
Questioni di nudo
Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi
Riprendo qui, in questa discussione generale, una questione che avevo sollevato commentando le prime cinque fotografie della serie "Medea" di Luca Rubbi. Avevo scritto:
Se non sapessi nulla del fotografo, la serie evocherebbe immediatamente un rapporto intimo con la donna ritratta. In ogni immagine, in effetti, il contesto dichiara una complicità che è appunto quella normalmente esistente fra due amanti o in una coppia sposata. Se così fosse, il messaggio sarebbe chiaro, e si potrebbe con serenità apprezzare lo stile del fotografo. Capita invece che io sappia che Luca è felicemente e fedelmente sposato con un'altra donna, il che porta a concludere che la donna ritratta è invece un'amica la quale, anche se non pagata, oggettivamente funge da modella. Questo cambia completamente la lettura del rapporto con il contesto che diventa allora un elemento narrativo, una "finzione": la cucina, il letto, il comodino, il cuscino non sono più elementi di realtà ma fondali scenici. Intendiamoci, anche in questa nuova prospettiva la serie è godibile; ma resta, almeno per me, un senso di ambivalenza irrisolta. Forse sono un fottuto Cartesiano incapace di vivere serenamente la polisemanticità; però è difficile che alla mia età mi tolga dalla testa che, anche senza la pretesa di raccontare "la" Verità con la V majuscola, la fotografia deve suggerire "una" verità. Io qui ne vedo almeno due.
Sono poi arrivate altre fotografie della stessa serie, ed in particolare questa:

Ora, quello che attira immediatamente la mia attenzione in questa immagine è lo smisurato tacco a spilla che indossa la fanciulla. Chiunque abbia anche una minima familiarità con una certa pubblicistica sa benissimo che si tratta di un oggetto topico, un'icona ineludibile al pari dei reggicalze e delle calze a rete. Cosa resta allora di quell' "ambivalenza irrisolta" che avevo colto guardando le prime immagini, e che lo stesso Luca rivendicava come intenzionale? Si è disssolta in favore dell'ipotesi di una semplice messa in scena, o si è invece arricchita di una terza ipotesi, quella di una citazione esplicita ed intenzionale di quella certa pubblicistica? Per parte mia, continuo a provare un certo disagio di fronte ad una tale ambiguità ed a trovare più congeniale alla vocazione fondamentale della fotografia il tentativo di raccontare una storia. Insomma, senza voler in alcun modo entrare in questioni di merito, mi sembra interessante rimarcare la differenza fra la serie di Luca e, per esempio questa fotografia:

che - sono forse influenzato dal vissuto personale - evoca una sola, plausibile storia. Peraltro, è anche interessante notare come, in quest'ottica, ci sia anche un grande scarto fra la serie di Medea e le tante fotografie di Tenji che, pur distribuite su un lungo periodo di tempo, mantengono un'indubitabile, forte unità narrativa.
Spero infine che sarà chiaro a tutti che io la notte non dormo (check the posting time).
Se non sapessi nulla del fotografo, la serie evocherebbe immediatamente un rapporto intimo con la donna ritratta. In ogni immagine, in effetti, il contesto dichiara una complicità che è appunto quella normalmente esistente fra due amanti o in una coppia sposata. Se così fosse, il messaggio sarebbe chiaro, e si potrebbe con serenità apprezzare lo stile del fotografo. Capita invece che io sappia che Luca è felicemente e fedelmente sposato con un'altra donna, il che porta a concludere che la donna ritratta è invece un'amica la quale, anche se non pagata, oggettivamente funge da modella. Questo cambia completamente la lettura del rapporto con il contesto che diventa allora un elemento narrativo, una "finzione": la cucina, il letto, il comodino, il cuscino non sono più elementi di realtà ma fondali scenici. Intendiamoci, anche in questa nuova prospettiva la serie è godibile; ma resta, almeno per me, un senso di ambivalenza irrisolta. Forse sono un fottuto Cartesiano incapace di vivere serenamente la polisemanticità; però è difficile che alla mia età mi tolga dalla testa che, anche senza la pretesa di raccontare "la" Verità con la V majuscola, la fotografia deve suggerire "una" verità. Io qui ne vedo almeno due.
Sono poi arrivate altre fotografie della stessa serie, ed in particolare questa:

