PIERPAOLO ha scritto:possedere una Leica non basta: occorre anche amarla e parlarne bene....
Caro Pierpaolo, potresti definire meglio il concetto di "parlarne bene"?
Suppongo che tu voglia dire: con ammirazione, con rispetto, con competenza, con curiosità e con senso critico, in una parola: con passione (nel senso più autentico).
La passione privata del senso critico diventa mero culto. Poiché non sento il bisogno di chiese e sacerdoti, e invece nutro un certo interesse verso la neonata associazione, ti pregherei di tranquillizzarmi su questo punto. Grazie!
spesso nel mondo leica si assiste ad una dicotomia disarmante: l'amore incondizionato, che spesso si tramuta in feticismo o in speranza di investimento e rivalutazione, e una specie di indifferenza che ricorda la volpe e l'uva.
E' difficile trovare il giusto equilibrio del pendolo tra desiderio spasmodico del possesso e consapevolezza di cosa vuol dire Leica.
Parlare bene di Leica vuol dire prima di tutto inquadrarla storicamente, capire i motivi REALI del suo affermarsi, non cadere nei soliti banali mantra da circolo fotografico, dove tutti credono di conoscere ma pochi sanno veramente di cosa stanno parlando.
Vuol dire confronto: perchè preferire Leica a Nikon, Canon, Zeiss, Minolta o Praktica, trovare veramente quel particolare che fa la differenza, e che lui, da solo, giustifica il prezzo assurdo ed esorbitante.
Il prezzo, appunto quella diga che separa l'anelito di perfezione dall'anelito puramente commerciale, là dove la ragione deve cedere il passo ad altre considerazioni, perchè a pochissimi è stato dato il dono di diventari miti. Ferrari, Armani, Lamborghini, JagerLeCoultre, R.Messner, W.Bonatti, sono solo esempi di marchi o persone che si sono spinti al di là della loro funzione di automobili, orologi e alpinisti, per entrare in una dimensione trascendentale, che gratifica oltre modo chi li possiede o chi legge i loro libri o ha la fortuna di incontrarli (come è successo al sottoscritto tanti anni fa) allo Yak and Yeti di Kathmandu.
Parlare bene di Leica vuol dire comprendere che una azienda deve vendere prima di tutto una serie di prodotti minori, per offrire almeno un prodotto di punta senza compromessi, perchè senza movimenti di cassa non si progetta niente. E sopratutto ricordarsi di tutte le banalità sparate sulla R-3 o sulla M5, o recentemente sulla M8, per poi scoprire che, alla fine di tutti i girotondi, aveva ragione la Casa, e tutti quelli che avevano denigrato il prodotto avevano preso una cantonata in più.
Infine parlare bene di Leica vuol dire confrontarsi con la cruda realtà ed essere capaci di guardarsi nello specchio fotografico: alla perfezione di macchine, ottiche e accessori occorre contrapporre la perfezione del fotografo. Ma spesso, rivedendo il proprio archivio si naviga solamente in una mediocrità senza speranze, tra figli urlanti ripresi in cucina, mogli tagliate a metà e nonni senza piedi. Subentra allora il ripiegamento nella linea dei delusi, di quelli che parlano solo dello 'sfuocato', di quelli che trovano solo difetti nella costruzione, di coloro che che 'in fondo un'ottica Cosina va benissimo', di quelli che affermano sentenziosi che Leica 'non è più quella di una volta'.
Fedro, appunto.
Bene, credo, nessuno ha mai obbligato nessuno ad acquistare Leica e a parlarne forzatamente bene, io stesso ho criticato spesso scelte aziendali o operative, ma, non ho MAI, dico MAI, venduto un pezzo Leica in vita mia.
Perchè alla fine quello che conta, nella vita, non sono gli oggetti in sè, ma il rapporto che instauri con essi, che si chiamino Bencini o Leica.
E l'unico rapporto che si può instaurare con Leica non è la razionalità ma l'ammirazione e l'amore per un oggetto costruito come si deve.
Un mito, appunto, che si acquista più con il cuore che con il portafoglio.
