[foto]: eclissi
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Durissima e poetica al tempo stesso..
- cristian vidmar
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Raffaele, tu non immagini l'effetto che mi fa questa foto. Ho fatto tramonti e mi sono stufato, ho fatto macro e mi sono stufato, ho fatto paesaggi e mi sono stufato, ho fotografati i colori e mi sono stufato, alla fine ho capito che l'unico tema che non mi stuferà mai è fotografare l'umanità, che si esprime in così tanti modi, meravigliosi o tragici che siano. E se mai mi dovesse venire a mancare l'ispirazione, basta una foto come questa a buttare benzina sul fuoco dell'entusiasmo. Grazie davvero per averla condivisa, non immagino neanche come dev'essere vederla stampata.
Cristian
- luca rubbi
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Grazie a te Cristian per queste belle parole.Cristian Vidmar ha scritto:Raffaele, tu non immagini l'effetto che mi fa questa foto. Ho fatto tramonti e mi sono stufato, ho fatto macro e mi sono stufato, ho fatto paesaggi e mi sono stufato, ho fotografati i colori e mi sono stufato, alla fine ho capito che l'unico tema che non mi stuferà mai è fotografare l'umanità, che si esprime in così tanti modi, meravigliosi o tragici che siano. E se mai mi dovesse venire a mancare l'ispirazione, basta una foto come questa a buttare benzina sul fuoco dell'entusiasmo. Grazie davvero per averla condivisa, non immagino neanche come dev'essere vederla stampata.
Ciao
Luca
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- mauro ruscelli
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Concordo anche io, credo sia un sentire che ci accomunaCristian Vidmar ha scritto:Raffaele, tu non immagini l'effetto che mi fa questa foto. Ho fatto tramonti e mi sono stufato, ho fatto macro e mi sono stufato, ho fatto paesaggi e mi sono stufato, ho fotografati i colori e mi sono stufato, alla fine ho capito che l'unico tema che non mi stuferà mai è fotografare l'umanità, che si esprime in così tanti modi, meravigliosi o tragici che siano. E se mai mi dovesse venire a mancare l'ispirazione, basta una foto come questa a buttare benzina sul fuoco dell'entusiasmo. Grazie davvero per averla condivisa, non immagino neanche come dev'essere vederla stampata.
Mauro
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carissimi amici,
normalmente non intervengo sulle mie fotografie, a meno che qualcuno non ponga domande dirette di interesse comune. Ho gia' ringraziato molti di voi privatamente e lo faccio di solito perche' mi sembra giusto ed elegante non "rilanciare" la propria fotografia con interventi minimi, e lasciare cosi lo spazio anche agli altri che hanno cose altrettanto degne da dire.
Rompo la mia regola, adesso, per ringraziarvi tutti, ma soprattutto per chiosare quanto detto da Cristian.
Quando ero fotografo naturalista, onestamente soddisfatto delle immagini che costruivo (ogni immagine e' costruita con la propria cultura, le proprie conoscenze, e credenze ) non avevo alcuna difficolta' nel sottolineare che secondo me comunque, la fotografia era fatta (anche contestualizzandola nel periodo storico-sociale in cui era nata e nei luoghi del pianeta ove aveva trovato l'humus necessario per la propria crescita) per raccontare la vita della gente, per parlare della gente e, nei casi piu' privilegiati, per parlare con la gente.
Qualcuno, chiosando altrove la mia fotografia, si e' chiesto se quest'uomo pensava, al momento dello scatto, se avrebbe ricevuto almeno una moneta, o uno sguardo in piu' dal fotografo.
Di questo suonatore io conosco nome e cognome, la storia della vita, il dolore di come una professione SACRA come quella dell'insegnante debba finire sotto la neve a guadagnarsi il pane (il pane !!) e il latte per arrivare a fine mese in un Paese che "dimentica" di pagare le pensioni, ogni tanto, o i farmaci da sopravvivenza.
Avevo il culo bagnato, quando ho fatto questi scatti, perche' ero seduto a terra con lui, perche' volevo fargli vedere che condividevo almeno quell'attimo, quella piccola scomodita' nella sua vita di grandi dolori.
Scatto frontale e "posato", forse, ma privilegiato. Almeno in fotografia, cerco di rispettare i comandamenti.
Mi sono parlato addosso. Volevo solo dire che, d'accordo con Cristian (e Luca, lo so, lo so...) e con grande rispetto per gli altri "generi", per me La Fotografia e' quella con, su, per, TRA la gente.
normalmente non intervengo sulle mie fotografie, a meno che qualcuno non ponga domande dirette di interesse comune. Ho gia' ringraziato molti di voi privatamente e lo faccio di solito perche' mi sembra giusto ed elegante non "rilanciare" la propria fotografia con interventi minimi, e lasciare cosi lo spazio anche agli altri che hanno cose altrettanto degne da dire.
Rompo la mia regola, adesso, per ringraziarvi tutti, ma soprattutto per chiosare quanto detto da Cristian.
Quando ero fotografo naturalista, onestamente soddisfatto delle immagini che costruivo (ogni immagine e' costruita con la propria cultura, le proprie conoscenze, e credenze ) non avevo alcuna difficolta' nel sottolineare che secondo me comunque, la fotografia era fatta (anche contestualizzandola nel periodo storico-sociale in cui era nata e nei luoghi del pianeta ove aveva trovato l'humus necessario per la propria crescita) per raccontare la vita della gente, per parlare della gente e, nei casi piu' privilegiati, per parlare con la gente.
Qualcuno, chiosando altrove la mia fotografia, si e' chiesto se quest'uomo pensava, al momento dello scatto, se avrebbe ricevuto almeno una moneta, o uno sguardo in piu' dal fotografo.
Di questo suonatore io conosco nome e cognome, la storia della vita, il dolore di come una professione SACRA come quella dell'insegnante debba finire sotto la neve a guadagnarsi il pane (il pane !!) e il latte per arrivare a fine mese in un Paese che "dimentica" di pagare le pensioni, ogni tanto, o i farmaci da sopravvivenza.
Avevo il culo bagnato, quando ho fatto questi scatti, perche' ero seduto a terra con lui, perche' volevo fargli vedere che condividevo almeno quell'attimo, quella piccola scomodita' nella sua vita di grandi dolori.
Scatto frontale e "posato", forse, ma privilegiato. Almeno in fotografia, cerco di rispettare i comandamenti.
Mi sono parlato addosso. Volevo solo dire che, d'accordo con Cristian (e Luca, lo so, lo so...) e con grande rispetto per gli altri "generi", per me La Fotografia e' quella con, su, per, TRA la gente.
Raffaele