un mio amico leicista da anni ci ha messo "un giorno" ad acquistare e rivendere la m8 che ha definito veramente vergognosa.
che ne pensate?
qualcuno l'ha provata?
mi permetto di riportare alcune sue riflessioni:
Resa dei colori inaccettabile
E una serie di dettagli sulla qualità intrinseca del file che è un po'
difficile spiegare senza un pc davanti.
Inoltre: penosa resa dei teleobiettivi (invece formidabili sul chimico:
LEICA ha giocato -malissimo- tutte le sue carte su un sensore che esaltasse la qualità dei grandangolari, ma -di fatto- sopra il 50 mm la macchina è
inutilizzabile, e nessuno lo dice, costruzione complessiva deludente (forte
sensazione di "plastica", nemmeno lontanamente parente della M6, e non
parliamo della MP: a quel punto, tanto vale comprare eCANON....)
Infine, elemento determinante: MEDIOCRE RESA ALLE ALTE SENSIBILITA', con
rumore percepibile già a 320 ISO e inaccettabile a 640 (anch'essa nemmeno
lontanamente parente dell'incredibile -da questo punto di vista- file della
EOS 5D)
Tu prova a cercare qualche osservazione del genere in rete (se non su
qualche forum molto speicalistico) , e dimmi se trovi qualcosa, cazzo....
Pare che la M8 sia un miracolo vivente, a leggere in giro...
Grossa delusione...
Quesito già posto in altro forum. Leica m8, bufala?
Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi
Penso di essere il meno qualificato di tutti qui dentro nel darti una risposta, visto che fino ad oggi non ho mai usato una macchina digitale (sto pensando però seriamente di comprarne una).
Se guardi il post di Gianni Ansaldi intitolato Ross e sospendi il giudizio sul ritrattato, cioè me, ti rendi conto che il tuo amico leicista-purista se avesse tenuto la M8 più di "24 ore" avrebbe potuto apprezzarla meglio. Il ritratto in questione è stato fatto a 640 ISO in luce ambiente ed in leggero controluce. Io non ci vedo rumore o altri difetti (tipo banding o dominanti magenta sui neri); la resa è molto buona, anche quella nel secondo esempio con grana accentuata. Ho tenuto in mano l'apparecchio e non ho avuto sensazioni negative: il telemetro è identico a quello delle Leica analogiche, i comandi sono semplici ed intuitivi, il peso della macchina non mi dà nessuna sensazione di plastica, le forme sono praticamente le stesse di sempre, il rumore dell'otturatore è chiaramente diverso dalle meccaniche ma è davvero basso e non sgradevole; in più Gianni ha messo intorno al corpo macchina la semi-borsa-pronto di Luigi Crescenzi (un genio) che ha una pratica pattina posteriore che copre lo schermo...insomma è come avere una M6 o una M7 ma evoluta al nuovo corso. La trovo una macchina splendida da usare per quello che è, cioè uno strumento. Se proprio vogliamo essere ultra-prudenti potremmo aspettare che il progetto M8 maturi ancora un po', ma già adesso mi sembra un apparecchio perfettamente indovinato.
Se il tuo amico è un collezionista o un estimatore integralista della pura meccanica Leitz, o è uno di quelli che digerisce male le novità di casa Leica, è chiaro che non potrà apprezzare l'M8, almeno finchè non uscirà l'M9
....
Mantieni un'autonomia di giudizio senza farti influenzare da destra o da sinistra e senti anche Gianni Ansaldi che mi sembra molto soddisfatto della sua M8.
