Nuovo Noctilux
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- luca rubbi
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Ti ringrazio, ma intendi pittoricamente, per il lato emozionale o per ambedue le cose?abschied ha scritto:Luca, in quest'ultima fotografia c'è un equilibrio perfetto fra i due piani dell'immagine. E' raro che ciò riesca.
Ciao
Luca
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Parlando di equilibrio fra i due piani dell'immagine, includevo sia il rapporto - di natura schiettamente fotografica - fra la messa a fuoco perfetta del soggetto principale e lo sfumato del soggetto secondario - il quale non preclude peraltro l'identificazione - sia il rapporto fra le espressioni che che è in sintonia con il rapporto fotografico. Questo doppio ritratto illustra bene ciò che Gadamer ha scritto a proposito di certe immagini artistiche:
"Un'immagine di questo tipo non è una pura copia, giacché rappresenta qualcosa che senza di essa non si presenterebbe in quel modo. [...] Nell'immagine, l'originale presenta sé stesso. Ciò non vuol dire necessariamente che esso abbia bisogno proprio di questa rappresentazione per manifestarsi. Si può presentare per ciò che è anche in modo diverso. Ma quando in tal modo si presenta, questo non è più un fatto accidentale, bensì appartiene al suo essere stesso. Ogni rappresentazione di questo tipo è un evento ontologico, ed entra a costituire lo stato ontologico del rappresentato. Nella rappresentazione, questo subisce una crescita nell'essere, un aumento d'essere (Zuwachs an Sein). Il contenuto proprio dell'immagine è definito ontologicamente come emanazione dell'originale."
H.-G. Gadamer, Verità e Metodo, pag. 303.
"Un'immagine di questo tipo non è una pura copia, giacché rappresenta qualcosa che senza di essa non si presenterebbe in quel modo. [...] Nell'immagine, l'originale presenta sé stesso. Ciò non vuol dire necessariamente che esso abbia bisogno proprio di questa rappresentazione per manifestarsi. Si può presentare per ciò che è anche in modo diverso. Ma quando in tal modo si presenta, questo non è più un fatto accidentale, bensì appartiene al suo essere stesso. Ogni rappresentazione di questo tipo è un evento ontologico, ed entra a costituire lo stato ontologico del rappresentato. Nella rappresentazione, questo subisce una crescita nell'essere, un aumento d'essere (Zuwachs an Sein). Il contenuto proprio dell'immagine è definito ontologicamente come emanazione dell'originale."
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Paolo Viviani
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- Marco Cavina
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Io peferisco il primo, per il ritmo che travalica l'area/filtro interposta fra le immagini ed il cromatismo un po' sfacciato...Supermario ha scritto:Marco: i tuoi 4 polittici sono veramente favolosi. Dovresti postarli un pò più grandi. (il mio preferito è il quarto.) Complimenti!!![]()
Marco: potresti approfondire il concetto di sferocromatismo e di aberrazione sferica, in termini semplici partendo dall'inizio.
Riguardo alle aberrazioni citate, credo che qualsiasi ottico di quartiere ne sappia ben più di me, ad ogni modo:
per ABERRAZIONE SFERICA si intende la variazione della lunghezza focale di una lente rifrangente (ogni singola lente ha uan sua focale, non solo l'obiettivo completo) al variare dell'angolo di incidenza rispetto all'asse ottico, cioè passando dall'asse della lente rispetto ai bordi, il che comporta relativi piani di focalizzazione posti a distanze diverse dalla lente stessa; in un sistema complesso, a seconda dell'andamento della curva (focale maggiore o minore allontanandosi dall'asse) si parla di A. S. sottocorretta o sovracorretta, una distinzione in stretta relazione al tipo di bokeh che troveremo e la relativa determinazione del piano di esatta focalizzazione, più o meno nitido.
Lenti di grande diametro, forti aperture relative ed ampio angolo di campo favoriscono il suo insorgere, e possiamo combatterla calcolando ottiche con aperture ed angolo di campo più ridotti o scegliendo lenti a profilo parabolico (asferiche) da collocare in posizioni strategiche.