Ora, quello che attira immediatamente la mia attenzione in questa immagine è lo smisurato tacco a spilla che indossa la fanciulla. Chiunque abbia anche una minima familiarità con una certa pubblicistica sa benissimo che si tratta di un oggetto topico, un'icona ineludibile al pari dei reggicalze e delle calze a rete. Cosa resta allora di quell' "ambivalenza irrisolta" che avevo colto guardando le prime immagini, e che lo stesso Luca rivendicava come intenzionale? Si è disssolta in favore dell'ipotesi di una semplice messa in scena, o si è invece arricchita di una terza ipotesi, quella di una citazione esplicita ed intenzionale di quella certa pubblicistica? Per parte mia, continuo a provare un certo disagio di fronte ad una tale ambiguità ed a trovare più congeniale alla vocazione fondamentale della fotografia il tentativo di raccontare una storia. Insomma, senza voler in alcun modo entrare in questioni di merito, mi sembra interessante rimarcare la differenza fra la serie di Luca e, per esempio questa fotografia:

che - sono forse influenzato dal vissuto personale - evoca una sola, plausibile storia. Peraltro, è anche interessante notare come, in quest'ottica, ci sia anche un grande scarto fra la serie di Medea e le tante fotografie di Tenji che, pur distribuite su un lungo periodo di tempo, mantengono un'indubitabile, forte unità narrativa.
Spero infine che sarà chiaro a tutti che io la notte non dormo (check the posting time).
Paolo Viviani
http://www.flickr.com/photos/86176478@N00/
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- luca rubbi
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Ah, è chiarissimo...
Però la discussione la riprendo domani
Luca

Però la discussione la riprendo domani

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- luca rubbi
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Paolo, non credo di essere un fotografo che cita un modello visivo, anzi mi pare sempre di essere sempre da qualche altra parte.
Indubbiamente il tacco è notevole, ma queste calzature erano l'ultimo amore di Medea ed io gliele ho fatte calzare, che poi le piacessero in particolare per il colore verde acqua è un altro discorso.
Feci la stessa cosa con Madame B che si mise delle zeppone nere piuttosto eccentriche.
In ogni caso ribadisco non c'è verità come non c'è finzione, quella di un incontro sessuale è un'interpretazione che può fare chiunque ma non corrisponde a ciò che è accaduto, in realtà quello che si perpetua sempre è una seduzione reciproca che trae energia dall'evento stesso, poi le modalità e le dinamiche dipendono dalla natura delle modelle.
Ribadisco che il confronto con Tenji è sempre improprio, è l'unica che conosco da tanti anni e che conoscevo anche prima delle famosa seduta in cui era incinta, per cui risulta un'anomalia nel panorama delle ragazze.
Io penso che ci possa essere una magia indipendentemente dal fatto che tu fotografi la tua amante piuttosto che una perfetta sconosciuta, altrimenti dovrei pensare che è più facile ritrarre un parente piuttosto che una persona mai vista.
Mi rendo conto che può apparire come una provocazione ma serve per sottolineare che non sempre ciò che ci è più vicino può essere rappresentato come più vero.
Ciao
Luca
Indubbiamente il tacco è notevole, ma queste calzature erano l'ultimo amore di Medea ed io gliele ho fatte calzare, che poi le piacessero in particolare per il colore verde acqua è un altro discorso.
Feci la stessa cosa con Madame B che si mise delle zeppone nere piuttosto eccentriche.
In ogni caso ribadisco non c'è verità come non c'è finzione, quella di un incontro sessuale è un'interpretazione che può fare chiunque ma non corrisponde a ciò che è accaduto, in realtà quello che si perpetua sempre è una seduzione reciproca che trae energia dall'evento stesso, poi le modalità e le dinamiche dipendono dalla natura delle modelle.
Ribadisco che il confronto con Tenji è sempre improprio, è l'unica che conosco da tanti anni e che conoscevo anche prima delle famosa seduta in cui era incinta, per cui risulta un'anomalia nel panorama delle ragazze.
Io penso che ci possa essere una magia indipendentemente dal fatto che tu fotografi la tua amante piuttosto che una perfetta sconosciuta, altrimenti dovrei pensare che è più facile ritrarre un parente piuttosto che una persona mai vista.
Mi rendo conto che può apparire come una provocazione ma serve per sottolineare che non sempre ciò che ci è più vicino può essere rappresentato come più vero.
Ciao
Luca
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- luca rubbi
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Visto che il Condor ama la Gnocca*, accontentiamolo con qualcosa di esplicito in questa bellissima thread:
FEMMINA SUL DIVANO

