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Sezione Principale - Fotografie e Passioni

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PIERPAOLO
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l'articolo sulla Leinigrad sarà un piacere dartelo in fotocopia quando vieni a Modena

sulle macchine russe e in particolare sulla misteriosa Contax-Kiev NoName puoi leggere qui

http://www.nadir.it/ob-fot/CONTAX_FALSE ... -false.htm

pp


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la macchina era di Brunello, fratello di Brunella, entrambi di cognome Brunelli: amenità emiliane....
Elmar Lang
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...articolo che se fosse stato letto dagli esperti di Westlicht, avrebbe evitato loro una peraltro inspiegabile figuraccia, all'ultima asta di apparecchi fotografici di Marzo scorso.
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reporter
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[schyter] ha scritto:
reporter ha scritto:Il problema si manifesterà quando inizierai a fare fotografia con M...non riuscirai a staccartene più; e, allora, i tuoi aggeggetti sauromatici te li dimenticherai: Leica M è per gente forte, per gente dura e pura...e da quanto possa aver capito di te...tu lo sei!
anche se non volessi staccarmene ci pensera PPG a levarmela dalle mani !!!! :grin: :grin:
Mai mettere limiti "al peggio" ... quindi potrà anche verificarsi che prima o poi una Leichetta la prenda pure ... quello che è certo, è che i miei accrocchi antidiluviani non me li dimenticherò mai !! e questa è sicuramente una certezza !!! al 100% !!!

PPG a CSG ha messo l'occhio nel mirino della mia Leningrad della fine anni 50 ... ovviamente nn poteva elogiarla pi di tanto... sono però sicuro che ne è rimasto sorpreso. A presto !!! ;) ;)
Leichetta!?!! Che termine orribile...degno solo per le scatolette digitali.

Mi sono espresso male! "Dimenticare i tuoi aggeggetti"...intendevo che: dopo aver potuto constatare di persona l'elevatissima irraggiungibile qualità di ogni obbiettivo Leica M non potresti più avere il coraggio di sprecare pellicola con le lenticchie sovietichette che, per amore...solo per tuo unico amore, ti vedresti costretto a lasciarle sulla tua scrivania, alla stregua di ogni fermacarte.

Perciò, stai molto attento a non lasciarti sedurre da M...andresti incontro ad un grosso guaio! :lol:
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Pixel volant Pelicula manent
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[schyter]
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Elmar Lang ha scritto:...articolo che se fosse stato letto dagli esperti di Westlicht, avrebbe evitato loro una peraltro inspiegabile figuraccia, all'ultima asta di apparecchi fotografici di Marzo scorso.
sono curioso ... cosa è successo ???
Cos'è la fotografia pinhole? Come dire che si sente un leggero fruscio ascoltando un vecchio 78 giri su un grammofono a manovella! ;/)

La perfezione ha un grande difetto, tende ad essere noiosa. ;/)
Elmar Lang
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Dunque, il 13 marzo scorso, si è tenuta a Vienna la consueta asta primaverile di fotocamere da collezione; asta che seguo sempre con piacere, talvolta anche facendo qualche piccolo acquisto.

In questa vendita all'incanto, il punto di forza, ovvero quello chiamato tecnicamente "top lot", è stato una bellissima Leica "Null-Serie", che dal prezzo base di tutto rispetto di 400.000,- Euro, dopo un serrato combattimento di rilanci in sala, online ed al telefono, è stata aggiudicata per la rispettabilissima somma di 2 milioni di Euro che, con l'aggiunta dei diritti d'asta, son lievitati a circa 2.400.000,- Euro.

Anche altri lotti, son stati battuti a cifre rispettabilissime e non solo in ambito Leica.

In queste occasioni, il mio cuore batte forte quando in un catalogo di vendita leggo "Zeiss", "Dresden", "Jena", "Contax", ecc.; per questo, già nei giorni precedenti l'asta, mi son studiato con attenzione e piacere le pagine relative ai lotti dal n. 285 al 321.
Tante cose bellissime senza dubbio, e tanti peccati di desiderio.

Però.

Il però, mi è stato suggerito dal lotto n. 309, presentato con questa descrizione:

Contax II special
Unengraved body, no serial number on shoe or inside, in very good condition, late winding knob, sync post on front, with uncoated Sonnar 2/5cm no.2273209, possibly made for field testing purposes without revealing the brand name.

Nei dati tecnici, essa è stata datata "1940 ca."

Sulle prime, in base alla sola descrizione, fui immediatamente attratto, ma già la sola fotina in miniatura, ha acceso i campanelli d'allarme.