Pierpaolo
Caro Pierpaolo, ti ringrazio per la risposta.
Alcune cose le condivido pienamente, altre meno.
Per esempio, quando dici: "E sopratutto ricordarsi di tutte le banalità sparate sula R-3 o sulla M5, o recentemente sulla M8, per poi scoprire che, alla fine di tutti i girotondi, aveva ragione la Casa, e tutti quelli che avevano denigrato il prodotto avevano preso una cantonata in più", mi pare che tu metta in un unico calderone prodotti di qualità e fattura assai diverse. Se la R3 si è dimostrata il mitico carro armato (in senso buono) che è, la M5 non ha mai riscosso eccezionali simpatie neanche a distanza di tempo, col beneficio degli aggiustamenti della memoria e dell'arrendevolezza della nostalgia. Sulla M8, perdonami, non aveva proprio ragione la Casa. Almeno non l'aveva per quanto riguarda le critiche assai mirate che i leicisti esperti avevano mosso a quell'apparecchio, e che non sto qui a ripetere. Dico soltanto che senza quel sano esercizio di critica non ci sarebbe stata la M8.2, che è ciò che la M8 avrebbe dovuto essere fin da subito. En passant: che adesso la M8 "svalutata" trovi nuovi acquirenti non è la dimostrazione che la Casa avesse ragione ma solo, semplicemente, che per alcuni c'è un prezzo a cui certi difetti risultano più facilmente accettabili.
Anche la frase: "l'unico rapporto che si può instaurare con Leica non è la razionalità ma l'ammirazione e l'amore per un oggetto costruito come si deve", mi lascia perplesso. Penso come te che la visceralità sia fondamentale, ma non che sia l'unico modo per entrare in rapporto con Leica. E' un misto in cui c'entra l'amore, l'ammirazione, il feticismo (perché no?), ma anche la razionalità. Tu stesso dici "per un oggetto costruito come si deve". Bene, quando questo oggetto non è costruito come si deve bisogna dirlo chiaro, non per rinnegare Leica, ma per contribuire con un costante e oculato feedback a che essa tenga fede al suo mito e alla sua Storia.
Ecco, si può avere culto per la Storia di un brand (a questo mi rimanda la neonata sigla LHI), ma l'adesione a un'associazione non può vincolare i partecipanti all'accettazione incondizionata e passiva di ogni singola scelta commerciale presente e futura.
Leica è importante, ma più importante per me è la mia libertà: di pensiero e di espressione.
Aspetterò per capire meglio.
M8 "svalutata" trovi nuovi acquirenti non è la dimostrazione che la Casa avesse ragione ma solo, semplicemente, che per alcuni c'è un prezzo a cui certi difetti risultano più facilmente accettabili.
concordo e conoscendo i partecipanti a LHI credo che l'intelligenza non manchi e con essa il desiderio e la volota' di esprimersi liberamente, come appassionati, quindi con passione, ma anche con sincerita'.
mauro ruscelli ha scritto:conoscendo i partecipanti a LHI credo che l'intelligenza non manchi e con essa il desiderio e la volota' di esprimersi liberamente, come appassionati, quindi con passione, ma anche con sincerita'.
ci tengo a ribadire, se ce ne fosse bisogno, che i pensieri da me espressi sono esclusivamente miei pensieri personali e NON dell'Associazione LHI.
La critica la si deve esercitare sempre, ma spesso si finisce per essere ipercritici e troppo settoriali
Mi spiego meglio.
Coloro che si sono avvicinati solo recentemente alle Leica del mondo digitale conoscono solo una piccolissima parte della storia e dei prodotti Leica, e finiscono per dare un giudizio negativo su TUTTA Leica, e non solo magari ad una M8 che fa i capricci.
Leica Historica si propone appunto questo: allargare gli orizzonti, per mostrare che il MITO ha solide e giustificate radici, che la M5, ad esempio, è stata una macchina epocale, che una società come Nikon, che aveva nel cassetto un modello simile, non ha avuto il coraggio di immettere sul mercato, contrariamente a Leica che questo coraggio l'ha avuto.
