Che esperienze avete con questa categoria di ottiche, le usate molto, le sentite indispensabili?
O per voi i grandangoli sono tanta profondità di campo e via andare, quindi non servono, anzi quello che conta è che siano i più corti possibile?
Ciao
Luca
Grandangoli superluminosi
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- luca rubbi
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Luca,
avevo il 35/1,4 Distagon sulla Contax RTS II, ottica meravigliosa, però sbagliavo sempre il fuoco, motivo per cui, la sua grande luminosità, era più un numero che un beneficio.
Sulla M ho il Summilux 35 Preasph, e qui il gioco cambia...
Però francamente devo ancora "capirlo" per esprimerti un parere.
(per la verità il fuoco lo sbagliavo anche col 28/2,8 Distagon e qualche volta anche col Planar 50/1,4...)
Nat
avevo il 35/1,4 Distagon sulla Contax RTS II, ottica meravigliosa, però sbagliavo sempre il fuoco, motivo per cui, la sua grande luminosità, era più un numero che un beneficio.
Sulla M ho il Summilux 35 Preasph, e qui il gioco cambia...
Però francamente devo ancora "capirlo" per esprimerti un parere.
(per la verità il fuoco lo sbagliavo anche col 28/2,8 Distagon e qualche volta anche col Planar 50/1,4...)
Nat
- ulyssesitaca
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Tu, oramai mi conosci bene, e non ti stupisci se ti dico che i miei diaframmi sono 4 ; 5.6 ; 8, cosi come le mie distanze sono 1,5-3,5 metri.
In realta', poi, le situazioni arrivano da sole e le massime aperture si impongono, ma per me la grande apertura non e' mai stata ( fino ad oggi) una scelta creativa. Amo i soggetti inseriti nel loro ambiente e amo le fotografie che si fanno "scrutare" a lungo.
Ho cominciato con la fotografia naturalistica e il mio Dio in terra era Eliot Porter: questo imprinting un po' mi e' rimasto.
Poi la vita va avanti, e dalla nascita di mia figlia non ho piu' fatto un rullino a colori, e ho rivolto il mio obiettivo sulla gente. C'era ansia di capire, di comprendere, di sviscerare.
La squisita analiticita' del teleobiettivo, cosi utile alla gentile operazione di accettazione di un frammento di bellezza, ha lasciato spazio (in tutti i sensi) alla universalita' della visione grandangolare.
Per me, che usavo con maggior frequenza nell'ordine 400mm, 180, 90, il 35 mm era ubriacante e la sua apertura (2.8 all'inizio) abbagliante.
Il grandangolo era lo strumento giusto per mietere dati, stimoli, informazioni, conoscenza; per me, per lei, per essere migliore per lei.
Il grandangolo mi ha riavvicinato alla gente, che avevo rifuggito insieme al mio amico Luciano Ramires, un orso bruno vestito da guardiaparco, per farmi scoprire col tempo QUANTO io sia come loro, parte di loro, una loro rappresentazione, una semplice variazione sul tema, qui e la' anche stonata.
La profondita' di campo era funzionale a questa operazione, e non solo la profondita' DIETRO al soggetto ma anche e soprattutto quella davanti, necessaria a dare il senso dell'annullamento della distanza tra i due attori di quel momento di condivisione (Hermann Hesse, due persone, due storie che si annodano per un momento, e cosi via...).
Allo stesso modo, guarda un po', era funzionale la inquadratura frontale, senza artifizi, e spesso lo era anche lo sguardo "in camera" cosi aborrito da tanti reportagisti.
Poi, parliamo di oggi, la vita va avanti, i figli diventano due, il panico dell'essere genitore comincia a scemare, nascono piccole certezze, timide sicurezze.
Si conosce Luca Rubbi. Poi Gianni Ansaldi. Si comincia a pensare che isolare il particolare dal globale e' un 'altra forma di conoscenza del globale che quel particolare ha partorito.
Magicamente, si prova ad aprire il diaframma per scoprire che lui, docile, si apre.
E comincia, sotto altre spoglie, la vecchia avventura, la piu' grande di tutte: l' Avventura del Pensiero.
