libro Contarex: che emozione la prima bozza su carta

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dedalus
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Iscritto il: mer ott 05, 2011 12:13 pm
Va detto che quella complicazione meccanica era tipica di molta industria tedesca della fotografia, basti pensare alla Bessamatic e ai suoi comandi; va anche detto, però, che sin dall'inizio le varie leica a telemetro erano più immediate da usare delle Contax. La semplificazione arrivò con la Topcon (che pure manteneva un'aria massiccia e un po' crucca) e la Spotmatic. Senza dimenticare l' Exakta, prima vera reflex.
Renmazuoh
Caro Elmar,mi sa che abbiamo tanto in comune..anche tu una iiia color dial e una ciclope (non dirmi che e' un esemplare serie E..).Ma personalmente non credo che siamo un coro per fortuna,fondamentalmente siamo soli con le nostre attrezzature uniche che non sono piu' supportate a livello di assistenza e ricambi come ad es. lo e' un apparato Leica M appartenente piu' o meno allo stesso periodo temporale.
Sara' che sono completamente autodidatta,non ho alle mie spalle come molti qui' il nutrito coacervo di santi e mentori che ti indicano la via e che solo 3 anni fa il medio formato era per me una taglia comoda tipo tg.54,ma questa scelta difficile,estrema e per certi versi e appassionata la farei 1000 volte.Semplicemente la motivazione che spinge a crearsi quasi un handicap,ben potendo scegliere una situazione senz'altro piu' comoda.Beh non saprei come altro spiegarlo..da quando ho visto l'occhio di Hal come lo ha definito molto opportunamente l'amico Marco..e' bastato poco per capire la strada...
Elmar Lang
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Iscritto il: ven gen 07, 2011 6:20 pm
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la Contax-IIIa è un recente acquisto di poche settimane fa.

Da tempo, possiedo un corredo Contax-IIa, anche se la mia preferita è la vecchia Contax-II appartenuta a mio nonno e di cui ho già accennato: qualunque collezionista la rifiuterebbe sdegnosamente, ma io so tutto quel che ha vissuto al collo del suo antico padrone... e nonostante tutto, funziona ancora assai bene.

Ho iniziato ad apprezzare la Contarex con un esemplare della serie "Super" e da lì a cercare una Ciclope in buone condizioni, il passo è stato breve. In fondo, non ci trovo nulla di strano, nella rotella per la regolazione del diaframma, anzi: permette alla mano sinistra di provvedere solo alla messa a fuoco, mentre la destra regola il diaframma e scatta al momento decisivo. Ma forse ciò viene più facile a chi è già pratico del sistema Contax a telemetro.

La Contarex è pesante ed ingombrante? E le moderne reflex digitali tipo Nikon D-700 che sono, piumette d'oca?

Ripeto, ben venga il nuovo volume su questo grande apparecchio fotografico. Forse contribuirà a sfatarne certi miti negativi, al di là di esserne lo studio definitivo.

A presto,

E.L.
Renmazuoh
Da felice possessore di una D700 ti dico che non è una piumetta,pesa quasi quanto la mia Crex bullseye ma è senz'altro molto più ergonomica di altre colleghe,si guadagna il pane onestamente e la ritengo tuttora il miglior sistema reflex digitale per costo/prestazioni.
Ma quì stiamo parlando di ben altro....e per quanto riguarda il discorso peso,sarei ben felice di dovermi accollare nelle mie uscite un Olympia Sonnar 180 montato sulla mia Crex ;)
Elmar Lang
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Per rimanere in-topic, leggo che la sera del 27 Giugno verrà presentato il volume sulla Contarex.

...ed io sono dispiaciuto, perché quel giorno sarò lontano e non potrò in alcun modo essere a Milano per l'occasione.

Rinnovo agli autori ed al coraggioso editore i complimenti più sinceri e spero di poter avere presto in mano quest'opera preziosa.