Lo SFEROCROMATISMO è un'aberrazione nella serie delle "cromatiche" (cioè avvertibile non in luce monocromatica ma con spettro più o meno completo) e può essere definita molto semplicisticamente un'interazione fra le aberrazioni cromatica e sferica: in questo caso non abbiamo solamente una curva che definisce la diversa focale della lente dall'asse ai bordi, ma la giacitura della curva si trova a distanze diverse dalla lente stessa a seconda della lunghezza d'onda chiamata in causa; dal momento che un obiettivo affetto da sferocromatismo solitamente deve lavorare in luce bianca, avremo diverse "copie" della curva di aberrazione sferica posizionate su giaciture diverse e ciascuna di esse correlata ad una singola sezione dello spettro complessivo.
Più o meno, MOOOLTO più o meno...
Ciao Marco
C'è sempre qualcosa oltre: continua a cercare
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- luca rubbi
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Grazie Paolo, bellissimo!abschied ha scritto:Parlando di equilibrio fra i due piani dell'immagine, includevo sia il rapporto - di natura schiettamente fotografica - fra la messa a fuoco perfetta del soggetto principale e lo sfumato del soggetto secondario - il quale non preclude peraltro l'identificazione - sia il rapporto fra le espressioni che che è in sintonia con il rapporto fotografico. Questo doppio ritratto illustra bene ciò che Gadamer ha scritto a proposito di certe immagini artistiche:
"Un'immagine di questo tipo non è una pura copia, giacché rappresenta qualcosa che senza di essa non si presenterebbe in quel modo. [...] Nell'immagine, l'originale presenta sé stesso. Ciò non vuol dire necessariamente che esso abbia bisogno proprio di questa rappresentazione per manifestarsi. Si può presentare per ciò che è anche in modo diverso. Ma quando in tal modo si presenta, questo non è più un fatto accidentale, bensì appartiene al suo essere stesso. Ogni rappresentazione di questo tipo è un evento ontologico, ed entra a costituire lo stato ontologico del rappresentato. Nella rappresentazione, questo subisce una crescita nell'essere, un aumento d'essere (Zuwachs an Sein). Il contenuto proprio dell'immagine è definito ontologicamente come emanazione dell'originale."
H.-G. Gadamer, Verità e Metodo, pag. 303.
Mi piace anche che venga usato il termine emanazione, personalmente l'ho sempre usato perchè definisce compiutamente il tratto magico della fotografia, in questa infatti l'emanazione è assoluta perchè molto meno filtrata dall'artista, anzi qualunque imbecille può ottenere un'emanazione di una persona, ma questo lo diceva già Nadar...
Ciao
Luca
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- Marco Cavina
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Che bella quest'ultima foto/tre foto Marco
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La seconda è una sequenza temporale ravvicinata, come quella allegata a questo post, anch'essa realizzata con l'EF 50mm f/1,0 L ad f/1,0.
Quello che ho voluto puntualizzare è l'estrema praticità ed agilità d'uso di un 50mm f/1,0 autofocus USM applicabile ai più moderni corpi EOS: in certe situazioni la prontezza di reazione fa la differenza!
Marco
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Marco il tuo pragmatismo e' da riferimento,come darti torto?
in 'effetti usare un'ottica a f.1,0 in azione senza autofocus e' praticamente impossibile.
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- luca rubbi
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Leica M6 - Noctilux 50/1.0 - XP2
Ciao
Luca

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- marco palomar
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ah ah stremato dal dolce!!! 
ma guarda un po'
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per ABERRAZIONE SFERICA si intende la variazione della lunghezza focale di una lente rifrangente (ogni singola lente ha uan sua focale, non solo l'obiettivo completo) al variare dell'angolo di incidenza rispetto all'asse ottico, cioè passando dall'asse della lente rispetto ai bordi, il che comporta relativi piani di focalizzazione posti a distanze diverse dalla lente stessa; in un sistema complesso, a seconda dell'andamento della curva (focale maggiore o minore allontanandosi dall'asse) si parla di A. S. sottocorretta o sovracorretta, una distinzione in stretta relazione al tipo di bokeh che troveremo e la relativa determinazione del piano di esatta focalizzazione, più o meno nitido.
