Riporto l'introduzione che se ne fa' su risvegli.net
Uccidere il Buddha quando lo si incontra significa superare il mito del maestro, il mito del guru, il mito dello psicoterapeuta; significa rinunciare al ruolo di discepolo e distruggere la speranza che qualcun altro, all’infuori di noi, possa essere il nostro padrone.
Sheldon B. Kopp
«Se incontri il buddha per la strada, uccidilo!» è un koan e come tale non ha un significato preciso. Forse non ne ha nessuno, forse ne ha centomila. A me dice che tutti noi, più o meno consciamente, abbiamo introiettato un modello di perfezione, cui abbiamo dato un nome altisonante: «buddha», per esempio. Ma questo non è il vero buddha. È un idolo creato dalla nostra stessa mente. Una proiezione, insomma, ottenuta cambiando di segno ciò che in noi percepiamo come «negativo».

Il libro non e' forse necessario dato che non aggiunge nulla al senso della frase, che se capita e' molto importante, sia per noi che per la nostra fotografia.
Spesso sono proprio le nostre paure a creare dei muri.
Io posso dire che una delle mie maggiori paure e' quella di non saper fotografare senza esposimetro, eppure l'altro giorno mi ha abbandonato, ho impostato diaframma e tempi a mano e con mia sorpresa le foto sono venute bene.
Mentre a volte e' cio' che sappiamo che ci impedisce di fotografare correttamente. Troppe regole e troppo nozioni a livello cosciente ci fanno perdere l'attimo e la capacita' di vedere. Le conoscenze si devono sedimentare in modo da essere usate senza pensare altrimenti sono catene. Ma come fare?
fotografare fotografare fotografare
E' uno scritto un po' confuso, ma spero possa essere un incipit interessante.