Il coraggio che ha fatto produrre il Noctilux f/1,2 di Marx contro ogni logica, e che il geniale progetto di Mandler ha reso vendibile, coniugando con sapienza estrema tecnica e produttività.
Il coraggio di produrre ancora una macchina a telemetro dgitale, una linea di ottiche superlative, per battersi contro colossi che si chiamano Canon, Sony, Nikon, nomi che costituiscono il governo economico del Sol Levante.
Ricordiamoci che quelli che una volta erano i colossi tedeschi Rollei, Zeiss Ikon, Pentacon ora sono solo un ricordo. Però di errori ne hanno commessi tanti anche loro, ma con Leica si è sempre (talvolta giustamente) severi e senza pietà.
Penso, e spero, che Leica Historica riempa appunto un vuoto: ripercorrere le tappe di una storia che, se dovesse finire, rimpiangeremo tutti amaramente, come un'epoca d'oro.
Pierpaolo
PIERPAOLO ha scritto:Coloro che si sono avvicinati solo recentemente alle Leica del mondo digitale conoscono solo una piccolissima parte della storia e dei prodotti Leica, e finiscono per dare un giudizio negativo su TUTTA Leica, e non solo magari ad una M8 che fa i capricci.
C'è sempre stata la gente sprovveduta che si è avvicinata per curiosità o per moda al mondo M e, trovandolo indecifrabile, ne è scappata denigrandolo. Questo è avvenuto per ogni modello in ogni epoca, e sicuramente anche per la M8.
Altra cosa sono le critiche mirate che leicisti di comprovata esperienza hanno mosso verso un modello che ha deluso non tanto sul piano delle prestazioni o della tecnologia, ma proprio sul versante della fedeltà alla propria Storia, tradendo, con un otturatore rapidissimo ma chiassoso e delle cornicette sballate, proprio alcune tra le sue più importanti e peculiari qualità.
Carlo Riggi dice :
.....a M5 non ha mai riscosso eccezionali simpatie neanche a distanza di tempo, col beneficio degli aggiustamenti della memoria e dell'arrendevolezza della nostalgia. .......... Ecco, si può avere culto per la Storia di un brand (a questo mi rimanda la neonata sigla LHI), ma l'adesione a un'associazione non può vincolare i partecipanti all'accettazione incondizionata e passiva di ogni singola scelta commerciale presente e futura.....Leica è importante, ma più importante per me è la mia libertà: di pensiero e di espressione.
Aspetterò per capire meglio.......
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Tanto per chiarire o per evitare incomprensioni, il fine della associazione è già scritto in modo chiaro nella prima pagina del sito in costruzione : http://www.leica-historica-italia.it
La neonata e' tutta da "allevare", con il contributo degli appassionati della storia del marchio che vorranno partecipare e condividere le proprie conoscenze senza alcun vincolo o timore referenziale; non mi sembra che siano citati vincoli di sorta, costi o guadagni; si richiede interesse e passione, null'altro.
ma se non c'è, non c'è.
E' tanto valida la tua libertà di pensiero e di espressione quanto la nostra. ovviamente.
-per quel che riguarda la M5, ti pregherei di controllare i prezzi del mercato dell'usato; potresti avere qualche sorpresa.
rubes ha scritto:E' tanto valida la tua libertà di pensiero e di espressione quanto la nostra. ovviamente.
Mi auguro che dalla vostra libertà di pensiero scaturiscano in futuro espressioni di minore ovvietà.
Ciao
Carlo
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una cosa meno nota è il fatto che la nuova associazione non sarà aperta a tutti come un forum web, ma solo a veri appassionati della storia del marchio.
Non appena possibile verrà pubblicata sul sito la modalità di affiliazione, i cui criteri sono stati ben definiti.
Non interessa il numero dei soci, ma la qualità della conoscenza e dell'apporto di ognuno al fine dell'associazione (già piu' volte citato).
Sarà perciò dedicata particolare attenzione negli ingressi in modo da evitare i detrattori ed i perditempo .
ovviamente.
ciao
rubes