una "buona per l'album di famiglia"
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- carlo riggi
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Altro che!
Ciao
Carlo
Carlo
Mi emoziona. Magari per motivi del tutto soggettivi.
MI piace il modo di stare davanti all'obiettivo, personalmente non godo della stessa fortuna ...
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-
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- Iscritto il: gio dic 31, 2009 3:43 pm
Grazie Carlo, Luca, Maurizio e Max.
Le virgolette nel titolo e l'o no? volevano suggerire un intento vagamente provocatorio.
Ieri, soffermandomi brevemente sul forum, che di rado negli ultimi mesi ho potuto purtroppo frequentare, mi sono trovato disorientato leggendo della convinzione di Stefano che, negli anni settanta, molte
delle foto di amara e bella sarebbero state considerate "buone per un album di famiglia", tesi che non
voglio certamente discutere.
Mi sono chiesto però se una foto, fatta ai nostri giorni, ma in fondo con lo spirito di allora, e chiaramente
destinata all'album di famiglia, non potesse avere vita propria anche fuori di esso, con una sua capacità
narrativa, ed essere, conseguentemente, reportage.
Ciao.
Sergio
Le virgolette nel titolo e l'o no? volevano suggerire un intento vagamente provocatorio.
Ieri, soffermandomi brevemente sul forum, che di rado negli ultimi mesi ho potuto purtroppo frequentare, mi sono trovato disorientato leggendo della convinzione di Stefano che, negli anni settanta, molte
delle foto di amara e bella sarebbero state considerate "buone per un album di famiglia", tesi che non
voglio certamente discutere.
Mi sono chiesto però se una foto, fatta ai nostri giorni, ma in fondo con lo spirito di allora, e chiaramente
destinata all'album di famiglia, non potesse avere vita propria anche fuori di esso, con una sua capacità
narrativa, ed essere, conseguentemente, reportage.
Ciao.
Sergio
Avevo notato il riferimento all'album di famiglia così come proposto da Stefano e la - lieve - provocazione di Sergio.sergio lovisolo ha scritto:Grazie Carlo, Luca, Maurizio e Max.
Le virgolette nel titolo e l'o no? volevano suggerire un intento vagamente provocatorio.
Ieri, soffermandomi brevemente sul forum, che di rado negli ultimi mesi ho potuto purtroppo frequentare, mi sono trovato disorientato leggendo della convinzione di Stefano che, negli anni settanta, molte
delle foto di amara e bella sarebbero state considerate "buone per un album di famiglia", tesi che non
voglio certamente discutere.
Mi sono chiesto però se una foto, fatta ai nostri giorni, ma in fondo con lo spirito di allora, e chiaramente
destinata all'album di famiglia, non potesse avere vita propria anche fuori di esso, con una sua capacità
narrativa, ed essere, conseguentemente, reportage.
Ciao.
Sergio
Il problema è che l'album di famiglia non comporta nessun riferimento ontologico rispetto alle fotografie che in esso potremmo voler inserire, non è un concetto, è un contenitore sostanzialmente neutro rispetto al contenuto. Stefano dice
Mi sembra che confermi il concetto dell'incastro tra produttore e spettatore della fotografia.Stefano Tambalo ha scritto: - Amara e Bella assomiglia molto a un racconto - pur se a posteriori - per la partecipazione dell'autore e grazie ad una buona componente di dimensione temporale. Senza nulla togliere alla evidente qualità fotografica, non tanto tecnica quanto emozionale, se fossimo nel 1970 avremmo (io sicuramente) commentato molti scatti con "buone per l'album di famiglia", "registro del quotidiano". Le stampe con bordo a zigzag nella scatola che mia nonna custodisce gelosamente non sono molto diverse (tipo questa).
Abbiamo innumerevoli esempi di "registri del quotidiano" che rientrano nella categoria del "reportage" e del "racconto fotografico" e non credo assolutamente che ciò dipenda dall'età delle fotografie. Dorothea Lange, che secondo il ragionamento di Stefano potrebbe essere una turista che si aggirava per il south west degli Stati Uniti dopo la grande depressione, o Darcy Padilla (Family Love) o David Alan Harvey (Tell it like it is) due vicini di casa impiccioni, Jacob Aue Sobol (Sabine o I, Tokyo) uno stagista in trasferta o un turista in Giappone.
"Buono per l'album di famiglia" per me non significa nulla, perché l'album di famiglia non è altro che un contenitore che in se non dice nulla sul contenuto. Gran parte delle fotografie che ammiriamo non sono altro che un "registro del quotidiano".
