Vogliamo un po’ parlare del leggendario Elmar 50/3.5, della successiva versione 2.8 prodotta fino al 1974 e della versione moderna prodotta a partire dal 1995.
Questo è quello che scrive Sante Castignani:
ELMAR 50/3,5
1954-1961
Resa impagabile, secca e grintosa, ma corposa e piacevole allo stesso tempo; in questa saporita ricetta, il segreto del successo di un obiettivo leggendario che ha fatto la storia della Casa. Pur superato, tutt'oggi i risultati di questo obiettivo non cessano di ammaliare generazioni di fotografi.
ELMAR 50/2,8
1957-1974
Nonostante le migliori intenzioni, come l'impiego dei nuovi vetri al lantanio, il più luminoso degli Elmar non raggiunge la stessa qualità del più vecchio f:3,5.
Piuttosto fiacco almeno fino a f:5,6, non disdegna tuttavia di fornire ottime soddisfazioni nel BN tradizionale, dove con un poco di chiusura sfodera immagini corpose e piacevoli.
ELMAR 50/2,8
1995-in produzione
L'ultimo capitolo della saga degli Elmar non è ancora concluso. Nato originariamente per equipaggiare la M6J, ricalcolato con nuovi vetri e trattamenti, il 50/2,8 oggi in produzione è un piccolo prodigio di brillantezza. Perfino esagerato nella verve, è l'ottica giusta per gli amanti della fotografia incisa e grintosa, con in più il grande vantaggio della compattezza estrema una volta rientrato nel corpo macchina.
Qual è la vostra esperienza in merito, chi li usa?
Ciao
Luca
Elmar 50
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io ce l'avevo, il 3.5 a baionetta, ma non posso mostrare grandi immagini perchè non ho uno scanner dedicato (la scusa del fotografo schiappa).
vabbè, qualche scansione ce l'ho, ve ne faccio vedere una che mostra la resistenza al flare, mettiamola così.
(ma naturalmente non esaurisce la nitidezza di questo obiettivo)
vabbè, qualche scansione ce l'ho, ve ne faccio vedere una che mostra la resistenza al flare, mettiamola così.

(ma naturalmente non esaurisce la nitidezza di questo obiettivo)
Ultima modifica di -vin- il gio mag 22, 2008 11:14 am, modificato 1 volta in totale.
Elmar 50 2,8 moderno

un po' enfatizzato dalla tri x in rod.

un po' enfatizzato dalla tri x in rod.
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Io la vedo...
Ciao
Luca
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Parecchi anni fa, regalai a mio fratello un Elmar a vite, la resa era di ghiaccio, corposo e tagliente.
Ciao
Luca
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l'Elmar f/3,5 con innesto a vite (derivato dal Tessar, 4 lenti in 3 gruppi) e disegnato da Max Berek ha creato il mito di ottica eccellente per macchine di piccolo formato, Leica questo caso. E' stato ulteriormente migliorato nei vetri nel dopoguerra nell'ambita versione 'numeri rossi'. Da notare che essendo collassabile aumentava l'idea di piccolezza e tascabilità delle prime Leica.
Esiste anche un Elmar 35/3,5, prima ottica grandangolare Leica, raretto e mediocre come resa.
Come innesto M esiste la versione f/2,8 (più comune) e la più rara versione (incredibile a dirsi) f/3,5: ottica secca ed incisa; ambedue collasabili.
La versione moderna f/2,8, fornita per la prima volta con la Leica M6J e poi afferta come ottica singola, anche in nero, offre una resa tagliente e tridimensionale, formidabile.
L'Elmar fa parte integrante del mito Leitz e giustamente tutti coloro che si professano leichisti dovrebbero provarla.
Pierpaolo
Esiste anche un Elmar 35/3,5, prima ottica grandangolare Leica, raretto e mediocre come resa.
Come innesto M esiste la versione f/2,8 (più comune) e la più rara versione (incredibile a dirsi) f/3,5: ottica secca ed incisa; ambedue collasabili.
La versione moderna f/2,8, fornita per la prima volta con la Leica M6J e poi afferta come ottica singola, anche in nero, offre una resa tagliente e tridimensionale, formidabile.
L'Elmar fa parte integrante del mito Leitz e giustamente tutti coloro che si professano leichisti dovrebbero provarla.
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Grazie Pierpaolo, da quello che mi risulta la versione attuale è piuttosto diversa nella resa dal coevo Summicron.
Aggiungo che molti considerano il nuovo Elmar inferiore al Summicron, per quanto sia sempre poco corretto paragonare ottiche di pari focale ma diversa apertura relativa.