Se senti rumori strani mentre leggi queste note e' il furto su mia commisione del tuo 28/2 Nikon
In realta', poi, le situazioni arrivano da sole e le massime aperture si impongono, ma per me la grande apertura non e' mai stata ( fino ad oggi) una scelta creativa. Amo i soggetti inseriti nel loro ambiente e amo le fotografie che si fanno "scrutare" a lungo.
Ho cominciato con la fotografia naturalistica e il mio Dio in terra era Eliot Porter: questo imprinting un po' mi e' rimasto.
Poi la vita va avanti, e dalla nascita di mia figlia non ho piu' fatto un rullino a colori, e ho rivolto il mio obiettivo sulla gente. C'era ansia di capire, di comprendere, di sviscerare.
La squisita analiticita' del teleobiettivo, cosi utile alla gentile operazione di accettazione di un frammento di bellezza, ha lasciato spazio (in tutti i sensi) alla universalita' della visione grandangolare.
Per me, che usavo con maggior frequenza nell'ordine 400mm, 180, 90, il 35 mm era ubriacante e la sua apertura (2.8 all'inizio) abbagliante.
Il grandangolo era lo strumento giusto per mietere dati, stimoli, informazioni, conoscenza; per me, per lei, per essere migliore per lei.
Il grandangolo mi ha riavvicinato alla gente, che avevo rifuggito insieme al mio amico Luciano Ramires, un orso bruno vestito da guardiaparco, per farmi scoprire col tempo QUANTO io sia come loro, parte di loro, una loro rappresentazione, una semplice variazione sul tema, qui e la' anche stonata.
La profondita' di campo era funzionale a questa operazione, e non solo la profondita' DIETRO al soggetto ma anche e soprattutto quella davanti, necessaria a dare il senso dell'annullamento della distanza tra i due attori di quel momento di condivisione (Hermann Hesse, due persone, due storie che si annodano per un momento, e cosi via...).
Allo stesso modo, guarda un po', era funzionale la inquadratura frontale, senza artifizi, e spesso lo era anche lo sguardo "in camera" cosi aborrito da tanti reportagisti.
Poi, parliamo di oggi, la vita va avanti, i figli diventano due, il panico dell'essere genitore comincia a scemare, nascono piccole certezze, timide sicurezze.
Si conosce Luca Rubbi. Poi Gianni Ansaldi. Si comincia a pensare che isolare il particolare dal globale e' un 'altra forma di conoscenza del globale che quel particolare ha partorito.
Magicamente, si prova ad aprire il diaframma per scoprire che lui, docile, si apre.
E comincia, sotto altre spoglie, la vecchia avventura, la piu' grande di tutte: l' Avventura del Pensiero.
Se senti rumori strani mentre leggi queste note e' il furto su mia commisione del tuo 28/2 Nikon
Raffaele
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Nessun superluminoso, ho il 15 voigt, che non e' luminosissimo, ma non sbagli messa a fuoco ed il 25 sempre voigtlander che e' un f4, anche questo abbastanza facile, pur non avendo la camma abbinata al telemetro ( io poi lo uso su una bessa L ).
Mauro
Instagram: @mauroruscelli
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Enea,
posso dirti che rimpiango Contax per almeno tre ottiche, una di queste era proprio il 35/1,4.
Plastico e contemporaneamente nitido (non ipernitido), correttissimo, a mio avviso un rappresentante perfetto della migliore tradizione Zeiss.
Se ti capita prendilo. Poi comprati anche tre o quattro corpi di riserva, a scelta...
Nat
posso dirti che rimpiango Contax per almeno tre ottiche, una di queste era proprio il 35/1,4.
Plastico e contemporaneamente nitido (non ipernitido), correttissimo, a mio avviso un rappresentante perfetto della migliore tradizione Zeiss.
Se ti capita prendilo. Poi comprati anche tre o quattro corpi di riserva, a scelta...
Nat
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Mettilo su una Yashica FX 3 Super 2000 e risparmi.
Io ho avuto il 2,8 ed era ottimo, ma in digitale a 2,8 un po' smorto.
Da li in poi splendido.
Mio zio ha il 28/2, sembra un mediotele e a suo dire è eccezionale.
Io ho avuto il 2,8 ed era ottimo, ma in digitale a 2,8 un po' smorto.
Da li in poi splendido.
