L'immagine, quindi, contiene sempre un elemento di imprevedibilità, e l'"errore" può essere uno di quegli enzimi di senso, elementi utili a svelare qualcosa del mistero e del fascino in essa celati.
E' il caso di questa foto, in cui l'imprecisione del fuoco enfatizza l'ambivalente innocenza seduttiva dello sguardo infantile, che sbalordisce il padre e sorprende lo stesso soggetto, che scopre nella fotografia aspetti di sé ancora incubati, eppur già attivi.

Questo thread non si propone di enfatizzare l'errore che arricchisce, e di cui è piena l'Arte, ma quello che impoverisce. In misura tale da non consentire all'autore di considerare l'immagine pubblicabile (magari per un eccesso di zelo) ma non tale da inficiarne del tutto la portata emotiva, che qui vogliamo caritatevolmente recuperare. Magari scoprendo in essa una bellezza diversa, difettuale ma ugualmente emozionante per chi la guarda.
Qualche amico sostiene, argomentando in maniera acuta, che il valore dell'immagine si misura dalla sua capacità di rappresentare un'emozione. Mi associo volentieri a tale valutazione, ma ciò non toglie che l'autore sa - intimamente, drammaticamente "sa" - quando un accidente non aggiunge proprio nulla alla propria foto, ma al contrario fà sì che essa non sia quel che avrebbe potuto essere...
Ciao
Carlo