Lenti di grande diametro, forti aperture relative ed ampio angolo di campo favoriscono il suo insorgere, e possiamo combatterla calcolando ottiche con aperture ed angolo di campo più ridotti o scegliendo lenti a profilo parabolico (asferiche) da collocare in posizioni strategiche.
Se ho capito bene Leica passando dal Super Angulon 21mm M all'Elmarit 21mm M ha rinunciato allo schema simmetrico, facile da calcolare, ad uno schema semisimmetrico proprio per correggere l'aberrazione sferica.
L'operazione ha raggiunto il suo apice quando è riuscita a fare lenti asferiche a basso prezzo.
Per questo i grandangoli asferici moderni sono veramente superiori di prestazioni e inferiori di dimensioni rispetto a quelli antichi, con l'eccezione della distorsione che nei simmetrici è correttissima (difficile da uguagliare).
Lenti di grande diametro, forti aperture relative ed ampio angolo di campo favoriscono il suo insorgere, e possiamo combatterla calcolando ottiche con aperture ed angolo di campo più ridotti o scegliendo lenti a profilo parabolico (asferiche) da collocare in posizioni strategiche.
Se ho capito bene Leica passando dal Super Angulon 21mm M all'Elmarit 21mm M ha rinunciato allo schema simmetrico, facile da calcolare, ad uno schema semisimmetrico proprio per correggere l'aberrazione sferica.
L'operazione ha raggiunto il suo apice quando è riuscita a fare lenti asferiche a basso prezzo.
Per questo i grandangoli asferici moderni sono veramente superiori di prestazioni e inferiori di dimensioni rispetto a quelli antichi, con l'eccezione della distorsione che nei simmetrici è correttissima (difficile da uguagliare).
Mario Andreoli
- Marco Cavina
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[quote="Supermario Se ho capito bene Leica passando dal Super Angulon 21mm M all'Elmarit 21mm M ha rinunciato allo schema simmetrico, facile da calcolare, ad uno schema semisimmetrico proprio per correggere l'aberrazione sferica.
L'operazione ha raggiunto il suo apice quando è riuscita a fare lenti asferiche a basso prezzo.
Per questo i grandangoli asferici moderni sono veramente superiori di prestazioni e inferiori di dimensioni rispetto a quelli antichi, con l'eccezione della distorsione che nei simmetrici è correttissima (difficile da uguagliare).[/quote]
Questo lo si può considerare, se vogliamo, un "effetto collaterale secondario": il motivo principale che spinse allo schema semisimmetrico di tipo retrofocus adottato nel 2,8/21 Elmarit-M del 1980 fu la necessità di avere un obiettivo che mantenesse uno spazio retrofocale sufficiente a garantire la funzionalità esposimetrica della futura M6, già idealmente in cantiere; fra l'altro - come ho rivelato in un mio articoletto - Mandler non progettò ex-novo il 21/2,8 Elmarit-M ma lo derivò quasi integralmente da un prcedente obiettivo Elcan per l'aerofotografia di grande formato.
Comunque, come giustamente sottolineava un caro amico che lavorava alla Zeiss di Oberkochen, non basta inserire una o più lenti asferiche per eliminare i problemi legati all'aberrazione sferica, ma è importante anche la loro collocazione nello schema: ad esempio, una lente asferica in prima posizione (frontale) corregge in modo ottimale il flare di coma sagittale (es. : noct-Nikkor) ma è poco influente per minimizzare il focus-shift legato all' A.S. e che si manifesta al chiudersi del diaframma.
Il vero problema dei vecchi grandangolari simmetrici si chiama legge di Lambert: la loro vignettatura è davvero molto alta, anche introducendo in periferia quote di coma pupillare (procedura introdotta per la prima volta dal russo Roosinov per la serie Russar, applicando le intuizioni del matematico Slussarev, seguito poi da Bertele per la serie Biogon-Aviogon), un sistema che aumenta il flusso luminoso della pupilla periferica in modo tale che la legge di Lambert non è più completamente funzionante e la luminosità marginale non è più funzionale al Cos4 del seminangolo di campo ma solamente al Cos3.