Se guardi il post di Gianni Ansaldi intitolato Ross e sospendi il giudizio sul ritrattato, cioè me, ti rendi conto che il tuo amico leicista-purista se avesse tenuto la M8 più di "24 ore" avrebbe potuto apprezzarla meglio. Il ritratto in questione è stato fatto a 640 ISO in luce ambiente ed in leggero controluce. Io non ci vedo rumore o altri difetti (tipo banding o dominanti magenta sui neri); la resa è molto buona, anche quella nel secondo esempio con grana accentuata. Ho tenuto in mano l'apparecchio e non ho avuto sensazioni negative: il telemetro è identico a quello delle Leica analogiche, i comandi sono semplici ed intuitivi, il peso della macchina non mi dà nessuna sensazione di plastica, le forme sono praticamente le stesse di sempre, il rumore dell'otturatore è chiaramente diverso dalle meccaniche ma è davvero basso e non sgradevole; in più Gianni ha messo intorno al corpo macchina la semi-borsa-pronto di Luigi Crescenzi (un genio) che ha una pratica pattina posteriore che copre lo schermo...insomma è come avere una M6 o una M7 ma evoluta al nuovo corso. La trovo una macchina splendida da usare per quello che è, cioè uno strumento. Se proprio vogliamo essere ultra-prudenti potremmo aspettare che il progetto M8 maturi ancora un po', ma già adesso mi sembra un apparecchio perfettamente indovinato.
Se il tuo amico è un collezionista o un estimatore integralista della pura meccanica Leitz, o è uno di quelli che digerisce male le novità di casa Leica, è chiaro che non potrà apprezzare l'M8, almeno finchè non uscirà l'M9

Mantieni un'autonomia di giudizio senza farti influenzare da destra o da sinistra e senti anche Gianni Ansaldi che mi sembra molto soddisfatto della sua M8.
CERCA
TROVA
http://www.flickr.com/photos/magnusfrank/
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Scusa, sospendendo il giudizio (comunque positivo) sul ritratto (inteso sia come soggetto che come esecuzione tecnica) e valutando quel tuo "leggero controluce" mi sembra che le alte luci non siano bucate... di più! Sono talmente bruciate che il soggetto sembra sia stato tagliato con Photoshop ed incollato su di un fondo bianco. Se il problema fossero le dominanti basterebbe una correzione in post-produzione ma qui è andato perso praticamente tutto lo sfondo. Non volgio criticare la M8, non l'ho mai provata, ma è una digitale e come tale ha tutti i limiti di una tecnologia non ancora matura, speriamo maturi... e magari che si abbassi anche un po' di prezzoRoss ha scritto:...Se guardi il post di Gianni Ansaldi intitolato Ross e sospendi il giudizio sul ritrattato, cioè me, ti rendi conto che il tuo amico leicista-purista se avesse tenuto la M8 più di "24 ore" avrebbe potuto apprezzarla meglio. Il ritratto in questione è stato fatto a 640 ISO in luce ambiente ed in leggero controluce. Io non ci vedo rumore o altri difetti (tipo banding o dominanti magenta sui neri); la resa è molto buona, anche quella nel secondo esempio con grana accentuata...

<< Nessuna immagine può essere "la realtà", perché la realtà ti capita una volta sola davanti agli occhi. >>
- gianniansaldi
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non esiste pellicola che non le avrebbe bruciate in un controluce simile...
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[url=http://sagep.it/easyStore/SchedeVedi.asp?IDCatSchede=1873]volti&risvolti[/url]
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chi pretende di dare giudizi drastici dopo solo 24 ore (specie su Leica) dovrebbe prima fare un bel corso di fotografia........posso dire che ieri qui a Modena c'era la giornata Leica, cui ho partecipato, e che solo a Modena le M-8 vendute (dal lancio commerciale) hanno superato la trentina.
Che poi la M-8 dia una sensazione di plastica è semplicemente ridicolo: basta prendere in mano la maggioranza di Canon e Nikon digitali per scoprire che dentro non c'è praticamente niente (macchine ed obiettivi); solo l'involucro di plastica!
Per la resa degli obiettivi: occorre prima vedere chi parla e con quale competenza poi discutere...
Pierpaolo
Che poi la M-8 dia una sensazione di plastica è semplicemente ridicolo: basta prendere in mano la maggioranza di Canon e Nikon digitali per scoprire che dentro non c'è praticamente niente (macchine ed obiettivi); solo l'involucro di plastica!