Ciao
Luca
Aggiungo che molti considerano il nuovo Elmar inferiore al Summicron, per quanto sia sempre poco corretto paragonare ottiche di pari focale ma diversa apertura relativa.
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Eccomi qui. Io ho l' Elmar ultima versione. Al momento dell'acquisto pensavo fosse una scelta temporanea ma mi ci trovo davvero bene e non penso di cambiarlo. So che da molti viene considerato poco e che sono ben altri i 50 che fanno sognare i leicisti ma io lo trovo un ottimo obiettivo. Con un suo carattere ben preciso che può anche non piacere.
Quasi tutte le fotografie (qui ) che ho mostrato sono state fatte proprio con il piccolo Elmar.
Se poi ho un po' di tempo ne inserisco qualcuna.
Quasi tutte le fotografie (qui ) che ho mostrato sono state fatte proprio con il piccolo Elmar.
Se poi ho un po' di tempo ne inserisco qualcuna.
Nat...è il 50 che ho io??? Scusate ma il computer ce l'ho in studio e il 50 a casa....quindi non posso controllare....e col cavolo che mi ricordo se è quello...
Così, tanto per sapere se state parlando di qualcosa che ho avuto fra le mani

Così, tanto per sapere se state parlando di qualcosa che ho avuto fra le mani

sicuramente la resa tra Summicron ed Elmar é diversa, sia che si parli delle versioni degli anni Cinquanta che di quelle attuali (non si può naturalmente fare un confronto negli anni Trenta, perché allora il Summicron.....non c'era!), e sicvuramente il Summicron restituisce un'immagine più complessa, più tridimensionale.
Occorre ricordare che l'Elmar é nato in un periodo storico in cui occorreva porre attenzione ad una costruzione con pochi vetri e al minor possibile numero di elementi aria/superficie. Anche Zeiss ha progressivamente abbandonato il Tessar per il Planar, in quanto era importante in questi obiettivi il rapporto qualità/prezzo e la compattezza, data dal fatto che si trattava di ottiche rientranti (come i due Tessar per Contax a telemetro, per esempio). Sono considerazioni che oggi ci sembrano superate, ma che negli anni trenta/cinquanta erano più convincenti, specie dal punto di vista economico.
Pierpaolo
Occorre ricordare che l'Elmar é nato in un periodo storico in cui occorreva porre attenzione ad una costruzione con pochi vetri e al minor possibile numero di elementi aria/superficie. Anche Zeiss ha progressivamente abbandonato il Tessar per il Planar, in quanto era importante in questi obiettivi il rapporto qualità/prezzo e la compattezza, data dal fatto che si trattava di ottiche rientranti (come i due Tessar per Contax a telemetro, per esempio). Sono considerazioni che oggi ci sembrano superate, ma che negli anni trenta/cinquanta erano più convincenti, specie dal punto di vista economico.
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Pierpaolo credo che fosse anche un discorso di facilità di messa a fuoco, con un f3.5 era molto più facile per l’utente ottenere immagini con un fuoco soddisfacente, penso che questo sia stato uno dei punti del successo della Leica ai suoi esordi.PIERPAOLO ha scritto:sicuramente la resa tra Summicron ed Elmar é diversa, sia che si parli delle versioni degli anni Cinquanta che di quelle attuali (non si può naturalmente fare un confronto negli anni Trenta, perché allora il Summicron.....non c'era!), e sicvuramente il Summicron restituisce un'immagine più complessa, più tridimensionale.
Occorre ricordare che l'Elmar é nato in un periodo storico in cui occorreva porre attenzione ad una costruzione con pochi vetri e al minor possibile numero di elementi aria/superficie. Anche Zeiss ha progressivamente abbandonato il Tessar per il Planar, in quanto era importante in questi obiettivi il rapporto qualità/prezzo e la compattezza, data dal fatto che si trattava di ottiche rientranti (come i due Tessar per Contax a telemetro, per esempio). Sono considerazioni che oggi ci sembrano superate, ma che negli anni trenta/cinquanta erano più convincenti, specie dal punto di vista economico.
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lo schema Tessar/Elmar é nato con una luminosità f/3,5, che é una commistione di compatezza del barilotto, vetri adatti e facilità telemetrica. La versione f/2,8 del Tessar per Contax era una forzatura e non a caso non è stata riproposta nel sistema dopoguerra, mentre nel caso dell'Elmar si è avvalsa di nuove tipologie di vetri, ma sopratutto di una macchina con un telemetro nettamente migliorato, la M3.