Già vista la prima immagine ingrandita, sono sorti i sospetti: quel contatto sincro-X ancor meglio visibile nella seconda delle foto che allego, già da solo gridava: "sono una Kiev!!!"; a ciò aggiungiamo pure l'aspetto della pelle di rivestimento, particolarmente buona e dal caratteristico aspetto liscio-lucido, caratteristica delle Kiev prodotte tra il 1964 ed il 1969.

La foto del carter superiore, rivela un altro dettaglio inquietante: la rotella di messa a fuoco: una Contax, anche fosse stata un esemplare del 1940, avrebbe avuto la zigrinatura solcata nel mezzo, dando l'effetto di due zigrinature parallele.

La foto del fondello, fa "cascar l'asino" (e le braccia): i nottolini di chiusura, son quelli delle Kiev-4/4A, come pure l'attacco per il cavalletto, il pulsante di sblocco per il riavvolgimento ed i piccoli piedini d'appoggio...

Ecco cos'è successo: un buontempone, dev'esser stato in possesso d'una delle famigerate "No Name Kiev" a.k.a "No Name Contax": queste (si veda l'articolo di Pierpaolo su Nadir), hanno la caratteristica d'avere il pomello di riavvolgimento che altri non è se non quello, appunto, delle Kiev-4A. Qui, il nostro "creativo", ha visto bene di rimuoverlo e sostituirlo con il pomello forse proveniente da una Contax-II o da una Kiev-II, pure montandolo con una vite trovata chissà dove e non pertinente.

Come apprendiamo ancora dallo studio di Pierpaolo, la "No Name" era caratterizzata dalla presenza di un'ottica Sonnar 50/2, prodotta dalla Carl Zeiss Jena DDR, appartenente alle giacenze non "assorbite" dalla Zeiss occidentale per le prime Contax-IIa/IIIa.
In questo caso invece, il citato "creativo" ha voluto strafare, togliendo il Sonnar postbellico e mettendone uno pre-1945, quindi con montatura del tipo rientrante, cercando quindi di dare al "pastiche" un aspetto "II Guerra Mondiale".

Da notare infine la cromatura, particolarmente accurata e dalla finissima satinatura, anche questa caratteristica delle Kiev-4A facenti parte della serie venduta priva di logo, o comunque delle migliori Kiev-4A, prodotte tra il 1967 ed il 1969.

L'autore della descrizione di catalogo (voglio sperare che per stanchezza, si sia limitato ad un copia-incolla di quanto scritto dal cliente fornitore della fotocamera), adombra l'ipotesi -che io considero pura fantascienza- che la macchina sia priva di nome perché usata per prove tecniche "sul campo"... "senza rivelare il marchio di fabbrica".

Sarebbe da ridere, se non fosse che questa fotocamera, aveva una stima di catalogo di 600-700 Euro ed un teorico prezzo base di 300,- Euro. In sala però, l'asta è iniziata da un prezzo più alto, dovuto alle offerte scritte già presenti e, con due rilanci, è giunta alla rispettabile somma di 2.400,- Euro, diritti d'asta compresi (ovvero 2.000,- Euro, + il 20%).

Rispetto ad un'asta con pezzi da museo ed aggiudicazioni a tratti stratosferiche, questo è un caso praticamente da passare inosservato.

Non passerà inosservato all'ignaro compratore, allorché un giorno proponesse in vendita questa macchina ed il potenziale compratore sia un collezionista o un commerciante con un minimo di infarinatura in ambito Zeiss Ikon.

A presto,

Enzo
Allegati
La fotocamera.
La fotocamera.
Dettaglio del bocchettone ed ottica; ben visibile il contatto Sincro-X.
Dettaglio del bocchettone ed ottica; ben visibile il contatto Sincro-X.
Il carter superiore. NOTA BENE: la rotellina zigrinata di messa a fuoco.
Il carter superiore. NOTA BENE: la rotellina zigrinata di messa a fuoco.
Il fondello con i caratteristici nottolini e l'attacco filettato per il cavalletto.
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evidentemente, come ho scritto, l'ambiguità paga...ancora!