Per la resa degli obiettivi: occorre prima vedere chi parla e con quale competenza poi discutere...
Pierpaolo
Concordo con Gianni; lo sfondo sarebbe stato identico anche su pellicola.
Considerando il diaframma tutto aperto e quindi la fisiologica assenza di dettaglio, considerando il fattore di conversione per cui il 35 inquadra grossomodo come un 50, considerando che il Fotografo ha deciso di rendere lo sfondo praticamente neutro, non penso che quelle alte luci bruciate costituiscano un problema rilevante. Se poi il discorso vira verso la resa dello sfuocato del 35/2 Asph, si troveranno decine di pareri diversi anche in questo Forum. Magari la M8 non sarà ancora un progetto maturo, ma nel quarto d'ora in cui l'ho vista e sentita funzionare e tenuta in mano, mi è sembrata una gran macchina che rappresenta il futuro di tutti i fotografi che utilizzano Leica M. Non credo che rinuncerei alla Leica M a pellicola, però la M digitale è davvero allettante.
Considerando il diaframma tutto aperto e quindi la fisiologica assenza di dettaglio, considerando il fattore di conversione per cui il 35 inquadra grossomodo come un 50, considerando che il Fotografo ha deciso di rendere lo sfondo praticamente neutro, non penso che quelle alte luci bruciate costituiscano un problema rilevante. Se poi il discorso vira verso la resa dello sfuocato del 35/2 Asph, si troveranno decine di pareri diversi anche in questo Forum. Magari la M8 non sarà ancora un progetto maturo, ma nel quarto d'ora in cui l'ho vista e sentita funzionare e tenuta in mano, mi è sembrata una gran macchina che rappresenta il futuro di tutti i fotografi che utilizzano Leica M. Non credo che rinuncerei alla Leica M a pellicola, però la M digitale è davvero allettante.
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- mauro ruscelli
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Io posso solo dire che la trovo particolarmente rumorosa, risulta piu' silenziosa una dreflex nikon, e questo mi spiace.
Il pericolo in agguato e' solo la voglia di fare la primadonna di leica, senza avere la possibilita' di portare in casa la tecnologia. E' successo con imacon e il dmr (rapporti un po' tesi poi l'acquisto di imacon da parte di hasselblad che l'ha messa sotto per la sua serie h) e non e' piu' uscito nessun firmware fino all'attuale chiusura dle progetto. E' successo con sinar, che pare abbia lavorato per l'm8, litigio e jenoptik se l'e' ripresa. Ora c'e' maretta pure con Panasonic... Il rischio e' che questi progetti chiudano per cause completamente indipendenti dal prodotto o dal mercato, lasciando gli acquirenti con una bella scatola vuota. I manager a solms dovrebbere fare un po' piu' di autocritica dare anche delle garanzie.
Insomma la faccenda DMR non mi e' andata giu' e temo che se la politica della casa non cambia M8 possa avere in futuro qualche problema per motivi simili.
Queste sono opinioni personali di fantaeconomia e non giudizi sul prodotto.
Il pericolo in agguato e' solo la voglia di fare la primadonna di leica, senza avere la possibilita' di portare in casa la tecnologia. E' successo con imacon e il dmr (rapporti un po' tesi poi l'acquisto di imacon da parte di hasselblad che l'ha messa sotto per la sua serie h) e non e' piu' uscito nessun firmware fino all'attuale chiusura dle progetto. E' successo con sinar, che pare abbia lavorato per l'm8, litigio e jenoptik se l'e' ripresa. Ora c'e' maretta pure con Panasonic... Il rischio e' che questi progetti chiudano per cause completamente indipendenti dal prodotto o dal mercato, lasciando gli acquirenti con una bella scatola vuota. I manager a solms dovrebbere fare un po' piu' di autocritica dare anche delle garanzie.
Insomma la faccenda DMR non mi e' andata giu' e temo che se la politica della casa non cambia M8 possa avere in futuro qualche problema per motivi simili.