Continua la mia ricerca sul racconto per immagini. Vedremo cosa ne tirerò fuori.
Ciao,
Luca
-
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- Iscritto il: gio dic 31, 2009 3:43 pm
Concordo, Luca.
Grazie noctorius, per la tua critica di d'annunziano sapore.
Ciao.
Sergio
Grazie noctorius, per la tua critica di d'annunziano sapore.
Ciao.
Sergio
- marco palomar
- Messaggi: 2703
- Iscritto il: mar dic 16, 2008 12:47 pm
Se l'album di famiglia deve essere buono, per me questa foto non ci rientra.
Spesso si commentano in maniera estremamente superficiale le foto di famiglia, come se dovessero essere o dei capolavori assoluti, per superare il loro peccato originale di essere "solo" foto di famiglia, o fotacce utili solo a ricordarci, più male che bene, un volto mutato tra tanti anni. Come se la foto di famiglia fosse un genere minore.
La foto di famiglia è invece uno dei filoni principali della fotografia. Chi sa fotografare bene deve sforzarsi di fare buone foto di famiglia. La foto non è solo un ricordo dei soggetti ripresi, è anche un ricordo delle capacità e delle convinzioni fotografiche di chi era dietro l'obiettivo. Non ci si può permettere pigrizia o sciatteria.
Nel 99% dei casi la foto di famiglia rimane in un cassetto o in un computer e viene fruita da pochissime persone oltre al suo autore; anche con i social network la situazione non è mutata di molto, una brutta foto di famiglia sarà apprezzata dalla zia pina ripresa e dai suoi figli, ma non dalla maggioranza delle persone.
Abbiamo tutti diritto a fare brutte foto di famiglia, di riprendere il bambino nel salvagente o sul triciclo o la zietta alla laurea di nostra cugina, ma non abbiamo alcun dovere di mostrarle, specie se non oltrepassano uno standard qualitativo minimo.
Forse, per riuscire a cogliere l'istante migliore, in una foto di famiglia ci si può permettere qualche magagna in più, tipo il tizio dietro che entra improvvisamente nell'inquadratura. Ma non ci si può permettere l'atteggiamento per cui "tanto è solo una foto di famiglia".
Quando vediamo una foto di famiglia, ragioniamo come se al posto di nostro figlio o del figlio del fotografo ci fosse un bambino sconosciuto; se al posto della zietta ci fosse una signora sconosciuta. Se la foto rimanesse ugualmente valida, allora sì che potremmo pubblicarla. E quando osserviamo le foto di famiglia altrui, non diamo per scontato che siccome è ritratto il figlio o la zietta siano foto da considerare con sussiego.
Spesso si commentano in maniera estremamente superficiale le foto di famiglia, come se dovessero essere o dei capolavori assoluti, per superare il loro peccato originale di essere "solo" foto di famiglia, o fotacce utili solo a ricordarci, più male che bene, un volto mutato tra tanti anni. Come se la foto di famiglia fosse un genere minore.
La foto di famiglia è invece uno dei filoni principali della fotografia. Chi sa fotografare bene deve sforzarsi di fare buone foto di famiglia. La foto non è solo un ricordo dei soggetti ripresi, è anche un ricordo delle capacità e delle convinzioni fotografiche di chi era dietro l'obiettivo. Non ci si può permettere pigrizia o sciatteria.
Nel 99% dei casi la foto di famiglia rimane in un cassetto o in un computer e viene fruita da pochissime persone oltre al suo autore; anche con i social network la situazione non è mutata di molto, una brutta foto di famiglia sarà apprezzata dalla zia pina ripresa e dai suoi figli, ma non dalla maggioranza delle persone.
Abbiamo tutti diritto a fare brutte foto di famiglia, di riprendere il bambino nel salvagente o sul triciclo o la zietta alla laurea di nostra cugina, ma non abbiamo alcun dovere di mostrarle, specie se non oltrepassano uno standard qualitativo minimo.
Forse, per riuscire a cogliere l'istante migliore, in una foto di famiglia ci si può permettere qualche magagna in più, tipo il tizio dietro che entra improvvisamente nell'inquadratura. Ma non ci si può permettere l'atteggiamento per cui "tanto è solo una foto di famiglia".