PP
Elmar Lang
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Ed il fatto che questo "pastiche" fotografico abbia visto sia una risibile descrizione di catalogo che un prezzo base salito da 300,- Euro ad un'aggiudicazione di 2.000,- significa che tanti... leggono poco, e male.
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Elmar Lang ha scritto:Ed il fatto che questo "pastiche" fotografico abbia visto sia una risibile descrizione di catalogo che un prezzo base salito da 300,- Euro ad un'aggiudicazione di 2.000,- significa che tanti... leggono poco, e male.
ho già telefonato a GG ...domani porto la mia K4A del 67 per il taroccamento. :) certo che le rifiniture sono davvero di alto livello ,,,

Immagine
Cos'è la fotografia pinhole? Come dire che si sente un leggero fruscio ascoltando un vecchio 78 giri su un grammofono a manovella! ;/)

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Elmar Lang ha scritto:L'autore della descrizione di catalogo (voglio sperare che per stanchezza, si sia limitato ad un copia-incolla di quanto scritto dal cliente fornitore della fotocamera), adombra l'ipotesi -che io considero pura fantascienza- che la macchina sia priva di nome perché usata per prove tecniche "sul campo"... "senza rivelare il marchio di fabbrica".

Enzo
Premetto che non posseggo approfondita conoscenza del pur affascinante mondo Contax ma, una fotocamera Contax non recante il logo Contax non è una Contax.

Sono quasi certo che la vendita sia stata fittizia e che perciò il "bidone" sia stato ritirato dall'asta stessa, per poi rispedirlo al proprietario: operazione piuttosto consueta, questa, alle aste.

Non credo esistano allocchi a tal livello che comperino a scatola chiusa. IMHO
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Aggiungo: l'asta è responsabile di quanto proponga e, in caso di falsi o bidoni è ritenuta responsabile...da non trascurare la ridicola figura che ne altererebbe l'aura di serietà e di professionalità.

Anni orsono un mio conoscente riconsegnò un "Cellini" Rolex in quanto taroccato...l'asta restituì la spesa con 1.000 scuse.

Approposito di fotocamere anonime...esiste la Nikon No Name...ma Nikon è!
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[schyter] ha scritto:
Elmar Lang ha scritto:Ed il fatto che questo "pastiche" fotografico abbia visto sia una risibile descrizione di catalogo che un prezzo base salito da 300,- Euro ad un'aggiudicazione di 2.000,- significa che tanti... leggono poco, e male.
ho già telefonato a GG ...domani porto la mia K4A del 67 per il taroccamento. :) certo che le rifiniture sono davvero di alto livello ,,,

Immagine
Beh, l'idea è ottima! La tua fotocamerella se ne gioverebbe; essa acquisirebbe grande importanza e raffinata nobiltà... :P
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Elmar Lang
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reporter ha scritto: Premetto che non posseggo approfondita conoscenza del pur affascinante mondo Contax ma, una fotocamera Contax non recante il logo Contax non è una Contax.
Sono quasi certo che la vendita sia stata fittizia e che perciò il "bidone" sia stato ritirato dall'asta stessa, per poi rispedirlo al proprietario: operazione piuttosto consueta, questa, alle aste.
Non credo esistano allocchi a tal livello che comperino a scatola chiusa. IMHO

(...)

Aggiungo: l'asta è responsabile di quanto proponga e, in caso di falsi o bidoni è ritenuta responsabile...da non trascurare la ridicola figura che ne altererebbe l'aura di serietà e di professionalità.
Anni orsono un mio conoscente riconsegnò un "Cellini" Rolex in quanto taroccato...l'asta restituì la spesa con 1.000 scuse.
Approposito di fotocamere anonime...esiste la Nikon No Name...ma Nikon è!
Nel mio piccolo, ho una certa esperienza di aste, maturata proprio all'interno di dette case d'asta (in settore diverso da quello delle fotocamere storiche), operando quale esperto e direttore di vendita (altrimenti detto "banditore").

Una casa d'aste, agisce unicamente quale intermediario tra il fornitore ed il compratore. Ovviamente, la casa d'aste lascia al compratore un periodo di tempo (solitamente un paio di settimane) nel quale esso possa accertarsi che l'acquisto sia corrispondente a quanto riportato nella descrizione di catalogo.
In capo a circa un mese, avviene la fatturazione ai venditori, ovvero quando la casa d'aste corrisponde l'ammontare delle vendite ai clienti fornitori. Dopo tale data, cessa ogni possibile diritto di rivalsa verso la casa d'aste la quale, può al massimo comunicare che contatterà il fornitore per vedere se sia possibile giungere ad una composizione della querelle.
Rimane al compratore la possibilità di rivalersi sulla casa d'aste unicamente se i vizi occulti dell'oggetto acquistato siano dovuti a sciente dolo e se l'autore della descrizione di catalogo abbia scientemente agito allo scopo di imbrogliare i potenziali acquirenti.