Queste sono opinioni personali di fantaeconomia e non giudizi sul prodotto.
Mauro
Instagram: @mauroruscelli
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- cristian vidmar
- Messaggi: 2099
- Iscritto il: gio gen 18, 2007 11:33 am
- Località: Gorizia
Io credo che le diatribe sul digitale si risolverebbero se, lasciate da parte le paure per ciò che non si conosce e mette in gioco le certezze di una vita, si facesse una bella esperienza di un paio di anni e non di ventiquattr'ore, e ci se rendesse conto che, semplicemente:
- Le due tecnologie sono diverse, ma tanto diverse che fare confronti e parlare di tecnologia "ancora non matura" o di "roba superata" non mi pare corretto.
- La resa delle foto è in analogico e digitale è, semplicemente, DIVERSA. Può piacere più l'una (perché ha la bellezza dell'imperfezione analogica, come un bel tavolino artigianale) o l'altra (perché 3200 ISO puliti in pellicola non esistono e non esisteranno mai, perché la resa dei dettagli di un sensore canon fullframe è ormai irraggiungibile e perché...uno sgabello dell'IKEA richiede poca manutenzione e "fa il suo").
Piace di più l'analogico? A me sì, ad esempio. E allora: usiamo quello, perché andare in cerca di rogne se si è soddisfatti di quello che si ha?!? Uno dovrebbe comprare una M8 perché vuole una digitale, non perché spera di trovarsi con una M6 a cui semplicemente non serve cambiare il rullino!
Preoccupati perché il mondo si sta digitalizzando? Meglio farsene una ragione, perché così sta andando. Tanto la pellicola sarà disponibile finché ce ne sarà richiesta (presumibilmente per tanto tempo), poi si potrà fare come quelli che hanno accettato il passaggio dalla speedgraphic ai formati minori e cercare di imparare ad usare il mezzo più moderno oppure smettere del tutto autogiustificandosi con "hanno ucciso la fotografia".
Aziende che con il digitale sembrano prendere in giro i clienti? Beh, se non ci si fida allora meglio scegliere chi il digitale lo fa per scelta e non per ripiego: se ho sempre comprato scarpe da ginnastica dallo stesso produttore non è che per forza mi metto a comprare automobili dallo stesso solo perché ci sono affezionato (e sui lovemarks si potrebbe aprire un discorso infinito, che molti però non vorrebbero sentire).
Svalutazione nel tempo? Non è il digitale, è l'elettronica ed è inevitabile: quanto costava e quanto vale una EOS1n, oppure una Nikon F4? Gli oggetti che mantengono un certo valore nel tempo sono altri, per altre ragioni.
Insomma, in definitiva, spero che possiamo evitare che anche qui, com'è successo in altri forum, si arrivi agli scontri di religione e alle minacce di querela reciproche tra analogisti e digitalisti. Perché qui si parla soprattutto di fotografia e si apprezza il ritratto di Francesco per la sua espressione, l'inquadratura inclinata, il momento colto come solo Gianni sa fare. Il resto sono - come dite voi numerosi bolognesi? - pugnette, giusto?
- Le due tecnologie sono diverse, ma tanto diverse che fare confronti e parlare di tecnologia "ancora non matura" o di "roba superata" non mi pare corretto.
- La resa delle foto è in analogico e digitale è, semplicemente, DIVERSA. Può piacere più l'una (perché ha la bellezza dell'imperfezione analogica, come un bel tavolino artigianale) o l'altra (perché 3200 ISO puliti in pellicola non esistono e non esisteranno mai, perché la resa dei dettagli di un sensore canon fullframe è ormai irraggiungibile e perché...uno sgabello dell'IKEA richiede poca manutenzione e "fa il suo").
Piace di più l'analogico? A me sì, ad esempio. E allora: usiamo quello, perché andare in cerca di rogne se si è soddisfatti di quello che si ha?!? Uno dovrebbe comprare una M8 perché vuole una digitale, non perché spera di trovarsi con una M6 a cui semplicemente non serve cambiare il rullino!
