Raffaele, la Rolleiflex e il sentirsi a casa ...

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

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Alberto Bregani
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Bellissimo topic
Hai fatto bene a riprenderlo

E questo tuo intervento lo valorizza ulteriormente
Tks Supermario ;-)
Alberto


ps. 'azz..non vedo l'ora sia il 14 dicembre ..ho un bonus regalo che so già come utilizzare....
:grin:
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Nikita
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Supermario ha scritto:Less is more

Al di là delle considerazioni fatte da Nicola relativamente alla Rolleiflex biottica che io condivido in toto, vorrei soffermarmi sulla sua intuizione geniale racchiusa nella frase:”Less is more”.
La frase è attribuita a Mies Van der Rohe esponente importante del movimento moderno di architettura, ed è il manifesto della scuola Bauhaus di Dessau.
Non so se risalga agli originari anni ’20 della repubblica di Weimar o sia da lui riportata come testimonianza dell’insegnamento ricevuto e riferita durante il periodo americano trascorso da esule politico.
Il significato è molto importante e racchiude il principio dell’architettura moderna tutt’ora riconosciuto: la necessità di sostituire la decorazione e la citazione classica sempre più manierista e vuota di contenuti (less: togliere - semplificare) con l’estetica della funzione e della materia pura (more: sintesi di armonia e utilità).
Il progetto diventa centrale per la sua variabilità di contenuti e di idee, dando al disegno nuova importanza nell’esame senza preconcetti delle funzioni, con lo scopo dichiarato del contenimento dei costi per coinvolgere la classe più povera nella fruizione del prodotto architettonico secondo un’idea parallela a quella ecomica che si sta evolvendo negli Stati Uniti: il New Deal.
Se interpretiamo il concetto in modo formale, la Rolleiflex, che ricorda i manufatti industriali del primo ‘900 con finiture lavorate direi “liberty” che forniscono un aspetto prezioso e certamente oggi da antiquariato, non si adatta all’enunciato.
Ma se interpretiamo il concetto in modo funzionale la biottica conferma l’intuizione di Nicola.
La Rolleiflex non possiede (less) un corredo di accessori (obiettivi, soffietti) che le permetta di assolvere i compiti richiesti in specifici campi fotografici come architettura, macro, sport ecc, nè accessori che consentano specifici approcci (motori, magazzini, telecomandi ) richiesti da certa fotografia di cerimonia, sport, natura.
Il campo di applicazione è pertanto ristretto alla fotografia generica (less), quella di ogni giorno.
Ma questa scelta minimalista comporta però una serie di vantaggi e semplificazioni che la fanno primeggiare (more) se confrontata con le altre fotocamere per le sue caratteristiche fondamentali: la leggerezza, la bellezza del mirino, la stabilità, la silenziosità, la qualità del medio formato, l’eleganza del formato quadrato, la bontà del piccolissimo Planar, la robustezza e affidabilità assolute.
Una volta posti dei limiti operativi di partenza molto coraggiosi e drastici (less), il progetto esclude qualsiasi compromesso qualitativo, non solo, ma al geniale mirino di corredo a triplice uso: riquadro per la traguardazione all’infinito, pozzetto che mostra la scena completa, lentino per una messa a fuoco di precisione, aggiunge una serie di mirini aggiuntivi per venire in contro ad esigenze soggettive.
Tutto ciò comporta una facilità di concentrazione e una pace interiore, dovuta anche all’esclusione di dubbi o alibi, che sono preludi a splendide immagini creative (more).

P.S : non sapevo che esistesse anche il Planar 6 lenti f:3.5.
Il Planar f: 2.8 è accreditato superiore per risolvenza e inferiore per plasticità generale rispetto al 5 lenti.
Non so come si collochi il Planar f:3.5. 6 lenti, se più vicino al modello più moderno o a quello più anziano. Tuttavia ritengo che la vera differenza debba esserci fra il Planar e il Tessar 4 lenti, perchè quest’ultimo veniva costruito appositamente per offrire una versione più contrastata e tagliente per la fotografia di paesaggio.
Le quotazioni dell’usato sono ancor più alte per i modelli dotati di ottica Schneider Xenotar, perciò anche quest’ottica deve essere di pari qualità.
Io possiedo una Planar f:3.5, 5 lenti, e non mi sembra possibile che possa esistere un’ottica migliore anche nel paesaggio!
Ho riscritto questo intervento che avevo perso circa un mese fà.
Ciao Mario,
hai fatto molto bene a riscriverlo.
Grazie e cari saluti.