Esiste anche l'errore umano: gli esperti e/o i tecnici delle case d'asta sono -appunto- esseri umani e possono sbagliare, per stanchezza, per svista, per fretta.

Certo però che al momento di licenziare alle stampe un catalogo d'asta, vien fatta una revisione generale, collegialmente tra esperti.

La "vendita fittizia": è vero, è un fenomeno che esiste e quando facevo il banditore ho sempre cercato di evitarla. Essa viene praticata solo allorché un lotto molto importante (può succedere), rimane il giorno dell'asta senza offerenti scritti ed in sala. Al momento della chiamata del lotto quindi, in mancanza di offerte in protocollo d'asta e nessuna alzata di paletta in sala, il banditore sa già di fare lui stesso un rilancio ed aggiudicare: e' sempre controproducente, che un lotto importante rimanga senza compratori, magari addirittura il lotto "di copertina".
A titolo di aneddoto, una quindicina d'anni fa, ad un'asta ove avevo operato quale esperto redattore di catalogo, il top-lot rimase senza offerte ed il banditore scelse di aggiudicarlo "fittiziamente". Sei mesi dopo, lo stesso lotto fu rimesso in asta, non illustrandolo in copertina, ovviamente, ma allo stesso prezzo base. I concorrenti in asta furono numerosi, rimasti in tre per gli ultimi rilanci, videro il lotto venire aggiudicato per davvero questa volta, ad un prezzo quasi decuplicato rispetto al prezzo base, e con grande gioia del compratore, che pure era presente in sala alla vendita precedente, per il lotto acquistato.

Una casa d'aste, evita la vendita fittizia per un lotto che appare evidentemente falso o i cui vizi più o meno occulti, lo abbiano fatto arrivare sino al giorno della vendita. In questo caso, viene pubblicata una "saleroom notice" comunicata ai compratori presenti in sala ed online, nella quale si indica quel determinato lotto come "Ritirato, withdrawn, zurückgezogen", magari senza alcuna ulteriore spiegazione.

Nel caso di questa No-Name-No-Contax, temo si sia verificato il caso estremo, che solitamente è poi ragione di solenni lavate di capo o simil-purghe staliniane, nei giorni post-vendita, all'interno della casa d'aste: quel lotto è inspiegabilmente passato alla revisione pre-edizione del catalogo; è passato al controllo finale pre-vendita ed infine... ha trovato un numero sufficiente di "prospective buyers" che hanno lasciato offerte scritte ed infine i due appassionati, che con due rilanci in sala, hanno portato quella cosa al prezzo finale di aggiudicazione. Purtroppo può succedere.

Ora, ma questo non lo sapremo mai, sicuramente il compratore avrà correttamente pagato la fattura e con gioia ricevuto il pacchetto con la fotocamera, a meno che non fosse stato presente in sala ed abbia pagato e subito portato il pacchettino a casa... con un po' di pazienza, avrà cominciato a farsi delle domande e, se in tempo, avrà avvertito la Casa d'Aste che, preso atto della svista, avrà immediatamente provveduto a riaccreditare al compratore la somma pagata, previa restituzione del lotto "incriminato". Ovviamente, l'oggetto continuerà sempre ad apparire come "venduto".

Il lavoro all'interno di una casa d'aste, vi garantisco che è appassionante, ma anche tutt'altro che facile. Molti, praticanti l'hobby del collezionismo, vedono in quel lavoro qualcosa di divertente, perché lo osservano nella prospettiva, appunto, dell'hobby, ma spesso ci si trova di fronte ad orari di lavoro "molto elastici", a necessità di spostamenti anche notevoli per andare a recuperare dei lotti importanti, a dover essere "confessionale" di clienti (venditori e/o compratori) con le necessità più strampalate.

Però, credetemi, il giorno in cui si mette in vendita un bel catalogo, la sala è piena e dal rostro guardi negli occhi i collezionisti al momento di chiamare il primo lotto, è fantastico e ripaga di tante fatiche.

E.L.
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un lavoro stranissimo di cui si conosce l'esistenza per sommi capi ... almeno per quanto riguarda il sottoscritto.
Visto dal di fuori sembrerebbe essere alquanto divertente... poi credo che sia come un po' tutti gli altri lavori quando diventa appunto un'abitudine.
Cos'è la fotografia pinhole? Come dire che si sente un leggero fruscio ascoltando un vecchio 78 giri su un grammofono a manovella! ;/)

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Elmar Lang
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Beh, a dire il vero, lavorare in una casa d'aste (a parte nella sezione amministrativa), non è mai routine, se non in certi dettagli e questo, a seconda della prospettiva, può essere anche divertente.