Preoccupati perché il mondo si sta digitalizzando? Meglio farsene una ragione, perché così sta andando. Tanto la pellicola sarà disponibile finché ce ne sarà richiesta (presumibilmente per tanto tempo), poi si potrà fare come quelli che hanno accettato il passaggio dalla speedgraphic ai formati minori e cercare di imparare ad usare il mezzo più moderno oppure smettere del tutto autogiustificandosi con "hanno ucciso la fotografia".
Aziende che con il digitale sembrano prendere in giro i clienti? Beh, se non ci si fida allora meglio scegliere chi il digitale lo fa per scelta e non per ripiego: se ho sempre comprato scarpe da ginnastica dallo stesso produttore non è che per forza mi metto a comprare automobili dallo stesso solo perché ci sono affezionato (e sui lovemarks si potrebbe aprire un discorso infinito, che molti però non vorrebbero sentire).
Svalutazione nel tempo? Non è il digitale, è l'elettronica ed è inevitabile: quanto costava e quanto vale una EOS1n, oppure una Nikon F4? Gli oggetti che mantengono un certo valore nel tempo sono altri, per altre ragioni.
Insomma, in definitiva, spero che possiamo evitare che anche qui, com'è successo in altri forum, si arrivi agli scontri di religione e alle minacce di querela reciproche tra analogisti e digitalisti. Perché qui si parla soprattutto di fotografia e si apprezza il ritratto di Francesco per la sua espressione, l'inquadratura inclinata, il momento colto come solo Gianni sa fare. Il resto sono - come dite voi numerosi bolognesi? - pugnette, giusto?

Ultima modifica di cristian vidmar il dom mar 04, 2007 4:12 pm, modificato 1 volta in totale.
Cristian
...o come diremmo a Genova "Tutte musse"...Il resto sono - come dite voi numerosi bolognesi? - pugnette, giusto?
Cristian ha colto nel segno; alla fine è l'immagine che conta e il mezzo è relativo. L'M8 mi sembra una buona idea non perchè non bisogna cambiare rullino ma perchè semplicemente la M digitale "doveva" essere creata. Il nuovo corso lo impone, punto e basta. Trovo inutile sprecare tempo a dibattere se l'analogico sia meglio del digitale. Ognuno sceglie nel momento - visto che ora sul mercato si trovano- le alternative che più gli fanno comodo per il tipo di fotografia che preferisce.
Per il tipo di fotografia che amo fare la Leica M è perfetta ma vi dirò che, se avessi la possibilità di comprarla, l'M8 sarebbe perfetta ugualmente.
Ma, indipendentemente dalla M8....
I problemi veri sono altri, come ad esempio l'archiviazione e la conservazione dei files nei prossimi decenni e la possibilità di potervi accedere con le tecnologie prossime e future che inevitabilmente saranno diverse da quelle di oggi. Magari invece dei dischi ci saranno delle palline sulle quali dovremo riversare miliardi di dati perchè i lettori di dischi non si venderanno più. Questo è ciò che mi inquieta più di ogni altra cosa, riuscire ad aggiornare la memoria dell'umanità perchè nulla vada perduto.
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Insomma, in definitiva, spero che possiamo evitare che anche qui, com'è successo in altri forum, si arrivi agli scontri di religione e alle minacce di querela reciproche tra analogisti e digitalisti. Perché qui si parla soprattutto di fotografia e si apprezza il ritratto di Francesco per la sua espressione, l'inquadratura inclinata, il momento colto come solo Gianni sa fare. Il resto sono - come dite voi numerosi bolognesi? - pugnette, giusto?
Ande' fora a fer dal fotografi', dio bono !
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Raffaele
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- Iscritto il: lun dic 11, 2006 2:36 pm
Per la prima volta, dopo anni di resistenza, ho preso anch'io una fotocamera digitale. Il motivo del mio "cedimento" si basa essenzialmente su tre fattori.
