primo fotogramma Hassy di quest'estate

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

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Oskar Barnack
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foco ha scritto: 2) Ogni mese escono macchine ,stampanti etc apparentementi perfette ma rapidamente e gradualmente vengono migliorate e i modelli precedenti superati. Mi riesce difficile e va contro i miei principi l'aggiornamento continuo delle mie attrezzature digitali. Come ho già scritto a mio parere la fotografia digitale è la più grande operazione commerciale all'interno della storia della fotografia.


Ciao.
Perdonami, ma chi ti obbliga a cambiarla, una volta che hai trovato il modello che ti soddisfa ?
Una D70 od una 40D, sono macchine eccellenti anche se considerate vecchie, non vedo perchè le si dovrebbe cambiare.
Questo è un discorso che possono fare i modaioli, che invece di fotografare, fan le sfilate per sfoggiare la nuova stagione fotografica :D
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foco
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Iscritto il: mar set 27, 2011 1:55 am
Ciao Oskar,

come già scritto nessuno mi obbliga a cambiare attrezzatura ogni anno e uso digitalmente parlando quello che ho. Cerco di comprare un ottimo prodotto per stare felice più a lungo possibile. Digitalmente parlando constantemente ci sono prodotti nuovi che ambiscono a superare il vecchio. Voglio solamente dire che la cultura dell'usa e getta e del continuamente comprare per stare al passo a me non va proprio. Al contrario tra la rolleiflex 2.8f degli anni 50 e una gx sono passati molti anni.
Stiamo cercando di ottenere l'eccelenza visiva da files digitali non una semplice soddisfazione personale. Come posso usare attrezzature di 5 anni fa quando quelle di adesso producono risultati nettamente migliori?
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Marco Cavina
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<<<reputi quindi che sistemi di stampa inkjet ottimizzati per bianco nero, quali per esempio quelle a pigmenti di carbone, non siano ancora a livello di una stampa baritata ?>>>

Il problema sta in altri termini: oggi il cliente-tipo delle foto bianconero fine-art è prevalentemente un self-made-man cinese, russo o (SIC) indiano appartenente alla nuova oligarchia emergente; nel loro paese la cultura fotografica è ancora saldamente ancorata all'analogico e addirittura (come confidato da un gallerista di Berlino) i clienti cinesi pretendono sul retro della copia il provino a contatto del negativo originale a testimonianza che non si tratta di uno scatto digitale, figuriamoci presentare una foto su carta di stracci di cotone stampata inkjet a pigmenti: quelli la fanno a striscioline, la arrotolano e la mettono in bagno per uso fisiologico...

Che poi sia comunque possibile stampare il file digitale su baritata col metodo descritto in precedenza e realizzare un internegativo analogico ad uso e consumo del cliente sospettoso è tutto un altro discorso... La loro "capa tosta" arriva al punto che preferiscono un'immagine dalla visualizzazione e dal tonalismo decisamente più modesti purchè sia originata al 100% in analogico; come dico sempre: quando il mezzo stesso diviene il significante della foto, e non i contenuti o i valori tonali, siamo su un asintoto aberrante: chi la pensa così deve collezionare quadri, non fotografie, visto che è il concetto di artigianalità fine a se stessa che vuole acquistare, a prescindere dalla "qualità" visiva finale del prodotto.

Comunque il problema delle stampe identiche nella tiratura numerata non è affatto da minimizzare: il cliente vede, magari online, la riproduzione di una stampa e quando acquista quell'immagine si aspetta di ottenre una copia dalla visualizzazione identica; so di fotografi che rinunciano preventivamente ad una stampa fine-art con i fiocchi proprio per assecondare questi diktat del gallerista ed ottenere più facilmente copie omologhe, eventualità per me assolutamente inammissibile.

Tornando al filone principale, naturalmente la quantità di alogenuri delle vecchie carte era nettamente superiore:molti di voi avranno notato addirittura l'affioramento di argento metallico (una sorta di "solarizzazione") nelle stampe del nonno realizzate sui cartoncini baritati di allora, emerso negli anni a testimoniare la ricchezza delle emulsioni vintage... Del resto la stampa BN analogica su carta baritata è destinata a diventare una nicchia sempre più ristretta, ed i paesi che consumano ingenti quantità di analogico sono ora solamente quelli emergenti (es: India), dove vanno per la maggiore addirittura le usa e getta pre-caricate, figuriamoci se il trend del futuro sarà quello di migliorare la qualità dei materiali...

D'altro canto il digitale fila come un treno: pensiamo ad esempio al recente dorso Phase-One per medio formato che acquisisce solo in scala di luminanza, ovvero solo in bianconero: ho visto immagini realizzate col medesimo dorso ed obiettivi Zeiss che erano di una qualità tonale strepitosa.

La morale resta la stessa: ciascuno può e deve operare col workflow che sente suo, l'importante è che sia pienamente soddisfatto dei risultati ottenuti.

Ciao Marco
C'è sempre qualcosa oltre: continua a cercare

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Oskar Barnack
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Marco Cavina ha scritto:
Il problema sta in altri termini: oggi il cliente-tipo delle foto bianconero fine-art è prevalentemente un self-made-man cinese, russo o (SIC) indiano appartenente alla nuova oligarchia emergente; nel loro paese la cultura fotografica è ancora saldamente ancorata all'analogico e addirittura (come confidato da un gallerista di Berlino) i clienti cinesi pretendono sul retro della copia il provino a contatto del negativo originale a testimonianza che non si tratta di uno scatto digitale, figuriamoci presentare una foto su carta di stracci di cotone stampata inkjet a pigmenti: quelli la fanno a striscioline, la arrotolano e la mettono in bagno per uso fisiologico...

Ciao Marco
Ora ho afferrato meglio il senso del tuo post ;-)

grazie
Giampiero
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