Paul Wolff, uno dei primi grandi fotografi Leica, pioniere del piccolo formato, utilizzava quasi sempre l'Elmar e molto poco il Summar, proprio perché quest'ultimo forniva immagini con molto flare e troppo morbide, mentre con l'Elmar, pur andicappato da un diaframma e mezzo in più, la resa era sempre ottimale e sopratutto contrastata.
Inoltre occorre ricordare che Leitz ha sempre sfornato ottiche con una costruzione accuratissima e anche questo fa (o ha fatto) la differenza.
Pierpaolo
Paul Wolff, uno dei primi grandi fotografi Leica, pioniere del piccolo formato, utilizzava quasi sempre l'Elmar e molto poco il Summar, proprio perché quest'ultimo forniva immagini con molto flare e troppo morbide, mentre con l'Elmar, pur andicappato da un diaframma e mezzo in più, la resa era sempre ottimale e sopratutto contrastata.
Inoltre occorre ricordare che Leitz ha sempre sfornato ottiche con una costruzione accuratissima e anche questo fa (o ha fatto) la differenza.
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Da Ciccarella (http://web.infinito.it/utenti/j/joseph_galilee/):
50/3.5 Elmar. 1954-1961 rientrante, cromato. L’Elmar “tagliente” per eccellenza. Non collassabile su CL ed M5 per non danneggiare la cellula esposimetrica. 4 Lenti, filtro serie E39. Messa a fuoco minima 1 m. E’ frequente il velo opaco tra le lenti (*Argomento correlato a fine pagina). Peso 210 g. Paraluce, codice identificativo: ITOOY/12580/12585/12538
50/2.8 Elmar. 1957-1974 cromato, rientrante. Tra i più popolari obiettivi Leitz. Mantenendo lo stesso schema ottico della versione precedente ed introducendo nuovi vetri al Lantanio, c’è un guadagno in luminosità. Non collassabile su CL ed M5 per non danneggiare la cellula esposimetrica. Distanza minima di messa a fuoco 1 m. 4 Lenti, filtro serie E39. E’ frequente il velo opaco tra le lenti (*Argomento correlato a fine pagina). Peso 220 g. Paraluce, codice identificativo: ITOOY/12580/12585/12538
altrimenti:
http://www.summilux.net/avis/objectifs/Elmar50-I.html
Elmar f/3,5/50 45° 4/3 - 1 125 ?
Le prix est donné à titre indicatif (tarif constaté en ?).
L'Elmar f:3,5/5 cm par Jean D.
On considère que l'Elmar f:3,5/5 cm (code ELMAR) est l'objectif "standard" du Leica, il compta largement pour la réputation et le succès du pionnier du "petit format" ; sa monture télescopique coulissante permet de le faire presque "disparaître" à l'intérieur de la chambre noire, de sorte que l'encombrement de l'appareil demeure très réduit (le verrouillage de l'optique, en position "sortie", est assuré par une baïonnette interne à trois ailettes). Cet objectif fut conçu par le physicien Max Berek (de même que 22 autres objectifs destinés au Leica). L'Elmar f:3,5/5 cm comporte quatre lentilles réparties en trois groupes (selon le schéma du "triplet de Cooke") ; le diaphragme, placé juste derrière la lentille frontale, se règle par un "doigt" situé sur la face avant. L'Elmar f:3,5/5 cm a connu une importante évolution et de nombreuses variations, au cours d'une existence extrêmement longue (une version remaniée existe encore aujourd'hui) : les principales modifications sont la diminution du rayon de courbure de la lentille frontale en 1931, l'apparition de la version chromée en 1933 (arrêt de la version nickelée en 1936), l'addition du repère de mise au point pour l'infra-rouge en 1935, l'application d'un traitement de surface en 1946, l'utilisation de nouveaux types de verre et l'échelle de profondeur de champ en chiffres rouges en 1951 (cas de l'objectif illustré). L'Elmar f:3,5/5 cm a connu une descendance : ouverture portée à f:2,8 et monture à baïonnette "M".
Le nom "Elmar" dérive de celui de l'objectif Elmax f:3,5/5 cm, création précédente de Max Berek qui équipa certains Leica I en 1925 ; ce nom "Elmax" résulte de l'association des initiales de l'industriel Ernst Leitz et du prénom de l'opticien (mais la firme Ernemann ayant déposé le nom "Ermax", jugé phonétiquement trop proche, le nom "Elmax" fut transformé en "Elmar" en 1926).
