Summilux 35/1.4 M

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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luca rubbi
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Non mi torna qualcosa, per me il Lux preasferico ha il paraluce telescopico, ovvero il III serie, le matricole che mi proponi sopra il 2.000.000 sono il II serie, io ho un 2.3xx.xxx

:shock:

Luca
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ulyssesitaca
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[quote="cesareT"]Ho avuto la fortuna, mio malgrado, di conoscere donne diverse nel corso degli anni, donne molto belle ed altre meno appariscenti; spesso è capitato di scovare sensualità, erotismo, dolcezza, comunione emotiva e femminilità insospettate in quella di minore apparenza; una essenza diversa, non ostentata, una corposità partecipativa sincera ed avvolgente, complicità intima e purezza appagante.
Nessun effetto speciale ma semplice celata e discreta sostanza.
Credo che il concetto del bello non possa esprimersi per valori assoluti, ma solo per valenze peculiari, per soggettivo sentire, vedere, annusare, per vibrazioni segrete e molto personali.
La donna perfetta non esiste, forse per una costante, implicita imprevedibile umoralità impressa nel loro genoma; la qualità del rapporto che con essa si instaura è sempre frutto di innumerevoli e difficili compromessi.
Anche io, come Mauro, credo che l’obiettivo perfetto non esista.
L’obiettivo ideale è quello che maggiormente appaga la nostra esigenza estetica ed estesiologica, quello il cui risultato globale più si avvicina al nostro intimo mondo di percezione iconografica del reale e del surreale.
Anche io, come Raffaele, godo del vecchio 35 lux, del suo estro ciclico e fasico come la luna, del suo corpo e sostanza, del suo essere presente senza arroganza alcuna, delle sue crisi di identità, dei suoi rifiuti e delle sue irrinunciabili complete e lascive concessioni.
Mirabile progetto, schema simmetrico e perfetto (tutti i sette lenti di ogni diversa focale del panorama Leica sono straordinari… e non chiedetemi perché), splendido corpo, accentuata tridimensionalità, eccellente microcontrasto e sufficiente nitidezza, colori di una trasparenza incredibile e di grande equilibrio saturativo, mai eccessivo e di carattere unico ed inconfondibile.
Diverso dagli altri 35mm Leica, soprattutto dai due asferici lux. Meno nitido a tutta apertura e con maggiori aberrazioni (coma su tutte), ma con un corpo, una progressione dei piani di fuoco ed una tridimensionalità che incrementano progressivamente ad ogni stop di chiusura del diaframma (negli asferici tali caratteristiche sono molto meno presenti).
La TRIDIMENSIONALITA’, il segno che ha sempre contraddistinto Leica da ogni altro marchio e che è causa principe del mio primitivo innamoramento per casa Leitz, è il dato che maggiormente contraddistingue il 35 lux vecchio.
Conosco da anni Watanabe e posso dire con certezza che la sua definizione di “morbido” attribuita al 35 lux ha un significato particolare, traducibile in “gentile”, “armonioso”, “equilibrato”, sicuramente nulla a che fare con il termine “nitidezza” ed “incisione” (anche lui usa ed ama l’oggetto!!).
La differenza fra le prime ed ultime serie è solo nel grado di macrocontrasto determinato dai diversi trattamenti antiriflessi delle lenti, mai nella impronta assoluta; inoltre è fondamentale la presenza o meno di opacizzazione degli elementi che sicuramente determina il grado di incisione assoluta e di flare; l’uso del paraluce è indispensabile in ogni condizione di illuminazione.
Ora riguardiamoci per un momento le bellissime immagini di Zamario; in esse tutto il carattere e la bellezza di un progetto unico, per quanto bizzoso e ciclotimico come una vera femmina.
______
Cesare


Sontuoso.
Che tu fosi maestro di vita era noto ai più.
Che tu, al contrario di altri avvezzi solo al riunirsi con clientes imploranti, avessi pagato duramente in solido e con notti interminabili fatte di oscuro altruismo il tuo sentire è meno noto.
Che tu riesca a tradurre il tuo spesore con finta leggerezza, anche in cose mortali (di cui pare ci si debba vergognare, secondo alcuni) è solo il segno di una cultura vasta e profonda, costruita col duro lavoro intellettuale e spirituale, e diventa 'il nostro piacere', come dicono i beduini.
Tanto ti dovevo, da tempo, e tanto è.
Raffaele
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Sontuoso.
Che tu fosi maestro di vita era noto ai più.
Che tu, al contrario di altri avvezzi solo al riunirsi con clientes imploranti, avessi pagato duramente in solido e con notti interminabili fatte di oscuro altruismo il tuo sentire è meno noto.
Che tu riesca a tradurre il tuo spesore con finta leggerezza, anche in cose mortali (di cui pare ci si debba vergognare, secondo alcuni) è solo il segno di una cultura vasta e profonda, costruita col duro lavoro intellettuale e spirituale, e diventa 'il nostro piacere', come dicono i beduini.
Tanto ti dovevo, da tempo, e tanto è.
_________________
Raffaele


=D> =D> =D>

Nat
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NatRiscica
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A gentile richiesta del Doc.

Accontentatevi di Jack, io non ho le fanciulle del Rubbi...
8)

Immagine


P.S. Io il Lux l'ho dato via, sino ad ora non sono un pentito.
P.S. bis. Doc, quest'immagine NON è a T.A. Siamo almeno a 2,8.
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rubes
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35-1,4 aspherical.....ora in cassaforte di un amico.
ciao-rubes
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Diciamocela tutta: qui c'è un nugolo di persone che vorrebbe acquistare il 35 summilux preaspherico per molti motivi: si trova facilmente usato, è graziosissimo (finocchioni!!! ), è piccolo e non intrude, è il VERO obiettivo letale per la Leica, e costa almeno 900 Euro di meno dell'aspherico che è lungo e ha un brutto paraluce rettangolare (nuovamente finocchioni!!! :-( )!.
Resta sempre il dubbio della qualità a tutta apertura che è quella che lo differenzia dal summicron, quest'ultimo comunque conosciuto e ottimo in tutte le sue versioni. Effettivamente, se il summicron a tutta apertura avesse delle carenze (6 lenti prima versione), queste sono difetti veniali essendo un'ottica da viaggio ottimizzata ai diaframmi medi, ma il summilux motiva la sua esistenza sulla fotografia a luce ambiente e quindi la resa a T.A diventa essenziale.

Questa:
Ho avuto la fortuna, mio malgrado, di conoscere donne diverse nel corso degli anni, donne molto belle ed altre meno appariscenti; spesso è capitato di scovare sensualità, erotismo, dolcezza, comunione emotiva e femminilità insospettate in quella di minore apparenza; una essenza diversa, non ostentata, una corposità partecipativa sincera ed avvolgente, complicità intima e purezza appagante.
Nessun effetto speciale ma semplice celata e discreta sostanza.
Credo che il concetto del bello non possa esprimersi per valori assoluti, ma solo per valenze peculiari, per soggettivo sentire, vedere, annusare, per vibrazioni segrete e molto personali.
La donna perfetta non esiste, forse per una costante, implicita imprevedibile umoralità impressa nel loro genoma; la qualità del rapporto che con essa si instaura è sempre frutto di innumerevoli e difficili compromessi.


Da incorniciare!
Avrei dovuto leggerla qualche decennio fà per mitigare la mia rabbia giovanile e arricchirmi con l'umanità dell'esperienza!
Mario Andreoli
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