primo fotogramma Hassy di quest'estate

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

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solimano
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Emiliano ha scritto:
Roberto ha scritto:Scusate ragazzi, ad AA ci arrivo, ma CM chi sarebbe? :-)
Claudio Marra ( http://www.marcocavina.com/millumino_da ... 00_pag.htm ) siamo "Googlatori" :mrgreen:
per chi legge di fotografia, comunque: non è "quel" Claudio Marra (ma un omonimo)

saluti
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Condor
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Straordinaria la foto panoramica. Mi ritrovo quasi del tutto nel tuo rigoroso approccio alla fotografia in BN :)
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Marco Cavina
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Grazie amici; en passant, i "difetti" relazionati all'undecalogo erano riferiti alla prima immagine, quella con i due soggetti umani.

Venendo alla vista della Conca del Vajolet (val di Fassa, zona di Pera di Fassa), è effettivamente uno scenario maestoso: una delle scene più suggestive del flm "Tiefland" di Leni Riefenstahl, girata sul colle erboso di Prà Martin, presso Ciampedie 2000 (Vigo di Fassa), esordisce proprio con una lenta carrellata da dx a sx su questo scorcio, inquadrando dapprima il Larsec, poi il bancone di dolomia dell'Anisico (Triassico inferiore) sul quale sono abbarbicati i rifugi Preuss e Vajolet, con le aspre guglie di Valbona ed il panettone dell'Antermoja come sfondo, quindi le torri del Vajolet, Punta Emma ed il Catinaccio con l'enorme ferita della frana preistorica.

Per quanto concerne i dati tecnici richiesti, eccoli:

corpo macchina: Canon EOS 5D mark II
obiettivo: Canon EF 35-350mm f/3,5-5,6 L del 1990 @ 120mm 1/60" f/11 + UV + pola + cavalletto - RAW @ 14 bit - 100 ISO
pellicola: scheda CF Sandisk Extreme UDMA 32Gb
sviluppo: Adobe Camera Raw 6.0 + Adobe Photoshop CS5

infatti non è altro che il "provino digitale" di un'identica inquadratura scattata subito dopo con Hasselblad, Sonnar 250mm, filtro giallo e T-Max 100 che langue ancora in frigo in attesa di sviluppo.

A me interessa la visualizzazione, non il mezzo: il digitale non è qualcosa che mi è capitato addosso come un gatto feroce caduto da un tetto o una piaga biblica, come sembra essere per qualcuno; già negli anni '80, quando i computer erano dei 286 sotto DOS ed ogni singolo Mb di RAM aggiuntivo costava 100 mila Lire dell'epoca, scansionavo le foto con scanner manuali a metà strada fra la matrice di un fax ed una roll-over copy camera del KGB; ho usato i primissimi scanner da pellicola, ancora a 10bit/canale, negli anni '90 utilizzavo già fotocamere digitali, cercando la visualizzazione ideale che i mezzi limitati di CO non mi consentivano, convinto che prima o poi saremmo arrivati al crossover.

Appositamente per chi abbraccia l'idea che il digitale sia asettico ed ogni operazione si chiuda con lo scatto, lasciando ad una macchina il compito di fare tutto, allego l'immagine di partenza colori, così potrà salvarle entrambe ed esercitarsi ad ottenere la stessa visualizzazione, rendendosi conto di quanto intervento attivo e cosciente sia necessario.

"Già, ma la stampa baritata ?...", sì, chiudiamo il cerchio sulla baritata, l'ultimo baluardo inespugnabile degli analogici ad oltranza; nelle altre immagini allegate c'è il file di uno scatto che ho realizzato nel Luglio 2010 (incidentalmente sempre in zona Catinaccio) usando la Nikon D700, il 17-35mm f/2,8 AF-S @ 22mm, 1/160" f/8 con pola + fltro degradante grigio 4x, in RAW @ 14bit e 200 ISO; nell'ultima foto è riprodotta una stampa analogica 30x40cm su carta baritata Ilford dello stesso file, realizzata con ingranditore-fotorestitutore a matrice LCD da 17 Mpx e filtro low-pass brevettato per eliminare il raster, il tutto proiettato su carta attraverso un classico Apo-Rodagon 50mm f/2,8; l'immagine è perfettamente a tono continuo, neanche con l'osservazione ravvicinata della stampa tramite lente da 20x è percettibile alcuna trama o altro: indistinguibile da identica stampa da negativo.