Quando vediamo una foto di famiglia, ragioniamo come se al posto di nostro figlio o del figlio del fotografo ci fosse un bambino sconosciuto; se al posto della zietta ci fosse una signora sconosciuta. Se la foto rimanesse ugualmente valida, allora sì che potremmo pubblicarla. E quando osserviamo le foto di famiglia altrui, non diamo per scontato che siccome è ritratto il figlio o la zietta siano foto da considerare con sussiego.
ma guarda un po'
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- Iscritto il: gio dic 31, 2009 3:43 pm
Marco, condivido pienamente quanto tu dici, e, se leggi i miei commenti precedenti,proprio a questo,
al fatto che la buona foto di famiglia deve aver vita propria anche fuori dall'album, un suo valore
intrinseco. Mi sembrava che questa, (come quelle di amara e bella,che non considero certo foto di famiglia,
come le definisce Stefano Tambalo) avesse tali caratteristiche.
Perchè, secondo te, non rientra in un buon album di famiglia?
Grazie.
Sergio
al fatto che la buona foto di famiglia deve aver vita propria anche fuori dall'album, un suo valore
intrinseco. Mi sembrava che questa, (come quelle di amara e bella,che non considero certo foto di famiglia,
come le definisce Stefano Tambalo) avesse tali caratteristiche.
Perchè, secondo te, non rientra in un buon album di famiglia?
Grazie.
Sergio
- Stefano Tambalo
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- Iscritto il: mer mag 13, 2009 4:26 pm
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sergio lovisolo ha scritto:mi sono trovato disorientato leggendo della convinzione di Stefano che, negli anni settanta, molte
delle foto di amara e bella sarebbero state considerate "buone per un album di famiglia", tesi che non
voglio certamente discutere.
Sergio, ho capito che ti rode il mio pensiero su quelle foto. E' la seconda volta che diplomaticamente disturbato lo dici, pur non volendo discutere la tesi.sergio lovisolo ha scritto:... (come quelle di amara e bella,che non considero certo foto di famiglia,
come le definisce Stefano Tambalo) ...
Ti prego però di non farmi dire cose diverse o di non sentire solo quello che vuoi sentire. Precisamente dissi:
- Amara e Bella assomiglia molto a un racconto - pur se a posteriori - per la partecipazione dell'autore e grazie ad una buona componente di dimensione temporale. Senza nulla togliere alla evidente qualità fotografica, non tanto tecnica quanto emozionale, se fossimo nel 1970 avremmo (io sicuramente) commentato molti scatti con "buone per l'album di famiglia", "registro del quotidiano".
In soldoni ad "Amara e bella", così come è stata proposta, manca una presentazione organica. Questo è il senso del mio commento.
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- Iscritto il: gio dic 31, 2009 3:43 pm
Stefano, l'organicità o meno della serie è cosa che uno vede o non vede, una non discutibile opinione. Ma ti sarei
grato se mi indicassi le molte foto che sarebbero state da te indicate in quegli anni "buone per un album di famiglia".
Che si trattasse invece di cronaca -non registro, che è quello delle telecamere di sorveglianza- del quotidiano (il quotidiano di quelle persone) è certamente vero.
Ti confesso che ha colpito un poco la mia sensibilità quel "ti rode" che mi sembra non cortese.
Ciao.
Sergio
grato se mi indicassi le molte foto che sarebbero state da te indicate in quegli anni "buone per un album di famiglia".
Che si trattasse invece di cronaca -non registro, che è quello delle telecamere di sorveglianza- del quotidiano (il quotidiano di quelle persone) è certamente vero.
Ti confesso che ha colpito un poco la mia sensibilità quel "ti rode" che mi sembra non cortese.
Ciao.
Sergio
- Stefano Tambalo
- Messaggi: 2076
- Iscritto il: mer mag 13, 2009 4:26 pm
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Io penso che l'organicità sia una cosa che il fotografo - o chi per esso - mette o non mette nella sequenza da presentare.sergio lovisolo ha scritto:Stefano, l'organicità o meno della serie è cosa che uno vede o non vede, una non discutibile opinione. Ma ti sarei
grato se mi indicassi le molte foto che sarebbero state da te indicate in quegli anni "buone per un album di famiglia".
Che si trattasse invece di cronaca -non registro, che è quello delle telecamere di sorveglianza- del quotidiano (il quotidiano di quelle persone) è certamente vero.
Ti confesso che ha colpito un poco la mia sensibilità quel "ti rode" che mi sembra non cortese.
Ciao.
Sergio
E riferito al quotidiano, ho usato "registro" in senso di tono, non di automatica memorizzazione.
Eddai, nemmeno punzecchiare è cortese ma ogni tanto scappa. Pazienza.
