Una valvola di sfogo, come quella della pentola a pressione, abbasso la fiamma e lascio che tutto vada per conto suo, a volte come togliersi finalmente l'impermeabile al primo sole di aprile, a volte come nascondersi dietro l'angolo e guardare il mondo, altre come unico sistema di frapporre qualche cosa tra il mio occhio e la realtà.
E portare a casa frammenti di vita che altrimenti andrebbero persi.
Ciao
Rpo
Una facile domanda difficile.
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- mauro ruscelli
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Grazie Roberto, non sai che piacere mi faccia il tuo intervento.
ciao
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Mauro
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Tantissime cose a seconda dei momenti.
La molla che mi fa scattare, spesso, è la magia della luce,
è il desiderio di fermare qualcosa di speciale che vorrei durasse per sempre .
Mi è molto difficile parlarne, come portare fuori qualcosa di particolarmente intimo…
Donatello
La molla che mi fa scattare, spesso, è la magia della luce,
è il desiderio di fermare qualcosa di speciale che vorrei durasse per sempre .
Mi è molto difficile parlarne, come portare fuori qualcosa di particolarmente intimo…
Donatello
E' così anche per me Donatello.donatellobirsa ha scritto:
Mi è molto difficile parlarne, come portare fuori qualcosa di particolarmente intimo…
Donatello
E' difficile trovare parole per qualcosa di intimo e complesso.
Talvolta fotografo perché alcune emozioni sono troppo grandi per tenerle in un corpo. Alcune fotografie nate da questo bisogno quasi fisiologico sono nel mio cassetto (e non sono mai uscite da quel comodo rifugio), le guardo e mi si stringe la gola.
Scattarle è stato terapeutico.
La fotografia è un caleidoscopio che con un gioco di specchi mi mostra lati di me stessa antitetici. Con un solo giro la visione cambia, l'immagine che appariva dentro il caleidoscopio muta.
Il gioco, l'ironia, la voglia di dominare il caos, il bisogno di ricordare, gli affetti, la razionalità, la distanza, la vicinanza, la rabbia, il dolore, la gioia, le idee sono tutti li dentro. Dentro quella scatola che portiamo al collo.
E con un gioco di specchi possiamo farli uscire.
- Giuseppe Mosconi
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Ieri, da una persona che sto imparando a conoscere, mi è stata rivolta questa domanda: " ... ma tu perchè fotografi? ...". Gli ho risposto ma non ero convinto, ho messo dentro tante risposte forse tutte vere, forse parzialmente vere, l'inizio di un ragionamento più profondo, personale. Ho ripreso questo topic di molti anni fà nel forum e l'ho riletto e lo ripropongo di nuovo perchè alcuni di voi (io non avevo risposto all'invito) forse hanno cambiato idea da allora o nel frattempo se la sono fatta. Mi piacerebbe conoscere anche la vostra idea sul perchè fate fotografie; io intanto ci penso ancora qualche ora.
"Vorrei vedere in esse l'urgenza dello scatto, la necessità fisiologica dell'esserci, la frenesia nel respirare l'attimo, la furia di voler partecipare all'anelito di vita del pianeta."
http://www.flickr.com/photos/gimo/
http://www.flickr.com/photos/gimo/
Caro Giuseppe,
io fotografo perché vorrei produrre buone fotografie.
Ma non "buone" fotografie semplicemente perché lo dico io, si sa che "ogni scarrafone è bell' a mamma soie".
Quali siano i criteri per una "buona fotografia" non lo so, ci sto lavorando.
Tenendo conto del fatto che fotografare non significa solamente puntare una macchina e scattare, certo può essere anche questo, ma almeno per me non basta.
Parte da un progetto, dalla previsualizzazione dalla composizione, dalla tecnica, dallo sviluppo, dalla stampa.
Lavoro, quando posso, su tutti questi elementi.
Per trovare fotografie e produrne alcune, che considero buone.
Ciao,
L.
PS Ho riletto quanto sopra e suona molto asettico. In realtà non lo è per niente. La chiave è in quel "buono", che alla fine prescinde da tecniche, strumenti, metodi, approcci, ma in fondo ne è un distillato. Perché "buono" in sintesi è un misto di conoscenza, ma anche di "pancia".
io fotografo perché vorrei produrre buone fotografie.
Ma non "buone" fotografie semplicemente perché lo dico io, si sa che "ogni scarrafone è bell' a mamma soie".
Quali siano i criteri per una "buona fotografia" non lo so, ci sto lavorando.
Tenendo conto del fatto che fotografare non significa solamente puntare una macchina e scattare, certo può essere anche questo, ma almeno per me non basta.
Parte da un progetto, dalla previsualizzazione dalla composizione, dalla tecnica, dallo sviluppo, dalla stampa.
Lavoro, quando posso, su tutti questi elementi.
Per trovare fotografie e produrne alcune, che considero buone.
Ciao,
L.
PS Ho riletto quanto sopra e suona molto asettico. In realtà non lo è per niente. La chiave è in quel "buono", che alla fine prescinde da tecniche, strumenti, metodi, approcci, ma in fondo ne è un distillato. Perché "buono" in sintesi è un misto di conoscenza, ma anche di "pancia".