[schyter] ha scritto:
proviamo a continuare la discussione in leggerezza naturalmente...
A questo punto qui escono le differenze personali ... fondamentali.
Quando scrivi "" siamo sempre noi medesimi ad attribuire il valore all'oggetto che bramiamo."" credo che sia necessario, in tutta sincerità (!!) rendere nota "soprattutto a noi stessi, LA MOTIVAZIONE ... in pratica dobbiamo dare/darci una risposta alla domanda :
"Perchè la bramiamo ???"
Grazie Luigi!
Leggerezza: sempre!
Premetto che io non sto stigmatizzando assolutamente nulla. Ognuno fa quel che vuole e risponde a chi deve rispondere.
Sono d'accordo con te assolutamente.
E dobbiamo fare uno sforzo di consapevolezza sul perché bramiamo un oggetto. Le motivazioni sono infinite, un multiplo in ogni essere umano. Ci sarebbe da scomodare uno psicanalista ed anche lei non saprebbe probabilmente trovare una spiegazione universale.
Molto interessante per me è stata la recente lettura di "Misbehaving" di Richard Thaler (Nobel per l'economia 2017), Il creatore dell'economia comportamentistica. Parla dei meccanismi delle decisioni, del fatto che molto raramente ci comportiamo da "homo economicus" a differenza di quanto credono gli economisti, e possiamo razionalmente esprimere preferenze tra di loro completamente antitetiche. Questa branca dell'economia unisce psicologia e ricerca economica empirica e traccia, nei fatti, le tendenze delle scelte delle persone. Che spesso e volentieri si contraddicono.
Tornando a noi, l'accumulo, o lo scambio continuo, di materiale fotografico ha probabilmente fondamenti non razionali, ma piuttosto emotivi. Poi tendiamo ad erigere architetture logiche per sostenere queste azioni. Potrebbe essere un comportamento che costruiamo dall'infanzia, quando prendiamo avidamente i regali di Natale per poi disinteressarcene entro breve o lungo tempo.
Per quanto riguarda la fotografia, ritengo che questi meccanismi siano piuttosto indipendenti dal prezzo, che influenza piuttosto la gamma di opzioni che ci si offrono, ma non il comportamento.
Per trovare la motivazione, ciascuno di noi deve mettersi a nudo davanti a se stesso - cosa difficilissima - e depurare le spinte ad agire dalla sovrastruttura pseudo-razionale che ci abbiamo costruito sopra.
Una sintesi perfetta la dà Alex Majoli, che dopo aver usato per anni Leica M4, M6 ed M7 e dovendo fare delle scelte digitali, ha scoperto che era una trappola tecnologica nella quale non voleva cadere. Dato che il suo obiettivo è la fotografia come oggetto-output finale (la stampa), ha scelto due fotocamere digitali piccole, non Leica, ma Olympus.
Personalmente sono abbastanza consapevole del mio rapporto con il materiale fotografico (in realtà non compro materiale ma uso quello che ho, anche se ogni tanto, raramente, cado nella pseudo-razionalizzazione di cui sopra): perché voglio la stampa. Questo sto facendo, sono riuscito a coprire tutta la filiera da monte a valle, anche in maniera circolare: sto stampando molto, anche con la finalità di influenzare con il risultato a valle l'atto della ripresa a monte.
Tutto qua. Spero di leggerti presto!
Ciao,
Luca