Ormai la scelta analogico/digitale non è più legata alla qualità finale o ai supporti, la somma degli addendi è analoga.

Qusto è quanto; poi ciascuno è libero di agire come preferisce e con il workflow che sente suo, l'importante è che i risultati lo soddisfino, e tutti contenti. :lol:

Ciao Marco
Allegati
Conca-del-Vajolet-scatto-originale.jpg
file-originale.jpg
stampa-analogica-baritata-da-file-digitale-b.jpg
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Giuseppe Mosconi
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Ottimo intervento. Sempre tecnicamente ineccepibilmente documentato. Non lasci quasi scampo al salto definitivo. Ferme restando le capacità e le sensibilità necessarie per ognuno di noi a operare in un workflow digitale, però le mie scarse nozioni si fermavano a considerare la "stampante" quale l'elettrodomestico deputato alla stampa di scatti digitali. Se ho capito bene tu invece usi ben altro ("realizzata con ingranditore-fotorestitutore a matrice LCD da 17 Mpx e filtro low-pass brevettato per eliminare il raster"). Potresti ragguaglirmi(ci) in maggior dettaglio se ti è possibile? Grazie.

P.S. Se poi in MP mi volessi anche dettagliare i costi della tua soluzione per la stampa, mi faresti un gran piacere. Cosi mi disilludo subito sulle mie possibilità di effettuare quello che ho chiamato "il salto definitivo" !!
"Vorrei vedere in esse l'urgenza dello scatto, la necessità fisiologica dell'esserci, la frenesia nel respirare l'attimo, la furia di voler partecipare all'anelito di vita del pianeta."

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Condor
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Giuseppe Mosconi ha scritto:Ottimo intervento. Sempre tecnicamente ineccepibilmente documentato. Non lasci quasi scampo al salto definitivo. Ferme restando le capacità e le sensibilità necessarie per ognuno di noi a operare in un workflow digitale, però le mie scarse nozioni si fermavano a considerare la "stampante" quale l'elettrodomestico deputato alla stampa di scatti digitali. Se ho capito bene tu invece usi ben altro ("realizzata con ingranditore-fotorestitutore a matrice LCD da 17 Mpx e filtro low-pass brevettato per eliminare il raster"). Potresti ragguaglirmi(ci) in maggior dettaglio se ti è possibile? Grazie.

P.S. Se poi in MP mi volessi anche dettagliare i costi della tua soluzione per la stampa, mi faresti un gran piacere. Cosi mi disilludo subito sulle mie possibilità di effettuare quello che ho chiamato "il salto definitivo" !!
Mi unisco anch'io alla richiesta di Giuseppe :)

Ciao e grazie
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Marco Cavina
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Si, beh, il problema è proprio questo: l'ingranditore costa circa 28.000 € ed utilizza un proprio computer specifico che richiede complesse tarature preliminari da parte di personale giunto appositamente dallo United Kingdom; inoltre in ogni file, prima della stampa, occorre campionare zone corrispondenti ai vari livelli di luminanza nella sala dei grigi per informare il sistema.

Forse è la soluzione definitiva, ma non certo popolare o destinata a stampare il flusso di lavoro relativo agli scatti informali di tutti i giorni.

Almeno per adesso, ma il trend è quello e prima o poi i prezzi scenderanno.

Comunque è strano come la stragrande maggioranza dei fotografi, ibridando i due sistemi, preferisca acquisire in analogico, su pellicola, e poi scansionare e stampare in digitale, perdendo così il maggiore vantaggio dell'inciucio: la superiore gamma dinamica del file digitale diretto rispetto alla scansione da film (provate a schiarire brutalmente le ombre in una scansione, per non parlare di HDR multishot), stampando magari inkjet ed ottenendo un'immagine con materiali e supporti che non hanno nulla a che fare con la fotografia e con la sua stabilità nel tempo...

Io ho sempre preferito il percorso contrario, fotografando in digitale e cercando poi di dirottare il file su un supporto argentico o comunque analogico/chimico, con tutti i suoi procedimenti da archivio (nel caso del BN: carta baritata, doppio fissaggio, eliminatore d'iposolfito, viraggio conservatore, supporto museale acid free, etc.)