Nik.
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cristian vidmar
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Bravo Mario, bellissimo intervento.

A proposito, visto che si riparla di rolleiflex...Lo schermo: quello della mia Rolleicord va abbastanza bene in esterno -tranne se c'è tanta luce, anche diretta, in quel caso si vede poco- ma appena la luce cala, diciamo quando sei al limite con una 400 ISO a tutta apertura e mediti di tirarla a 1600, diventa praticamente buio, tranne che nella parte centrale, quasi inusabile. Ho provato una rolleiflex pari anno e nonostante l'obiettivo di visione 2.8 contro 3.5 la differenza di luminosità è insignificante. Mi chiedo se i modelli più recenti (F e GX) hanno schermi decisamente più luminosi perché continuo a leggere miracoli in proposito mentre con la mia è sempre una sfida. Che mi dite?
Cristian
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Giuseppe Mosconi
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Questi interventi sono importati perchè mi fanno uscire dal puro utilizzo della macchina ed entrare in una certa "filosofia" dell'immagine che per mia scarsa sensibilità spesso non considero. Grazie SuperMario!!
Cristian Vidmar ha scritto:Bravo Mario, bellissimo intervento.

A proposito, visto che si riparla di rolleiflex...Lo schermo: quello della mia Rolleicord va abbastanza bene in esterno -tranne se c'è tanta luce, anche diretta, in quel caso si vede poco- ma appena la luce cala, diciamo quando sei al limite con una 400 ISO a tutta apertura e mediti di tirarla a 1600, diventa praticamente buio, tranne che nella parte centrale, quasi inusabile. Ho provato una rolleiflex pari anno e nonostante l'obiettivo di visione 2.8 contro 3.5 la differenza di luminosità è insignificante. Mi chiedo se i modelli più recenti (F e GX) hanno schermi decisamente più luminosi perché continuo a leggere miracoli in proposito mentre con la mia è sempre una sfida. Che mi dite?
Per tutti ma soprattutto per Cristian se può servire: Avevo la stessa scarsa visibilità anche con la mia Rolleicord. Ho svitato il pozzetto e pulito, con molta attenzione, il vetro inclinato che permette la visione e lo schermo ! Un miglioramento c'è stato ma ai bordi la situazione resta sempre ... oscura. Chi sà ... scriva o suggerisca, sempre che si possa far qualcosa !!
"Vorrei vedere in esse l'urgenza dello scatto, la necessità fisiologica dell'esserci, la frenesia nel respirare l'attimo, la furia di voler partecipare all'anelito di vita del pianeta."

http://www.flickr.com/photos/gimo/
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albertospa
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Interessante questo argomento soprattutto per la parte più filosofica trattata con grande sensibilità e passione.
Tempo fa fui preso dalla voglia di avere una Rolleiflex che peraltro avevo gia usato negli anni '70 (me la prestava un amico).
Ho comprato su una bancarella di un mercato romano una 3,5 F con Schneider Xenotar (n.285xxxx) in ottime condizioni per 180 euro. Ha la lente posteriore legermente segnata, ma i risultati sono spettacolari lo stesso. E' pure una White face che, pare, sia una rarità.
La uso con un esposimetro digit. Minolta a luce incidente ma sono più le volte che lo lascio a casa, perchè la bellezza di questo fotografare è proprio quella di non avere con se altro che la macchina fotografica.
Ciao. Alberto
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Vittorio
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a me la Rollei fa' venir il mal di testa....... :grin:
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Giuseppe Mosconi
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Vittorio ha scritto:a me la Rollei fa' venir il mal di testa....... :grin:
Problemi di cervicale ?? :lol: :lol:
"Vorrei vedere in esse l'urgenza dello scatto, la necessità fisiologica dell'esserci, la frenesia nel respirare l'attimo, la furia di voler partecipare all'anelito di vita del pianeta."

