Il senso del vostro agire fotografico, è stimolato maggiormente da una valenza emotiva o piuttosto da un fine intellettuale?
Insomma siete degli illuministi del momento perduto, magari un po' cinici e falsamente zen come HBC o vivete una passionalità alla deriva e non resistete alla possibilità di non scattare una foto?
Algidi, distaccati e determinati o caldi, eccitati e stimolati dal fuoco degli eventi.
Forse siete una sintesi perfetta tra queste naturali tendenze dell'animo umano...
Vi rendete conto di quando stia confondendo tutti i codici di comportamento e di linguaggio,?
In fondo non siamo niente in assoluto, o forse siamo tutto, probabilmente ho scritto cose senza senso, quasi che dovessimo fare una scelta o inquadrarci in una visione o peggio schierarci con decisione per una appartenenza.
Probabilmente non siamo nemmeno in grado di poterlo dire, forse è meglio così.
Sono pensieri della notte, neanche tanto tarda, ma dopo la goliarda viene il momento delle verifiche, perchè si sa che la vita è anche questo.
La fotografia, non smetterò mai di sostenerlo è un'arte terribile, ti prende per la gola e non ti da scampo, ma io sono contento lo stesso.
Grazie a tutti.
Ciao
Luca
Il senso
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Complice l'insonnia provo a risponderti ora, con semplicità senza citazioni.
Se fatico a farmi fotografare è perché sento che la mia estetica non riesce a parlare della mia vera natura. Fuori è ghiaccio, dentro è fuoco. Fuori è bianco e dentro è nero. Il mio volto parla di dolcezza e di tranquillità ma dentro si agita una perenne tempesta che non mi lascia scampo. La contraddizione fa parte della mia natura, senza non sono io.
E la fotografia rispecchia questa altalena. Tra le mie geometrie c'è il desiderio di dominio del caos, tra i volti amati che si ripetono ossessivamente c'è il mio senso di perdita.
Non posso disgiungere passione ed intelletto neppure nella fotografia che affronto come la vita con passione, testardaggine, lasciandomi avvolgere dalla malinconia, mordendola con aggressività per poi lasciarmi conquistare. Arrendevole alla sua forza.
La fotografia mi permette di uscire dal mio guscio spinato con cui allontano ma quante volte l'ho maledetta perché fa uscire anche quello che non vorrei. Visionaria fotografia. Meno menzognera di ciò che siamo noi con noi stessi.
Se fatico a farmi fotografare è perché sento che la mia estetica non riesce a parlare della mia vera natura. Fuori è ghiaccio, dentro è fuoco. Fuori è bianco e dentro è nero. Il mio volto parla di dolcezza e di tranquillità ma dentro si agita una perenne tempesta che non mi lascia scampo. La contraddizione fa parte della mia natura, senza non sono io.
E la fotografia rispecchia questa altalena. Tra le mie geometrie c'è il desiderio di dominio del caos, tra i volti amati che si ripetono ossessivamente c'è il mio senso di perdita.
Non posso disgiungere passione ed intelletto neppure nella fotografia che affronto come la vita con passione, testardaggine, lasciandomi avvolgere dalla malinconia, mordendola con aggressività per poi lasciarmi conquistare. Arrendevole alla sua forza.
La fotografia mi permette di uscire dal mio guscio spinato con cui allontano ma quante volte l'ho maledetta perché fa uscire anche quello che non vorrei. Visionaria fotografia. Meno menzognera di ciò che siamo noi con noi stessi.
- luca rubbi
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Cara Deborah,
adesso vado a dormire soddisfatto, che belle parole che hai detto, così forti da riempire il cuore.
In fondo speravo che tu potessi rispondere subito, inconsciamente.
A maggior ragione ti fotograferò per potere suggerire che creatura sei, perchè dalla fotografia mi auguro sia possibile esprimere la tua particolare energia e sensibilità, ed attraverso la tua emanazione fisica la tua essenza che a me è così cara.
Questa cosa detta da chi non ti conosce personalmente è veramente incredibile e fa pensare, grazie ancora.
Buonanotte
Luca
adesso vado a dormire soddisfatto, che belle parole che hai detto, così forti da riempire il cuore.
In fondo speravo che tu potessi rispondere subito, inconsciamente.