La stessa 20th Century Fox ha appena annunciato che, a breve, non distribuirà più i suoi film in pellicola ma solamente in forma digitale, destinata a proiettori digitali 4k (= 4.000 pixel sul lato lungo della matrice di proiezione) proprio prchè trova inaccettabile la perdita qualitativa nei passaggi di duplicazione del film analogico...

E poi, a dirla tutta, se rifiutiamo il sensore come generatore di immagini restando idealmente abbarbicati alla pellicola, per coerenza dovremmo rigettare anche questa, quale inaccettabile usurpatrice del collodio umido o del dagherrotipo o della lastra di vetro emulsionata, etc., tutti sistemi messi in soffitta senza tanti, laceranti dubbi esistenziali.

Se invece il piacere ed il plusavalore sta nella pratica manuale ed accorta fine a se stessa, con il presupposto di realizzare un prodotto artigianale che vale più per i mezzi e le procedure con le quali è stato concepito che per la visualizzazione in se, perfettamente daccordo: come sempre, è una questione di scelte ed attitudini personali, ma nel tempo ho notato che questo ambaradan viene talvolta utilizzato come dito dietro il quale nascondere immagini che, in se, spogliate di tutto questo, non valgono forse tanta cura ed attenzione.

M.
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Roberto
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Ottimi interventi Marco, fanno riflettere...
Che tu sappia esistono già negozi che si sono attrezzati con ingranditori del genere? A tuo avviso che costi medi potrebbero avere le stampe?
Ciao
Roberto
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Emiliano
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solimano ha scritto:
Emiliano ha scritto:
Roberto ha scritto:Scusate ragazzi, ad AA ci arrivo, ma CM chi sarebbe? :-)
Claudio Marra ( http://www.marcocavina.com/millumino_da ... 00_pag.htm ) siamo "Googlatori" :mrgreen:
per chi legge di fotografia, comunque: non è "quel" Claudio Marra (ma un omonimo)

saluti
Per chi legge i link mi sa che invece è proprio quello indicato, il sito che ho citato è di Marco Cavina.
<< Nessuna immagine può essere "la realtà", perché la realtà ti capita una volta sola davanti agli occhi. >>
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Giuseppe Mosconi
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Marco Cavina ha scritto:Si, beh, il problema è proprio questo: l'ingranditore costa circa 28.000 € ed utilizza un proprio computer specifico che richiede complesse tarature preliminari da parte di personale giunto appositamente dallo United Kingdom;

...

Io ho sempre preferito il percorso contrario, fotografando in digitale e cercando poi di dirottare il file su un supporto argentico o comunque analogico/chimico, con tutti i suoi procedimenti da archivio (nel caso del BN: carta baritata, doppio fissaggio, eliminatore d'iposolfito, viraggio conservatore, supporto museale acid free, etc.)

...

M.
Bene! :shock:

Il primo paragrafo mi disillude (aspettterò la pensione da nababbo che mi riserva l'INPS e poi mi sbizzarrisco) :mad: :^o

Per il secondo paragrafo comunque si può parlare anche di stampanti digitali. E qui forse ci si può arrivare, magari in laboratorio se proprio non è possibile metterla di fianco alla cameretta delle figlie!! :lol:

Grazie Marco.
"Vorrei vedere in esse l'urgenza dello scatto, la necessità fisiologica dell'esserci, la frenesia nel respirare l'attimo, la furia di voler partecipare all'anelito di vita del pianeta."

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Marco Bottazzi
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Iscritto il: lun set 19, 2011 7:26 pm
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Sono ancora più impressionato dal fatto che hai ottenuto quei risultati in digitale, sarà perchè mentre in CO riuscivo ad ottenere stampe soddisfacenti, essendomi avvicinato da poco al digitale non riesco ancora ad ottenere un B/N partendo da file digitale.
Comunque vorrei lo steso vedere una stampa di quella foto.
Marco
foco
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Iscritto il: mar set 27, 2011 1:55 am
Salve Marco,

le darò del tu come qualche utente mi chiede con molta gentilezza.
Quello che tu sostieni è vero però:

ingranditore digitale 28000 euro
canon 5dII più un paio di ottiche 4000-5000 euro
computer con software 2000-3000 euro
schede di memoria, carta etc etc etc

Invece
yashica fx con 50 zeiss
ingranditore lupo con un 50mm componon (già recuperati 2 dal bidone dell'immondizia)
rullini carta etc.

