A volte rubo anch'io qualche foto, ma in genere preferisco incassare una qualche forma di consenso. Spesso sotto forma di un'occhiata, un cenno del capo, una intesa al volo.simone toson ha scritto:Posso chiederti, Carlo, come approcci la gente per fotografarla? Immagino che ci voglia anche un po' di coraggio, poi in una città straniera come Istanbul.. Certo, in tutti i manuali ti consigliano di coscere la gente, di chiedere che quasi sempre poi la gente e' contenta, bla, bla, bla.. Poi pero' tra il dire e il fare... Io mi trovo quasi sempre ad avere degli scatti rubati che vanno anche bene ma che in un reportage vero non bastano. Il limite delle mie foto di New York per esempio e' anche quello.
Qualche consiglio?
Dipende dalle situazioni e dalle persone. E' una questione di sfumature.
In questo caso, per esempio, il venditore di bandiere era esposto, quasi un personaggio pubblico. Non credo gli facesse particolare piacere essere fotografato, ma era consapevole di essere parte del paesaggio, così ho potuto seguirlo per un po' e aspettare che assumesse la posa migliore.

A questa signora, pronta a fine giornata per il meritato pasto del Ramadan, è bastato mostrare la fotocamera con un sorriso per avere questa splendida espressione di accoglienza.

Quest'altro ritratto, invece, ho preferito prenderlo con la macchina al fianco. Sarebbe stato troppo difficile spiegarsi. Tra l'altro, il mio centro d'interesse non era tanto la persona in sé, quanto il suo rapporto con i versetti sullo sfondo.

Grande attenzione serve ovunque con i bambini. In quei casi è assai meglio avere un cenno di assenso dai genitori. Ho notato che in Turchia sono mediamente molto meno diffidenti che da noi.
In questa situazione i genitori osservavano divertiti il mio interesse fotografico per la loro bambina che scorrazzava nella Moschea.

In generale, comunque, per la "street" è assai opportuno cercare di non esibire un atteggiamento rapinoso, come di chi sta per azzannare una preda. Molto meglio assumere un aspetto un po' "molle", ingenuo, sonnacchioso, osservare in modo quasi sbadato e poi attivarsi senza movimenti troppo rapidi, scattando con calma e, soprattutto, senza andare a compulsare il monitor subito dopo lo scatto. Se qualcuno si arrabbia meglio mostrarsi disponibili a cancellare la foto (poi magari non serve farlo, ma intanto gli fai capire che sei in buona fede).
Sono giusto due parole, per dirti come mi comporto io. Suppongo che ognuno affini nel tempo le proprie piccole strategie.