L'objectif illustré est vissé sur la bague n° 14097 permettant de le monter sur la baïonnette d'un Leica "M".
Monture des filtres A36
Pare-soleil FISON/12510 ou VALOO/16620 (ce dernier étant relié au "doigt" de réglage du diaphragme)
Viseur
(si jugé nécessaire), entre autres (selon l'époque et la volonté de contemporanéité)
L'Elmar 50 mm f/2,8 a été fabriqué de 1957 à 1962 (27357 exemplaires, code ELMOO ou référence 11512 avec échelle en mètres, 11012 avec échelle en pieds). Le modèle photographié date de 1958.
Possiedo l'elmar 50/2,8 il mio primo amore. Appena posso posto delle foto.
50/3.5 Elmar. 1954-1961 rientrante, cromato. L’Elmar “tagliente” per eccellenza. Non collassabile su CL ed M5 per non danneggiare la cellula esposimetrica. 4 Lenti, filtro serie E39. Messa a fuoco minima 1 m. E’ frequente il velo opaco tra le lenti (*Argomento correlato a fine pagina). Peso 210 g. Paraluce, codice identificativo: ITOOY/12580/12585/12538
50/2.8 Elmar. 1957-1974 cromato, rientrante. Tra i più popolari obiettivi Leitz. Mantenendo lo stesso schema ottico della versione precedente ed introducendo nuovi vetri al Lantanio, c’è un guadagno in luminosità. Non collassabile su CL ed M5 per non danneggiare la cellula esposimetrica. Distanza minima di messa a fuoco 1 m. 4 Lenti, filtro serie E39. E’ frequente il velo opaco tra le lenti (*Argomento correlato a fine pagina). Peso 220 g. Paraluce, codice identificativo: ITOOY/12580/12585/12538
altrimenti:
http://www.summilux.net/avis/objectifs/Elmar50-I.html
Elmar f/3,5/50 45° 4/3 - 1 125 ?
Le prix est donné à titre indicatif (tarif constaté en ?).
L'Elmar f:3,5/5 cm par Jean D.
On considère que l'Elmar f:3,5/5 cm (code ELMAR) est l'objectif "standard" du Leica, il compta largement pour la réputation et le succès du pionnier du "petit format" ; sa monture télescopique coulissante permet de le faire presque "disparaître" à l'intérieur de la chambre noire, de sorte que l'encombrement de l'appareil demeure très réduit (le verrouillage de l'optique, en position "sortie", est assuré par une baïonnette interne à trois ailettes). Cet objectif fut conçu par le physicien Max Berek (de même que 22 autres objectifs destinés au Leica). L'Elmar f:3,5/5 cm comporte quatre lentilles réparties en trois groupes (selon le schéma du "triplet de Cooke") ; le diaphragme, placé juste derrière la lentille frontale, se règle par un "doigt" situé sur la face avant. L'Elmar f:3,5/5 cm a connu une importante évolution et de nombreuses variations, au cours d'une existence extrêmement longue (une version remaniée existe encore aujourd'hui) : les principales modifications sont la diminution du rayon de courbure de la lentille frontale en 1931, l'apparition de la version chromée en 1933 (arrêt de la version nickelée en 1936), l'addition du repère de mise au point pour l'infra-rouge en 1935, l'application d'un traitement de surface en 1946, l'utilisation de nouveaux types de verre et l'échelle de profondeur de champ en chiffres rouges en 1951 (cas de l'objectif illustré). L'Elmar f:3,5/5 cm a connu une descendance : ouverture portée à f:2,8 et monture à baïonnette "M".
Le nom "Elmar" dérive de celui de l'objectif Elmax f:3,5/5 cm, création précédente de Max Berek qui équipa certains Leica I en 1925 ; ce nom "Elmax" résulte de l'association des initiales de l'industriel Ernst Leitz et du prénom de l'opticien (mais la firme Ernemann ayant déposé le nom "Ermax", jugé phonétiquement trop proche, le nom "Elmax" fut transformé en "Elmar" en 1926).
L'objectif illustré est vissé sur la bague n° 14097 permettant de le monter sur la baïonnette d'un Leica "M".
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(si jugé nécessaire), entre autres (selon l'époque et la volonté de contemporanéité)
L'Elmar 50 mm f/2,8 a été fabriqué de 1957 à 1962 (27357 exemplaires, code ELMOO ou référence 11512 avec échelle en mètres, 11012 avec échelle en pieds). Le modèle photographié date de 1958.
Possiedo l'elmar 50/2,8 il mio primo amore. Appena posso posto delle foto.
Ciao a tutti, Gianluca
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