Di nulla, figurati: ho espresso sinceramente il mio parere sulla tua fotografia che, ripeto, mi è molto piaciuta per l'impostazione e tutto il resto. Chiaro esempio di come anche un'immagine "classica" (che talvolta, per certuni potrebbe non essere un aggettivo di lode), possa creare impressioni ed essere ispirativa.
Detto questo, la tua domanda "...
se questo scatto l'avessi fatto con una Hasselblad ed il suo Planar(...)?" può essere vista in vario modo.
Il Planar della Hasselblad è forse quanto di meglio l'industria ottica abbia prodotto quale obbiettivo "normale" per il medio formato. Questo per dire che da esso ci si aspetta di trarne il meglio possibile in un uso soprattutto professionale o in un ambito di hobby ad alto livello (in questo caso, soprattutto, quanto meno ai tempi pre-digitale, ad alto livello di possibilità economiche).
Detto questo, onestamente non me la sento di affermare che il Planar calcolato per la macchina svedese sia un segno invalicabile che separa l'eccellenza dalla mediocrità. Eugène Atget, scattò le sue meravigliose immagini di Parigi, montando sulla sua macchina un'obbiettivo da poco -per quanto buono- che in certi casi, decentrando l'ottica, dimostrò di non essere neppure in grado di coprire il formato, ma nessuno verrà mai a dire che le sue foto siano brutte... perché usava un'ottica sbagliata e da pochi soldi. Lui era povero e squattrinato, ma bravo.
Ultimamente, anche nell'ambito dell'hobby fotografico, si diffonde un certo pauperismo che invita a sostenere -oltre ogni limite- che non conta il mezzo, ma il risultato (più che altro da parte di certuni che in realtà non vanno poi in giro a fare realmente delle foto[/u]).
Detto questo, ed essendo ben nota la mia propensione per le ottiche prodotte nell'Est Europeo (per quelle ex-DDR, la loro classica derivazione dal know-how della storica Zeiss di Jena o delle altre antiche case tedesche quali Meyer ecc.; per quelle ex-URSS, la notevole storia che vi è a monte, che dimostra come i russi non si siano limitati alla mera copia, ma siano stati in grado di mettere a disposizione ottime ottiche a prezzi assai spesso "popolari" anche per il mercato interno); detto questo insomma, direi che il Volna-3 che equipaggia quale "normale" la Kiev (60 o 88), è veramente un ottimo obbiettivo per resa e qualità generale.
Questa mia affermazione, per averlo usato a lungo (sulla K-88) anche per riprese di documentazione, che mi imponevano estrema precisione ed oggettività (scavi archeologici). Sono certo quindi che anche per un uso creativo ed amatoriale evoluto, quest'ottica potrà dare risultati soddisfacenti. Cosa questa che a mio parere vale anche per il "normale" dell'altra 6x6 "socialista", ovvero il CZJ Biometar 80/2,8 della Pentacon Six. Anche quest'ultima, usata per analogo lavoro di documentazione.
In una discussione a questo proposito, mi è stato fatto osservare che i limiti del Volna-3 e del Biometar si notano ai forti ingrandimenti (40x ed oltre) e questo può anche essere vero. Di sicuro, il trattamento antiriflesso del Planar per Hasselblad è ad altissimo livello, mentre quello dell'Est Europeo, possiamo definirlo buono o sufficiente. Rimane quindi quasi d'obbligo ricordarsi di montare sempre il paraluce ed aspettarsi, nelle immagini in controluce, qualche fastidioso riflesso interno.
Come osservava un caro amico che ne sa le millanta più di me in materia di storia e tecnologia fotografica (oltre che valentissimo fotografo), la mia passione per le fotocamere e soprattutto le ottiche ex-URSS/DDR ha un po' fatto il suo tempo, vista la enorme disponibilità -anche ad ottimo prezzo- delle Hasselblad (cito questa, quale "termine di paragone" per la 6x6 d'uso generale) e relativo corredo. Io allora aggiungo, che la mia scelta è anche motivata magari da nostalgia dei tempi in cui avevo una trentina d'anni di meno e nei quali, di foto, ne facevo tante.
Quale necessaria informazione circa le qualità del Planar per la Hasselblad, ritengo sia utilissimo lo studio di P.P. Ghisetti pubblicato su Nadir:
http://www.nadir.it/ob-fot/HASSELBLAD_P ... anar80.htm .
Forse, questo mio lungo sproloquio è tutto sommato, una
non-risposta...
Buon pomeriggio,
E.L.