Parliamo di quasi 50mila euro contro 150 euro di investimento. Inoltre quale sarà il valore di questi 50mila euro tra 5 anni? Una Nikon d1 costava come un automobile(pochi anni fa) ora vale come un calcolatore di scarsa qualità. Una Leica m3 costa più ora di 10 anni fa. Il tutto naturalmente per ottenere la stessa (per me migliore) qualità.
Non considerando il lato economico rimango dell'idea però che la stampa digitale in bianco e nero non ha emotivamente e tridimensionalmente parlando lo stesso fascino e la stessa "potenza" visiva della stampa baritata su gradazione fissa.

Ovviamente mio parere. Accetto smentite solo visive #-o .

Ciao.
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Marco Cavina
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<<<rimango dell'idea però che la stampa digitale in bianco e nero non ha emotivamente e tridimensionalmente parlando lo stesso fascino e la stessa "potenza" visiva della stampa baritata su gradazione fissa.>>>

Non saprei dire, qui non parliamo di stampa inkjet, a pigmenti o ad inchiostri: la foto con il tobiè e la mucca al pascolo sullo sfondo dei Mugoni E' una stampa su carta baritata a gradazione fissa, ottenuta - come detto - proiettando l'immagine negativa sulla carta stessa attraverso un apo-Rodagon 50mm, quindi, considerando un'identica immagine scattata su pellicola con lo stesso obiettivo, filtratura e dati di ripresa, non immagino come ed in che termini potrebbe differire in modo così percettibile; quello che so è che quando il negativo digitale è pronto, dopo accurata messa a punto (che in certi casi richiede anche centinaia di steps, selezioni zonali e blending di livelli sovrapposti con opacità parziale), talis qualis viene proiettato su carta, è una certezza di risultato (proviamo ad immaginare una tiratura di stampe dove nel foglio "pilota" sono serviti innumerevoli interventi locali durante la stampa per modificare il tempo di posa o eventuali esposizioni di parti della foto con filtri di contrasto differenti: come sarebbe fisicamente possibile ottenere 25 o 50 copie assolutamente identiche?)...

Come si evince dalla vista bianconero della conca del Vajolet messa a confronto con lo scatto di partenza, dubito fortemente che la stessa, identica immagine sia fattibile partendo da negativo, anche ritagliando sagome ad hoc e smanettando un pomeriggio in CO alla ricerca della stampa fine-art soddisfacente, fra sbianche locali a pennello con ferricianuro, esposizione locale con filtri di contrasto differenti, mascherature e bruciature a gogò, etc.; come dicevo, a me interessa la visualizzazione che ho in mente, e troppe volte, nei lustri andati, sono uscito dalla CO sbattendo la porta dopo aver sacrificato 10 fogli 30x40cm di baritata senza riuscire adottenere la stampa "perfetta" di un singolo fotogramma.

Daccordissimo sui costi, ciascuno ha la sua addiction dove butta più del dovuto... 8-[

Riguardo ai service, non so in Italia, questa stampa l'ho fatta realizzare da un amico francese (credo presso un lab di Paris) al quale avevo inviato il file; la stampa su baritata con sviluppo a bagni Beers e processo d'archivio costa circa 71 € + spedizione, senza contare il format da compilare e spedire via e-mail con l'anteprima ridotta del file e le zone campionate e riferite alla scala di grigi standard, per tarare il sistema...

E' poco incoraggiante, ma i tempi - ed i costi - cambieranno.

Marco
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Roberto
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Località: Brescia
Marco Cavina ha scritto: (...) come sarebbe fisicamente possibile ottenere 25 o 50 copie assolutamente identiche?) (...) Marco
La faccenda si fa sempre più interessante, soprattutto se i prezzi caleranno.
Chiedo: nell'ottica dell'acquirente di stampe fine art, il fatto di acquistare un'immagine perfettamente identica ad altre (seppur proveniente da un lotto/tiratura limitata), non può rappresentare un deterrente all'acquisto (o spuntare un prezzo minore), rispetto ad una stampa che grazie alla sua artigianalità/manualità può essere considerata "unica"?
Ciao
Roberto
foco
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Iscritto il: mar set 27, 2011 1:55 am
Quando mi capita di girare per mostre e di vedere le splendide stampe argentiche da negativi 35mm di James Nachtwey, Sebastiao Salgado, Berengo, Bresson etc il mio occhio è sempre soddisfatto. Non cerco nulla di più, quel livello di stampa mi appaga enormemente. Considerando che alcune attrezzature di stampa fino all'avvento del digitale non erano economicamente accesibili alla maggior parte di amatori vedo il tutto come una immensa opportunità per sperimentare la fotografia argentica dalla A alla Z. Per molti fotografi amatori il non dover entrare più in camera oscura grazie all'avvento del digitale è stato l'inizio di una nuova splendida vita. Senza offesa per nessuno ma a mio parere è un atteggiamento sbagliato.
Sinceramente (parere personale) non sono molto attratto a sperimentare la fotografia digitale più di quello che in realtà mi serva per i seguenti motivi:

1) Non mi diverte
2) Ogni mese escono macchine ,stampanti etc apparentementi perfette ma rapidamente e gradualmente vengono migliorate e i modelli precedenti superati. Mi riesce difficile e va contro i miei principi l'aggiornamento continuo delle mie attrezzature digitali. Come ho già scritto a mio parere la fotografia digitale è la più grande operazione commerciale all'interno della storia della fotografia.

Riguardo alla riproducibilità se su 20 stampe una è leggermente diversa dall'altra non mi pare nulla di importante. Ci siamo abituati a visionare mostre di stampe digitali al plotter(quella volta non tolleravamo stampe politenate) possiamo anche sopportare 2 stampe baritate leggermente diverse. Ripeto che non sono "antidigitale" ma vivo felice con entrambi i sistemi anche se li utilizzo in maniera distinti e ben mirati.
Alla fotografia digitale chiedo velocità e praticità.
In ogni caso discussione molto piacevole.

Ciao.
Ultima modifica di foco il mer ott 05, 2011 11:12 pm, modificato 2 volte in totale.
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Oskar Barnack
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Marco Cavina ha scritto: Comunque è strano come la stragrande maggioranza dei fotografi, ibridando i due sistemi, preferisca acquisire in analogico, su pellicola, e poi scansionare e stampare in digitale, perdendo così il maggiore vantaggio dell'inciucio: la superiore gamma dinamica del file digitale diretto rispetto alla scansione da film (provate a schiarire brutalmente le ombre in una scansione, per non parlare di HDR multishot), stampando magari inkjet ed ottenendo un'immagine con materiali e supporti che non hanno nulla a che fare con la fotografia e con la sua stabilità nel tempo...
M.
Ciao Marco,
seguo sempre i tuoi post con molto interesse (nonchè i tuoi articoli sul tuo sito personale (scoperto cercando info sul simpatico obiettivo Goertz Hypergon a ventola :=) )).

Una domanda,
reputi quindi che sistemi di stampa inkjet ottimizzati per bianco nero, quali per esempio quelle a pigmenti di carbone, non siano ancora a livello di una stampa baritata ?
Io avevo letto (quindi non provato di persona) che per alcuni versi, le moderne baritate così povere di alogenuri d' argento rispetto alle stesse carte (con gli stessi nomi) degli anni passati (A.A. inorridirebbe usando una Ilford Galerie dei giorni nostri), erano di fatto peggiori rispetto ad un' ottima stampa inkjet.
Il D-MAX di una ottima stampa ai pigmenti di carbone su ottime carte moderne per inkjet dovrebbe di fatto essere superiore alle carte tradizionali ad oggi in commercio.
Oltretutto, lato conservazione, i pigmenti di carbone essendo molto più inerti rispetto agli alogenuri, dovrebbero anche garantire doti di conservazione superiori.

grazie
Giampiero

P.S.
Devo dire che personalmente mi diverto tantissimo a stampare mediante la mia banalissima inkjet casalinga da 100 euro, immagini digitali convertite in BW, stampando sui supporti cartacei più disparati ed improbabili, specie su carte da acquerello, rigorosamente ruvide ed opache, che su fogli ancor più banali, arrivando quasi alla carta assorbente.
In questo modo, riesco ad ottenre risultati molto pittorici.
Fino a 10 anni fa stampavo in camera oscura, spendendo fior di soldoni, ma salvo la nostalgia per l' odore dei chimici ed il piacere di veder apparire l' immagine nella bacinella, mi diverto molto più adesso ;=)
Forse l' unico neo del procedimento attuale, rimane la mancanza di unicità dell' opera.
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