Innanzitutto mi è stata offerta a prezzo stracciato, inoltre per la pubblicazioni di immagini su depliant (devo fare dei lavoretti) il processo è molto più semplice ed economico.
Il terzo motivo è che l'apparecchio in questione lo conoscevo bene e al di là del suo sgradevole impatto emotivo e della pessima struttura, la qualità mi aveva sempre lasciato a bocca aperta, in particolar modo alla sensibilità di 400 ISO. Se si esclude la 5 D, non ho trovato altri apparecchi Canon APS in grado di fare una differenza reale con la resa finale della 300 D, il giocattolino che ho preso.
Per le mie fotografie userò comunque la pellicola, perchè alle basse sensibilità 100 - 160 ASA la resa generale è sicuramente migliore e la Canon può competere con il 35 mm solo sul piano della nitidezza.
A 400 ASA, però, il digitale si esprime meglio per cui la terrò nella borsa con il Summilux e continuerò a scattare quando la luce scenderà sotto una certa soglia.
In questo modo le due tecnologie si integrano (90% in pellicola e 10 in digitale) in modo tale che l'una lascia all'altra il campo che le è più congeniale.
E credo che io mi divertirò ancora di più.
Buona giornata!
Innanzitutto mi è stata offerta a prezzo stracciato, inoltre per la pubblicazioni di immagini su depliant (devo fare dei lavoretti) il processo è molto più semplice ed economico.
Il terzo motivo è che l'apparecchio in questione lo conoscevo bene e al di là del suo sgradevole impatto emotivo e della pessima struttura, la qualità mi aveva sempre lasciato a bocca aperta, in particolar modo alla sensibilità di 400 ISO. Se si esclude la 5 D, non ho trovato altri apparecchi Canon APS in grado di fare una differenza reale con la resa finale della 300 D, il giocattolino che ho preso.
Per le mie fotografie userò comunque la pellicola, perchè alle basse sensibilità 100 - 160 ASA la resa generale è sicuramente migliore e la Canon può competere con il 35 mm solo sul piano della nitidezza.
A 400 ASA, però, il digitale si esprime meglio per cui la terrò nella borsa con il Summilux e continuerò a scattare quando la luce scenderà sotto una certa soglia.
In questo modo le due tecnologie si integrano (90% in pellicola e 10 in digitale) in modo tale che l'una lascia all'altra il campo che le è più congeniale.
E credo che io mi divertirò ancora di più.
Buona giornata!
Probabilmente dietro l'influsso dei regimi totalitari instaurati in Europa, intorno all'anno 1930 si incontrano due opposte tendenze che riconducono il panorama artistico ad un ritorno al figurativo. In Italia ad esempio si formano due fazioni i Realisti e i Formalisti. I primi, capeggiati soprattutto da Guttuso, propongono un'arte impegnata nella realtà sociale del tempo, i secondi (Pietro Consagra, Achille Perilli, Piero Dorazio ed altri) pretendono una maggior autonomia, rivendicando il diritto alle ricerche formali e stilistiche. Rispetto a queste illusorie polemiche, di tutt'altra portata e segno appare quindi la comparsa sulla scena artistica internazionale dell'espressionismo astratto americano, che successivamente sarà definito Informale
La sua grande carica rivoluzionaria é proprio la dichiarata disillusione nelle possibilità dell'arte. Il ventennio degli anni dal 1930 al 1950 é infatti significativo per due fenomeni: la grande emigrazione di artisti europei verso gli Stati Uniti ed il conseguente spostamento del baricentro artistico da Parigi a New York. Dunque intorno al 1950 il critico francese Tapié conia il termine "informale" e con esso intende una pittura fondamentalmente astratta e soprattutto priva di forma. Nella realtà dei sensi umani, è forma tutto ciò che ha un contorno atto a definire le sue caratteristiche visive e tattili. Nell'arte astratta, soprattutto nelle sue correnti geometriche, si costruisce un opera tramite l'organizzazione di forme, che sono si, non più imitate dalla natura, ma comunque nascono nell'immaginazione dell'artista e quindi ogni opera risente comunque della forma.
