Manifesto della corrente di "Fotografia transfigurativa"

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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simone toson
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Carlo, vorrei però proporti una piccola puntualizzazione.
Vale soprattutto per chi, come me, a volte sbaglia qualche foto e la vuol far appartenere al genere.
Può starci anche questo se l'immagine evoca a posteriori quei significati che scrutano nell'ambito della percezione.
Però questo genere deve a mio parere avere sotto della polpa, un significato percettivo che deve essere spiegato oppure dato in pasto a chi lo vuole interpretare, cosa della quale tu sei maestro.
Tutto questo per dire che non basta il mosso e lo sfocato di qualsiasi cosa ma serve che la fotografia sia cercata e non trovata e se trovata per caso, deve essere una sorta di rivelazione che attinge ad un significato.
Altrimenti si rischia di produrre, in questo ambito, delle boiate pazzesche.
Lo specificherei nel tuo manifesto e lascerei pure a te l'incarico di stabilire se una foto può o meno rientrare nel genere.
Può uscirne una raccolta interessante.

Immagine
Mirage di http://www.simonetoson.com, su Flickr
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carlo riggi
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Andrea, la "difficoltà di digerire" genera il blocco del pensiero, che è primariamente un'attività simbolica.

Massimo, eccome! Ma anche le tue ricerche sulla materia per me sono molto "transfigurative".
Intendiamoci, non stiamo inventando nulla. Abbiamo solo introdotto, un po' per gioco un po' sul serio, un termine per definire e meglio comprendere un modo di sentire la fotografia.

Riccardo, benissimo. Ma... non ricorda un po' la mia? :)
http://www.photobit-forum.it/phpbb/view ... fi#p109205
Ciao
Carlo
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carlo riggi
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Simone, una foto come quella che hai proposto non esce per caso, sempre che tu l'abbia postata come esempio di ciò. Può essere intervenuto un errore, un settaggio sbagliato della fotocamera. Ma io considero la fotocamera come parte integrante del sistema creativo, le sue caratteristiche e i suoi difetti (vedi Holga) e anche i nostri errori "casuali" vanno a determinare il risultato finale. Il quale a volte può essere più spiazzante di quel che avremmo pensato che fosse. Il processo di significazione arriva dopo, e non c'è un rischio di disonestà. Perché a me non interessa pe forza una perfetta corrospondenza tra l'intenzione e il risultato, anzi. E non c'è neppure bisogno di un selezionatore che stabilisca cosa entra e cosa no. Una foto vale per le emozioni che riesce a suscitare, non se rientra in dei canoni rigidamente prestabiliti.
Non è così importante, per me, predeterminare sempre il risultato, a volte la bravura consiste nel riconoscere una valenza e dare una chance ad una foto che d'istinto butteremmo subito il cestino.
Prendi questa foto, parte della mia mostra "Naufragi". Posso dire che fosse tutto predeterminato? Sarei insincero. Ma ho avvertito che c'era qualcosa in essa e ho lasciato che mi interrogasse. Alla fine questa immagine ha saputo dirmi tante cose di me e la considero una delle più potenti che abbia mai fatto. O che la mia fotocamera abbia fatto, è lo stesso.

Immagine
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Carlo
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simone toson
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Ok Carlo, ricevuto!
Cercherò di contribuire. E' interessante.
Bella quest'ultima!
charlie29
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:?: :roll: 8-[ ::smilem ::nat ::rub
ci penso...mmmmmmmm...è tosta qui!
..tutto muore,è la regola,..ma tutto ciò che muore un giorno tornerà...."
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marco palomar
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Senti Carlo, ma questa nuova corrente di "fotografia transfigurativa" si schiera con Renzi, Cuperlo o Civati??? :D

ps: fai 'na corente e te ritrovi nel manierismo come gnente...
ma guarda un po'
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massimostefani
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carlo riggi ha scritto:Andrea, la "difficoltà di digerire" genera il blocco del pensiero, che è primariamente un'attività simbolica.

Massimo, eccome! Ma anche le tue ricerche sulla materia per me sono molto "transfigurative".
Intendiamoci, non stiamo inventando nulla. Abbiamo solo introdotto, un po' per gioco un po' sul serio, un termine per definire e meglio comprendere un modo di sentire la fotografia.

Riccardo, benissimo. Ma... non ricorda un po' la mia? :)
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Molto interessante. Contribuisco con 2 immagini, vediamo se ho "colto" nel segno. Mi astengo ( per ora ) dal rivelare quello che esse rivelano a me, poi magari ne parliamo insieme agli amici del Forum.