A maggior ragione ti fotograferò per potere suggerire che creatura sei, perchè dalla fotografia mi auguro sia possibile esprimere la tua particolare energia e sensibilità, ed attraverso la tua emanazione fisica la tua essenza che a me è così cara.
Questa cosa detta da chi non ti conosce personalmente è veramente incredibile e fa pensare, grazie ancora.
Buonanotte
Luca
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Devo ammettere che questi discorsi, compreso il gioco dei poli opposti lanciato da Luca, mi incuriosiscono sempre.
E' interessante anche la risposta di Deborah, che dice "La contraddizione fa parte della mia natura".
Difatti il suo discorso mi sembra contraddittorio: non si fa fotografare perchè crede che le immagini non rispecchino la sua reale natura e allo stesso tempo "teme" la fotografia perchè fa uscire anche quello che non vorrebbe, essendo, come dice lei, meno menzognera di ciò che siamo noi con noi stessi.
Tenete presente, comunque, che io spesso non capisco.
Ma sono discussioni interessanti.
Buona giornata a tutti!
E' interessante anche la risposta di Deborah, che dice "La contraddizione fa parte della mia natura".
Difatti il suo discorso mi sembra contraddittorio: non si fa fotografare perchè crede che le immagini non rispecchino la sua reale natura e allo stesso tempo "teme" la fotografia perchè fa uscire anche quello che non vorrebbe, essendo, come dice lei, meno menzognera di ciò che siamo noi con noi stessi.
Tenete presente, comunque, che io spesso non capisco.
Ma sono discussioni interessanti.
Buona giornata a tutti!
- NatRiscica
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Il mio è un approccio assolutamente emotivo.
Non ho ne cultura ne memoria per ritrovare nel database mentale chiavi di interpretazione alle (poche) immagini che riesco a cogliere.
Probabilmente, in maniera inconscia, come ho già scritto, esiste un imprinting che mi porta ad inquadrare in un modo piuttosto che in un altro, ma se c'è non so dargli un nome.
Guardo con l'occhio della fotocamera, fotocamera come maschera a nascondere la mia faccia. Ho bisogno spesso di sparire, di non essere visto e di non mostrarmi.
Sto cercando di rimuovere quest'ultimo lato, è un esercizio duro che passa per il dialogo. Fedro resiste...
Nat
Non ho ne cultura ne memoria per ritrovare nel database mentale chiavi di interpretazione alle (poche) immagini che riesco a cogliere.
Probabilmente, in maniera inconscia, come ho già scritto, esiste un imprinting che mi porta ad inquadrare in un modo piuttosto che in un altro, ma se c'è non so dargli un nome.
Guardo con l'occhio della fotocamera, fotocamera come maschera a nascondere la mia faccia. Ho bisogno spesso di sparire, di non essere visto e di non mostrarmi.
Sto cercando di rimuovere quest'ultimo lato, è un esercizio duro che passa per il dialogo. Fedro resiste...
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Sono in assoluta sintonia con te NATNatRiscica ha scritto:Il mio è un approccio assolutamente emotivo.
Non ho ne cultura ne memoria per ritrovare nel database mentale chiavi di interpretazione alle (poche) immagini che riesco a cogliere.
Probabilmente, in maniera inconscia, come ho già scritto, esiste un imprinting che mi porta ad inquadrare in un modo piuttosto che in un altro, ma se c'è non so dargli un nome.
Guardo con l'occhio della fotocamera, fotocamera come maschera a nascondere la mia faccia. Ho bisogno spesso di sparire, di non essere visto e di non mostrarmi.
Sto cercando di rimuovere quest'ultimo lato, è un esercizio duro che passa per il dialogo. Fedro resiste...
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Mauro
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Io, freddo e razionale.
Mi piace dominare ogni aspetto dell'immagine come il vecchio pittore soppesava a lungo la sua tavolozza prima di aggiungere una pennellata.
Studio alla nausea autori di mio gradimento, spesso nemmeno fotografi, e ne distillo essenze che userò a mio modo.
Eppure, nonostante tutto, a distanza di anni ritrovo nelle mie fotografie una spietata auto-analisi, segno che tutti i miei tentativi di dominare le viscere lasciano il tempo che trovano, evidentemente.
Mi piace dominare ogni aspetto dell'immagine come il vecchio pittore soppesava a lungo la sua tavolozza prima di aggiungere una pennellata.