Nikon F100 - Nikkor 35/2 AFD - XP2
Ciao
Luca
p.s. Paolo, lo so che a te spiace che sia depilata, bisogna accontentarsi...
* qualcosa mi dice che non sia l'unico

FEMMINA SUL DIVANO

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ellapeppa!

- mauro ruscelli
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- Iscritto il: dom dic 10, 2006 4:05 pm
- Località: Ferrara
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sara' passatismo ma sfogliando questa pagina a me resta in mente solo il culo di Paolo, anzi per evitare abiguita' specifico FOTOGRAFATO da Paolo 
Gran bella foto

Gran bella foto

Mauro
Instagram: @mauroruscelli
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- Giuseppe Mosconi
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- Località: Perso nella provincia di Alessandria
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Rubbi, ... ECCHECCAVOLO !!! Andando avanti di questo passo Babbo Natale ti porterà solo carbone !!!
Bellissima!


Bellissima!
"Vorrei vedere in esse l'urgenza dello scatto, la necessità fisiologica dell'esserci, la frenesia nel respirare l'attimo, la furia di voler partecipare all'anelito di vita del pianeta."
http://www.flickr.com/photos/gimo/
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- marco palomar
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- Iscritto il: mar dic 16, 2008 12:47 pm
devo dire che succede a me la stessa cosa che succede a Mario... la foto di Abschied è splendida.
ma guarda un po'
- marco palomar
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- Iscritto il: mar dic 16, 2008 12:47 pm
densa di erotismo, complimenti.
ma guarda un po'
- Stefano Tambalo
- Messaggi: 2076
- Iscritto il: mer mag 13, 2009 4:26 pm
- Località: Verona
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e sia.. propongo uno dei miei lavori sul genere..
Diana F+, Fuji 400 nell'immortale Rodinal.
E Buon Anno!
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E Buon Anno!
- carlo riggi
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- Iscritto il: gio giu 25, 2009 10:38 pm
- Località: Milazzo
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Sembra una bella foto. Un bel corpo, giochi di luce e di ombre, qualche oggetto a far da contrappunto.Stefano Tambalo ha scritto:e sia.. propongo uno dei miei lavori sul genere..
Per me non è una bella foto. Fossi in vena di manicheismi berenghiani direi "non è una vera foto".
Che ci fa una donna nuda su un mobile (un pianoforte?), appoggiata alla parete, con un'abat jour e uno strano pupazzo che le punta la "jolanda" (© Littizzetto)?
E' inverosimile, non è neppure una fantasia, è una costruzione posticcia e improbabile. Potevi disegnarla, cosa cambiava? Cosa ci mette in più una "foto"?
(il tono ostentatamente aggressivo sostiene la funzione pedagogica della mia nota; non è assolutamente rivolto all'autore verso cui nutro simpatia e al quale ricambio gli auguri di buon anno

Ciao
Carlo