MS
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tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
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carlo riggi
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maucas ha scritto:Posso prenotare una tessera per mia figlia..?? :grin:
Ne saremmo onorati! Lei sembra nata transfigurativa. :)
Ciao
Carlo
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carlo riggi
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marco palomar ha scritto:fai 'na corente e te ritrovi nel manierismo come gnente...
Sembri Trilussa. :)
Hai ragione, ma non è detto che questa cosa debba individuare per forza un modo di fare le foto. Puó essere anche un modo di leggerle.
Prendi le composizioni di Massimo, potrebbero semplicemente appagare alla grande un semplice senso estetico. Invece stiamo qui a intravedere significati che vanno oltre, e che una lettura superficiale non avrebbe valorizzato.
Ciao
Carlo
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carlo riggi
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Massimo, premetto che a me le foto in generale suscitano domande più che risposte.
La prima l'ho associata immediatamente a Cristo (ho rivisto Jesus Christ Superstar da poco), ma soprattutto mi genera una sebsazione fisica, come di un intrigo, di una trappola.
La seconda mi fa pensare a un'invasione, qualcosa di organico che assoggetta un manufatto, l'idea di caducità.
Oddio, siamo alla psicoanalisi... 8)
Ciao
Carlo
Andrea
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... le foto di Massimo giocano per me su leve differenti, facendo vedere cose per così dire "mai viste" e non trasfigurando cose che siamo abituati a vedere.
La ricerca di nuovi accostamenti e di particolari colori, qui è al centro dell'immagine di per se e questo per i più è già novità ;
poi che questi colori caldi e freddi, possono evocare sensazioni e ricordi personali è indubbio, ma questo avviene costantemente nell'osservare, mentre negli esempi dell'altalena e delle mie sedie (per esempio ... ) si tenta di aggiungere qualcosa per trasfigurare il già conosciuto ... naturalmente i limiti di questi discorsi possono essere invertiti e spostati a volontà, dicendo tutto e un pò il contrario di tutto ....
R.dox
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carlo riggi ha scritto:Riccardo, benissimo. Ma... non ricorda un po' la mia? :)
http://www.photobit-forum.it/phpbb/view ... fi#p109205
Effettivamente potrei essere portato a pensare che tu me l'abbia copiata, ma io di solito non sono portato ad avere questo genere di pensieri.
Ho visto tante di quelle Riccardox in giro... ma che ci vogliamo fare? È la rete che ci espone.
Riccardo
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Manuel Alvarez Bravo
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massimostefani
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carlo riggi ha scritto:Massimo, premetto che a me le foto in generale suscitano domande più che risposte.
La prima l'ho associata immediatamente a Cristo (ho rivisto Jesus Christ Superstar da poco), ma soprattutto mi genera una sebsazione fisica, come di un intrigo, di una trappola.
La seconda mi fa pensare a un'invasione, qualcosa di organico che assoggetta un manufatto, l'idea di caducità.
Oddio, siamo alla psicoanalisi... 8)
Intrigo, confusione, disorientamento e poi la corona di "moderne" spine, Jesus ecc...bello e pertinente.
La seconda, si, un profilo alieno che tenta di farsi largo, tenta di riemergere da un lontano passato ecc...
direi che ci sei al 90%

MS
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R.Avedon
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massimostefani
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Andrea ha scritto:... le foto di Massimo giocano per me su leve differenti, facendo vedere cose per così dire "mai viste" e non trasfigurando cose che siamo abituati a vedere.
La ricerca di nuovi accostamenti e di particolari colori, qui è al centro dell'immagine di per se e questo per i più è già novità ;
poi che questi colori caldi e freddi, possono evocare sensazioni e ricordi personali è indubbio, ma questo avviene costantemente nell'osservare, mentre negli esempi dell'altalena e delle mie sedie (per esempio ... ) si tenta di aggiungere qualcosa per trasfigurare il già conosciuto ... naturalmente i limiti di questi discorsi possono essere invertiti e spostati a volontà, dicendo tutto e un pò il contrario di tutto ....
giusta osservazione Andrea, si percorrono strade, alternative o complementari, per parlare una stessa lingua. O almeno per tentare di farlo. Convergenze parallele ? forse.
Grazie ciao

MS
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Giuseppe Mosconi
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Tutto molto interessante soprattutto per chi come me usa le fotografie (limitatamente agli "album di famiglia") per far lavorare gli altri sulla loro parte nascosta e trovare in ciò diverse alternative a comportamenti stereotipati oppure individuare motivazioni e spiegazioni a "cose disturbanti" tenute sopite per anni. Ma un conto è far lavorare attraverso i ricordi congelati in uno scatto durante un'evento familiare, un conto è lasciare che la "bestia" dentro di noi possa scorrazzare in lungo e in largo guardando foto altrui o le nostre che si disvelano alla pancia (considerata come sede delle emozioni primordiali più che il cuore che per noi occidentali è considerata sede di sentimenti e quindi in qualche modo educata dalle nostre esperienze), o ancor più sfidante lasciare che il nostro dito faccia quel piccolo click quando siamo tutt'uno con l'espressione della nostra emozione e la rappresentazione di essa colta nel mondo reale. Tutto ciò mi ricorda quel libretto "Lo zen e il tiro con l'arco" o qualcosa di simile. Il concetto di essere nella situazione con il mio corpo e le mie emozioni.
"Vorrei vedere in esse l'urgenza dello scatto, la necessità fisiologica dell'esserci, la frenesia nel respirare l'attimo, la furia di voler partecipare all'anelito di vita del pianeta."

http://www.flickr.com/photos/gimo/
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