[serie] Bruxelles monocromatica

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

cliqueur
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Molti dicono che Bruxelles è brutta. Non è brutta, almeno non dappertutto e facendo le dovute proporzioni credo che Roma sia in media più brutta. Ci sono ancora i quartieri con la struttura dei villaggi che la crescita della capitale ha inglobato, che sono molto piacevoli. Per l'urbanizzazione dagli anni 60 agli anni 80 è stato coniato un termine: "bruxellisation", che indica un approccio lassista alla pianificazione urbana, lasciando spazio all'edilizia intensiva ed ai grattacieli. E' significativa la costruzione tra il 1968 ed il 71 della Torre ITT sul terreno donato alla città di Bruxelles nel 1922 dallo scultore Guillaume de Groot, che lo aveva legato a scopi culturali. I risultati possono essere terribili.
Vi propongo una mia prima "vista". Altre potranno seguire.

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Questo quartiere è a nord, verso la Gare du Nord. Ci sono i grattacieli che circondano costruzioni degli anni 30 in stile Art déco. Il lavori sulla piazza sono durati almeno un decennio ed ora hanno completato una copertura che ricorda l'astronave di ET. Quando ho scattato questa fotografia non era stata ancora eretta.

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Una delle strategie di urbanizzazione di Bruxelles è stata, ove possibile, di interrare. C'è una linea ferroviaria che attraversa la città da nord a sud sotto terra. La stazione centrale è sotterranea e mi interessavano i "quadri" creati dalle strutture di sostegno.

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Lo sviluppo urbano, la crescita della popolazione ed il cambiamento del tessuto commerciale hanno indotto la trasformazione dei piccoli negozi al piano terra delle case unifamiliari in abitazioni. Le regole urbanistiche lo consentono senza problemi. E' più difficile tornare indietro. A Bruxelles ci sono molti gatti dietro le finestre.

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Sui davanzali si trovano anche cose potrebbero essere utili ad altri (Servez Vous). C'è molta solidarietà. Ho osservato un episodio: un gruppo di clochard si era insediato in una nicchia accanto ad un grande supermercato, sinceramente uno spettacolo non proprio attraente. Hanno tentato di liberarsene mettendo dei piani inclinati nella nicchia. Ebbene, qualche abitante ci ha scritto sopra "aiutiamo i nostri amici clochard", e qualcun altro ha distrutto i pannelli inclinati. Sono rimasti li fino a poco tempo fa, quando una mattina i servizi sociali li hanno presi in cura. Ci sono molti homeless, vicino ad una fermata dell'autobus, in pieno centro, c'è una signora che vive sotto due ombrelli. E vi assicuro che è freddo e umido.

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C'è chi sui davanzali crea giardini con le margherite. C'è anche una cavalletta di legno.

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Il periodo art déco ha segnato in maniera determinante la città di Bruxelles ed il Belgio, in moltissimi aspetti. Questo artigiano crea opere in vetro e vetrate.

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A Bruxelles si notano forti contrasti: rispetto delle regole e trasgressione. Molte case sono decorate con grandi murales (anche piccoli). I rifiuti vengono lasciati per strada in sacchetti. I pilastrini in ghisa servono per impedire il parcheggio selvaggio. Dato che vengono regolarmente "investiti" sono semplicemente immersi in un letto di sabbia.

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Come si può vedere, la gente si diverte. Hanno messo un "gesso" alla figura di un bambino di un monumento davanti alla chiesa di San Bonifacio.

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In pieno centro, dietro la Grand-Place, ci sono dei vicoletti pieni di ristoranti, dove si mangiano per esempio le cozze gratinate con il formaggio. Questa scattata una mattina di primavera.

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Si incontrano spesso questi ingressi bui ai palazzi degli anni 70. A volte ci dormono i clochard. Prima o poi li ristrutturano.

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In pieno centro, nel quartiere delle istituzioni europee, c'è questo palazzone abbandonato. Chissà cosa c'era. La recinzione, oltre che a sostenere le piante selvatiche che crescono, si rende utile come appoggio per le biciclette. Dirimpetto c'è una rappresentanza diplomatica e nel palazzo nuovo in fondo una delle direzioni generali della Commissione Europea. Il pavé è la pavimentazione caratteristica.

PS Le persone sono volutamente omesse, o solo accennate. O poco visibili. O solo raccontate con le parole. Ma questi luoghi sono per le persone.
Ultima modifica di cliqueur il mar feb 16, 2016 10:49 am, modificato 1 volta in totale.
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reporter
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Bel racconto molto interessante!