Non addentriamoci troppo in questi meandri cervellotici: da un lato non ci porteranno mai a foto migliori e dall'altro l'immagine finale è il frutto dell'interazione di troppe variabili per "capire" a priori come si comporterà un obiettivo sul campo semplicemente basandoci su questi dati: ad esempio, tutti lodano ed apprezzano la resa del Planar 1,4/85 nel ritratto in primo piano ma se vi mostrassi i suoi MTF misurati ad 1m di distanza (mai pubblicati dalla Zeiss e realizzati ad personam nella sala banchi MTF di Oberkochen) rimarreste letteralmente disgustati !
Ciao M.
L'operazione ha raggiunto il suo apice quando è riuscita a fare lenti asferiche a basso prezzo.
Per questo i grandangoli asferici moderni sono veramente superiori di prestazioni e inferiori di dimensioni rispetto a quelli antichi, con l'eccezione della distorsione che nei simmetrici è correttissima (difficile da uguagliare).[/quote]
Questo lo si può considerare, se vogliamo, un "effetto collaterale secondario": il motivo principale che spinse allo schema semisimmetrico di tipo retrofocus adottato nel 2,8/21 Elmarit-M del 1980 fu la necessità di avere un obiettivo che mantenesse uno spazio retrofocale sufficiente a garantire la funzionalità esposimetrica della futura M6, già idealmente in cantiere; fra l'altro - come ho rivelato in un mio articoletto - Mandler non progettò ex-novo il 21/2,8 Elmarit-M ma lo derivò quasi integralmente da un prcedente obiettivo Elcan per l'aerofotografia di grande formato.
Comunque, come giustamente sottolineava un caro amico che lavorava alla Zeiss di Oberkochen, non basta inserire una o più lenti asferiche per eliminare i problemi legati all'aberrazione sferica, ma è importante anche la loro collocazione nello schema: ad esempio, una lente asferica in prima posizione (frontale) corregge in modo ottimale il flare di coma sagittale (es. : noct-Nikkor) ma è poco influente per minimizzare il focus-shift legato all' A.S. e che si manifesta al chiudersi del diaframma.
Il vero problema dei vecchi grandangolari simmetrici si chiama legge di Lambert: la loro vignettatura è davvero molto alta, anche introducendo in periferia quote di coma pupillare (procedura introdotta per la prima volta dal russo Roosinov per la serie Russar, applicando le intuizioni del matematico Slussarev, seguito poi da Bertele per la serie Biogon-Aviogon), un sistema che aumenta il flusso luminoso della pupilla periferica in modo tale che la legge di Lambert non è più completamente funzionante e la luminosità marginale non è più funzionale al Cos4 del seminangolo di campo ma solamente al Cos3.
Non addentriamoci troppo in questi meandri cervellotici: da un lato non ci porteranno mai a foto migliori e dall'altro l'immagine finale è il frutto dell'interazione di troppe variabili per "capire" a priori come si comporterà un obiettivo sul campo semplicemente basandoci su questi dati: ad esempio, tutti lodano ed apprezzano la resa del Planar 1,4/85 nel ritratto in primo piano ma se vi mostrassi i suoi MTF misurati ad 1m di distanza (mai pubblicati dalla Zeiss e realizzati ad personam nella sala banchi MTF di Oberkochen) rimarreste letteralmente disgustati !
Ciao M.
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La bestia è stata restituita al legittimo proprietario, che ringrazio nuovamente per l'opportunità che mi ha dato.
Devo dire che ero un po' timoroso dopo che avevo visto che il gingillo di quella tipologia e condizione oscillava su ebay tra i 6000 e 7000 dollari...
Comunque qualche altra foto da mostrare c'è, chiaramente sempre scatti senza alcuna pretesa fotografica:
LEO MANGIA

TORTA

GIOVINEZZA

LEGO

OCCHI

Tutte Leica M6 - Noctilux 50/1.0 - XP2
Le ultime due a f1.0
Ciao
Luca
Devo dire che ero un po' timoroso dopo che avevo visto che il gingillo di quella tipologia e condizione oscillava su ebay tra i 6000 e 7000 dollari...
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Qualche altra immagine scattata con "l'alter ego" Canon EF 50/1,0 L, recuperate stamattina dal dimenticatoio:
la prima ad f/1,0
la seconda ad f/1,2 con 1/50" e soggetti in movimento (un po' mossa)
la terza ad f/2,8
Marco
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