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Vittorio
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Iscritto il: sab gen 06, 2007 11:41 am
Località: castelsangiovanni(pc)
no,ci faccio sesso magno cum gaudio,ma non e' ancora amore,il pozzetto lo devo ancora digerire,troppi anni d'impostazione diversa non me la rendono affine,poi pero' c'e' il planar a farmi sorridere......

senza nessuna polemica verso nessuno vorrei ri cordare la Arbus,grandissima fotografa,lei utilizzava una biottica yashica.......a qualcuno verrebbe la pelle d'oca.
Supermario
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Iscritto il: gio mar 15, 2007 4:17 pm
Località: Pianoro
La nitidezza di visione nella rolleiflex è legato alla mancanza o meno di infiltrazioni di luce laterali attraverso il mirino aperto. La luminosità invece è legata all'obiettivo di visione e non di ripresa.
Se si vuole una visione assolutamente contrastata e di tutto riposo occorre montare il mirino chiuso a pozzetto al posto di quello fornito di serie, garantisce una camera assolutamente oscura.
Se invece si vuole una mira veloce e ad altezza d'occhio occorre montare il mirino pentaprisma che ha anche il vantaggio di non invertire la destra con la sinistra, ma ha lo svantaggio di diminuire la luminosità ed aumentare in modo consistente il peso.
Vantaggioso è anche il vetrino di messa a fuoco con stigmometro ad immagine spezzata al centro che aiuta la messa a fuoco con poca luce.
Esiste anche un vetrino ultraluminoso fabbricato dalla Interscreen (credo) o da Minolta, ora non più in produzione.
Se si vuole prontezza d'uso in sequenza occorre un'impugnatura laterale con cinghia che permette alla mano sinistra di sostenere e focheggiare e a quella destra di scattare e ricaricare.
La rolleiflex non compete certo con le moderne autofocus ma resta praticissima e, per me, priva di difetti.
Mario Andreoli
Wirus77
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Iscritto il: lun dic 11, 2006 8:13 pm
Medio formato.....e si apre un altro libro :) !!! Grazie Nik, stampato per godermelo in una placida lettura serale..... :-)
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Nikita
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Iscritto il: mar dic 12, 2006 4:29 pm
Località: SURTSEY
Wirus77 ha scritto:Medio formato.....e si apre un altro libro :) !!! Grazie Nik, stampato per godermelo in una placida lettura serale..... :-)
Prego Virna!

Nik.
Vincenzo Maielli
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Iscritto il: dom mar 30, 2008 11:12 am
Belle foto e soprattutto davvero un bell'elogio alla filosofia di Franke & Heidecke.
Io ho una Rolleicord Vb con lo Xenar 75/3.5 che era di mio padre. Lo Xenar è più contrastato e duro, rispetto al Planar da 75 della Rolleiflex. A parte le differenze, che poi rappresentano un mera qustione di gusti, è uno splendido obiettivo. La mia Cord Vb ha il pozzetto e lo schermo di messa a fuoco di una Rolleiflex 2,8 F ed è equipaggiata con il riduttore per il 4,5x6. Gran macchina, con una meccanica molto raffinata.
Ciao.
Vincenzo
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maucas
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Iscritto il: lun apr 25, 2011 7:51 pm
Località: Napoli/Cosenza
Riesumo questo vecchio 3D sulla gloriosa Rolleiflex,per godere ancora delle discussioni memorabili che ci sono state su questo bellissimo forum. E anche perchè amo la Rolleiflex coi suoi negativi 6x6.
Qui la Rolleiflex 3,5t con planar 3,5 a 5 lenti. Poi sostituita con una 3,5F col Planar a 6 lenti. Ricordo comunque di aver letto che l'aggiunta della sesta lente sarebbe apprezzabile esclusivamente col colore dove dovremmo trovare,in teoria, dei toni leggermente piu' caldi.
Qualcuno ha notizie in merito?
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anita le castella 1.jpg
anita le castella 1.jpg (35.53 KiB) Visto 1512 volte
Maurizio Cassese.
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reporter
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Iscritto il: sab dic 12, 2015 10:00 pm
Località: Livigno - Lario - Bretagna
Eccellente topic!!! Ma quanto c'è da leggere e da apprendere...

Bravo Mau, bella idea!

Non posso però aiutarti...a malapena conosco le mie due gemelline Planar e Tessar... :)
Veni Vidi Velvia
Pixel volant Pelicula manent
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maucas
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Iscritto il: lun apr 25, 2011 7:51 pm
Località: Napoli/Cosenza
Ecco,vedi che smetterla con gli insulti e parlare di cose interessanti è meglio???

Vero che il Tessar è molto piu' inciso e contrastato,rispetto al planar??
Maurizio Cassese.
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