Un esempio (riporto pressoché testualmente, una telefonata intercorsa tra un potenziale cliente ed il sottoscritto, 2002... con relativo seguito):

ore 19:00 (sede chiusa al pubblico, ma ancora lì -oltre orario di lavoro- per completare corrispondenza, condition reports, ecc.); suona il telefono:

Collezionista: "pronto, sono Tizio, il portone dei vostri uffici è chiuso! Posso salire adesso a vedere gli oggetti della vendita di dopodomani?"

Casa d'aste: "guardi, siamo chiusi, potrebbe passare domattina, negli orari di pubblica esposizione?"

Collezionista: "Eh, ma io lavoro, non ho tempo in orario d'ufficio".

Casa d'aste: "sa, anche noi siamo in ufficio da stamattina alle 7; stavamo chiudendo per andare a casa".

Collezionista: "(sospiro) ...eh, però voi si, che fate un bel lavoro, quello che per tutti è un hobby... è come non lavorare!".

Casa d'aste: "...davvero?..."

Collezionista: "la prego, dovrei esaminare solo un paio di lotti, è questione di una decina di minuti al massimo!..."

Casa d'aste: "va bene... salga... C'è anche il mio collega".

(Il collezionista sale e Casa d'Aste apre la porta: in realtà sono in 4 amici, ognuno che... lavora, quindi non ha tempo di visionare i lotti in orari normali)

Collezionista: "Le presento questi miei amici, sono grossi collezionisti (mai visti, ma chissà)... eh, ora guardiamo i lotti e vedrà domenica, compreremo un sacco di roba!... A proposito, può darmi un catalogo... gratis?... Anzi, anche ai miei amici, grazie mille".

Casa d'aste (dentro di sè è scocciato, ma fa buon viso a cattivo gioco): "prego, ecco i cataloghi, sarebbero 15,- Euro ciascuno, ma per stavolta facciamo un'eccezione".

Uno dei collezionisti: "Eh, ma se vi fate anche pagare i cataloghi, poi a uno gli passa la voglia di comprare!"

Il collezionista ed i suoi amici, tirano fuori foglietti con fitti elenchi di numeri di lotti ed iniziano ad esaminare il tutto, con somma attenzione.
Verso le 20:15, faccio osservare che è davvero tardi, che il mio collaboratore ed io vorremmo/dovremmo andare a casa...

Uno dei collezionisti: "oh, ma noi abbiamo ancora tempo! tanto poi noi andiamo in pizzeria!...".

Casa d'aste (il mio collaboratore) ormai alle 20:45: "scusate signori, ma davvero dovrei andare a casa, e prima dovrei completare della corrispondenza qui in ufficio".

Uno dei collezionisti: "ma non abbiamo ancora finito, solo una decina di lotti e ci siamo!... E poi, il cliente ha sempre ragione, no?...Ah, che belle cose! Vorrei essere io a scrivere i cataloghi! In ufficio ci passerei giorno e notte, beati voi!... a proposito, si potrebbe avere un caffè?".

Ore 21:10. I visitatori lasciano la casa d'aste; uno di loro: "magnifico! Ci vediamo il giorno dell'asta...Ah!... Ci rovineremo!".

Il giorno dell'asta, non s'è visto nessuno di quei gentiluomini.

Il giorno dopo la vendita, telefona alle 18:00 "il collezionista": "Salve! Andata bene l'asta? Mi interesserebbe dare un'occhiata ai lotti invenduti... passerei attorno alle 20:00... tanto ci sarà qualcuno vero?"

Casa d'Aste: "guardi, ben volentieri, ma l'asta è andata benissimo, non è rimasto nulla di invenduto!..." (bugia a fin di bene).

E gli aneddoti potrebbero essere tanti; molti, comunque divertenti; anche questo, 16 anni dopo, lo racconto sorridendo.
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:D Davvero divertente!

Ma tornando alla casa d'asta...essa deve essere assolutamente credibile in ogni circostanza, pena allontanamento clientela e propositori.

La vendita fittizia è operazione piuttosto normale ed essa deve essere assolutamente veritiera e reale e, perciò, nulla deve trapelare...pena, la credibilità della casa d'asta.

Io, in passato, ho partecipato attivamente a questi incontri...ho acquistato qualche oggetto d'ottone d'antiquariato e rammento che mi ero molto divertito.

L'unico aspetto fastidioso era il divieto di fare fotografia alla gente con tutte le stupende espressioni... :)
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