Mai stato a Bruxelles, e queste tue belle immagini con un bel BW mi hanno incuriosito molto e mi spingono a visitarla.

ciao
Veni Vidi Velvia
Pixel volant Pelicula manent
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Simon B.
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Buon lavoro
si fa leggere e guardare piacevolmente
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Stefano Tambalo
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Un bel lavoro: completo, curato, studiato e ben presentato. Le didascalie supportano molto bene le fotografie, le ho lette con piacere. L'ultima fotografia è la meno convincente del lotto, a mio parere. Mi sono fatto una bella passeggiata per Bruxelles.
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maucas
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Bellissime. Grazie!
Maurizio Cassese.
cliqueur
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Grazie a Bruno, a Simon, a Stefano e Maurizio.
Diciamo che ci lavoro, più o meno consapevolmente, da 4 anni.
Anche la selezione finale, in più fasi, è durata parecchio, forse due mesi, lasciando l'ultima serie a "marinare" per un altro po'.
Sono d'accordo con Stefano, l'ultima è un po' particolare, ma ho capito che serve a lasciare aperta la serie, perché non è ancora completa. In realtà l'ambito di azione è stato abbastanza ristretto, sono i percorsi per muovermi per lavoro.
Ho qualche idea per ampliarli un po' anche considerando che a Bruxelles (come a Parigi o Amsterdam) in primavera fa buio molto tardi.
E forse potrei essere un po' meno prolisso.
Grazie ancora,
Luca
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simone toson
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Belle foto e soprattutto bello che siano presentate così con le didascalie che nel caso del reportage danno un senso compiuto.
Bravo, belle foto, pulite e un piacevole racconto.
cliqueur
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Grazie Simone.
Ma quanto dell'interesse in questa serie è legato alle didascalie e quanto alle fotografie?
Sbaglio, o senza didascalie l'impatto sarebbe completamente diverso?
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Simon B.
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Secondo me senza didascalie sarebbero state un po' debolucce
cliqueur
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Veramente tutti i reportage hanno le didascalie. Spesso c'è anche un testo introduttivo. E non c'è bisogno di scomodare la Magnum.
sergio lovisolo
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Luca, la narrazione è gradevole, informativa. Ma dalle foto la città non emerge, le immagini sono o generiche o didascaliche,
non hanno dinamica, profondità, ricerca dell'angolazione, della prospettiva,della luce.
E' anche questione di tecnica, per aiutarsi a creare "impressione" in un ambiente che appare altrimenti anonimo.
Un grandangolo a livello suolo, o la creazione di una prospettiva con un gatto o una tazzina a giganteggiare su un lato
mentre la via diventa prospettiva, un mediotele per comprimere i piani delle file di palazzi.Ecc.ecc.
Ma soprattutto, una città è fatta di persone, di piccoli eventi.
Naturalmente esistono infinite altre possibilità. Ma probabilmente il tempo limitato è molto condizionante nelle scelte.
Spero di non essere stato io sgradevolmente didascalico...
Ciao.
Sergio
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Simon B.
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Luca A Remotti ha scritto:Veramente tutti i reportage hanno le didascalie. Spesso c'è anche un testo introduttivo. E non c'è bisogno di scomodare la Magnum.
ma è rivolto a me questo commento o è stato cancellato qualcosa?
cliqueur
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Simon B. ha scritto:
Luca A Remotti ha scritto:Veramente tutti i reportage hanno le didascalie. Spesso c'è anche un testo introduttivo. E non c'è bisogno di scomodare la Magnum.
ma è rivolto a me questo commento o è stato cancellato qualcosa?
;)
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Simon B.
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Continuo a non capire. che c'entra la magnum? e cosa vuol dire che tutti i reportage hanno le didascalie riferito a ciò che ho scritto io?
cliqueur
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sergio lovisolo ha scritto:Luca, la narrazione è gradevole, informativa. Ma dalle foto la città non emerge, le immagini sono o generiche o didascaliche,
non hanno dinamica, profondità, ricerca dell'angolazione, della prospettiva,della luce.
E' anche questione di tecnica, per aiutarsi a creare "impressione" in un ambiente che appare altrimenti anonimo.
Un grandangolo a livello suolo, o la creazione di una prospettiva con un gatto o una tazzina a giganteggiare su un lato
mentre la via diventa prospettiva, un mediotele per comprimere i piani delle file di palazzi.Ecc.ecc.
Ma soprattutto, una città è fatta di persone, di piccoli eventi.
Naturalmente esistono infinite altre possibilità. Ma probabilmente il tempo limitato è molto condizionante nelle scelte.
Spero di non essere stato io sgradevolmente didascalico...
Ciao.
Sergio
Grazie.
E' un commento molto utile.
Non per cercare alcuna attenuante, ma sono fotografie fatte con un solo obiettivo, in genere un 28 o un 35. Probabilmente ci sta un grandangolo più spinto ed anche un medio tele. Non posso, come è ragionevole, portarmi dietro tutta la borsa fotografica. Potrei però portarmi dietro alternativamente questi altri due ed ampliare i miei giri. Si, ci sono alcune immagini con le persone, e arriveranno, ma debbo approfondire ancora molto le linee di rappresentazione dei "piccoli eventi". Sinceramente ho sviluppato una idiosincrasia per le persone che telefonano, per quelle che camminano davanti ai poster, per quelle che passeggiano. Cercherò meglio.
A presto e grazie ancora.
Luca
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