A presto,

E.L.
arcampus
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Ho letto il libro: gloria agli autori, a Watanabe, e al tirannosauro.
Allegati
CONTAREX cy - PLANAR 50 1:2<br />1972
CONTAREX cy - PLANAR 50 1:2
1972
Renmazuoh
arcampus ha scritto:Ho letto il libro: gloria agli autori, a Watanabe, e al tirannosauro.
Il tirannosauro si è estinto....questo sistema di 1200 parti meccaniche e ottiche vivrà per sempre =D>
grandi Marco e Pierpaolo ci avete regalato un'opera magistrale che ho iniziato a sfogliare ieri:personalmente trovo la sezione delle ottiche e degli MTF davvero impagabile,deliziose le copie fedeli dei manifesti commerciali nonchè le note tecniche appuntate dai progettisti sui data sheets.
Immagini di altissima qualità,un libro anche pratico da consumare quasi sessualmente.Di certo non rimarrà a far polvere sulla libreria.
Grazie ancora.
Alessandro
Elmar Lang
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Salve,

giovedì mattina ho fatto un salto a Milano ed ho acquistato la mia copia del volume.

La sera ho iniziato a leggerlo e l'impressione è stata da subito positiva: innanzitutto la cura grafico-editoriale, d'ottimo livello; la carta satinata/avorio e le immagini "lucide", i fascicoli cuciti e rilegati (il che rende il tutto ben robusto, ancorché in brossura). Anche l'oggetto-libro, per essere letto piacevolmente, dev'essere bello e ben eseguito; in questo caso, l'obbiettivo è stato pienamente raggiunto.

Ed ora i testi: gli autori hanno saputo unire precisione e completezza di informazioni senza cadere nella prolissità che caratterizza altre opere, rendendo "dispersive" le trattazioni. Quello della sintesi è una capacità ormai rara.

Insomma, un libro magnifico che si porrà di diritto, a livello internazionale, nel panorama dell'editoria specializzata e che renderà giustizia alle qualità da tanti misconosciute, che caratterizzarono le reflex professionali della Zeiss Ikon.

E -last but not least- le sincere congratulazioni all'editore!

A presto,

E.L.
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PIERPAOLO
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Iscritto il: mar feb 20, 2007 8:56 am
Località: MODENA
approfitto di queste positive recensioni, che fanno solo piacere, per puntualizzare alcuni aspetti editoriali, che fanno la differenza:
- Con l'Editrice Reflex di Roma ho pubblicato quattro libri: per ciascuno erano già stati determinati in fase preparatoria il formato, il prezzo, foto in b/n (solo nell'ultimo Leica abbiamo optato per le Leica speciali a colori), numero minimo e massimo delle pagine. Inoltre le immagini eramo legate al formato e quindi non potevano eccedere un determinato formato e numero.
Questo perchè il prezzo di 55.OOO Lire dello Zeiss o i 35 Euro per il Leica non poteva essere superato: appare evidente che, pur con tutta la buona volontà e le conoscenze. il prodotto era compresso da una serie di esigenze non campate in aria astrattamente ma legate alla vendibilità del prodotto, che doveva almeno arrivare al pareggio, ma non alla perdita.
Viceversa Watanabe ci ha dato mano libera in tutti i parametri: il prezzo è schizzato ad 80 euro ma il prodotto ne è risultato di valore assoluto. Tutte le foto, disegni, pubblicità ecc volute sono entrate nel libro, a ns esclusivo arbritrio, e l'unica idea guida è stata quella di fare un prodotto equilibrato e completo.
Insomma Wata ha realizzato un doppio sogno: quello di noi autori e, spero, anche quello degli appassionati.
Ciò è tanto vero che abbiamo già iniziato a lavorare al prossimo libro: per ora segreto ma anche questo molto interessante e...colorato!

Pierpaolo
arcampus
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Iscritto il: gio gen 19, 2012 4:42 pm
C'è solo un problema: fra poco, la prima edizione diverrà oggetto di culto e assolutamente introvabile... :mrgreen:
Elmar Lang
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"...per ora segreto ma anche questo molto interessante e...colorato!"

Grif sekretnosty snjat'!

Scherzo...

...però ora gli appassionati resteranno in angosciosa suspense!
Elmar Lang
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Sembra proprio che in mezzo alla folla di seguaci d'una nota (ed ottima) fotocamera nata a Wetzlar, viva anche una numerosa comunità di appassionati della (magnifica) Contax...
Elmar Lang
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Iscritto il: ven gen 07, 2011 6:20 pm
Località: Trento
Nel mio caso, come accennato in altra occasione, la Contax-II era la "macchina di famiglia" (o meglio, di mio nonno, che la usò dal 1937/38, fino al '79, con una parentesi Rectaflex). Per imitazione, da studente squattrinato, a metà dei '70 mi comprai una Kiev-4A (che peraltro funziona ancora perfettamente). La Contax mi giunse per eredità e fu la cosa più bella che -fotograficamente- potessi desiderare, con le sue ottiche Zeiss, al di là dell'aspetto sentimental-famigliare.