L'informale, rifiutando il concetto di forma, si differenzia quindi dall'arte astratta, proprio per l'assoluta mancanza di forma. Oggi si tende a individuare, nell'ambito dell'informale, due correnti principali: l'informale gestuale e l'informale materico. L'informale gestuale, anche definito «action painting» proviene soprattutto dagli Stati Uniti, e coincide di fatto con l'espressionismo astratto. Suo maggior rappresentante è Jackson Pollock (ma vanno anche ricordati Willem de Kooning e Franz Kline) che intorno al 1945 inizia ad eseguire le sue opere con una tecnica pittorica che consiste nello spruzzare o far gocciolare (dripping) i colori sulla tela senza procedere ad alcun intervento manuale diretto sulla superficie pittorica. Le immagini così ottenute si presentano come un caotico intreccio di segni colorati, in cui non è possibile riconoscere alcuna forma. Sempre intorno al 1945, ma in Europa, il pittore francese Jean Fautrier inizia ad inserire nei suoi quadri, materiali plastici che emergono dalla superficie del quadro, rompendo così il confine tra immagine bidimensionale e immagine plastica. Questa pittura, sarà chiamata "Informale Materico" e aderiranno anche pittori come Jean Dubuffet, Antoni Tápies e l'italiano Alberto Burri.
come vedete sono storie che si ripetono....
La sua grande carica rivoluzionaria é proprio la dichiarata disillusione nelle possibilità dell'arte. Il ventennio degli anni dal 1930 al 1950 é infatti significativo per due fenomeni: la grande emigrazione di artisti europei verso gli Stati Uniti ed il conseguente spostamento del baricentro artistico da Parigi a New York. Dunque intorno al 1950 il critico francese Tapié conia il termine "informale" e con esso intende una pittura fondamentalmente astratta e soprattutto priva di forma. Nella realtà dei sensi umani, è forma tutto ciò che ha un contorno atto a definire le sue caratteristiche visive e tattili. Nell'arte astratta, soprattutto nelle sue correnti geometriche, si costruisce un opera tramite l'organizzazione di forme, che sono si, non più imitate dalla natura, ma comunque nascono nell'immaginazione dell'artista e quindi ogni opera risente comunque della forma.
L'informale, rifiutando il concetto di forma, si differenzia quindi dall'arte astratta, proprio per l'assoluta mancanza di forma. Oggi si tende a individuare, nell'ambito dell'informale, due correnti principali: l'informale gestuale e l'informale materico. L'informale gestuale, anche definito «action painting» proviene soprattutto dagli Stati Uniti, e coincide di fatto con l'espressionismo astratto. Suo maggior rappresentante è Jackson Pollock (ma vanno anche ricordati Willem de Kooning e Franz Kline) che intorno al 1945 inizia ad eseguire le sue opere con una tecnica pittorica che consiste nello spruzzare o far gocciolare (dripping) i colori sulla tela senza procedere ad alcun intervento manuale diretto sulla superficie pittorica. Le immagini così ottenute si presentano come un caotico intreccio di segni colorati, in cui non è possibile riconoscere alcuna forma. Sempre intorno al 1945, ma in Europa, il pittore francese Jean Fautrier inizia ad inserire nei suoi quadri, materiali plastici che emergono dalla superficie del quadro, rompendo così il confine tra immagine bidimensionale e immagine plastica. Questa pittura, sarà chiamata "Informale Materico" e aderiranno anche pittori come Jean Dubuffet, Antoni Tápies e l'italiano Alberto Burri.
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- ulyssesitaca
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Nikita ha scritto:Scusatemi,
ma l'Amiotto che cos'è ?
Sarà mica della Citroen ?
Nikita
Nikolai !!!
Ma la Citroen Mehari, te la ricordi ???


La cambierei subito con la mia attuale !

Raffaele