un piccolo spazio nel mio cuore.
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massimo sacchini
Messaggi: 218
Iscritto il: mer dic 13, 2006 2:22 pm
Località: In provincia di Siena
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Per poter rivivere delle frazioni di secondo che potrei dimenticare.
Sono egoista!
Buana serata a tutti
Un saluto

MassimoS

http://massimosacchini.weebly.com/
[url=http://www.flickr.com/photos/massimosacchini/collections/]-Foto su Flickr-[/url]
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Nikita
Messaggi: 2759
Iscritto il: mar dic 12, 2006 4:29 pm
Località: SURTSEY
DeDe ha scritto:Nicola sei in buona (forse) compagnia. Anch'io e Nat siamo dichiaratamente malinconici passatisti decadenti.

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A quindici anni ho letto per la prima volta il libro di Richard Bach e l'ho fatto un po' mio in un momento di ribellione difficile da gestire.
Ancora adesso il canto libero del gabbiano Jonathan Livingston ha un piccolo spazio nel mio cuore.
Cara Dedé,
non potrei ambire a compagnia migliore.
La ribellione ?
La ribellione è affascinante e più è difficile da gestire, meglio è.
Ma prima o poi ne parleremo.
Buona giornata.

Nicola
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