Studio alla nausea autori di mio gradimento, spesso nemmeno fotografi, e ne distillo essenze che userò a mio modo.
Eppure, nonostante tutto, a distanza di anni ritrovo nelle mie fotografie una spietata auto-analisi, segno che tutti i miei tentativi di dominare le viscere lasciano il tempo che trovano, evidentemente.
Ciao,
Sante
Sante
per me la fotografia e' il mio modo di parlare di esprimermi,le mie foto sono solo e sempre autoreferenziatiste,non parlo di altri ,uso gli altri per parlare di me,anche i paesaggi voglio che parlino di me,e' un bisogno interiore di comunicare,di dire cose che a parole non potrei mai dire.
il fatto e' che tramite la fotografia riesco contemporaneamente ad esprimere piu' concetti in un momento solo,almeno e' cio' che penso al momento dello scatto,fa parte della mia indole irrequieta,mentre faccio qualcosa nello stesso istante ne penso ad un' altra,la fotografia e' l'unica esercitazione che mi permette di concentrarmi in un'unica attivita , corpo,respiro e vista,solo fotografando trovo un'equilibrio interiore.
chissa' se sono stato chiaro....
il fatto e' che tramite la fotografia riesco contemporaneamente ad esprimere piu' concetti in un momento solo,almeno e' cio' che penso al momento dello scatto,fa parte della mia indole irrequieta,mentre faccio qualcosa nello stesso istante ne penso ad un' altra,la fotografia e' l'unica esercitazione che mi permette di concentrarmi in un'unica attivita , corpo,respiro e vista,solo fotografando trovo un'equilibrio interiore.
chissa' se sono stato chiaro....

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Sei stato chiarissimo, e un po' ti invidio.
Nel senso che io, quando fotografo, non riesco quasi mai a concentrarmi eslusivamente sull'immagine o su quello che sto facendo.
Nella maggior parte dei casi ci sono emozioni più urgenti, un'espressione che credo di aver rubato dal blog del vostro amico desdemonaacida.
Qualcuno di voi so che lo conosce e ci parla, tipo Gianni.
Nel senso che io, quando fotografo, non riesco quasi mai a concentrarmi eslusivamente sull'immagine o su quello che sto facendo.
Nella maggior parte dei casi ci sono emozioni più urgenti, un'espressione che credo di aver rubato dal blog del vostro amico desdemonaacida.
Qualcuno di voi so che lo conosce e ci parla, tipo Gianni.
- mauro ruscelli
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La fotografia se fatta seriamente
e' un processo di autoanalisi e quindi come tale porta a scorprirsi piu' di quanto razionalmente si vorrebbe, ma e' giusto. Sarebbe inutile e probabilmente ci si stancherebbe presto se non fosse cosi'.

Mauro
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Negli ultimi anni,complice l'età,mi sono spesso interrogato sul senso,non solo del fotografare,com'è ovvio,ma della vita in generale.Partendo da una scritta su di una saracinesca (c'è stato anche il periodo delle scritte)
che cosi recitava "LAVORA..COMPRA..CONSUMA..MUORI"..Sempre più spesso mi chiedo se non sia veramente questo il ns destino...Poi lo sguardo si posa altrove e con esso la mente. Si rilegge la propria esistenza mediandola attraverso il sorriso di una persona amata,gli occhi dei figli..la loro limpidezza,il sole che inonda la stanza...un profumo nell'aria,un suono....la musica....i colori....le voci...In fin dei conti sono tutte "immagini" fuori e dentro di noi. E la fotografia,che vivo personalmente come momento di relazione con il mondo circostante,mi aiuta a consolidare quest'universo di sensazioni che,nel bene o nel male riempiono il nostro percorso di vita terrena.Fondamentalmente istintivo ed impulsivo,caratteristiche per le quali ho pagato più di un prezzo nella vita,ma che mi hanno consentito di passare notti tranquille (nella maggior parte dei casi) sono totalmente aperto e ,se si vuole,trasparente..i miei conflitti non si celano interiormente,ma erompono con forza coinvolgendo coloro che mi sono vicini,non sempre con esito positivo...ma almeno chi mi conosce sa,come si suol dire "da che parte arrivo"
Forse questa "trasparenza" mi ha aiutato a sviluppare quella facilità di relazione che mi permette di entrare in sintonia,quasi immediata, con chi mi sta di fronte..e da questo nasce il senso che do al mio fotografare..un intreccio costante ed ininterrotto di sguardi,sorrisi,risate,strette di mano,pianti e lamenti...storie di vita,nel tentativo forse vano ,di dare un senso a questa vita..anche se questa vita un senso non ce l'ha...(VR)
massimostefani.