Con il tempo, la ho affiancata con una Contax-IIa, altre ottiche ed accessori vari (gli accessori Contax sono un delirio di tecnologia post-Bauhaus!) e qualche settimana fa, al mercatino dell'antiquariato di Trento ho trovato per pochi Euro un magnifico Contaprox-I con il Tessar 50/3,5 Zeiss Opton ed il tutto nell'astuccio originale. Sarà un divertimento provare a fare della macro con quel dispositivo...

Trovo la Leica un magnifico apparecchio, molto user-friendly (scusate l'anglicismo), ma usare la Contax, sia pre- che post-bellica, è un'altra cosa. Ed i risultati, poi!...

Un po' per sfizio, mi presi una IIIg: bella; un mirino di visione luminoso, facile messa a fuoco... ma non è una Contax. Un amico mi prestò per un po' di tempo una M3. Ottima, silenziosa, bel mirino... ma non era una Contax. E poi, recentemente, è arrivata la Contarex (cosa di cui l'editore del nuovo volume è in buona parte colpevole!).

Molto probabilmente, rientro nella categoria dei "fanatici"... e di ciò mi scuso.

E.L.
Renmazuoh
la Contax ii/iiia ha molti punti di eccellenza:piccola,adorabile,innovativa,potente,accattivante ma discreta.Ha segnato la strada da seguire passando un testimone di prim'ordine alla reflex definitiva della casa.Un ottimo cavallino da guerra che ha mostrato da subito sul piano ottico e meccanico caratteristiche tuttora di rilievo....1/1250 e f 1.5 non sono mica dettagli =D>
se come spero vedrà la luce un lavoro su questo gioiellino,ne sarò felice se lo merita in pieno.
Elmar Lang
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Eh si, un bel libro in Italiano/Inglese sulla Contax a telemetro e dintorni (non si può tacere della Kiev!...) sarebbe magnifico.

Bisogna capire: i contaxisti-telemetristi soffrono di horror vacui bibliografico, stretti come sono tra scaffali colmi dai ponderosi tomi ai sottili fascicoli, pubblicati in ogni lingua terrestre e non, interamente dedicati alla Leica ed alle sue meraviglie. Credo che ognuno di noi ormai sappia tutto, addirittura quanto portava di scarpe Oskar Barnack, mentre ben poco si sa sul Dr. Küppenbender. Gli storici della tecnologia ottico-fotografica hanno sviscerato praticamente tutto riguardo i prodotti di Wetzlar e Solms, indagati con la stessa meticolosità analitica della StaSi ai tempi della DDR... e la Contax? Poco o nulla, e praticamente tutto quel che c'è è nella lingua di Goethe, che non tutti praticano giornalmente.

Anche il classico "auf den Spuren der Contax" (che pure ha qualche piccola pecca, soprattutto in una poco accurata revisione di bozze), ovvero il nostro "livre de chevet, ormai comincia a non essere più facilissimamente reperibile; altrimenti, dobbiamo scavare nell'editoria d'antan, con i vecchi volumetti di Croy ecc.

Alle volte, mi viene da pensare che la Contax a telemetro ancor oggi sia rimasta un apparecchio elitario, nel senso che "chi la usa la conosce e chi la conosce la usa", il tutto racchiuso in una sorta di torre d'avorio.

Anche questo fa sì che nel progettare una pubblicazione, ci si scontri con il quesito: chi e quanti compreranno un'opera costicchiosa, dedicata alla Contax? Un editore, per quanto lungimirante, non può necessariamente sobbarcarsi pubblicazioni che resteranno a magazzino o destinate alle bancarelle-remainders.

Però... sognare è lecito...

Mi scuso per lo sproloquio, ma si sa: i contaxisti sfiorano un po' il fanatismo; che volete... la solitudine.

A presto,

E.L.
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