Partendo dall'assunto di Carlo ci sono ottimi presupposti per " riaprire " un confronto, con tutti coloro che a questo confronto ambiscono.carlo riggi ha scritto:Se il discorso sulla validazione della bruttezza è relativo alla mia proposta, dico che in questo caso è lo stesso autore a decretarla. L’obiettivo è riconoscere la propria banalità, metterla volontariamente alla berlina, introdurre un elemento di autoironia per alzare la soglia della propria QMA (qualità minima accettabile).
Quanto alla comunicazione, mi associo totalmente a quel che scrive Massimo.
Tutti noi siamo in cerca di comunicazione, e un’opera che “non dice nulla” rappresenta una profonda frustrazione, sia per l’autore che per il fruitore.
Semmai c’è da mettersi d’accordo sulla qualità di tale comunicazione. Non sempre essa è “verbale”, e non sempre è rappresentabile altro che con la stessa immagine.
In questo senso un’immagine può essere “muta” (sublimemente muta), non in quanto non comunichi, ma in quanto veicolo e contenuto coincidono.
Il contenuto poi può essere un enigma (per lo stesso autore), ma sempre comunicazione è.
Ciao
Carlo
Non foss'altro per porsi domande ed interrogativi ai quali dare, magari collettivamente, risposte concrete.
Se poi tutto questo non interessa, la scelta della sponda sulla quale ormeggiare la propria barca è assolutamente libera e degna di rispetto.
MS