ps:mi rendo conto che il rimando a VR abbassa il livello della discussione
ma in questo frangente mi è parso calzante.
che cosi recitava "LAVORA..COMPRA..CONSUMA..MUORI"..Sempre più spesso mi chiedo se non sia veramente questo il ns destino...Poi lo sguardo si posa altrove e con esso la mente. Si rilegge la propria esistenza mediandola attraverso il sorriso di una persona amata,gli occhi dei figli..la loro limpidezza,il sole che inonda la stanza...un profumo nell'aria,un suono....la musica....i colori....le voci...In fin dei conti sono tutte "immagini" fuori e dentro di noi. E la fotografia,che vivo personalmente come momento di relazione con il mondo circostante,mi aiuta a consolidare quest'universo di sensazioni che,nel bene o nel male riempiono il nostro percorso di vita terrena.Fondamentalmente istintivo ed impulsivo,caratteristiche per le quali ho pagato più di un prezzo nella vita,ma che mi hanno consentito di passare notti tranquille (nella maggior parte dei casi) sono totalmente aperto e ,se si vuole,trasparente..i miei conflitti non si celano interiormente,ma erompono con forza coinvolgendo coloro che mi sono vicini,non sempre con esito positivo...ma almeno chi mi conosce sa,come si suol dire "da che parte arrivo"
Forse questa "trasparenza" mi ha aiutato a sviluppare quella facilità di relazione che mi permette di entrare in sintonia,quasi immediata, con chi mi sta di fronte..e da questo nasce il senso che do al mio fotografare..un intreccio costante ed ininterrotto di sguardi,sorrisi,risate,strette di mano,pianti e lamenti...storie di vita,nel tentativo forse vano ,di dare un senso a questa vita..anche se questa vita un senso non ce l'ha...(VR)
massimostefani.
ps:mi rendo conto che il rimando a VR abbassa il livello della discussione
ma in questo frangente mi è parso calzante.
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
R.Avedon
- ulyssesitaca
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- Iscritto il: lun dic 11, 2006 11:35 am
- Località: BOLOGNA
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Luca, Luca...Sollevi coperchi di pentole pericolose, in cui bollono vite diverse e parallele, ansie, gioie, paure e terrori profondi, macchie del passato ed eroismi momentanei, scheletri urlanti e sorrisi d'infanzia, ponderosiita' responsabili e fughe affannose, partecipazioni profonde e condivise e distacchi di abissale incomunicabilita', gioia selvaggia di un momento e lungo erotismo di una preparazione, analisi spietata e rigorosa e sfrontato galoppare verso il proprio destino.
Non si solleva cosi il coperchio della Vita, Luca.
Ti ho risposto.
Non si solleva cosi il coperchio della Vita, Luca.
Ti ho risposto.
Raffaele
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- Messaggi: 189
- Iscritto il: mar dic 12, 2006 12:12 pm
- Contatta:
Solleva, solleva, Luca: il confronto serve proprio a questo!
Ciao,
Sante
Sante
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- Iscritto il: lun dic 11, 2006 2:36 pm
Il bello di Luca è che non solleva i coperchi, dimostra solo il suo interesse a capire cosa bolle nella nostra pentola e magari anche la necessità che qualcuno sbirci nella sua.
Ma poi chi non vuole non apre e chi apre deve evidentemente ringraziarlo.
Però ha creato anche un post goliardico prima di questo delle verifiche.
Secondo me è davvero una brava persona, ma anche uno di quelli che ti fanno gli scherzi alle spalle, quando meno te lo aspetti.
Oddio, alle spalle è meglio di no, dopo la foto del pacco....

Ma poi chi non vuole non apre e chi apre deve evidentemente ringraziarlo.
Però ha creato anche un post goliardico prima di questo delle verifiche.
Secondo me è davvero una brava persona, ma anche uno di quelli che ti fanno gli scherzi alle spalle, quando meno te lo aspetti.
Oddio, alle spalle è meglio di no, dopo la foto del pacco....