Mio zio ha il 28/2, sembra un mediotele e a suo dire è eccezionale.
- luca rubbi
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Purtroppo è il problema delle suddette ottiche sulle reflex, sul forum Poly avevo sostenuto:NatRiscica ha scritto:Luca,
avevo il 35/1,4 Distagon sulla Contax RTS II, ottica meravigliosa, però sbagliavo sempre il fuoco, motivo per cui, la sua grande luminosità, era più un numero che un beneficio.
Sulla M ho il Summilux 35 Preasph, e qui il gioco cambia...
Però francamente devo ancora "capirlo" per esprimerti un parere.
(per la verità il fuoco lo sbagliavo anche col 28/2,8 Distagon e qualche volta anche col Planar 50/1,4...)
Nat
" che a mio parere esiste una specie di "terra di mezzo" per le ottiche comprese tra 28 e 35 di luminosità elevata.
Mi spiego meglio, nella mia esperienza, con una reflex ovviamente, non è possibile mettere a fuoco con costante e certa precisione (voi direte non c'è niente di certo nella vita...) in situazioni di luce incerte, quelle in cui l' ottica luminosa è più utile.
Questo vale per le ottiche sopracitate perchè per quelle di lunghezza focale inferiore la profondità di campo ci viene in aiuto, per quelle superiori, già dal 50, la base telemetrica del mirino ci dà il giusto grado di precisione.
Purtroppo con i 28 e 35 è molto difficile avere una messa a fuoco accurata, questo è il motivo che mi ha fatto scegliere per il telemetro o per l' autofocus."
Detto ciò, fotografare con il grandangolo superluminoso, può consentirti di realizzare immagini della notte e non solo, diversamente impossibili, ma sempre restando a contatto con i soggetti, personalmente è un tipo di fotografia adrenalinica, passionale e magica.
Ciao
Luca
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- NatRiscica
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Assolutamente d'accordo Luca!
Terra di mezzo! Mi piace come definizione.
Come dici tu è una sfida sublime l'utilizzo di queste ottiche su corpi Reflex.
Ed è ovvio, che in questo campo, il telemetro fà la differenza.
Nat
Terra di mezzo! Mi piace come definizione.
Come dici tu è una sfida sublime l'utilizzo di queste ottiche su corpi Reflex.
Ed è ovvio, che in questo campo, il telemetro fà la differenza.
Nat
- andreamiglio
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- Iscritto il: lun dic 11, 2006 9:06 pm
- Località: ROMA
Trovo le focali dal 15 al 35 indispensabili ed insostituibili nel corredo fotografico, sia reflex che telemetro, senza riserve alcune: non posso pensare di uscire con almeno il 35 montato (quasi perennemente) su di un corpo macchina; poi però fatalmente mi accorgo che ho innamoramenti saltuari per uno o per l'altro, a volte sono infatuato dall'esasperazione prospettica e deformante del 15, altre dalla capacità di essere dentro la scena con eleganza e discrezione del 28, insomma non potrei fare a meno di averli al limite sacrificherei un 75 o un 90.
La mia predilezione è comunque (ora) per il summilux 35 preasferico (intrattabile ottica dal sapore antico) che permette di sapere cosa stai fotografando solo dopo che hai sviluppato la pellicola...
La mia predilezione è comunque (ora) per il summilux 35 preasferico (intrattabile ottica dal sapore antico) che permette di sapere cosa stai fotografando solo dopo che hai sviluppato la pellicola...
Andrea
[url=http://www.flickr.com/photos/andreamiglio/]FOTOGRAFIE[/url]
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- NatRiscica
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- Iscritto il: lun dic 11, 2006 10:52 am
Andrea, "l'intrattabile ottica" è l'unica ottica Leitz/Leica con l'Alzheimer, come dice il Doc!
Effettivamente imprevedibile.
Nat
Effettivamente imprevedibile.
Nat
- andreamiglio
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- Iscritto il: lun dic 11, 2006 9:06 pm
- Località: ROMA
...ma fascinosa proprio per quello...malgrado a volte...NatRiscica ha scritto:Andrea, "l'intrattabile ottica" è l'unica ottica Leitz/Leica con l'Alzheimer, come dice il Doc!
Effettivamente imprevedibile.
Nat

Andrea
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