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In che modo, secondo te, questo senso sarebbe diverso da quello di una fotografia non cinematografica?Gianluca.Monacelli ha scritto:Per me un fotogramma cinematografico è da intendere in senso poetico come quell'immagine che ha la capacità di intrattenere, come 'scolpita', un'emozione o un 'tempo denso e vissuto' in senso bergensoniano, e che riesca a restituire il contenuto che vi è condensato ogni volta che vi cade lo sguardo.
Nel senso che nel cinema, almeno quello di un certo registro emotivo e culturale, il tentativo era quello che in ogni fotogramma ci fosse il bisogno - o almeno s'insinuava nella direzione - di ricreare o ricercare emozioni o vissuti 'realistici'.carlo riggi ha scritto:In che modo, secondo te, questo senso sarebbe diverso da quello di una fotografia non cinematografica?Gianluca.Monacelli ha scritto:Per me un fotogramma cinematografico è da intendere in senso poetico come quell'immagine che ha la capacità di intrattenere, come 'scolpita', un'emozione o un 'tempo denso e vissuto' in senso bergensoniano, e che riesca a restituire il contenuto che vi è condensato ogni volta che vi cade lo sguardo.
Ciao
Carlo
Non credo di cogliere appieno la sostanza di quel che dici, ma sicuramente è per l'intensa e lunga giornata di esami.Gianluca.Monacelli ha scritto:... che ne pensate?
Quel che voglio dire che ogni foto per chi la fa o per chi si ricnosce dentro è significativa, ma solo alcune foto sono evocative di un senso trascendentale universale. Ecco, quando dico 'come in film' il senso è questo..carlo riggi ha scritto:Non credo di cogliere appieno la sostanza di quel che dici, ma sicuramente è per l'intensa e lunga giornata di esami.Gianluca.Monacelli ha scritto:... che ne pensate?
Domani rileggerò, e capirò.
Ciao
Carlo
Sì, è chiarissimo. Inizialmente mi sembrava che ti riferissi a certe inquadrature, a un certo uso della luce, che richiamassero l’atmosfera di un set cinematografico. L’accezione che hai chiarito, invece, mi appassiona meno. Per me le fotografie devono possedere quelle stesse prerogative di trascendenza che tu attribuisci alle immagini cinematografiche, e devono essere in grado di promuovere dei “film” mentali. Così che l'unico discrimine, per me, sarebbe tra foto buone e foto non buone, secondo che funzionino o meno.Gianluca.Monacelli ha scritto:solo alcune foto sono evocative di un senso trascendentale universale. Ecco, quando dico 'come in film' il senso è questo..
Ora sono stato più chiaro?
ma si Carlo stiamo parlando di un pensiero molto simile..quabdo dico cinematografico intendo quello che dici anche per la luce e la composizione, come pure concordo sul fatto che "l'unico discrimine, per me, sarebbe tra foto buone e foto non buone, secondo che funzionino o meno".carlo riggi ha scritto:Sì, è chiarissimo. Inizialmente mi sembrava che ti riferissi a certe inquadrature, a un certo uso della luce, che richiamassero l’atmosfera di un set cinematografico [...]. Così che l'unico discrimine, per me, sarebbe tra foto buone e foto non buone, secondo che funzionino o meno.Gianluca.Monacelli ha scritto:solo alcune foto sono evocative di un senso trascendentale universale. Ecco, quando dico 'come in film' il senso è questo..
Ora sono stato più chiaro?
Sarò sciovinista, ma non attribuirei alle foto riuscite la caratteristica del fotogramma di un film, tanto quanto non gradirei che una bella foto venisse elogiata con l’espressione “sembra un quadro”.
Ciao
Carlo